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La nuora - 2


di silvio
18.03.2022    |    36.643    |    7 9.6
"Avrei voluto andare tutti e quattro con la stessa auto, sopratutto per economicità e rispetto per l’ambiente, ma i giovani dicono che devono prima andare da..."
Questo è il seguito di “la nuora 1” .E’ meglio se prima leggete il 1° racconto.
Claudia è la fidanzata di mio figlio Andrea. 26 anni, piuttosto alta, belle gambe, capelli castano chiaro, occhi scuri, belle tette, piuttosto carina e soprattutto giovane, 35 anni meno di me.
Venerdì scorso, assenti sia mio figlio che mia moglie, si è fatta scopare dal sottoscritto sul tavolo di cucina perchè voleva provare come era con un “vecchietto” e mi ha lasciato dicendo che non finiva lì, ma aveva altri 2 buchi da provare.
Venerdì sera è partita con Andrea a trascorrere il fine settimana a Rimini a casa dei suoi. Non mi ha detto niente, sorrisi gentili come al solito, saluto normalmente affettuoso e mi ha lasciato con i miei dubbi e i sensi di colpa.
Ovviamente non ho detto niente nè con mia moglie, nè il lunedì al suo ritorno con mio figlio. Neanche con un caro amico, a cui racconto qualche rara scappatella, non ho confidato niente: non si sa mai, un accenno, una mezza frase, in doppiosenso ... meglio stare abbottonati.
Passa una settimana, si sente con mio figlio, ma non mi chiama direttamente, non ne ha motivo, nè io la scoccio al telefono; non voglio fare la figura del vecchio patetico e bavoso, anche se penso spesso a quanto è avvenuto.
Quando, alle volte, mi capita di sentire Andrea che le parla al telefono, gli dico di salutarla e poi lui mi dice: “Ti saluta anche lei.”
Venerdì Claudia viene a Modena, per passare il week-end con Andrea e con noi. Mia moglie la va a prendere in stazione e quando arrivano a casa, i soliti sorrisi, saluti, abbracci e niente più.
Il sabato trascorre normalmente, ma il sabato sera andiamo a cena fuori, sulle colline verso Sant’Antonio, sopra Maranello. Andrea e Claudia con il coupè di Andrea e mia moglie ed io con la mia auto, una familiare vecchiotta. Avrei voluto andare tutti e quattro con la stessa auto, sopratutto per economicità e rispetto per l’ambiente, ma i giovani dicono che devono prima andare da qualche altra parte, forse un negozio.
Comunque arriviamo al ristorante, mangiamo arrosto e cacciagione, beviamo lambrusco fresco che va giù che è una meraviglia, si scherza, si ride come spesso accade al sabato sera.
Quando ci alziamo da tavola ed io sto per andare a pagare, Andrea esclama: “Ho bevuto troppo, non me la sento di fare tre quarti d’ora di strada tutte curve. Claudia, guida tu.” Ma lei si schernisce: “Ho bevuto un po’ anch’io, e poi la tua macchina, su questa strada, di notte ......”
A mia moglie, che è praticamente astemia, non resta che prendere il coupè e io invito i due giovani a salire con me, ma mia moglie non ha piacere di restare da sola e, da brava mamma, vuole che il figlio vada con lei.
Mi ricorda che devo pagare il conto e mi chiede di prendere qualche bottiglia di quel lambrusco che non si sa mai... e mi strizza l’occhio. Starà pensando a qualche utilizzio per una seratina sexy tra noi due.
Così prendo le bottiglie, me ne faccio fare un cartone da sei e le metto nel baule della mia macchina; pago il conto e le bottiglie. Alla fine restiamo sulla mia macchina solo Claudia e io. Appena partiamo di dice di andare piano e guarda attorno il panorama; anzi io credevo che guardasse il panorama, invece, quando di lontano vede una stadina sterrata che non conduce a nulla, allunga la mano sinistra tra le mie gambe, si gira sorridendo verso di me e comanda: “Volta, fermiamoci qui!”
La guardo sorridere, io col cuore in gola, fermo e spengo l’auto e lei ancora sorride.
Ci togliamo le cinture e Claudia, sempre guardandomi negli occhi si abbassa le spalline del vestito e si scopre il seno. Me lo immaginavo proprio così, non piccolo, bello importante e non cadente. I capezzoli sono due bottoni marroncini e le areole sono piccole e ben disegnate.
Intanto l’uccello, un po’ per il massaggio di mano, un po’ per la vista delle sue tette, ha fatto il suo lavoro alzando la testa.
“Vedo che il panorama ti piace! Abbassa il sedile che voglio vedere bene anch’io.”
Faccio quello che dice e la sua mano cerca di aprirmi i pantaloni, ma tra cintura, bottone e cerniera, ha qualche difficoltà. Sono un gentiluomo e non posso lasciare una signorina nei problemi, così l’aiuto aprendo tutto, sfilandomi pantaloni e mutande da sotto il sedere e lasciando il cazzo eretto in bella vista.
Lei lo riprende in mano, e nel frattempo mi si avvicina al volto e mi dà un bacio spingendomi la lingua in bocca. Io ovviamente ricambio, andando a toccare quelle meraviglie di tette.
Dopo un tempo che potevano essere secondi oppure ore (si fa per dire) si china sul mio grembo e mi bacia la cappella una volta, due volte e poi imbocca il cazzo, mentre con la mano continua a segarmi piano.
Ogni tanto allenta la mano e se lo spinge fino in gola; non sono Rocco Siffredi, ma sento la cappella che sbatte in fondo alla bocca: una pompa da manuale, con il cazzo tutto ingoiato e le labbra quasi a toccare le palle.
Solleva la bocca dal cazzo, si gira verso di me, mi guarda con gli occhi spalancati e sorridendo mi dice: “Maiale!”. Ride e poi riprende il cazzo in gola. “Io sarò maiale, ma anche tu sei una bella porcellina. Vedo che ti piace il cazzo.” le dico, mentre mi aumentano i battiti del cuore e la frequenza del respiro. Non so se lei annuisca o il movimento della testa sia solo la mossa della pompa
E’ impossibile resistere a lungo a quel risucchio, le dico che sto per godere ma non mi lascia; lei aumenta di più il ritmo fino a che io grugnisco – sì, come un maiale- e urlo un AAAAAAA liberatorio, mentre le sborro in bocca tre o quattro fiotti di sperma.
Quando mi calmo solleva la testa e mi fa vedere la sborra in bocca; penso che voglia un fazzolettino, ma lei mi guarda, sorride e deglutisce mostrandomi poi la bocca vuota.
Ci baciamo di nuovo con la lingua e io, che sono ancora fuori di testa, assaporo il gusto, peraltro non spiacevole, della mia stessa sborra.
Si copre le tette, io allungo la mano verso la sua figa, cercando il bottone dei pantaloni da slacciare per potere ricambiare la cortesia, ma lei mi ferma la mano: “Lascia stare, va bene così, andiamo che si fa tardi” mi dice.
Io ribatto: “E tu non vuoi provare a godere?”
Ma lei: “Sono io che volevo provarti in bocca. Ho fatto e adesso sono a posto. Andiamo.”
Io mi sistemo mutande e pantaloni, ci rimettiamo entrambi la cintura, esco dal viottolo e riprendo la strada in discesa verso Modena. Ma ho qualcos’altro da dire:
“Io però non ho ancora capito perchè ti interessa un vecchietto come me. Il sesso non va bene con Andrea?”
“Il perchè faccio sesso con te, te l’ho detto: voglio provare con uno non giovane ed aitante, ma esperto. E ti ricordo che ho un altro buco da provare. Questa sera non c’è tempo e poi ci vuole un posto più comodo. Se poi vuoi sapere del sesso con tuo figlio, chiedi a lui. Adesso guida,che voglio sentire un po’ di musica.”
Si mette le cuffiette, accende l’ i-phone e mi lascia a guidare verso Modena come uno scemo, ripensando a quanto è successo.


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