Racconti Erotici > Lui & Lei > Via Crucis
Lui & Lei

Via Crucis


di TraCieloeTerra
09.05.2020    |    3.584    |    3 8.1
"- Mi dispiace, e capisco, ma questo è un locale pubblico non è una casa privata..."
L'amicizia può portare a fare cose che non pensavi avresti mai fatto,valicando ogni regola prescritta dal tuo carattere.
Qualche anno dopo aver finito le superiori,venni fortuitamente a conoscenza di un posto di lavoro che era attiguo alla mia passione. L'azienda che mi assunse era una piccola gestione a livello familiare,ambiziosa e controcorrente guardava al futuro senza dimenticarsi del passato.
Al colloquio di lavoro conobbi il figlio del titolare, mio coetaneo, un ragazzo fisicamente prestante, dalla carnagione libica e dal temperamento esuberante, Mario.
Nei mesi successivi a questo nostro primo incontro, il nostro legame lavorativo sfociò in un'amicizia sincera e profonda, legati da interessi comuni e dalla passione calcistica.
In una fredda e piovigginosa serata primaverile, camminando tra le fioche luci dei lampioni e trascinati dalla brezza marina proveniente dal mare, mi propose di entrare in un pub sulla costa adriatica; Mario era astemio e mai, se non per la visione serale di qualche partita, i nostri incontri avvenivano in luoghi destinati alla goliardia alcolica.
Quella sera un'espressione malinconica e distante calcava il suo viso; sembrava non essersi lasciato assopire da giorni dalle braccia di Morfeo; gli chiesi in diverse occasioni il motivo di quella sua espressione ombrosa e lui, ignorando di proposito la domanda,cambiava discorso.
Il locale essendo una serata infrasettimanale era quasi deserto, a volte con la coda dell'occhio,pareva di vedere le balle di fieno dei vecchi western rotolare per la stanza.
Ci sedemmo al tavolino di vetro nell'angolo nord del locale, nella penombra, distante dai pochi assidui frequentatori. Il suo sguardo diretto verso di me era smarrito e cupo, la sua voce era assente e il suo udito sembrava non fosse presente nella conversazione.
Una graziosa e longilinea cameriera si avvicinò chiedendoci le ordinazioni, io presi un bicchiere di Merlot e lui un luminoso Pecorino.
Vista la sua propensione nell'evitare il nettare di Bacco, riproposi la domanda che stava cercando ripetutamente di evitare, dell'idea che prima o poi avrebbe ceduto.
Mi guardò e gli proposi un rapido brindisi ed è qui che la storia ha inizio.
- Non c'è niente a cui brindare! -disse guardandomi negli occhi, con lo sguardo ritrovato e voce ferrea.
- Oh finalmente! Sono passate due ore da quando te l'ho chiesto, potevi aspettare che tornavamo ognuno a casa sua a questo punto, -risposi sorridendogli, cercando di non marcare il sorriso al fine di evitare fraintendimenti, ma lui capì immediatamente il sarcasmo.
- Non sto bene, è un brutto periodo, con Mary va malissimo! Ho scoperto una cosa, e la stronza me l'ha anche confermata, e non si vergognava, dovevi vedere la sua faccia da stronza! Mio dio! Che stronza!!!
Mario e Mary stavano insieme dalle scuole medie, conosciuti sui banchi di una piccola scuola cittadina e mai abbandonati, nonostante i momenti burrascosi che gli anni dell'adolescenza portano inevitabilmente nella vita di ogni singola persona dotata di istinti sessuali.
Il vero nome di Mary era Maria e lui la chiamava così per l'impressionante somiglianza con la protagonista del film “Tutti pazzi per Mary”, ed era davvero così, tutti erano pazzi di Mary, in parte anche io. Quando la conobbi portava uno svolazzante vestito con stampe floreali, i lunghi capelli biondi raccolti in una coda di cavallo camminavano perpendicolarmente alla sua schiena, raggiungendo i suoi glutei.
Ogni qual volta li incontravo insieme non potevo non notare la passione che sembrava regnasse tra di loro, eppure nell'ultimo periodo li vedevo meno calorosi, e mi chiedevo nella mia mente indagatrice se l'ardore non stesse scemando.
- Cosa è successo? - gli domandai seriamente, evitando qualsivoglia espressione facciale.
- E' una stronza, ecco cosa è successo! Lo sapevo che prima o poi lo avrebbe fatto -rispose guardando fuori dalla grande vetrata al nostro lato.
- Eh fin qua ci sono! E' stata stronza, ma non ancora rispondi. -ribadii.
- Una merda! Sopratutto per come me lo ha detto, se l'avessi vista,- controbatté portando le sue labbra sul bordo del bicchiere.
Rimasi in silenzio, immaginando cosa avesse potuto fare di tanto ignobile.
Non avevo mai visto Mario così iroso e duro con la sua Mary. Così la chiamava: “la mia Mary”.
- Mi ha tradito e l' ho scoperta, o meglio dire, l'ho sospettavo avendo visto per sbaglio, per uno stupido errore una chat che aveva su facebook,- il viso inclinato verso il basso traduceva per lui la sua agognante disperazione.
- Con chi ti ha tradito? -domandai scolando metà bicchiere, aspettandomi la resa totale.
- Non ha importanza con chi! -esclamò.
- E mi stavi raccontando, che dopo aver visto la chat immaginavi che ti avesse tradito e prima avevi detto che lo ha confessato, e la faccia che ha fatto..-mi interruppe.
- Ma chi se ne frega della faccia! -si stava alterando per le mie risposte e decisi di lasciarlo parlare restando in religioso silenzio, - quando è rientrata dal lavoro ho aspettato, aspettato una sua confessione, la verità, ma nulla. A tavola sono esploso e gli ho detto della chat sul social network,e lei ha iniziato ad incolparmi su come io mi sia permesso di entrare nella sua pagina. Hai capito la stronza! Dovrei chiamarla così per il resto della sua vita! Stronza! -disse con un singolo respiro, battendo ripetutamente la mano sul tavolo; facendo girare la cameriera come una trottola verso di noi, che ci richiamò con un:
-Hey ragazzi! -.
La confessione continuò, cercando di trattenere le lacrime del cuore. Mi raccontò tutto; dall'espressione impassibile di Mary, della chat scambiata con l'aitante militare in ferma prefissata e della confessione che lei ci era andata a letto, a casa loro, quando lui era in trasferta per lavoro fuori regione.
- Che stronza! - dissi d'impulso, pentendomi un attimo dopo, - scusami non volevo! -.
- No, hai ragione, tutti lo devono sapere!
- Non esagerare ora, non devono saperlo tutti! -esclamai sorseggiando leggermente il vino.
Lui scolò il restante pecorino e alzando la mano urlò alla cameriera di portargliene un altro; guidavo io quella sera e lo lasciai fare.
- Vado un attimo in bagno e ti finisco a raccontare, ci sono altri dettagli che devo urlare -disse.
- Datti una rinfrescata e calmati! Così ti verrà un malore, sei tutto rosso e accaldato -mi sorrise e si diresse verso il bagno alle sue spalle.
La cameriera arrivò al tavolo con il bicchiere di vino per lui, si inclinò verso di me:
- Se il suo amico continua a urlare dovrò cacciarvi, ed è un peccato perché lei non ha fatto niente! -sorridendomi
- Guardi, di solito non è così! Ha dei problemi con la ragazza! Le chiedo scusa per lui..
- Mi dispiace, e capisco, ma questo è un locale pubblico non è una casa privata. -rispose girandosi e dirigendosi verso il bancone.
Quando tornò, il colletto della camicia a righe che portava era bagnato d'acqua, e dopo aver bevuto un altro po' continuò il racconto.
- Lo sai qual è il bello della faccenda?! Ha detto che è colpa mia perché l'ho trascurata. Quando torno da lavoro non la faccio sentire desiderata, non facciamo nulla insieme e il fine settimana, gli unici giorni in cui sono a casa non gli propongo mai nulla. Cazzo! Sono stanco, non mi va di uscire il weekend! Mai una passeggiata sul litorale, un cinema, una serata in discoteca. Ma cavolo, non gli faccio mancare nulla! E la rispetto! -mi guardò e mi chiese: – Non dici nulla?
- Stavo ascoltando! Sembravi infastidito da cosa stavo dicendo prima..
- Ti stavi concentrando sulle cose sbagliate, potresti dire qualcosa adesso..-continuò.
- Vuoi davvero sapere cosa penso? -domandai fissandolo negli occhi
- Sentiamo! -rispose bevendo
- Se è vero quello che ha detto..-mi interruppe subito
- Se è vero quello che ha detto? Ma stai scherzando?! Stai giustificando quello che ha fatto, non posso crederci! -sgranando gli occhi
- Mi lasci parlare o devo solo ascoltarti? -con un cenno di consenso, restando in silenzio mi permise di continuare: - Stavo dicendo, che se è vero quello che ha detto, tu hai delle colpe, ma nessuno giustifica quello che ha fatto e lei sicuramente ha molte più colpe di te.
Finì quello che rimaneva nel bicchiere, allungò una mano e prese il mio esclamando:
- Tu devi guidare tanto! -sorridendo.
Alzai il braccio e chiamai la cameriera chiedendogli se poteva portarmi un Brancamenta; dopo qualche minuto in silenzio, mentre osservavamo dalla vetrata le onde infrangersi contro gli scogli in lontananza, riprese a parlare.
- Deve pagarmela o non possiamo andare avanti! - cercai la cameriera e il mio benedetto bicchiere.. - e so anche come glie la farò pagare! - il bicchiere arrivò e mentre mi preparavo ad assaggiarlo disse: - dovrà espiare la sua colpa! Sarà la sua personale Via Crucis..-lo interruppi bruscamente.
- La sua personale cosa? -chiesi socchiudendo gli occhi.
- Via Crucis! Gesù e il suo tragitto fino al Golgota, hai presente?
- Si, ho presente ma cosa vuol dire? -domandai facendo una smorfia con le labbra per imprimere durezza alla mia domanda.
- Dovrà soddisfare alcuni miei desideri, un percorso per riconquistare la mia fiducia..-ghignando verso il vetro. Attraverso il quale vedevo la sua espressione, fino ad allora per me sconosciuta, diabolica.
- Quali desideri? -gli chiesi sorseggiando il bicchiere. Ero curioso nel sapere quali fossero ma preoccupato nel conoscere le risposte.
- Come tutti ho dei desideri, desideri che non ho mai confessato neanche a lei. Delle cose che mi piacerebbero fare..!
- Cose che ti piacerebbero fare con la tua ragazza ma che non hai il coraggio di chiederle?-domandai.
- Perfettamente! Li avrai anche tu immagino. Tutti li abbiamo, non fare l'ipocrita! -disse con tono aspro.
- Non ho detto nulla! Ovvio che anche io li ho! -dissi, - Continua..
- Voglio che lei soddisfi alcuni miei desideri erotici.. - pensai che non ci fosse nulla di male infondo lei lo aveva tradito e se questo fosse servito per recuperare il terremoto che il tradimento gli stava provocando, qual'era il problema, ma poi continuò..
- Ho due desideri, sono pochi ma ho sempre voluto farli, e tu sarai il testimone della salvezza della nostra coppia.
- Testimone? Non voglio esserne il testimone, testimonio che stai a pezzi per questa storia e hai diritto di chiederle quello che vuoi. Testimonierò se mai succedesse qualcosa! -risposi sogghignando.
- Ma la smetti di fare il cretino?! -esclamò,- Sto parlando seriamente! Tu come mio migliore amico testimonierai il tutto.
- Tu sei impazzito! Chiedilo a qualcun altro, scusa?! Io vi conosco troppo bene, mi sentirei in difficoltà, devi capirmi.
- Ma se non sai neanche quali sono i due passi dell'espiazione -disse allargando le braccia.
- Immagino, se parlavamo di erotismo.,-risposi con lo stesso gesto,in segno di ovvietà.
- Va bene genietto! Tu lo farai per me, e andrà tutto bene!
- Non ho accettato e non mi hai detto se lei è d'accordo con questa pagliacciata...
- Pagliacciata?! -mi bloccò,- continui a giustificarla! Grazie!
- Ma chi la giustifica?! Ancora! -esclamai, ora, leggermente infastidito, - scusa, ma non fai prima a tradirla anche tu e basta? -domandai
- Ti sembra una soluzione questa?
- Tanto quanto la tua! -risposi, - e poi io, ti ripeto, vi conosco troppo bene, non voglio partecipare a questa cosa! Se mai un giorno vi sposerete sarò il vostro testimone..-dissi, - di nozze! - sorrisi guardandolo.
- Ma che cazzo ti ridi scusa? Ancora a ridere?!
- Oh mio dio! E basta, sto cercando di sdrammatizzare! -scolando quel che restava della bevanda al gusto di menta.
- Non devi sdrammatizzare! Sono fottutamente serio! Adesso ti spiegherò quali sono le penitenze e tu starai in silenzio, poi dirai la tua ..-disse, - ansi, no! Poi di comune accordo le attueremo!
- Comune accordo il cavolo! Questa è una dittatura! -risposi.
- Ci tieni alla mia amicizia? -chiese.
- Attenzione! Questo sembra un ricatto! -esclamai impettito.
- Scusami, ma ho bisogno della Via Crucis, non mi basta tradirla. Ha detto pure che non si è pentita.
- Lasciala allora, se non si è pentita potrebbe rifarlo.
- Non voglio lasciarla, sai quanto la amo! E penso che anche lei non vuole lasciarmi o lo avrebbe fatto dopo la litigata che abbiamo avuto..
- Dai, ascoltiamo la blasfemia di questa Via Crucis! -dissi
- Blasfemia? -domandò.
- Dai parla! - risposi frettolosamente, cercando di farlo velocizzare perché volevo andarmene a casa e cambiare aria.
- Allora, ascolta bene.. -disse, - il primo desiderio è quello di vederla camminare nuda per strada, in un centro abitato, con solo i tacchi a spillo per almeno trenta minuti..
- Tu sei scemo! E se si fermasse qualcuno? -domandai
- Appunto ho bisogno di te; tu guiderai la macchina e io la riprenderò con la videocamera! Nel caso qualcuno si avvicinasse saliremmo velocemente in auto.
- E io dovrei essere testimone della sua nudità?
- Ancora?! Tu sarai testimone fidato della sua espiazione..
- Io non capisco! Davvero non capisco!
- Ho bisogno che qualcuno guidi la macchina e mi fido della tua discrezione e anche per un altro motivo..-continuò, - ho sempre immaginato, desiderato, chiamalo come vuoi, che un nostro amico, discreto, sia a conoscenza di qualcosa di piccante su di noi, una persona che vediamo e che fa parte della nostra famiglia.
Rimasi verosimilmente stranito, apatico, davanti a tutto ciò e risposi: - Chiedilo a qualcuno che non vedrete mai più, fidati, è meglio!
- Allora non hai capito che voglio qualcuno di nostra conoscenza.. -lo bloccai.
- Si, va bene, ho capito! Dai, torniamo alla macchina che ti riporto a casa, continui a raccontarmi questa stronzata durante il tragitto.
- Non è una stronzata! E' la sua.. -lo fermai di nuovo, visibilmente contrariato.
- E' la sua personale Via Crucis, ok! - dissi alzando la mano per chiedere il conto.
- Anche, -rispose – è la sua penitenza!
La cameriera ci portò il conto, indossammo i cappotti e uscimmo dal locale, non prima che ella ci salutò augurando a Mario buona fortuna. Appena fuori, Mario che aveva risposto all'augurio con una faccia dubbiosa disse: - Ma stava augurando buona fortuna a me?
- No, a me! Quando era venuta al tavolo le ho detto che avevo dei problemi a casa, perché mi aveva visto molto scuro in volto.
- Ah, non lo sapevo! Mi dispiace, cos'è successo? I tuoi tutto bene? -domandò.
Gli risposi che andava tutto bene, che i miei litigavano spesso ultimamente, ovviamente non era vero,ma vaglielo a spiegare a una persona che era in balia di se stessa.
Passeggiammo in silenzio fino all'automobile parcheggiata davanti allo stabilimento Cariddi; la luminosa signora che tutto vede era sulle nostre teste, immobile e così grande da dare l'impressione di poter essere toccata, accompagnava i nostri silenziosi passi verso la rivelazione della seconda ostica penitenza.
Saliti in macchina, girata la chiave e inserita la marcia, partimmo, destinazione casa di Mario.
- Comunque se ti ha creato problemi, per il tuo bigottismo, la prima penitenza immagino la tua reazione alla seconda..-disse
- Adesso io sarei una persona bigotta? -risposi, fermo al semaforo tinto di rosso, girandomi verso di lui.
- Non lo sei di solito! Non pensavo fossi così pudico!
- Adesso parliamo di pudicizia, bene! Dove andremmo a finire! Salvami signore! - esclamai sporgendo il viso oltre il volante della macchina, cercando un segno dell'anziana signora nel cielo, oltre il parabrezza.
- La seconda e pornografica penitenza..-riiniziando il discorso
- Pornografica? -chiesi ribadendo gli occhi diretti verso il cielo e nel contempo scattò il salvifico verde.
- Lasciami parlare! - esclamò tirando fuori dal pacchetto di sigarette la sua immancabile bionda, e continuò: - mi piacerebbe che Mary fosse al centro dell'attenzione di più uomini e..
- In che senso? - lo bloccai, anche se avevo capito, ma pensai che per un tradimento stava per fare qualcosa di cui si sarebbe pentito.
- Se ti sforzi ci arrivi! - disse girandosi verso di me e dandomi una pacca sulla gamba destra, - cazzo, non ho l'accendino! -esclamò irritato, continuando a frugarsi le tasche dei vestiti, nonostante avesse compiuto questo gesto già diverse volte.
- Calmati, fratello! -guardandolo senza più energia, arresomi davanti a tanta frustrazione, - guarda nel cruscotto, l'altro giorno ho riaccompagnato Silvia a casa, forse c'è il suo accendino!-.
Lo aprì e per grazia divina il clipper camaleontico era lì e pensai, per un attimo, chiedendolo a qualsiasi Dio celeste: “fallo strozzare con quella dannata sigaretta!”
- Hai capito comunque cosa intendo? -domandò dopo essersela accesa, respirando nicotina a pieni polmoni.
- Apri il finestrino però! -dissi allungando la mano aperta verso di lui, indicando il vetro.
- Ma hai capito o no?
- Quanto sei pesante, stasera! Ti sto odiando! Mi licenzierò e.. -dissi ridendo nervosamente e continuai: - Ho capito comunque, vuoi fare una gang!
- Una gang cosa? -chiese.
- Una gang bang, va bene! -risposi girandomi verso di lui. Eravamo ormai sotto casa sua, un lungo viale alberato, costeggiato da automobili.
- Oh bravo! Vedi che hai qualche neurone! - disse ridendo.
- Mi stai anche offendendo adesso? Per fortuna siamo arrivati, sennò ti avrei riempito la faccia di schiaffi, hai rotto davvero il cazzo! -non ero mai stato così serio; anche se la verità era, che mi avrebbe lui riempito di schiaffi, essendone io la metà.
- Dai allora ci stai? Me lo fai questo regalo? -domandò insistendo.
- Regalo? Mi devi costruire una statua dopo, e la voglio fatta da Michelangelo in persona.
- Michelangelo? Ma è morto! Che vuol dire? -rispose con fare scontroso.
- Che non accetto di fare questa Via Crucis! -esclamai girandomi verso di lui sorridendogli, - e adesso scendi. Notte! -.
- Dai per favore, non ti ho chiesto mai nulla!
- Non mi hai chiesto mai nulla?, -dissi spalancando gli occhi, - complimenti! Ti ricorderei giusto due tre cose, devo ricordartele?.
Continuò così per altri venti interminabili minuti, dove su mio rifiuto intonava sempre la stessa litania e alla fine, la mia psiche ne risentii e in uno scellerato momento di debolezza cedetti: - Va bene, basta che non ti sento più! Facciamo questo cavolo di Big Bang! Buonanotte -.
- Gang bang, non Big bang! - disse serio.
- No no, big bang! Così esplodete in un amore cosmico e mi lasciate stare! - scoppiò a ridere fragorosamente: - Quanto sei scemo! Mi fai morire! -cadenzò.
- Va bene dai, notte adesso, ho la testa nel microonde!
- No, adesso devi salire che lo diciamo a Mary!
- Adesso? All'una? -domandai.
- Eh si, hai detto che me lo fai questo regalo, non voglio che cambi idea! Andiamo!
- No, guarda adesso non salgo e me ne vado. E poi ho promesso a Silvia che andavo da lei prima di tornare a casa ed è già tardissimo. Ho anche io le mie cose da fare, un po di pace per favore! -mi guardò visibilmente sospettoso del fatto che non avrei riconfermato il mio aiuto se non mi avesse incastrato in quel frangente.
- Ok, dammi la tua parola però, che lo farai davvero se riesco a convincere Mary...
- Non è il convincere Mary se le fai un ricatto, cosa le dirai: o lo fai o è finita? -domandai inarcando le sopracciglia.
- Non ti preoccupare tu, basta che mi dai la tua parola..
- Ti darò la mia parola, ma non voglio partecipare a ricatti di nessun tipo. Se lo fa con piacere è bene, sennò non partecipo.
- Va bene, allora siamo d'accordo? -mi chiese; sperando io che fosse l'ultima volta.
- Si, d'accordo! Notte! -all'ennesimo rintocco del campanile che segnava l'una scese finalmente dalla macchina. Dopo qualche passo verso il portone si girò verso di me con un sorriso maestoso stampato in faccia e disse: - Big bang sia allora! -.
Lo guardai e senza espressioni, rigido, riavviando il motore lo mandai a quel paese. Partii,direzione la tranquillità della casa di Silvia. La chiamai due tre volte senza ricevere risposta, quando ero ormai sotto casa mia lei mi richiamò dicendomi che si era appisolata, di andare a casa sua a dormire insieme; così rigirai e mi diressi lì.
Passai una notte bellissima, semplicemente appoggiato sulla sua schiena, sperando che Mary e Mario potessero ritrovare presto la serenità che io stavo vivendo in quel momento. Mi addormentai così, pregando per loro.
Al mio risveglio presi il telefonino e sullo schermo vi era un messaggio da parte di Mario che sentenziava: “Buongiorno fratello! Ha accettato, mi hai dato la tua parola ricorda. Ci divertiremo”.
Arrivò Silvia con la colazione: -Buongiorno baby, ben svegliato! -guardandomi raggiante; andò verso la finestra e alzò la serranda. I raggi del sole entrarono, riscaldando l'ambiente; ero pietrificato e i miei pensieri si congelarono.
- Tutto bene? - mi domandò Silvia
- Sto per partecipare a una Via Crucis! -fissando il telefonino.
- Dove devi andare amore? -disse incredula
- Devo scendere all'inferno!.

Continua..

TraCieloeTerra.

Per chiunque sia arrivato alla fine, complimenti e grazie: ho diviso il racconto in due per via della lunghezza, questa è la prima parte. Se vi è piaciuta e volete sapere come va a finire fatemi sapere e metterò il seguito.
Un saluto a tutti.

Ah, dimenticavo la cosa più importante: CON IL TERMINE “VIA CRUCIS” LEGATO ALL'AMBITO EROTICO,NON VOGLIO OFFENDERE IN ALCUN MODO NESSUN TIPO DI CREDO E UOMO O DONNA DI FEDE. E' SOLO UN RACCONTO, SPERO NESSUNO SI SENTA TOCCATO NEGATIVAMENTE.


Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 8.1
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Via Crucis:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni