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SPOGLIATI DI OGNI DIGNITA 2


di Stargate
20.07.2021    |    3.482    |    0 9.8
"” Le mani le tremano , ma non riesce più a comandarle e raggiungono l’elastico del perizoma..."
2,

Come un bambino che aveva rubato qualcosa, tenevo tra le mani i pacchetti e pensando al contenuto sentivo crescere una forte turbamento. Non riuscivo ad immaginare la reazione di Laura e per un attimo sono stato preso dal dubbio se avessi o meno esagerato. Già entrando nel sexy shop non era stato proprio facile. La scelta di quegli indumenti era stata invece molto piacevole e ancor di più rispondere alle domande indiscrete del commesso. Mi aveva provocato un’erezione che non avevo saputo controllare e ancora di più mi aveva eccitato e turbato allo stesso tempo, la frase con cui mi aveva salutato. “Non ponetevi problemi e se vuole porti anche sua moglie, ho un camerino dove potrebbe provare quello che le pare con calma e se vuole le posso dare dei consigli”. L’allusione era fin troppo chiara, ma troppo folle da poter essere presa in considerazione. Mentre stavo tornando a casa telefonai a Laura dicendole che le avrei fatto una sorpresa senza dirle cosa. Sapevo di far breccia nella sua curiosità, infatti nonostante i suoi quarantotto anni era ancora curiosa come una bambina, ma non le dissi nulla di più. Arrivammo a casa pressoché contemporaneamente, lei si aspettava evidentemente qualcosa di particolare, non certo quello che le avevo comprato; restavo un po’ indeciso sul da farsi, per questo decisi di lasciare tutto sul divano ed uscire a cena. Al ritorno le dissi di iniziare ad entrare mentre io toglievo dal vialetto d’ingresso le due auto mettendole ciascuna nel proprio poste nel garage. Entrai con ansia in casa. “Sei pazzo – mi anticipò, venendomi incontro – dove hai preso quella robaccia, non penserai che la potrei mai indossare?” Lei aveva già guardato nei pacchetti. mi sentivo smontare e ribattendo dapprima timidamente :“ma dai, è solo per noi, e poi l’altra sera mi sembravi convinta – e non sentendola rispondere presi la situazione in mano - ascolta, sai mi stai già eccitando solo al pensiero di vederti, poi dopo tutti questi mesi che ti sono stato vicino senza chiederti mai nulla, penso di aver diritto ad avere un piccolo riconoscimento ”
Lei abbasso la testa si sentiva in colpa per tutto quello che mi aveva fatto sopportare, sono un bastardo lo so, ma in quel moneto ero troppo eccitato. Salendo le scale per andare in camera mi rispose che l’avrebbe fatto solo per quella volta e di non pensare più di buttare via soldi per cose che sarebbero restate ad ammuffire nell’armadio. Già, lo so, il suo famoso armadio dove non avevano mai trovato posto abitini un po’ sfiziosi, neppure una minigonna, solo completi giacca e pantaloni perfetti per il suo lavoro.
Anche se non era stato certo un buon inizio la vedevo salire le scale da dietro già immaginando quel culo stretto tra le cinghie del reggicalze e soddisfatto per averla convinta ad osare presi dal cassetto del mobile la digita. Poi mi sono girato verso la vetrata delle scorrevole aprendo le tende in modo che chiunque da fuori poteva guardare benissimo all’interno senza essere visto, forse stavo esagerando, non so cosa mi stava succedendo, l’avrei voluta esporre a tutti, tutti dovevano sapere che quella bella donna era mia moglie, forse stavo diventando un voyeur, assorto nei miei pensieri mentre maneggiavo la reflex digitale comparve lei, credetti di svenire. Si teneva le braccia attorno al seno quasi si vergognasse. Indossava solo la lingerie, reggiseno, calze nere, reggicalze e il piccolo perizoma, la convinco a togliere le mani dal seno, lo spettacolo che mi si presentò era osceno la scavatura del reggiseno era talmente profonda che lasciava la parte superiore del seno fino al capezzolo totalmente scoperto, i seni sporgevano diritti. La scelta delle scarpe era indovinatissima anche se, non essendo abituata ai tacchi alti, sembrava barcollare. Ma mi sorprese per il trucco che si era fatta: ombretti scuri, fard ed un rossetto fucsia che non le avevo mai visto.
Lei mi sorrideva senza dire nulla ed io riuscii solo a emettere un fischio di compiacenza.
“sono senza parole”
Mi lascio cadere sulla poltrona. “Mi sembri una entraineuse, anzi, la prego signorina mi porti uno scotch.”
La sua risposta fu un non fare lo scemo. Le dissi che non stavo scherzando. Laura alzando le spalle si girò offrendomi la visuale sul suo culetto ben tornito. Mentre mi preparava lo scotch ripresi la macchina fotografica ed al suo ritorno iniziai a fotografarla. Con una mano mi porse il bicchiere mentre con l’altro braccio si copriva ancora le tette. “Togli quel braccio che mi perdo tutto” dissi quasi ridendo. Impacciata si scoprì. Dopo aver acceso lo stereo con un blues di sottofondo e abbassate le alogene l’abbracciai e con lenti passi di danza la spostai fino ad essere con la schiena difronte alla vetrata che dava sul giardino mi rimisi davanti a lei sempre armato della mia digitale.
“Signori questa sera vi ho portato la nostra professoressa che si trasformerà nella vostra entraineuse” “Smettila, non mi piace così” si lamentava.
Insistevo “ma solo per gioco che te ne frega?”
Insistevo ancora “solo per un po’, balla, facciamo finta che sei una cubista”.
Laura mi prese il bicchiere e ne buttò giù un sorso “ solo questa canzone”. Iniziando così a muoversi seguendo il tempo.
“non è un’atmosfera sensuale? Guarda che sei in mezzo alla pista, con la musica sempre più intensa. Ti stanno guardando tutti”. Laura sempre di schiena alla finestra, assorta seguiva il tempo senza accorgersi che era totalmente esposta davanti alla vetrata, il buio all’esterno mi dava il riflesso del movimento sensuale del suo culo, speravo che Giacomo, il vicino, quel vecchiaccio porco, invidioso la potesse vedere, lei era tutta mia …solo mia.
La incalzavo col racconto facendola calare sempre più nella parte in modo da non svegliarla dal torpore scoprendo così lo spettacolo che dava all’esterno.
“Su continua lasciati andare. Continua a ballare. La senti la musica? lasciala entrare nel sangue. Ora muoviti ritmicamente sensualmente. Avanti muovi il tuo culo. Muovilo. Stai eccitando tutti.” Intanto continuo a scattare foto mentre lei spingeva in fuori il sedere verso la vetrata.
“Ti stanno guardando: vorresti fermarti scappare via da questi assatanati, ma non ci riesci, la musica è frastornante te la senti dentro. ” Non opponeva più alcuna resistenza e si lasciava andare. Tra un scatto e l’altro cercavo di vedere fuori e intuire se il vicino se la stava godendo anche lui dietro la siepe posta di confine.
Poi forse lasciandomi prendere ancora di più la mano aggiunsi una mia frase. “ La volevate nuda? eccola qui la professoressa desiderata da tutti la nuova cubista”
“Mi fai vergognare, dai ora basta e poi questo perizoma in mezzo al sedere mi dà fastidio”.
“Allora toglilo” le dico quasi certo che lo farà.
“dai non vorrai veramente …. “ non le lasciai finire la frase accarezzandole un seno, vedevo i suoi capezzoli ergersi e ancora sorpresa dalla mia mossa si lasciava infilare l’altra mia mano dentro il perizoma. “Vedi eccita anche te, quindi cosa aspetti toglitelo.”
Mi rimisi davanti a lei “nuda in mezzo ad una pista da ballo con le sole calze e reggicalze le tette scoperte ed i capezzoli ben in mostra. Ma ormai li hai eccitati troppo ,non puoi più trattenerli sei arrivata fino a qui sei pronta ad andare fino in fondo”
Mi guarda sgranando gli occhi e le scatto ancora qualche foto
“Ora alzano la voce e gridano “nuda, nuda, nuda” li senti....è così che ti vogliono completamente nuda”
Ormai ha ripreso a seguire il ritmo della musica e si lascia trascinare dalla fantasia che le sto raccontando.
“Sei al centro della pista seminuda, così volgare che ti vergogni di te stessa, ma non ti puoi fermare adesso. Ti vogliono completamene nuda.”
Le mani le tremano , ma non riesce più a comandarle e raggiungono l’elastico del perizoma. Lentamente se lo sfila sinuosamente sfilandolo ai suoi piedi. Ora è lì davanti a me in quella tenuta ancor più eccitante, il suo sesso nudo e le tette con i capezzoli che esprimono la sua eccitazione. In un attimo di pentimento si copre le tette con un braccio e con l’altra mano scende a coprirsi il sesso e con questo atto di pudore diventa ancor più eccitante.
Prendo il faro della lampada a piedistallo glielo punto contro : “i riflettori sono tutti su di te. Hai fatto quello che tutti volevano ti stai esibendo nuda in un completo sexy di fronte a tutti. Ascolta cosa dice il disc jockey : la volevate nuda ? eccovela qui. Avanti cammina e facci vedere come ti muovi bene. ”
Non una protesta. Si lascia le braccia sui fianchi e muove qualche passo nel salone. Sculettando calata bene nel ruolo di una spogliarellista. Si muove sinuosamente come se non avesse mai fatto altro nella sua vita, le sue tette sono gonfie, ed io ho voglia di accarezzarle. Mi avvicino dietro di lei e comincio ad accarezzargliele e poi scivolo con le mani sulla sua fighetta e la sento calda e umida come non mai. Mi supplica, ma più che dei no sembrano delle richieste di a continuare.
Siamo entrambi eccitati continuo ad accarezzarla e lasciare il suo piacere nelle mie mani. “Mi piace questo gioco” le dico baciandole un lobo dell’orecchio. Per un momento la mia mano si allontana dal suo sesso “Ti prego continua” mi chiede con un filo di voce.
Continuo a stare al gioco. “Posso continuare ed esagerare”
Non mi risponde e decido di osare e spingermi oltre ogni regola.
Mi muovo spingendola verso la vetrata. Ormai non ho alcun ritegno .
“Pensa se il vecchio vicino ora sta nel gazebo a bersi una birra con la moglie”.
La spingo in modo da appoggiare le tette sul vetro e schiacciandola contro la accarezzo intensamente . Ora è lei che si appoggia schiacciandomi la mano guidandomela verso il suo piacere.
“Hai sentito , le senti le voci fuori…… ”.
Il racconto che le sto facendo finisce per prendermi ancora di più ed è stupefacente per come anche lei si stia lasciando prendere. E’ troppo sensuale nuda con quelle calze quasi in punta di piedi su quei tacchi vertiginosi. Ma non solo. Quel trucco che si è fatta l’ha cambiata di molto, la rende più sensuale ma nello stesso tempo più volgare. Questa sua trasformazione mi attizza ancora di più. Io le avevo regalato solo la lingerie lei ha dato una svolta ancora più spinta. Le mordicchio il collo e continuo ad accarezzarla e poi le sussurro sottovoce “C’è solo un modo per saperlo”
Sfido l’inaccettabile, almeno così penso, con il timore che lei si blocchi e fermi tutto; le guido la mano sulla maniglia delle porta finestra.
Tenendo la sua mano ruoto la leva e mi aspetto una sua ribellione.
“No, ti prego, cosa fai, se c’è veramente qualcuno?” Ma non si ribella. Mi dice cha ha paura, che mi devo fermare, ma nello stesso tempo è un lago di umori.
“Credo che dovremmo aprire, ma se ti presenti così – le parlo sottovoce come se realmente in giardino ci fosse qualcuno – sei oscenamente volgare, penserà che…… -mi fermo un secondo ma decido di non avere pudore-…che solo una puttana si veste in questo modo.”
Per un attimo ho il timore di averla sparata grossa. La sento fremere eppure non reagisce. Io sono troppo eccitato per pensare che potrei essere offensivo. Mi scosto e lei scivola con la sua mano a cercare da sola il piacere che avevo smesso di darle.

“Sembri veramente una puttana , adesso apriamo la finestra e vai a salutare i vicini”
Laura si appoggia a me . Mi avvicino alle sue labbra e la bacio, le accarezzo le tette e sento i suoi capezzoli scoppiarmi fra le mani. Riprendo la digitale e le scatto un’altra serie di foto. E mentre lei inebetita si lascia fotografare come la puttana che sta accompagnando il cliente dopo la marchetta, io inizio a fare scorrere la porta. Lei guarda fuori nel buio. Balbetta qualcosa ed io spalanco completamente la finestra. E’ incollata a me incapace di muoversi ormai non c’è più il vetro che la protegge, dall’esterno entra una debole venticello primaverile che la fa venire i brividi su tutta la pelle indurendo ancora di più i capezzoli, ormai sembrano dei chiodi.
Le faccio un segno con la testa, la bacio ancora sul collo “Avanti cosa aspetti, voglio vederti lì fuori, in mezzo al prato, sei o no una puttana?”. Siamo incoscienti. Se i nostri vicini, si sporgono dalla finestra in quel momento si troverebbero la seria professoressa che conoscono come mai avrebbero immaginato vedere e addio reputazione. Eppure nessuno dei due si ferma a riflettere. Laura si avventura oltre il portico.
“Basta ti prego, sto morendo dalla paura” mi bisbiglia. Io avvicino di nuovo la finestra lasciando solo uno spiraglio per poterle parlare.
“Sei completamente ammattito, lasciami entrare”
Con piglio deciso le dico che deve attraversare il giardino e raggiungere la parte opposta e lasciarsi fotografare in mezzo al prato.
“non fare lo stronzo, smettila”.
Io tengo il piede contro la porta ed ogni suo tentativo di far scorrere la porta e entrare è vano. Non avrei mai immaginato di essere così perverso. Ho un forte senso di colpa e per questo cedo e la lascio entrare. Ma la sua reazione mi sorprende. Mi abbraccia ed inizia a baciarmi. La stringo nuda a me le accarezzo il culo. “Mi hai fatto morire, non farlo più ti prego” mi dice stringendomi forte. La vorrei scopare, ma mi assale il dubbio che sta provando veramente un perverso piacere a lasciarsi esibire in quel modo.
“ti stavi eccitando ammettilo, fuori nel patio agghindata come una puttana”.
Il suo è un no che non lascia dubbi.
“Adesso te ne riesci e da brava ti metti seduta sulla sedia in posa con le gambe aperte come se stai aspettando il tuo cliente e non solo prima di uscire accendi pure la luce esterna”.
Le riapro la scorrevole e questa volta senza protestare esce sotto il patio. La luce che esce dalla porta finestra la illumina solo parzialmente. Riesco ad apprezzare il suo culo che obbligato dai tacchi alti ondeggia sempre più volgarmente. “Sei una puttana meravigliosa “ le sussurro e le scatto una prima foto .Il flash illumina tutto il portico. Ora è il mio cuore che ad avere delle forti palpitazioni. Laura è ferma vicino all’interruttore della luce posto sul muro esterno, non posso crederci, accende la luce ed avanza fino al tavolo in legno che abbiamo all’esterno. Inizio a fotografarla. Ora come una professionista assume pose inequivocabili ed indecenti. Si appoggia al piano del tavolo spingendo in fuori quel suo culetto stupendo come per dire prendetemi sono vostra, si siede a cavalcioni sul bracciolo della sedia e si struscia contro. Mi sta facendo impazzire, non mi sarei mai aspettato una reazione del genere.
Poi improvvisamente sentiamo delle voci nel giardino del vicino. “Luca.. Laura.. siete voi ….” Laura corre verso di me. La blocco sbarrando la strada davanti alla porta. Ha voluto giocare pesante ora la tengo in tensione io. Mi implora di farla entrare. Con l’orecchio sento che i passi si avvicinano alla rete del recinto. Attendo che si veda l’ombra, solo un attimo prima che le fronde dei cespugli si aprono mi sposto e la faccio passare all’interno, lei si schiaccia addosso alla parete nascondendosi dietro la tenda raccolta di lato all’ingresso. Sta tremando.
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