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IL MONDIALE E LA LUNA.......NUOVA. (prima parte)


di Stalio
06.07.2014    |    9.624    |    0 9.3
"Luna sbrigati a venire che io ci sono quasi..."
Periodo di mondiali di calcio, Brasile 2014.
Per gli appassionati sono eventi memorabili.
Quest'anno siamo già stati eliminati, non abbiamo neanche superato il primo girone. Vergognoso.
Ma guardandomi indietro vedo che ci sono stati periodi decisamente migliori.
Quanti ricordi.
Proprio in questi giorni, spesso, mi sta venendo in mente, quello spagnolo del 1982, dove l'Italia vinse.
Perché vinse l'Italia, certo.
Ma anche per Luna, una ragazza che conobbi in quei giorni.
La nostra storia si consumò proprio in simbiosi con le partite della nazionale.

Il racconto è piuttosto lungo, e l'ho diviso in tre parti. Non potevo fare altrimenti per parlare della mia storia con Luna, del suo lui stronzo ed inesperto a letto, e di come li ho entrambi aiutati a ravvivare e ricostruire il loro rapporto.
Lui non ha mai saputo di me e Luna, e col tempo è diventato meno stronzo ed, addirittura, riconoscente verso di me.

Ma partiamo dall'inizio, siamo nel bolognese, nel mese di giugno del 1982.

È un po' che frequento un gruppo di ragazzi miei coetanei, che più o meno vanno dai 20 ai 25 anni.
Chi simpatico, chi sulle sue, chi sullo stronzo.
Siamo tutti appassionati di calcio, chi per una squadra chi per un'altra, ma quando si tratta dell'Italia tiriamo tutti il carretto dalla stessa parte, chi più chi meno.

Nelle prime due uscite l'Italia racimola due squallidi pareggi, con Polonia e Perù. La situazione è drammatica, per passare il turno serve almeno un pareggio col Camerun.
23 Giugno, terza partita del girone, Italia-Camerun.
Con gli amici ci trovammo al bar, e come capita spesso ci sono anche alcune ragazze, fidanzate, conviventi, la moglie di qualcuno.
È in quell'occasione che vedo per la prima volta Luna. È la convivente di Luca, uno di quelli che rientra nella categoria degli stronzi. Fa spesso battutine 'spiritose' sui meridionali e sui Carabinieri, dice di scherzare, però intanto le fa.
Mi sono ripromesso, quanto prima, di beccarlo a quattr'occhi per mettere in chiaro le cose.
Luna è di carnagione scura, alta sul metro e sessanta circa, capelli lisci neri lunghi, occhi scuri.

Magra, una seconda di tette, scarsa.
Quando Roberta me la presenta mi viene spontaneo chiederle se è italiana, lei in perfetto italiano con accento bolognese: "Si. Ma mia madre è di origine cubana."
"Ecco. Scusami sai, è la mia insaziabile curiosità."
Incomincia la partita, l'Italia va in vantaggio con gol di Graziani, sembra che tutto si stia incanalando bene.
Ogni tanto osservo Luna, accipicchia, quella carnagione scura mi attrae da matti. Lei mi becca 3-4 volte, e sorride.
All'83'esimo il Camerun pareggia. Ecco ci risiamo, ci tocca vivere gli ultimi minuti in tensione, io non riesco a stare seduto.
Siamo sempre bravi a complicarci la vita.
Infine la partita finisce, il fischio. Siamo qualificati come secondi nel girone.
Strette di mano e abbracci tra noi ragazzi.
Luna si avvicina e mi abbraccia: "Sei uno spettacolo, mi sono divertita più a guardare te che la partita."
Il giorno dopo la incontro nel supermercato del paese.
Lei: "Ciao, spettacolo. Mi sei proprio piaciuto ieri sera. Sei sempre così quando gioca l'Italia?"
"Ciao bellissima. Sono così solo nel mondiale o all'europeo. Sono stato così ridicolo?"
"Abbastanza. Si vede che sei un tipo caloroso, che ti infiammi."
"Si. Te invece il calcio, niente vero?"
"Poco e niente. Ma la prossima partita verrò di nuovo con voi. Ci si diverte." E ride.
La butto lì: "Luna, sai che, volendo, posso fornire anche spettacoli in privato?"
Ride ancora, i denti bianchi spiccano sulla carnagione scura. È molto carina.
"Maurizio, allora sei un birichino. Ci penso, ma direi che ci vediamo al bar."
"Pensaci, comunque sappi che sono un bravo ragazzo."

Il pomeriggio mi telefona in caserma.
"Mauri, te lo dico adesso, prima che cambi idea. Io la partita con l'Argentina la vedo a casa. Luca va con gli altri. Se tu vieni qui mi devi promettere che farai il bravo. Che non ci proverai e che non mi farai nessuna avance."
"Promesso. Promesso. Promesso. E poi, io voglio vedere la partita."
"Allora ok, ti richiamo il 29 per metterci d'accordo meglio."

Siamo capitati in un girone a tre con Argentina e Brasile. L'Argentina è la squadra che ha vinto l'ultimo mondiale, mentre il Brasile è di gran lunga la squadra più forte del torneo.
Le speranze di andare avanti rasentano lo zero.

Luna mi chiama la mattina e ci accordiamo che mi avviserà quando Luca esce.
Così fa. Prima di andare da lei faccio il giro vicino al bar dove si trovano gli amici, per verificare che ci sia la macchina di Luca. C'è.

Arrivo vicino al palazzo dove abita Luna, e decido di parcheggiare più avanti, per non dare nell'occhio.
Lei è sulla terrazza, mi vede arrivare. Apre.
Entro in casa. Mi accoglie con un abbraccio e bacini sulle guance, le nostre bocche si sfiorano.
È vestita con dei pantaloncini corti ed una camicetta bianca, fin troppo abbottonata.
"Ciao Mauri, sono sulle spine, farai il bravo vero?"
"Luna, te l'ho promesso. Stai tranquilla."
Comincia la partita. È una battaglia ed incredibilmente l'Italia regge. Il primo tempo finisce 0-0.
Io sono seduto sul divano di fronte alla TV, Luna sulla poltrona, a debita distanza.
Nell'intervallo mi offre da bere una bibita e parliamo un po'.
Quando comincia il secondo tempo, Luna viene sul divano vicino a me. Non troppo vicino.
Incredibilmente l'Italia cambia marcia, comincio ad agitarmi, addirittura dopo 10 minuti segna Tardelli. Non ci posso credere.
Luna mi salta addosso, mi abbraccia: "Gol, gol, gol." E mi da un bacio sulla bocca, senza lingua.
Comincia tutto a decollare, sia la partita che Luna. E di conseguenza anche il mio fratellino.
Mi resta vicino, attaccata, con un mio braccio intorno al collo. Gioco con i capelli, le accarezzo il collo, lei non protesta.
Dopo dieci minuti l'Italia raddoppia, gol di Cabrini.
Stavolta quando Luna, nel festeggiare, avvicina la sua bocca alla mia non riesco a trattenermi, e gli caccio la lingua in bocca. Non si tira indietro, anzi. Rimaniamo abbracciati, una sua mano sulla mia coscia, a distanza pericolosa. Il fratellino è fuori controllo.
Sul finale segna l'Argentina con Passarellla. Passiamo gli ultimi minuti entrambi in piedi, in tensione, lei davanti io dietro, attaccati, gli faccio sentire il pacco, lo struscio sul culo, anche se al momento sono più interessato alla partita.
Finalmente l'arbitro fischia la fine. L'Italia vince 2-1, fantastico.
Bisogna festeggiare, e c'è Luna a portata di uccello.
La giro verso di me, bacio vero, caldo. Con una mano vado in mezzo alle gambe, palpo, lei geme.
Poi: "Fermo, fermo, non voglio andare troppo in là. Scusami Mauri."
"Luna, per favore....guada." E gli indico l'uccello.
"Mauri è la prima volta che ci vediamo, non me la sento."
"Ma se hai voglia..."
"È vero, però no."
Mi sa che non c'è niente da fare. Porca miseria.
Mi rimetto seduto sul divano. Lei apre un'altra bibita, riempie due bicchieri, mi viene vicino sul divano e me ne offre uno.
"Mi avevi promesso che stavi buono."
Mi guarda, accenna un sorriso: "Non voglio che rimani deluso."
Mi toglie il bicchiere dalle mani e lo poggia sul tavolino, viene sopra a cavallo: "Lasciami fare, vedrai che andrai via contento."
Mi caccia la lingua in bocca, le mani sulla mia testa, mi tiene stretto e nel contempo comincia a strusciare la sua passerina sull'uccello, da sopra i pantaloni.
Va avanti così per qualche minuto, io immobile con le mani sul divano, l'uccello sta impazzendo.
Decido di sbottonargli la camicia, e gliela sfilo. Il reggiseno bianco, rifinito col pizzo, sta bene sulla pelle scura. Tiro fuori le tette da sopra senza slacciare il reggiseno, agguanto i capezzoli con la bocca, succhio, prima uno poi l'altro, capitola subito: "Hooooooo siiiiii hoooooo." e si stringe forte a me.
Quando passa l'orgasmo, si rimette seduta sul divano.
Io: "Luna, per favore."
Mi guarda: "Ok, ho capito."
Mi slaccia la cintura ed abbassa la lampo, mi sollevo agevolandola nel tirare giù i pantaloni.
Adesso ci sono solo le mutande, palpa da sopra lungo tutta l'asta poi lo tira fuori: "Hooooooo, bello."
"È tutto tuo Luna, dai che sto impazzendo....."
Comincia a segare, poi brividi mentre si strofina la cappella sul viso, sulle labbra, tira fuori la lingua, sulla cappella. Ci gioca un po' ed infine se lo infila in bocca, sega e ciuccia.
La guardo mentre lavora, sposto i capelli di lato per vedere meglio, ci da con gusto.
E nel giro di cinque minuti mi fa venire, non in bocca, ma sulle labbra, in faccia, se lo strofina sul viso finché non finisco.
Appena mi riprendo: "Luna, non fai l'ingoio?"
"No, mi piace così, in faccia. Mi piace solo così."
"Ti piace? Cioè godi anche tu quanto io......."
"Si. "
"Bene Luna, però la prossima volta voglio questa."
E gli infilo un dito dentro la passera, da sotto il cavallo dei pantaloni. È un lago.
"Uhmmmmm, vedremo. Adesso vai, non corriamo rischi."
Mi ricompongo ed esco.
Penso: quasi quasi. Si. Faccio un salto al bar.

Arrivo al bar, ci sono tutti o quasi. Luca sta bevendo una birra. Povero Cornelio.
È proprio lui che si fa avanti per primo con fare ironico: "Ciao Carabiniere, arrivi adesso dopo la partita? Dove sei stato?"
"A farmi fare un pompino dalla tua ragazza, gran cornuto."
No, non è vero, non lo dico. Lo penso soltanto.

Chiamo Luna il giorno dopo, so che lui è a lavorare.
"Ciao fantastica."
"Mauri, speravo che mi chiamassi. Avevo voglia di sentirti, spettacolo."
"Ottimo, volevo chiederti se la mia esibizione privata è andata bene."
"Siii, tutto sommato. Ma puoi fare meglio, né sono convinta."
"È una proposta?"
"Dai, smettila. Sai che Luca ha trovato tre biglietti per la finale? Li vuole prendere. Ma li ho già detto che io non ci vado a Madrid per una partita di calcio."
"Che culo che ha, pensa se ci arriva l'Italia."
"Si, ciao. Ricordati che adesso c'è il Brasile, ne prendiamo cinque."
"Vedremo. La guardiamo insieme?"
"Si, se lui si scava."
"Speriamo."

Il Brasile vince facile con l'Argentina. È pronto per asfaltarci, così dicono i giornalisti.

Arriva il giorno della partita, il gruppo si ritrova al bar. È una forma di scaramanzia, è andata bene con l'Argentina, quindi stesso locale, tutti seduti agli stessi posti, stupidate che si fanno in queste occasioni.
È il caso che anch'io faccia uguale, non sono scaramantico, ma non si sa mai.
Infatti vado da Luna.
Arrivo un po' in anticipo, dopo avermi accertato che Luca è al bar.
Lei stavolta mi accoglie con una mini-minigonna ed una maglietta aderentissima.
"Luna, accipicchia. Così come faccio ad essere bravo?"
"Non ti ho chiesto di esserlo." Lo vuole fare.
"Allora vieni, abbiamo 15 minuti."
La faccio stendere sul divano, sfilo le mutande e mi ci butto con la bocca. È fresca e profumata, si deve essere appena lavata. Comincio a leccare, a succhiare, gliela apro con le dita e ci infilo la lingua. Non vado tanto per il sottile, la voglio far godere un paio di volte prima di trombarla e non c'è tantissimo tempo. Trovo il crito, lo prendo tra le labbra e succhio, viene subito, mi tiene la testa li.
Non smetto, continuo a torturarli il crito, succhio, lecco, il crito, eccola di nuovo che mi inonda la faccia. Urla, gemiti di piacere.
Bene, è ora.
Tiro fuori l'uccello, gli vado sopra, punto e con un sol colpo la infilo, lei sobbalza: "Hooooo, haaaaa." Comincio a pompare, spingo di brutto.
Perbacco, però mi son dimenticato una cosa.
Mi fermo: "Luna, prendi la pillola?"
Lei, con gli occhi chiusi: "Si continuaaaa haaaaa."
Vai, tra cinque minuti inizia la partita. Pompo, sempre più forte, dei colpi che la fanno urlare, ma risponde colpo su colpo, segue il ritmo.
Luna sbrigati a venire che io ci sono quasi.
Sto per capitolare, ma per fortuna mi precede di qualche secondo. La inondo con 4-5 schizzi nella passera.
Rimango dentro qualche secondo, fermo.
Lei apre gli occhi, mi guarda, mi bacia. Poi: "Grazie Mauri, né avevo proprio bisogno."

Comincia la partita.
Giochiamo bene, al 5' minuto andiamo in vantaggio col giocatore che più era stato latitante nelle prime quattro partite, Paolo Rossi.
Ma il Brasile pareggia dopo qualche minuto. Al 25' segna di nuovo Rossi, è l'apoteosi.
Il primo tempo finisce 2-1. Sono ubriaco dalla contentezza.

Luna mi offre una bibita: "Sai che nessun altro me lo aveva mai fatto?"
Non capisco subito, ma poi: "Luca non ti mangia la gnocca?"
"No, mai fatto. Neanche gli altri."
"Ci sono degli altri?"
"Non adesso, prima."

Perché non provarci?

"Ti è piaciuto? Lo vuoi rifare?"
"Mi è piaciuto? È stato devastante! Si lo voglio rifare."
"Non oggi, ti sono venuto dentro e non gradisco gli umori che si formano."
La vedo un po' sconfortata, è ora di affondare il colpo.
"Luna, facciamo un gioco?"
"Cioè?"
Cioè. Vediamo. Il mio compito sarà quello di leccarti la passera tutte le volte che vorrai, compreso oggi. Il tuo invece sarà quello di darmi il culetto. Ci stai?"
"Scordatelo. Assolutamente no!"
"Vediamo di accordarci. Mettiamo dei paletti, ok? Io farò quel lavoretto che tanto gradisci, tutte le volte che vorrai, e se l'Italia vince il mondiale tu mi dai il culo. Solo se vince la coppa. Ci stai?"
"Mi leccherai la passera tutte le volte che te lo chiederò?"
"Si."
"Compreso oggi?"
"Si, ma prima, però, devi fare una cosa."
"Cosa?"
"Bevi tanta acqua, così farai tanta pipì. Poi ti devi lavare come hai fatto prima che arrivassi, ti sei dato anche un deodorante vero?"
"Nessun deodorante, è il detergente che uso."
"Allora? Ci stai?"
"Si, tanto l'Italia non vincerà, già oggi può essere eliminata."
"È un rischio che voglio correre, ma ho delle sensazioni positive. Un'altra cosa: tutte le volte che ci vediamo ti voglio vestita così come sei oggi. E senza mutande."
"Aspetta. L'accordo lo stiamo facendo adesso. Se perdiamo già oggi?"
"5 X 3."
"Cioè?"
"Ti spettano un minimo di cinque altre mie prestazioni con almeno tre orgasmi ogni volta."
"D'accordo."
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