Racconti Erotici > tradimenti > Proposta indecente (terza parte)
tradimenti

Proposta indecente (terza parte)


di Stalio
11.08.2014    |    21.483    |    0 9.4
"" "Non posso starti vicino, mi fai questo effetto..."
Il lunedì, alle 9,00, puntuale, sono a suonare il citofono di casa di Anna. Mi da' direttamente il tiro, sa che sono io.
Arrivo su, mi apre la porta ed entro. Ha un vestito rosso, corto, abbondantemente sopra le ginocchia. I capelli legati dietro, truccata, rossetto sulle labbra. Mi salta addosso e mi caccia la lingua in bocca.... ummm Anna, cominciamo bene.
Poi si stacca: "Dobbiamo parlare, prima."
"E se parliamo dopo? O tra un round e l'altro?" L'uccello è in fiamme, durissimo.
"No, dai. Dieci minuti, e poi abbiamo tutta la mattina, però entro le 12,00 devi andare via."
"9,00 - 12,00. Servizio esterno."
"No, servizio interno, molto interno." Altro bacio.
"I baci sono vietati, e non devi godere. È un ordine."
"Si, ciao. Con te è impossibile. Allora, veniamo a noi. Anzitutto sono già certa di essere incinta."
"Incinta? Sicura? Hai fatto il test? Ma dopo due giorni dalla fecondazione si vede già?"
"Nessun test. Ma mi sento strana. E penso sul serio di esserlo."
"Allora? Vado via? Se lo scopo è già raggiunto..."
"No, no, dove vai? Non c'è certezza, quindi..."
"Porcellina."
"Abbiamo una settimana, autorizzati. Quindi..."
"Si...quindi."
"Poi Marco ti vuole mettere a posto la macchina. Sistemarti la carriola, parole sue. Domattina, quando arrivi, gliela portiamo e lui, entro mezzogiorno fa quello che deve fare."
"La carriola? Si, forse ha ragione. Ma gliela porto solo se mi fa pagare, altrimenti no."
"Scordatelo!"
"Allora niente."
"Ed io non ti do' il culo." Scoppio a ridere.
"Come fai a sapere che ...?" Intanto glielo palpo per bene.
"E cosa significava altrimenti che mi devo 'concedere totalmente'? Se non quello? E poi non fai altro che guardare lì. Ti piace?"
"Si, è uno dei tuoi punti di forza."
"Lo sai vero che non l'ho mai fatto?"
"Lo immaginavo, e questo mi fa ancora più infiammare." Le prendo una mano e le faccio palpare l'uccello.
"Aspetta, aspetta, un'altra cosa, suppongo che tu ne farai più di una vero?"
"Si, indubbiamente."
"Va bene, ma non dimentichiamo il fine: la prima davanti, le altre decidi tu. Ok?"
"Ok, vieni qui."
La stringo a me, le sue spalle contro il muro, bacio, lungo bacio, il basso ventre a contatto, struscio il pacco, lei: "Hoooooo..........siiiiii..........ummm.....si......." Un orgasmo.
Quando si riprende, io: "Gli orgasmi sono vietati."
"Che figura! Scusami, non pensare male, scusami."
"Anna, ma cosa devo pensare male? È normale, e parleremo di questo."
"È che tu, con te..."
"Con me?"
"Tu sei, insomma, mi sento bruciare quando ti sto vicino."
"E ti senti più libera, ti lasci andare.Perché non lo fai anche con lui?"

Accidenti. No, non devo nominarlo mai, o alludere a lui, accidenti a me.

Cambia discorso: "Vieni. Prendi un caffè?" Mi prende per mano e mi porta in cucina.
"Se lo prendi anche tu si, altrimenti non importa."
Mette su la moca. Io mi siedo su una delle sedie del tavolo, e appena finisce ai fornelli anche lei viene a sedersi.
Ci guardiamo, un sorriso, si torna ad alzare e mi viene sopra, a cavallo, col viso verso di me. Un'altro bacio. Intanto istintivamente sfrega sotto, 4-5 volte, mentre ci baciamo, e viene di nuovo: "Hooooo....Mauri.......ho....ho....ummmm......" L'abbraccio forte.
"Anna, sei un fenomeno. Ne hai già fatte due e non ho ancora tirato fuori l'uccello."
"Zitto va', mi devo dare una calmata."
"Tra poco te la do' io la calmata. Quant'è il tuo record?"
"Record? Di cosa?"
"Anna, di orgasmi in un giorno."
"Haaaa, l'ho appena eguagliato."
"Caspita, Anna. Una come te? Mi sembra incredibile."
Il caffè è pronto. "Senza zucchero, ricordo bene?"
"Si. Ma anche venerdì sera l'ho preso senza zucchero."
"Si? Venerdì sera ero del tutto fuori, non ci ho fatto caso."
Beviamo il caffè. Ok, è ora di aprire le danze.
"Anna, ti aspetto qui. Togliti quelle mutande fradice, vai in bagno e fatti un bidè, datti una rinfrescatina alla passerina. Poi torna qui, senza mutande."
"Obbedisco." e imita il saluto militare.
Torna dopo cinque minuti. La prendo per la vita, la sollevo e la faccio sedere sul tavolo. Un caldo bacio. Poi la spingo indietro in modo che stia distesa, con le spalle sulla tavola, le gambe penzoloni giù. Mi metto a sedere, sollevo il vestito, le apro le cosce e prendendola ancora dalla vita l'avvicino a me.
La passera ad una ventina di centimetri dalla mia bocca. Prima ci gioco con le mani, ficco dentro i due pollici, gliela apro, cerco il crito. Lei geme, piccole urla, si contorce. Appena ci vado con la lingua, parte. Dieci secondi si e no ed arriva un'altro orgasmo, violentissimo.
Mi tiro su, la guardo, ha la testa girata di lato, gli occhi chiusi e la bocca aperta.
La prendo per le mani e la faccio sedere. Bacio.
Gli sfilo il vestito dalla testa, rimane solo in reggiseno rosso di pizzo, le tiro fuori le tette da sopra, vado con la lingua sui capezzoli, lecco, succhio, una mano sulla passera. Lei riprende a gemere, a sospirare, mi abbasso con la testa e nel contempo spingo lei indietro. È di nuovo distesa. Arrivo in mezzo alle gambe, ci gioco un po' senza arrivare subito al centro, ogni tanto vado sulle grandi labbra, poi intorno, sulla passera ci vado con il mento, lo sfrego su e giù, i peli corti della barba che sfiorano il crito la fanno impazzire. Infatti arriva l'ennesimo orgasmo.
Anna è molto calda.
Mi tiro su, è ora di prenderla. Mi slaccio i pantaloni, cadono giù insieme alle mutande. L'uccello è durissimo già da mezz'ora, non c'è bisogno di indirizzarlo, trova lui la strada. Un colpo e sono dentro, lei si inarca: "Haaaaa...ha..." Comincio a pompare piano, per godermi il momento. Ma ho voglia di godere e quindi intensifico il ritmo.,Ci metto una decina di minuti a venire, respingo diverse volte l'orgasmo, ma alla fine mi tocca capitolare. Lei nel frattempo è già venuta altre tre volte. Il primo schizzo, poi un'altro, un terzo e di nuovo. Ero bello pieno.
Rimango dentro di lei finché l'uccello non si ammoscia e viene fuori da solo.
Silenzio. Lei è sfatta. Credo che non si aspettasse tanta 'intensità'. Ma è solo l'inizio.

"Ci sei? Sei ancora tra noi?"
Si siede sulle mie gambe.
"Ti ho già detto che sei fantastico?"
"Si, me l'hai già detto, ma risentirlo è bello. Anche tu sei niente male, Sei bella calda."
"La tua donna si divertirà con te."
"Non ne ho una fissa."
"Questo sta a significare che ne hai più di una."
"Ho qualche giro."
"Dimmi di questa Lidia."
"Ecco, immaginavo che me l'avresti chiesto, gelosa?"
"Curiosa, e un po' gelosa."
"Ti stai ri-innamorando di me?"
"Non ho mai smesso, ma in modo diverso, rispetto a mio marito. Non deviare il discordo, dimmi di Lidia."
"Cosa ti devo dire? Era la mia amica del cuore, insieme parlavamo molto e spesso uscivamo, poi ci siamo innamorati. Ed adesso sono nove mesi che siamo lontani, anche se in linea d'aria siamo vicinissimi. Lei mi ama ed io la amo, ma sono ancora arrabbiato con lei. È successa una cosa che forse avrei fatto bene a chiarire subito. Ma non l'ho fatto, e si sta trascinando da mesi. Tutto qui."
"Ma tu la vuoi?"
"Si, certo che si. Però a volte parlare è complicato."
"Mi devi fare una promessa. Quando rientri la chiami e vi chiarite. Me lo prometti? Tanto ti tocca prima o poi, o no?"
"Non so, Anna, il frutto deve ancora maturare."
"Ma che frutto e frutto. E poi mi farebbe piacere sapere che stai con una. I tuoi 'giri' mi piacciono poco."
"Lo so che hai ragione, e di una certa vita sono stanco anch'io. E tu? Con Marco? Se posso chiedertelo."
"Marco è un caro ragazzo, dolce, affettuoso. Mi ama tanto, e ne è la prova anche quello che stiamo vivendo adesso."
"Ma?"
"Ma niente. Si, il sesso con te è di un'altro pianeta, anzi direi di un'altra galassia. Poi c'è il fatto che è sterile, vabbé, stiamo risolvendo, grazie a te. Ogni tanto rompe per andare dai suoi, mi scoccia, ma posso capire. Lo amo, mi ama, stiamo bene insieme."
"Si è ambientato bene qui, mi pare."
"Si, ci sono io. Per forza."
"Come sei modesta."
Mi abbraccia, stiamo zitti qualche minuto, poi lei: "Allora stallone, cosa si fa?"
"Stallone? Ma va. Allora, ci diamo entrambi una sciacquatina in bagno poi andiamo sul letto. Lo possiamo usare vero? O non vuoi?"
"Ma se lo hai già usato, ti sei scordato? Si, si. Mi dici il programma? Così, per regolarmi."
"Avevo pensato ad un covino, abbracciati. Poi ti dai da fare un po' con la bocca, qualche minuto, poi ti lascio indovinare."
"Immagino. Ti avviso: se mi fai male ti taglio l'uccello."
"Non puoi, ti serve."
"È vero, ma posso sempre tagliartelo l'ultimo giorno che ci vediamo."
"Non ti farò male, solo bene. Ti voglio rilassata, al resto penserò io. Mi serve un pochino di olio per lubrificare."
"Cosa? Vabbé non voglio sapere. Sono già nel panico."
"Stai tranquilla, vedrai che ti piacerà da matti."
Prende un pochino di olio su un piattino, andiamo in bagno, poi sul letto.
Ci stendiamo, si avvicina. I corpi, di lato, quasi a contatto, il viso a pochi centimetri uno dall'altro, l'accarezzo, la bacio, mi giro a pancia in su, mi viene col viso sul torace, i capelli praticamente in bocca. Le accarezzo la faccia, le guance, la fronte, il collo, le tette. I capezzoli sono già belli duri.
"Vedo che sei pronta."
"Non posso starti vicino, mi fai questo effetto."
"Allora datti da fare."
L'uccello non è ancora duro del tutto, lo prende in mano e comincia a segare, prima piano, poi forte, poi di nuovo piano, va avanti così un paio di minuti. È duro, si tira su e di botto lo prende in bocca, prova ad infilarselo tutto dentro ma non ci riesce completamente, sega, va su e giù, un primo risucchio, un'altro: "Ummmmmm Anna...fantastica...hoooooooo...si."
Le tengo una mano sulla testa e glielo spingo dentro. Con l'altra vado sul buchetto stretto, lo trovo, lo massaggio da fuori, poi pian piano gli infilo dentro un dito. Sento che si irrigidisce.
Le sollevo la testa: "Anna fai così: le dita strette ad anello alla base dell'uccello, poi mentre succhi vieni su con le dita, così..." E gli faccio vedere come fare. Lei mette subito in pratica: "Haaaaaa...siiiii...così."
Se la lascio fare ancora non durerò molto, si impegna la ragazza.
Prendo il piattino, mi ungo le dita di olio e torno sul buchetto. Stavolta il dito unto entra con facilità, allora infilo anche un secondo dito, non protesta, continua con il pompino.
"Anna fermati, così mi fai venire subito. Girati di lato, così."
Si chiama posizione del cucchiaio, in pratica mi da le spalle, le gambe piegate in posizione quasi fetale, e gnocca e culo a disposizione.
Mi avvicino, anch'io girato di lato, strofino l'uccello sulla passera e lo infilo dentro per metà, comincia a gemere. Cambio canale, lo poggio sul buchetto stretto, ben lubrificato, spingo.
La cappella entra subito, lei: "Hai...piano...fai piano."
"Anna, rilassati, il più è fatto."
Un'altro colpo e sono dentro per metà: "Hooooooo...che male...haaa..."
Ancora un colpo e sono tutto dentro: "Fermati, fermati, stai fermo...haaaaa..."
Mi fermo e lascio abituate i muscoli anali, sento gli spasimi sulla cappella, che goduria.
Comincio pian piano a pompare mentrevlei ancora frigna. Io pompo.
Lei: "Haaaaa...haaa....ohoooo." Continuo ad andare avanti ed indietro, e sento che lentamente comincia ad abbandonarsi, i muscoli anali sono più rilassati.
Con la mano libera vado sulle tette, torturo i capezzoli, poi scendo giù sulla passerina, che è un lago. Le infilo due dita dentro, cerco il crito, lo trovo, lo stringo, ci gioco.
"Così... siiii...così...haaa...uhmmmm."
Comincia a piacerli. Intensifico il movimento, voglio sborrargli nel culo. Lei mi precede:
"Hoooooo...siiiii...ci sonoooo...hoooooo..."
"Anna, dimmi che ti piace prenderlo nel culo, dimmelo."
"Si, sii, fantastico, bello...haaaaaaa."
Ecco, ci sono anch'io: "Anna...vengooooo...ecco..." Uno, due, tre schizzi nel culo. Per lei sono come delle frustate, sobbalza e gode di nuovo, ancora.
Rimango dentro finché non salta fuori da solo, moscio.

Lei è sempre girata di lato, la stringo a me. I corpi a contatto.
Sento che il suo respiro si calma.
"Anna, grazie per il regalo che mi hai fatto."
"Mauri, ce l'ho in fiamme."
"Adesso passa, tranquilla, qualche minuto, dimmi come è stato."
"Doloroso, tanto male.Ma non sapevo che si può avere un orgasmo così, quasi anale, e che orgasmo."
"Bene, mi fa piacere, perché lo rifaremo."
"Oggi no, domani."
"Oggi si, è meglio, così ti abitui."
"Schiavista."
"Lo faccio per te!"

Parliamo qualche minuto stando molto vicino, poi a furia di sfiorarci, di toccarci, pian piano ritorna la voglia.
Le prendo una mano e la poggio sull'uccello, stringe, mi sega, mi da la lingua in bocca. La voglio scopare. Li vado sopra nella più classica delle posizioni, lo struscio qualche attimo poi di botto glielo infilo dentro, lei si inarca e geme. Comincio a pompare di brutto, sempre con più intensità, quasi a farle male, occhi chiusi, bocca aperta, geme, sospiri, primo orgasmo.
Continuo a stantuffare, lingua in bocca, vado sulle tette e ciuccio i capezzoli, secondo orgasmo. Gradualmente rallento fino quasi a fermarmi, mi metto in ginocchio e nel contempo le sollevo le cosce con le braccia, esco dalla passera e punto il buchetto dietro, un colpo e sono tutto dentro: "Haaaaa...piano..." Mi fermo in attimo, solo un attimo, e poi vai, qualche secondo di dolore ma poi riprende a gemere, io pompo, aumento il ritmo, torno con la bocca sulle tette, un minuto neanche e gode di nuovo.
Ancora qualche colpo, poi lo tiro fuori e lo rimetto davanti, pompo di brutto, altro orgasmo.
Bene, ora voglio godere anch'io, in modo diverso. Li faccio passare gli spasmi dell'orgasmo, rallento, mi fermo, lei apre gli occhi, mi guarda: "Mi stai facendo morire." Lo tiro fuori, le mollo le gambe e vado sopra di lei a cavallo, l'uccello a pochi centimetri dalla sua bocca, capisce, apre la bocca, lecca, ciuccia, ancora risucchio, le tengo la testa ferma e prendo a scoparla in bocca, avanti e dietro, ecco, ecco: "Siiiii...hooooo...unhmmmmm...hooooo". Una gran sborrata in bocca, lei è costretta a mandare tutto giù. Le mollo la testa, ma lei non molla l'uccello, continua a leccare, succhiare, finché non la fermo e lo tiro fuori. Anna. Anna.

Distesi sul letto, qualche minuto senza aprire bocca, rilassamento.
Si gira verso di me: "Ma tu, sei sempre così?"
"In che senso?"
"Scopi sempre con questi ritmi?"
"No. Non sempre. Ci vuole affinità, bisogna essere in due."
"Quindi noi abbiamo affinità? Cioè intesa, no?"
"Si, Anna. Tra noi c'è intesa."
Si stira, poi si mette seduta sul letto.
"Se Marco mi vede in queste condizioni capisce che ci siamo lasciati andare."
"Si, ma solo un po'. Possiamo fare meglio."
"Tu mi vuoi morta. Sono uno straccio."
"Dai, mi rivesto e vado via, anche se non sono ancora le 12,00. Così ti fai una doccia e riprendi il controllo.mSei d'accordo? O vuoi..."
"Sono d'accordo, sono d'accordo, abbiamo tutta la settimana."
Mi rivesto, noto che non mi stacca gli occhi da dosso.
"Che c'è Anna?"
Capisce che l'ho cappellata: "No, niente."
"Posso chiamarti più tardi? Per sapere come stai, come sei messa."
"Si, certo. Mi voglio riposare dopo pranzo. Chiamami verso le 17,30."
"Bene, e grazie per la magnifica mattinata."
"Grazie a te."

Continua.....
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.4
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Proposta indecente (terza parte):

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni