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Proposta indecente (settima parte)


di Stalio
28.08.2014    |    17.033    |    0 9.1
"Altrimenti uno di voi due potrebbe arrabbiarsi..."
Arrivo puntuale alle 20,00. Suono, scatta il tiro. Mi apre la porta Anna: "Ciao. Vieni qui."
Mi bacia, lingua in bocca.
Dovrebbe esserci Marco in casa: "Dov'è?"
"È arrivato un pelino tardi, sta facendo la doccia, ma è veloce, farà prestissimo."
Andiamo in cucina, ci mettiamo a sedere. La guardo, vestito intero nero, corto, sopra le ginocchia.
"Però, siamo in tiro. Esci messa così? Sei un pericolo."
"Si, esco con due uomini meravigliosi, devo essere all'altezza."
In bagno si sente chiudere l'acqua e il box doccia che si apre.
Lei: "Tra dieci minuti è pronto."
Mi avvicino: "Quindi posso darti una palpatina, mi stai eccitando."
"Stai buono, potrebbe arrivare. A proposito: domani è via tutto il giorno, è a Bari a fare un corso. Ti va di stare un po' di più qui con me?"
"Domani pomeriggio mi ha sequestrato mia mamma. Posso solo un paio d'ore in più."
"Bene, così pranziamo insieme."
"Alle 15,30 devo essere a casa."
"Ma vuoi rimanere a pranzo con me si o no?"
"Si, certo, ma ci mettiamo a tavola entro le 12,30, ok? Così dopo ci sarà il tempo per digerire, insieme."
"Si, allora ti aspetto una mezz'ora prima, 8,30 ." Sorride.
Arriva Marco: "Mauri scusami, ma sai con i clienti a volte è così, c'è sempre qualcuno che arriva all'ultimo minuto."
"Tranquillo Marco, non è tardi."
Si va a vestire in camera. Io: "Anna, ho bisogno di parlare con Marco. Verso la fine della cena ti alzi, vai in bagno, e ci stai almeno dieci minuti."
"Cosa gli devi dire?"
"Domani ti farò il resoconto. Tu fai quello che ti ho detto."
"Voglio saperlo prima."
Sentiamo arrivare Marco, il discorso rimane sospeso. Lui: "Pronto..." Usciamo.
Noto la mi auto parcheggiata vicino casa.
"Dopo mi dici cosa hai fatto e la spesa."
Mi guarda, non dice niente.
Arriviamo al ristorante. Anna: "Il locale non è il massimo, ma si mangia benissimo."
Ci sediamo. Marco: "Maurizio, per la macchina mi sembrava di essere stato chiaro con Anna. E te l'ha detto. Sono stato io ad offrirmi, perciò non voglio niente. È un mio pensiero per te."
"Non ti pagare la mano d'opera, ma i pezzi che hai sostituito, quelli si."
Anna, sotto il tavolo, mi tira un calcio sugli stinchi.
Marco: "Mauri, non torniamo più sull'argomento. Ho piacere che sia così, ok?"
"Ok, mi sembra inutile insistere. Ti ringrazio molto. Da quello che mi ha detto Anna era alla frutta."
"Si, abbastanza. Adesso puoi fare altri centomila chilometri. A patto che mi ci fai dare un'occhiata ogni tanto, quando sei qui. Ci verrai a trovare, spero."
"Certo, ci mancherebbe. Vi voglio vedere e scroccare una cena, tutte le volte."
Anna: "Sarà meglio. Se sparisci, quando veniamo a Bologna, ti vengo a prendere per le orecchie."
Io: "Che bello avere di nuovo degli amici qui, quelli che avevo da ragazzino sono spariti tutti, chi per una cosa e chi per un'altra."
Arriva il cameriere, ordiniamo. Marco si alza e va in bagno.
Anna: "Non me lo fare arrabbiare, lui è così. È capace di offendersi, è come se tu non stessi accettando un suo regalo. Non so esattamente perché fa così, è permaloso."
"Si, mi sono accorto di una certa rigidità. Lui lavora il sabato?"
"Si, qualche ora."
"Allora noi ci vediamo fino a venerdì."
"Si, purtroppo. Te lo volevo dire anch'io. Ci dobbiamo allontanare di nuovo."
"Si, ma stavolta qualcosa ti lascio. Sei sempre convinta di essere incinta?"
"Sempre di più, quando sono rilassata sul letto, nella pancia sento un gran scombussolamento."
"L'hai detto a Marco?"
"No. Ho deciso di dirglielo sabato." E sorride.
"Troietta."
"Puttaniere."
"Ricordati di scavarti per una decina di minuti."
Arriva Marco.
Ordiniamo. I primi arrivano presto.
Scherziamo, ridiamo, parliamo, Marco è di compagnia.
Anna è quasi sorpresa: "Vedi Mauri? Con te Marco si apre, sembra un'altra persona."
Marco arrossisce, io: "Mi fa' solo piacere. Quello che penso è che sei una persona speciale Marco. Con un gran coraggio."
Lui: "Mauri, conoscere te è stata una gran fortuna. Me lo diceva Anna, non ci credevo, ma lei lo diceva."
Anna: "È perché ho rimosso quell'ultima litigata. Altrimenti ciccia. Ho pianto due giorni quando ci siamo lasciati."
"Zitta va', non ne parliamo. Mi togliete una curiosità?"
Lei: "Cioè?"
"Ma come son saltato fuori io? Perché avete pensato a me?"
Anna: "Non è stata una cosa immediata. Quando abbiamo avuto la certezza che noi due non potevamo avere figli, tra noi c'è stato qualche problema, musi lunghi, qualche litigata, ed è in una di queste che lui mi ha detto: 'Faresti meglio ad andare a letto con qualcun altro, per farti mettere incinta.' Subito non ci ho pensato, ma poi rimurginando sulle sue parole mi si è accesa la lampadina. Ho pensato subito a te, perché tu eri, anzi sei, uno che fa parte di me. Non l'avrei fatto con nessun altro."
Io: "Mi fa piacere."
"Una volta che mi sono convinta io, c'era da dirlo a lui. Come potevo fare senza ferirlo? Ci ho pensato per settimane, senza trovare una soluzione. Allora, una bella domenica mattina mi sono decisa, e mi sono aperta con lui come non mi succedeva da mesi, lasciandogli la decisione finale. E ti assicuro, come ho detto a lui, che qualunque fosse stata, l'avrei accettata."
Io: "È stato un cammino sofferto."
"Nei giorni successivi non ho tirato più fuori l'argomento. L'ho lasciato in pace, ognuno ha i suoi tempi. Poi una sera, a fine cena, mi ha detto: 'Parlami di Maurizio.' Dopo quindici giorni ti ho telefonato. Il resto lo sai."
Marco: "E tu? Cosa ti ha convinto ad aiutarci?"
"Non farmi rispondere a questa domanda Marco. Altrimenti uno di voi due potrebbe arrabbiarsi."
Mi arriva un altro calcio negli stinchi.
Anna: "Stronzo!"
"Ma chi ti dice che sei tu?"
"Stronzo!" Ridiamo.
Dopo aver fatto fuori anche i secondi, Anna: "Devo andare in bagno."
Appena si allontana, io: "Marco, noi due dobbiamo parlare da soli. Quando puoi?"
"Si, anch'io te lo volevo chiedere. Domani è una brutta giornata. Sono via e non so a che ora rientro. Ma il tempo stringe, domenica rientri a Bologna. Lasciami il numero dei tuoi, così non lo chiedo ad Anna, se domani arrivo ad un orario decente ti chiamo e ci vediamo."
Scrivo il numero su un fazzoletto di carta e glielo allungo, proprio un attimo prima che torni Anna.
Mi guarda ed io gli faccio l'occhiolino. Sorride.

È giovedì. Arrivo da Anna puntualissimo alle 8,30.
Mi accoglie in camicia da notte trasparente, color panna, bordata di nero. Bella e sex.
L'intimo, sotto, è molto fine, rosso, di pizzo.
La guardo, sorrido :"Accipicchia."
Lei: "Volevo colpirti, e ci sono riuscita. O no?"
L'uccello si anima subito. Le prendo una mano e la poggio sopra: "Secondo te?"
"Si, mi sembra di si."
Mi avvicino, un lungo bacio appassionato, sensuale.
Ne approfitta per strusciarsi contro, mentre la tengo stretta palpandogli il culo. Al solito, ci mette poco a venire, e mentre arriva l'orgasmo continua a baciarmi.

Lei: "Aspettandoti penso a questo, e poi è normale..."
"Sei un fenomeno."

Mentre prendiamo il caffè, Anna: "Sto aspettando il resoconto che mi hai promesso."
Ometto di dirgli dell'appuntamento: "Ho solo tastato. Volevo dargli qualche consiglio, per voi due."
"E ci sei riuscito?"
"Lui è molto riservato, non ne parla volentieri. Ma intanto ho aperto il discorso, credo di averlo incuriosito, ed adesso aspetto che mi faccia qualche domanda."
"Si, ma quando? Ormai riparti..."
"Abbi fede. Se non si fa' avanti lui, con una scusa, domani pomeriggio lo andrò a trovare in officina."
"Sono nelle tue mani."

L'abbraccio: "Quanto mi mancherai."
"Anche tu Mauri."
Bacio, poi: "Per caso, non è che la tua passerina ha voglia di sentire la mia lingua?"
"Per caso...direi di si. Non ti muovere che arrivo subito." E fa per andare in bagno.
La prendo e la faccio sedere sul tavolo: "Vieni qui...tanto è tutta roba tua vero?"
Sorride: "Si, certo...porcellino."
"Troietta. Fammi l'ordinazione."
"Cosa?"
"Quante volte vuoi godere in questo round?"
"Ummmmmm....vediamo: tre volte."
"Facciamo cinque, se ce la fai." Intanto mi metto a sedere, sfilo le mutande, allargo le gambe e mi avvicino con il viso alla passera.
Inizialmente non la sfioro neanche, ma struscio il mento sulle cosce, nelle immediate vicinanze, per farle sentire la barba. Lei sta già colando, gliela apro con le dita e so già che appena toccherò il crito......infatti: "Hoooo.....siiiii.... vengo...." Mi tiro su e la bacio: "Come siamo sensibili..."
Torno giù, la tengo aperta con le dita, il crito è rosso fuoco. Vado con la lingua sulle grandi labbra, lei geme, vibra, con le mani mi tiene la testa attaccata alla passera. Sfioro appena il crito, poi ci giro intorno molto lentamente, infine 4-5 passate su e giù di lingua sul punto focale ed eccola di nuovo. Secondo orgasmo.
Lei è seduta, mi tiro su, la bacio e la spingo indietro, la faccio stendere.
Anna di sicuro non ha mai avuti tre orgasmi consecutivi, è ora di fargli provare quest'esperienza stravolgente.
Torno sulle grandi labbra, insisto un po', dopo vado dentro con la lingua, la infilo tutta, fuori e dentro diverse volte come se la stessi scopando. Geme, si contorce, le mani sui miei capelli. È ora: allargo la passera quanto più possibile, il crito tra le mie labbra, comincio a succhiare.....viene subito. Continuo a succhiare forte, altro orgasmo quasi immediato, e vado avanti senza fermarmi, lei: "Haaaaaa.......siiiii... hoooooo.......siiiii......vengo...." E tre.
Mi tiro su e la guardo in faccia. É stravolta, occhi chiusi, bocca aperta. È estasiata.
"Allora? Dicevi?......"
"Sei tremendo."
"Altri tre consecutivi?"
"No, no......adesso ti voglio dentro."
"Sarà meglio che pensi un po' a me."
Ride, poi vedo il viso che diventa rosso. Mi viene vicino, tira la sedia indietro e si mette a cavallo sulle mie gambe. Lingua in bocca, poi gioca con le mie labbra, mi mordicchia, lecca, di nuovo la lingua in bocca. L'uccello è durissimo, e lei lo sente.
Si alza un attimo, lo tira fuori, solleva la camicia da notte e se lo infila dentro di botto.
Geme, si dimena, comincia a cavalcare piano, poi accelera.
Urla, baci, gemiti, la sua faccia sulla mia schiena, di nuovo lingua in bocca.
Pochissimi minuti e gode. Non chiude gli occhi, mentre viene mi guarda fisso.
Poi rallenta, e arriva a fermarsi. È sempre impalata.
Si gira verso la tavola dove c'è dell'uva in una ciotola. Prende un acino e se lo mette in bocca, poi mi bacia e me lo passa dalla sua bocca alla mia. Lo mando giù.
Riprende a pompare, io sto comodamente seduto e non faccio niente.
Si ferma di nuovo, prende un'altro acino, stavolta lo schiaccia e, sempre con la bocca, me ne passa metà a me.
Di nuovo cavalca, stavolta più forte. Un minuto neanche è si riferma.
Un'altro acino dalla sua bocca alla mia.
Via a cavalcare, tolgo il reggiseno, agguanto le tette con le mani, cerco i capezzoli durissimi, li porto alla bocca, lecco, succhio. Vado con una mano dietro e infilo un dito nel buchino.
"Siiiii......così mi sento tutta piena." Vado col dito avanti e dietro come a farli un ditale, infilo due dita, continua il su e giù. Gode ancora, più intensamente di prima.
Lingua in bocca. Un bacio lunghissimo.
Qualche attimo e riprende a pompare, si morde le labbra, stringe i denti.
Va sempre più forte, poi rallenta, apre gli occhi. I capezzoli in bocca, ne prendo uno e lo succhio forte, poi passo all'altro e succhio ancora forte, sento che sta per godere, intensifico il lavoro sui capezzoli, e viene ancora.
Un orgasmo forte, violento, mi abbraccia forte forte, bacio in bocca.
Si ferma un'attimo per riprendersi, apre gli occhi, sorride, altro bacio.
"Sei fantastico, veramente. Adesso voglio che mi riempi."
E riprende il su e giù, sento che non resisterò molto, glielo dico.
"Poco, poco ancora e ci sono anch'io, resisti. Proviamo a godere insieme. Dopo farò tutto quello che vorrai."
Cerco di mantenere ancora, con uno sforzo immane. Lei intensifica la cavalcata, sento il lago in mezzo alle gambe, sta per venire, ed anch'io. Ormai non c'è la faccio a trattenermi e li scarico dentro tre-quattro schizzi, e contemporaneamente gode anche lei, tra urla e gemiti, mi stringe forte, le unghie delle dita sulla schiena, stringe.
Anch'io quando mi trattengo molto ho degli orgasmi veramente violenti, devastanti, e questo è uno di quelli.
Rimaniamo così, abbracciati, finché il fratellino non si ammoscia e viene fuori da solo.
Mi da un bacio e si tira su.

Continua......
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