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Gay & Bisex

Addio al celibato (1)


di crigio
08.07.2014    |    16.212    |    2 8.5
"Anche stavolta la sua bocca si spalanca e un rivolo di bava gli cola da un angolo e va a spiaccicarsi sul pavimento..."
“Ciao! Tu devi essere il voyeur, giusto?”.
Un marcantonio da paura appare alla mia vista non appena apro la porta. Sono a casa di Knut, che ha organizzato un addio al celibato per un suo collega dell’agenzia, un venticinquenne di nome Francesco, che la settimana prossima si sposerà e si trasferirà definitivamente in Spagna col suo uomo. Così, gli ha chiesto di fare in modo di avere un ultimo bellissimo ricordo dell’Italia. A quanto pare, i due si sono intesi benissimo, dal momento che Knut ha capito subito a che cosa alludesse il suo amico.
Quando il tedesco mi ha descritto questo ragazzotto ha detto che era un tipo fighissimo e trendy: “un gran bel tronco di pino”, queste sono state le sue parole. Ora, vedendomelo davanti in tutta la sua statura e corporatura, non posso che dargli ragione. È un bonazzo che non finisce mai: pelle abbronzata e occhiali da sole polarizzati e specchiati. Indossa una canottiera fit e un pantaloncino corto a fil di chiappa che mettono in evidenza tutti i suoi muscoli ben definiti. È completamente depilato ed ha un taglio di capelli alla moda con un disegno non ben comprensibile sulla nuca.
Appena gli apro si leva gli occhiali e mi dice quella frase. Io rimango imbambolato di fronte ad una tale quantità di testosterone e non riesco nemmeno a dire “ciao”. Lui, invece, si china su di me, dall’alto del suo metro e ottantacinque (sempre in base a quanto riferito da Knut), e mi fa un lingua-in-bocca da togliere il fiato, strizzandomi contemporaneamente il pacco col suo palmo sproporzionato. Il cuore mi balza in gola e sgrano gli occhi dall’emozione. Lui si tira indietro e mi sorride sfacciato. Poi, rinforca gli occhiali e mi supera.
“Che fai? Rimani lì?”, mi fa la sua voce alle spalle. “Non ti unisci a noi?”.
“S… sì… certo…”, bofonchio imbarazzato. Chiudo la porta e mi volto proprio mentre lui sta entrando in soggiorno.
Voyeur: già, Knut mi ha fregato di nuovo! Mi ha detto che questo tipo si eccita a farsi scopare mentre qualcuno lo guarda senza partecipare. Sembra che gli piaccia ammiccare ad un uomo che, fuori dalla scena, brami starci in mezzo, ma non possa per qualche ragione. Io, stasera, dovrei avere proprio questo ruolo: rimanere immobile su una sedia a guardare questo gran pezzo di ragazzo farsi sbattere a dovere!
Si può essere più sfigati?
Lo seguo nel soggiorno e, con mio enorme stupore, Knut, Enrico, Tony e Paolo sono seduti sul divano, nudi come vermi. Eh sì: perché non vi ho detto che questo troione da urlo non si accontenta certo di un cazzo solo (quello del tedesco)! Pare abbia chiesto al mio amico di organizzargli un’orgia come si deve, in modo che gli rimanga il segno del nostro Paese.
Beh: con questi quattro stalloni, il segno gli resterà di sicuro!
Ma quello che mi ha lasciato senza parole è stata soprattutto la velocità con la quale i miei quattro amici si sono spogliati, nel breve tempo che ho impiegato ad alzarmi dalla poltrona e andare ad aprire al nostro ospite.
“Vedo che è tutto come avevo chiesto!”, dice Francesco appena scorge i suoi maschioni in tenuta adamitica.
Quindi, anche questa è stata una sua esplicita richiesta: i quattro dovevano farsi trovare completamente nudi e pronti all’uso! Sta di fatto, che neanche il troione perde tempo: e infatti, giunto davanti al divano, con un gesto rapido si leva la canottiera, scoprendo un torace possente e liscio come il culetto di un bambino. Poi, si slaccia il bottone del pantaloncino e, infilandoci dentro i pollici, li tira giù lentamente, piegandosi in avanti fino a calarseli ai piedi. Così facendo, io, che sto ancora sull’uscio, ho una visuale perfetta delle sue chiappe muscolose e perfette, nonché della sua rosellina che si presenta alquanto strana: è molto scura, quasi livida direi, e la mucosa è bella cicciotta, come la mia al ritorno da Malta. Mi sa che questo tipo non fa altro che prendere cazzi a tutta forza: i miei quattro amici avranno pane per i loro denti stasera!
Una volta spogliatosi, Francesco si inginocchia davanti a Paolo, il primo a sinistra sul divano e gattona verso di lui, mentre io prendo posizione sulla poltrona dalla quale dovrò fare lo spettatore fantasma. Arrivato al suo cospetto, il troione si piega in avanti verso il ventre del suo stallone, ma, invece di imboccare il cazzo, si china ancora fino ai piedi del mio amico. Le sue labbra si schiudono e l’alluce di Paolo finisce tra quelle labbra carnose, che si protendono ad indicare il gusto che il tipo prova ad assaporare quella parte del corpo dello stallone. Poi, passa la lingua tra un dito e l’altro, fino all’ultimo. Quindi, torna indietro e, aprendo quasi innaturalmente la bocca, inghiottisce tutte e cinque le falangi, pompandole come fossero una nerchia.
Paolo sospira: forse nessuno gli ha mai fatto un massaggio del genere, perciò chiude gli occhi e reclina la testa, godendosi quelle nuove sensazioni. Intanto, dalla mia posizione riesco a vedere bene il solco del troione, perché, così piegato del tutto, lascia che le sue natiche si schiudano mettendo in bella mostra il buco del suo culo. Avevo ragione: è martoriato da chissà quali e quante penetrazioni e non avrà certo difficoltà a prendere i grossi calibri dei miei quattro amici.
Tony, Enrico e Knut assistono stupefatti alla scena e parlottano tra di loro sghignazzando di tanto in tanto. Staranno apostrofando Francesco con degli epiteti che conosco bene e certamente non vedono l’ora che il troione passi anche da loro. D’un tratto, Francesco si rialza e il suo muso è tutto impiastricciato di bava. I suoi occhi sono spiritati e ansima a fondo. Si lecca le labbra e abbassa lo sguardo sulla minchia dura di Paolo: fa un sorrisetto diabolico e ci si tuffa sopra, ingoiandolo per intero.
“Oh, porca puttana!”, esclama il mio amico, sorpreso da tanta veemenza. Incolla la schiena al divano e stringe forte la seduta, cercando di trattenere la sua eccitazione, mentre Francesco inizia a spompinarlo come un forsennato. Una sua mano si allunga sul ventre di Tony, seduto accanto a Paolo, e col palmo gli massaggia il cazzo riverso su una coscia. Lo scappella completamente e poi risale. Con l’indice solletica il frenulo e anche il secondo stallone comincia a scomporsi.
Con uno schiocco che risuona in tutta la stanza, Francesco sputa la verga di Paolo e si precipita a succhiare quella che ha accarezzato fino ad un attimo prima. Ne tira indietro la pelle e l’asta alza la testa, mostrando il glande rosso per la quantità di sangue che vi affluisce. Di nuovo, il troione si lecca le labbra, ma, invece di avvolgerlo tra le sue fauci, si china sui piedi di Tony e gli fa lo stesso servizietto che ha reso a Paolo.
“Oh, merda!”, sbotta Tony, non appena la lingua di Francesco si intrufola tra un dito e l’altro. Ripassa ogni falange con minuziosità e, alla fine, anziché risalire a pompare la mazza dello stallone, passa direttamente ai piedi di Knut. Anche il tedesco reagisce con un brivido che gli percorre tutto il corpo e, infoiato com’è, si gira alla sua destra verso Tony e lo limona profondamente.
Quindi, arriva il turno del mio Enrico che cerca di farsi trovare pronto. Anche lui, però, ha un sussulto quando le labbra vogliose del troione gli succhiano l’alluce come se volessero staccarglielo.
“Cazzo! Gli piace proprio!”, commenta il gigantone, appoggiando il capo sullo schienale del divano.
“MMMMMM!!! Che bel piede che hai… slurp!”, si complimenta Francesco, continuando a prendersi cura dell’arto di Enrico. “Voglio che il tuo… slurp!... sia il primo… slurp!”.
Lì per lì nessuno capisce che cosa intenda, ma un istante dopo vediamo che si sputa su un palmo e si lubrifica il buco. Si volta, dando il culo ad Enrico e poi lo implora, con un tono di voce da puttana navigata: “Dammelo, maschione! Dammelo tutto, dai!”.
I miei quattro amici sono sbalorditi, ed io altrettanto. Non c’è alcun dubbio che Francesco alluda, non alla minchia del mio ragazzone, ma al suo piede. Enrico è ancora un po’ perplesso quando solleva la gamba e indirizza le dita alla rosellina del troione, ma obbedisce alla richiesta e neanche controvoglia, visto che la sua verga è grossa da far paura e pulsa velocemente. Il suo alluce stuzzica l’anellino e Francesco reagisce incitandolo e fare di più. Allora Enrico punta il ditone e spinge: il capo del troione balza per aria e la sua bocca si spalanca: “Oh sì, così, bravo! Scopami, stallone! Scopami!”, mugola, mentre si contorce come una vacca in calore. Si infila una mano tra le cosce e impugna il calcagno di Enrico, spingendosi il piede in corpo. “Dai, lo voglio tutto! Mettimelo tutto dentro, ti prego!”, geme ancora.
Paolo, Tony e Knut sono esterrefatti e, non resistendo più, si agguantano i cazzi e iniziano a masturbarsi. Intanto, il piede di Enrico si muove in su e in giù: sta cercando di fare entrare anche le altre dita e, a quanto pare, l’operazione non è così complessa. “Ah! Sì, bravo! Ci sai fare, vedo!”, si complimenta Francesco, quando mezzo piede è ormai dentro il suo sfintere. Allora si sistema bene sulle mani e sulle ginocchia e comincia a muoversi verso dietro, fottendosi l’arto del mio ragazzone. “Oh, sì! Io godo così! Me lo sento tutto pieno! Che meraviglia, mmmmmmmmm!!!”, gode il troione, che però, all’improvviso, strattona in avanti e si toglie il piede dal culo. Rapido si sposta davanti a Knut e afferra il suo arto: lo punta al buco tenendolo per la caviglia e, con un colpo secco indietro, se lo pianta in corpo, tremando tutto per il piacere.
Anche stavolta la sua bocca si spalanca e un rivolo di bava gli cola da un angolo e va a spiaccicarsi sul pavimento. Col dorso della mano si asciuga quella che gli rimane sulle labbra e poi riprende a scoparsi come un ossesso.
Dopo un breve cavalcata anche del secondo piede, si porta verso il terzo, quello di Tony, ma questa volta si tira su, afferra il pouf che è lì vicino e ci appoggia sopra il piede dello stallone; piega le ginocchia e ci si accovaccia sopra mettendolo a martello. Lo tiene con entrambe le mani e se lo fa sparire nelle viscere. Mentre lo monta, allarga le braccia e impugna i cazzi di Knut e di Paolo, masturbandoli allo stesso ritmo del suo movimento. “MMMMMMM!!! Come siete duri!”, biascica, sottolineando lo stato di eccitazione dei miei amici. “Allora vi piace lo spettacolino, eh?”. Poi, quasi impercettibilmente, con la coda dell’occhio punta a me e fa un ghigno di soddisfazione: evidentemente anch’io devo mostrare un grado di godimento non indifferente. Sono come incantato da questo nuovo modo farsi fare il culo e, soprattutto, da quanto si può godere. Infatti, all’improvviso, la schiena stupenda del troione si irrigidisce e lui smette di montare il piede. Il suo corpo vibra e poi la sua gola emette un rantolo. Dal suo buco fuoriesce del liquido vischioso e contemporaneamente il suo capo si reclina indietro.
“Oh, cazzo! Ch’è bello! Che libidine pazzesca! Non avevo mai provato quattro piedi diversi insieme!”, mugola. “E adesso passiamo all’ultimo!”, aggiunge poi: si alza e, compiendo la stessa operazione di poco fa, si impala sull’arto di Paolo, cominciando subito a cavalcarlo. Anzi, vi aggiunge una variante: mentre si fa sfondare lo sfintere da quel dildo particolare, si china sul ventre dello stallone e, come all’inizio, inghiotte tutta la sua asta facendolo sussultare. Le mani di Paolo stringono la testa del troione e ne impongono il movimento, anche se non ce ne sarebbe bisogno.
“Ma che porcone!”, lo apostrofa il mio amico, contorcendosi sulla seduta per la potenza della suzione che sta subendo. Poi, Francesco si rialza e si asciuga di nuovo il muso col dorso della mano. Quindi, con uno scatto veloce, volge il capo indietro e mi fissa. Si rialza in piedi, estraendosi il piede dal culo e mi viene incontro.
“Pensavi davvero che saresti rimasto qui senza fare niente?”, mi dice. Si inginocchia e mi slaccia lentamente la sneaker. La getta di lato e poi mi leva il fantasmino: lo appallottola e so lo mangia, masticandolo come fosse un pasto appetitoso.
“MMMMMMMMMM!!!”, muggisce, gustandoselo per bene. Quindi, ne afferra un lembo e lo tira fuori. Lo lascia cadere vicino alla scarpa e poi si piega sul mio piede cominciando ad annusarlo profondamente. Nel frattempo il suo culo è completamente esposto agli sguardi infoiati dei quattro stalloni che si alzano dal divano e gli vengono dietro. Lui ne è certamente consapevole perché non fa neanche una smorfia quando Paolo appoggia una mano sulle sue terga, punta il cazzo alla sua rosellina e lo penetra fino in fondo.
“Merda! Non sono mai stato così duro!”, ansima il mio amico, che porta le mani ai fianchi del troione e lo sbatte con violenza. Francesco alza lo sguardo verso di me e sorride, mentre la sua lingua perquisisce ogni anfratto tra le mie dita. Quindi, si volta verso Paolo e, simulando un’espressione di godimento, gli accarezza il petto e lo esorta: “Sì, maschione! Fammi male!”. Poi, torna da me e riprende a leccarmi il piede.
Quando non ne può più, sudato fradicio com’è, Paolo si tira indietro e cede il posto a Knut. “Ehi, amico!”, dice il tedesco al suo collega. “Non pensavo che fossi tanto puttana!”, e, con un affondo, gli sbraga le budella col suo nerchione grosso.
“Oh sììììììììììììì!!!”, urla il troione, alzando di scatto la testa e inarcando la schiena. Appoggia le mani alle mie ginocchia e stringe forte, lasciandosi sbattere per qualche secondo da Knut. Quindi, riapre gli occhi e ancora mi sorride, come se i colpi del tedesco non gli facessero né caldo né freddo. Allunga le mani sui miei bermuda e mi apre la patta. Il mio cazzo salta su come una molla: lo impugna e lo masturba piano.
Anche Knut, poi, si tira indietro. Subentra Tony, che riparte là da dove il tedesco si era interrotto. Monta Francesco con forza e quello non batte ciglio, ma si dedica con perizia al mio frenulo. Faccio fatica a resistere e potrei sborrare in ogni momento, ma il troione è bravo a fermarsi quando capisce che non ce la faccio più.
Alla fine, è il turno di Enrico, che naturalmente non si limita a penetrare il puttanone, ma, appoggiando tutto il suo peso sulla sua schiena e facendo perno con le mani sul pavimento, punta i piedi e assesta a Francesco delle martellate alla prostata che si riverberano per tutto il suo corpo. I movimenti del troione si fanno scomposti: la masturbazione della mia nerchia non è più regolare e attenta, ma, per la prima volta, è distratto dal piacere che gli stanno dando le sue membra. Enrico ha capito che il tipo li stava manipolando a suo piacimento: ha un buco così largo che per farlo godere bisogna montarlo pesantemente. E solo il mio ragazzone è capace di una cosa simile.
Il volto di Francesco si trasforma: da bellissimo che era, assume delle espressioni terrificanti. Si gonfia e diventa paonazzo. Poi sputa e sbava. Una mano di Enrico si intrufola tra le sue cosce e gli strofina forte la rosellina martoriata. Così facendo, gli occhi del troione si sgranano d’improvviso e il suo respiro si fa ancora più corto. Poi, la mano del gigantone si porta sulla faccia di Francesco e le sue dita affondano nella sua gola. Il puttanone le succhia avidamente e i suoi occhi si chiudono e le sue palpebre vibrano.
“Che stronzo!”, biascica con ancora le dita in gola. “Che strooooooooooooonzoooooooooooooooo!!!”, grida, e tutto il suo corpo viene stravolto da convulsioni, tanto che Enrico fatica a rimanergli dentro, nonostante continui a sfondarlo. Le mani di Francesco stringono forte le mie cosce e mi fa un male cane. Le sue unghie si piantano nella mia pelle e poi i suoi occhi si riaprono e mi urla contro come posseduto.
Con uno strattone, Enrico estrae il cazzo dal suo culo e lo abbandona in preda agli spasmi. Adesso sono i quattro stalloni a sghignazzare, mentre Francesco è nel panico più totale e ha perso il controllo della situazione. Si ribalta sulla schiena, mentre le sue gambe e le sue braccia saltano ritmicamente per aria come per effetto di un elettroshock.
L’orgasmo anale impiega almeno un minuto ad esaurirsi e poi il troione rimane riverso sul pavimento, col petto che si gonfia e si sgonfia sempre più lentamente.
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