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Gay & Bisex

Dopo la discoteca - 3


di honeybear
28.08.2014    |    8.773    |    6 9.6
"Inizia a spingerlo facendo entrare tutta la punta..."
“Ormai è praticamente impossibile vederti… Se non a scuola. E anche lì, giusto perché siamo compagni di classe, sennò…”
“Ma dai Tony, non è vero – si schernisce Richy – sai che per te ci sono sempre!”
“Balle! E lo sai! Da quando non stai più con Cate, sei sempre appiccicato a quel… Quel…”
“Quel ragazzo che si chiama Daniele. È questo che vuoi dire?”
“Già – stringo i pugni rabbioso - E le poche volte che ho provato a chiamarti al cell, sono passati secoli prima che tu rispondessi. E su WhatsApp è la stessa cosa…”
“Beh… Vedo i messaggi o le chiamate tardi… - esita - Tutto qui…”
“Allora devo approfittare del tempo che mi stai concedendo per chiacchierare un po’ con te, ora che lui non ti ronza intorno. Forse è vero quel che si dice a scuola…” mi fermo immediatamente. Vorrei ricacciarmi le parole in gola. Mordermi le labbra… Ma è troppo tardi.
Distoglie lo sguardo e la sua espressione muta: purtroppo ho colto nel segno. Mi spiace averlo ferito. Cerco subito il modo di farmi perdonare; inizio a dirgli qualcosa ma… Cazzo, devo interrompermi: Daniele ci raggiunge con un paio di bicchieri.
“Ecco quello che avevi chiesto… - e premurosamente gli passa una birra - Ehi, ciao Tony!” mi stringe allegro la mano. Poi si volta ad osservare meglio Richy: “Ragazzi... È tutto a posto? Vuoi che ti porti qualcosa da bere mentre finite di parlare?”
“No, grazie! Mi servo da solo – taglio corto – Buona serata. Ci vediamo lunedì a scuola!”
Non mi volto e a malapena sento la risposta di saluto. Mi dirigo in bagno: vorrei sfogare la rabbia e la frustrazione per le cazzate che mi sono uscite di bocca, rompendo un vetro o mettendo a soqquadro il bagno di questa merda di discoteca. Preferisco invece guardarmi allo specchio, sciacquarmi la faccia con l’acqua gelida e andare a farmi una bella pisciata. La porta del cesso si chiude a fatica alle mie spalle:
“Porca puttana! Non ne va dritta una…” alla fine la chiudo con uno strattone così violento che quasi la maniglia mi resta in mano.
Mentre piscio, sento arrivare qualcuno. Riconosco le voci: sono loro. Parlano. Di quanto è accaduto:
“Lo immaginavi che poteva succedere. La gente parla… È c’è sempre un fondo di verità nei miliardi di minchiate che sparano…”
“Già… Ma sentire quelle mezze allusioni da Tony. Il mio migliore amico, cazzo… Sembravano un’accusa!”
Vorrei uscire, ma la stramaledetta porta è bloccata.
“Rispondi solo a questa semplice domanda: stai bene? Ora, con me. In questo momento, stai bene?”
Riesco ad aprire uno spiraglio, mentre sento rispondergli:
“Sì… Con te, sto bene. E non solo qui e ora…”
Daniele sorride lo abbraccio e subito scivola dietro di lui.
Comincia a stuzzicarlo: appoggia le mani sui suoi fianchi, facendo aderire il bacino ai glutei di Richy.
Gli sussurra qualcosa da dietro l'orecchio: Richy sorride. Forse nemmeno capisce cosa gli sta dicendo, tanto lo vedo perso nei suoi occhi… Tanto l’uno è perso negli occhi dell’altro!

Con le dita di una mano istintivamente mi sfioro le labbra, mentre quelle dell’altra si agitano intorno ai miei capezzoli: si inturgidiscono all’istante… Forse dovrei uscire da qui, così da lasciarli liberi di amarsi indisturbati. O, più probabilmente, rovinerei tutta la magia del momento…
Torno a sbirciare da dietro la porta. Le mie mani sono incapaci di stare ferme.

Richy prova a spostarlo dolcemente. Non smettono di sorridere guardandosi attraverso lo specchio mentre con il mento, Daniele, gli accarezza la zona tra il collo e la spalla. Contemporaneamente le sue mani gli sbottonano la camicia. Poi si arrestano, gli accarezzano il petto sodo allargando lo scollo e cominciano giocare con i capezzoli. Che sono già duri, almeno a giudicare dal rilievo che si delinea sulla stoffa...
“Ti piace?” gli sento chiedere, mentre il bacino di Daniele preme con più insistenza.
La risposta si perde nell’aria.
Giocano. Giocano così... fingendo di non provocarsi, fingendo di non capire di cosa sono affamati...
Richy si volta, lo bacia su una guancia e va a bloccare la porta.

Sono fottuto!

Torna verso il lavandino, riprendendo la sua posizione. Il suo corpo è avido di tenerezze, così le mani di Daniele, una volta fatta cadere a terra la camicia, possono cingerlo completamente. Ora i loro volti sono vicinissimi, le mani di Richy sulle braccia di Daniele. Il suo bacino premuto su quello dell’altro. Sorridono facendosi le smorfie allo specchio… Fino a che l’espressione sul viso di Richy cambia…
‘Stavolta… Stavolta non può non sentire la sua eccitazione…’ bisbiglio mentre le mie mani si appoggiano alla cintola dei pantaloni allentando la cintura. Anche il mio corpo comincia a scaldarsi: sento scorrere un piccolo rivolo lungo la schiena ed una sensazione di umido mi bagna i boxer.
Forse è accaduta la stessa a Richy, perché vedo che la mano di Daniele in un attimo è proprio lì, in basso. Rapidamente gli slaccia cintura e bottone. Ancora più freneticamente abbassa la zip e i pantaloni. Le lunghe dita allargano l’elastico degli slip verdi dove, alla sua sinistra, un leggero gonfiore evidenzia una macchia simile a quella che si è formata sui miei. Poi scostano sicure il cotone e liberano l’uccello. Eccolo dunque ergersi in tutta la sua maestosità, turgidità e fierezza, pronto a tradire la finta ritrosia che il mio amico ancora finge di opporre. Daniele glielo accarezza piano e dolcemente, partendo dalla cappella per finire a perdersi tra i peli del pube che sembra voler districare. Lo guarda con un mezzo sorriso dipinto sulle labbra... Che subito scompare mentre lo fa voltare. Si avvicina per baciarlo... La sua lingua si muove rapida e sicura, così come la mano torna a giocare con l’asta dura.

Chiudo gli occhi, e sento un turbine di emozioni scatenarsi dentro di me mentre prendo ad accarezzare la stoffa che trattiene a stento l’erezione bagnata. Sospiro lievemente… La paura di farsi sgamare è tanta; ed è ormai tardi per manifestarsi…
La curiosità di vedere fino a dove i due si spingeranno è fortissima.
Non mi resta che riaprire immediatamente gli occhi. E vedere questa volta Richy cercare Daniele con le mani. Per fargli sentire lo stesso piacere regalatogli… Trova il suo membro che reclama attenzioni, lo stringe da sopra i pantaloni spostandolo di lato, ne percorre i contorni fino a sentirlo indurirsi da sotto i tessuti che ingabbiano. Comincia a sbottonare per liberarlo. I jeans cadono pigri lungo le cosce sode e pelose. Lui è sempre lì: solo il leggero cotone dello slip lo separa da quelle mani...
Guardo in basso e, ancora una volta si ripete la medesima scena che ho davanti. Il mio uccello si muove appena, come a chiedermi di liberarlo in fretta. Infilo la mano sotto l'elastico, sfioro la punta con le dita, mi bagno con una goccia della mia secrezione e senza pensarci la porto alle labbra per assaggiare...

Li guardo nuovamente e mentre continuano a scambiarsi effusioni, vedo il fuoco accendersi nei loro occhi. Con lo sguardo fisso in quello di Daniele, Richy si inginocchia. Un leggero sobbalzo: chissà, forse è il freddo delle piastrelle a provocarglielo. I pantaloni di entrambi sono del tutto abbassati. Ora Richy è lì, davanti al membro del suo uomo. La bocca lo sfiora, il naso lo fiuta. Daniele osserva divertito; senza mettergli fretta.
Sembra orgoglioso di lui. Della voglia che legge nei suoi occhi. Della passione con cui le sue labbra lo cercano. Richy glielo bacia senza liberarlo ancora. La lingua infradicia gli slip disegnando la sua sagoma. Con le mani comincia ad abbassarli partendo da dietro. Accarezza quei meravigliosi glutei pelosi, duri e tesi. Si sofferma ad allargarli ed io li immagino fremere a quel tocco così delicato e pudico. Piano, continua a scoprirli. Gli slip hanno raggiunto i pantaloni. Una volta levate anche le scarpe, Daniele li sfila completamente. Allarga appena le gambe e il suo sesso si poggia con naturalezza sulle labbra di Richy. Ci gioca una po’: ogniqualvolta la pulsione glielo fa rizzare glielo picchietta sulla lingua che, subito, lo accoglie ingorda.

Mi passo la lingua sulla labbra. Sento ancora il sapore del mio liquido prespermatico. Le mordo e con le mani pizzico ancora una volta i miei capezzoli…
Cazzo, è eccitantissimo vederli!
È bellissimo quando lui inizia a leccarlo con leggerezza. È bellissimo vedere che ogni singola goccia che esce da quel piccolo orifizio, finisce sulla lingua di Richy: insieme alla saliva, serve a mantenere umida la sua eccitazione...
Mi piace da impazzire…
Vorrei essere al suo posto e farlo scivolare bagnato tra le dita.
Di più… Vorrei che Daniele guardasse le mie di labbra che si lasciano scivolare piano nella bocca quel grosso pezzo di carne… Vorrei essere io che se lo sente spingere fino in gola.
Invece no!
È la testa di Richy che Daniele tiene ferma, cominciando a muovere il bacino senza lasciargli fiato.
A me non resta che sfilarrmi pantaloni e mutande, sputare sulla mano e scappellarmi in solitudine, invidioso di quanto sta avvenendo a pochi passi da me.

Daniele continua a muoversi senza sosta e senza pietà… Un attimo di esitazione… Decide di allentare la stretta per consentire a Richy di espellere la saliva che gli sale in gola. È un trucco: si è semplicemente fermato prima del non ritorno! Allontana il viso dell’amato e lo fissa intensamente. Guarda quegli occhi umidi di lacrime ed il rivolo di saliva che piano sta colando lungo la pancia, tra le ali della camicia.

La mia mano passa e ripassa sull’asta fradicia. I movimenti si stanno facendo sempre più rapidi; le dita giocano con il glande e i coglioni. Passano e ripassano lungo il perineo fino a scivolarmi fra i peli del culo.
Dio come vorrei che quelle dita fossero di Daniele.

Ma lui ha ben altri piani: ha deciso che vuole Richy... Subito.
Lo fa alzare per finire di spogliarlo. Lo fa accomodare sul piano del lavandino...
“Sdraiati leggermente… - lo bacia a lungo mentre gli divarica le gambe, accarezzandole – Bravo! Così!”
Si lecca un dito e poi lo spalma sulla cappella di Richy mischiandolo ai suoi umori. Le dita diventano due e raggiungo l’ano. Ne accarezzano la peluria. Girano intorno alle sue grinze. Entrano decise.
Richy sussulta e geme a quella stimolazione compiuta senza alcun preambolo.
Daniele le sfila e le porta prima alla propria bocca, e poi a quella di Richy lasciando che le lecchi... Ripete la penetrazione. Una seconda volta... Ed una terza.

Le mie dita si dedicano invece quasi esclusivamente alla mia cappella: è viola e comincia a dolermi. Sento che sta per esplodere… Sento che il punto di non ritorno sto per raggiungerlo io…
Ma non è ancora il momento…

L’azione serrata di Daniele continua. E non c’è solo penetrazione. Al continuo andirivieni, più o meno veloce, si aggiunge la rotazione all’interno di quell’appetitoso anellino di carne, le cui pieghe si tendono in onore di quel gioco, condotto con consumata maestria… Le dita hanno ormai dilatato il buco quanto basta per ammorbidirlo.
A questo punto Daniele solleva le gambe dell’altro, porta le sue caviglie sulle spalle e con la mano guida il membro là dove prima era la sua mano.
Inizia a spingerlo facendo entrare tutta la punta. Richy chiude gli occhi e certamente soffoca un grido: una cappella di quelle dimensioni non dev’essere facile da prendere. Soprattutto se, come credo, si è al debutto assoluto.
Daniele deve averlo compreso. Si ferma un istante per lascialo abituare, poi continua fino a che non sente di averlo infilato fino in fondo. Richy sembra impazzire: si agita… Non so se dal dolore o dal piacere. Propendo per la prima ipotesi: il respiro è corto, sul suo corpo scivolano le gocce di sudore… I suoi occhi sono stretti e chiusi. Si morde le labbra…
“Vuoi che lo tolga? Che mi fermi?” gli chiede.
“Stai… - la voce è strozzata; il respiro ancora affannato – Stai scherzando, vero!? Ti prego continua. VOGLIO FARE L’AMORE CON TE!! Godere come mai ho goduto. E voglio veder godere te… Voglio vederti felice!”
“Richy… - esita. Forse vuole dirgli qualcosa che è prematuro pronunciare - …Anch’io voglio vederti felice!”
Solo a quel punto inizia a muoversi. Lento... Richy si contorce per il dolore... Inarca la schiena. Serra le labbra. Picchia le mani sull’incerto appoggio del ripiano…
Poi la sua espressione muta. Daniele aspetta che si sia rilassato ulteriormente per iniziare ad aumentare il ritmo delle spinte...
Mentre gli è sopra, torna ad accarezzargli il pelo pubico, come se volesse pettinarlo o lucidarlo. Poi passa all’uccello che masturba dolcemente. Richy gli sposta la mano per fare da sé.

È letteralmente uno spettacolo vederli muoversi in perfetta sincronia… E io con loro!
Sto per godere... Mi tocco come un ossesso: capezzoli, coglioni, culo... Inizio a sentire i sensi che si ottenebrano e contemporaneamente, un piacere mai provato, mi sale impetuoso... Riesco a fermarmi appena in tempo.

Apro gli occhi (chissà quando li avevo chiusi) per assistere all’orgasmo del mio amico: il seme ricade a fiotti sul suo corpo, formando piccole pozzanghere di liquido denso. Daniele, come me, fatica invece a controllarsi. Anche lui è nuovamente costretto a fermarsi, mentre gli ultimi spasmi del corpo che sta scopando lo inviterebbero ad unirsi a lui nel piacere.
Di nuovo aspetta. Aspetta di vedere e sentire l’altro rilassarsi... Gli accarezza il viso fradicio di sudore, e scende a raccogliere un po’ di quel nettare da spalmare intorno ai capezzoli di Richy per poi succhiarglieli. Le mani finiscono infine col divaricare i suoi glutei per sfilargli quell’enorme cazzo che, dopo l’iniziale dolore, tanto piacere ha regalato... Per un attimo la fessura rimane aperta, quasi ad invitarlo a ricominciare.
In realtà il suo compito non è ancora finito…
L’aiuta a sollevarsi.
Le gambe di Richy tremano. Tutto il suo copro trema ancora. E i suoi occhi sono gonfi e lucidi.
Daniele lo bacia mentre lo gira per farlo appoggiare nuovamente al ripiano. Lo piega leggermente in avanti, sollevandogli il culo.
Questa volta la penetrazione è furiosa, così come le spinte che si susseguono!
Il corpo di Richy sussulta e si scuote sotto quei colpi serrati.
Daniele gli stringe i pettorali, gli sfrega e tormenta i capezzoli fino a fargli male, mentre continua a sbatterlo senza sosta: un assetato che cerca di placare la sua sete...
Gli sguardi si cercano nello specchio. Non servono parole… L’espressione sul viso di Richy non tradisce più dolore, ma solo passione e desiderio. Desiderio di soddisfare quell’amante tanto dolce quanto irruento.
Si solleva e reclina la testa per adagiarla sulla mia spalla del suo uomo. Per sentirne i gemiti arrivare dalla gola. Le mani di Daniele scendono ad afferrare i suoi fianchi per aumentare la presa, le gambe dell’altro si divaricano leggermente...

Sento di nuovo il piacere travolgere i miei sensi... Questa volta mi lascio andare. Nella maniera più silenziosa possibile, mentre sento la sborrata sgorgare copiosa e lambirmi le labbra.
La lecco mentre il mio respiro torna regolare.

Sento i loro gemiti... È il lamento di due animali selvaggi.
Il ritmo è frenetico ormai.
La fine prima dell'inizio...
E l'onda in piena li travolge... L'orgasmo di Daniele, li scuote violentemente... Li abbatte, costringendoli a chinarsi fin quasi dentro il lavandino.
Si rialzano.
Gli sguardi stravolti e sudati.
Ansimano.
Ma ancora non basta!
Le loro lingue si cercano per fondersi insieme ai rispettivi corpi, lasciando che il piacere li travolga tumultuoso e inarrestabile. Quando la piena è passata, non rimane da fare altro che aspettare che le acque lentamente si plachino e le parole in sospeso trovino anche’esse la loro strada:
“Richy… Ti amo…”
“Anch’io…”
Con buona pace di chi aspetta dentro e fuori dal bagno…
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