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NO, SEMPLICEMENTE...MI PIACI


di miramare
23.11.2013    |    30.995    |    3 9.4
"Avevano acquistato la casa insieme, da poco; quella casa era stato un ottimo affare per due famiglie che andavano d’accordo..."
NO, SEMPLICEMENTE…MI PIACI




La primavera stava ormai scalzando l’inverno, il freddo in costante dinimuzione e le giornate pian piano si allungavano diventando più belle.
Francesca, 27 anni, era una ragazza come mille altre, che abitava ancora assieme ad i genitori i una villetta bifamiliare dove l’altra famiglia era il fratello della madre, lo zio, con la moglie e la figlia.
Avevano acquistato la casa insieme, da poco; quella casa era stato un ottimo affare per due famiglie che andavano d’accordo.vivendo ognuna il proprio tran tran in maniera del tutto indipendente.
Quella primavera però successe qualcosa di strano, cioè, un giorno capitò che Francesca avesse bisogno di uno strappo in centro per fare alcune commissioni e chiese alla zia se poteva darglielo.
Era sabato e Cinzia, la zia, doveva scendere anche lei così fu contenta di accompagnarla.
Quando fu pronta diede una voce alla zia dall’altra parte della casa:
“Cinzia io ci sono, tu sei pronta?”
Nonostante fosse sua zia, Francesca la chiamava per nome; le sembrava strano chiamarla zia, le sembrava di “invecchiarla” e a quarantaquattro anni Cinzia non meritava quell’appellativo vetusto.
“Si, sono pronta anche io Francy, andiamo.”
Ed insieme partirono in auto per il centro, Francesca si trovava molto a proprio agio, ed era lo stesso per sua zia; fu così che chiacchierando piacevolmente arrivarono giù, quindi decisero di prendere un caffè e chiacchiera dopo chiacchiera… si resero conto che sedute a tavolo ci erano state due ore e mezza; senza accorgersene nella maniera più assoluta, segno indiscutibile di un’ottima affinità.
Passarono tutta la giornata insieme, e tornate a casa, trasportate dall’entusiasmo si salutarono proprio come due amiche, con il classico bacio sulla guancia.
Quel giorno nacque un grande amicizia, che andava ben oltre la semplice parentela.
Fu solo il punto di partenza, perché oltre quel sabato ne seguirono tanti altri, passavano molto tempo insieme e la confidenza che ne conseguiva era via via sempre maggiore.
A Francesca sua zia sembrava molto carina, aveva un bel viso e un taglio di capelli corto e moderno, nero, che trovava starle da dio. Ma quello che più la catturava era il suo modo di vestire, amava portare i tailleur; che con il rossetto rosso ed il suo corpo modello anni ottanta le rendevano, almeno ai suoi occhi, tutta la grazia che meritava.
Eh sì. La trovava proprio bella, solo una cosa le invidiava un pò… il seno, ne aveva almeno una misura più di lei…pazienza, pensava.
Uno dei tanti pomeriggi, dopo aver salutato i genitori si allungò per salutare anche l’amica-zia che quel giorno non avrebbe potuto accompagnarla:
“Ciao zietta vado giù!”
“Ciao Francy, ci vediamo domani che stasera usciamo con lo zio e Sara”
“Ok divertitevi allora, però stavolta niente bacio, perché vedo che hai appena messo la crema, poi te la tolgo e diventi brutta per colpa mia!” Scherzò Francesca.
“Ma dai scemetta, vieni qua”
Cinzia si sporse verso di lei e la baciò dolcemente sulla bocca.
Francesca sull’ immediato momento rimase paralizzata, non se lo aspettava, sgranò involontariamente gli occhi ma se ne accorse all’istante quindi per sdrammatizzare disse alla zia:
“Guarda che certi permessi li ha solo il mio ragazzo!” non sapeva che altro dire per vincere l’imbarazzo, anche se quel contatto era stato imbarazzante quanto accattivante e carino.
“ScUUsa - cantilenò Cinzia scherzando a sua volta - non pensavo di averti ferita così… e poi ho tutta la faccia spalmata di crema!”
“Va bene - Francesca era riuscita a distendersi - però devi stare attente perchè se mi dai i vizietti poi devi anche mantenerli!” incalzò Francesca, divertita
“Mmmh, vedremo se farai la brava… ma la vedo dura per te!”
E sorrisero entrambe.
Da quell’episodio cambiò tutto.
Francesca capì che sua zia le piaceva, tantissimo. Non riusciva più a vederla come un’amica, a volte la desiderava e di questo un po’ si vergognava”
“Ma perché? Eppure non sono lesbica, ma cosa mi succede” pensava; ma quel bacio l’aveva eccitata ed allora pensava, pensava.
Pensava a Cinzia.
Pensava a sua zia che, per salire sulla macchina si tirava un po’ su la gonna ancheggiando per farla salire meglio, pensava alla sua bocca rossa che si muoveva, al suo seno che spingeva sui bottoni della camicetta sotto il giacchino.
La immaginava in bagno fare le sue cose intime, così le sembrava di vederla quando si spalmava la crema sul seno, poi giù per l’addome fino ad arrivare alle gambe socchiuse; avrebbe voluto vederla dal vivo, magari spalmarle la crema con le sue stesse mani…
Quei pensieri le tennero compagnia tutto il giorno, tenendola su di giri, tanto che per la strada di casa, quando fu certa di essere al sicuro, fermò la macchina e cedette alla voglia di masturbarsi, lo fece freneticamente; un po’ per il timore di essere vista ma soprattutto perché era tutto il pomeriggio che andava in giro bagnata e non ce la faceva più; il suo orgasmo, in parte soffocato fu quasi una liberazione.
Arrivò a case più rilassata, era riuscita a cacciare quelle strane idee… però appena i livelli ormonali si ristabilirono iniziò a pensare a come fare per baciare ancora le labbra di sua zia, a quale scusa avrebbe potuto ricorrere.
Ebbe una valanga di idee ed una per una le sembrarono stupide una dietro l’altra.
Passò così la sera, la mattina dopo andò a lavorare ma nel pomeriggio si fece trovare fuori casa per quando sua zia sarebbe dovuta tornare dal lavoro.
Infatti alla solita ora arrivò e Francesca era lì recitando la parte di chi si trovava fuori per caso.
“Ciao Francy” salutò la zia avvicinandosi per l’ormai consueto bacino.
“Ciao Ci” e così dicendo la baciò sulla bocca, lo fece senza accorgersene, il bello era che ci aveva fatto mille e mille calcoli, rivelatisi poi inutili.
Dopo il bacio ci fu un secondo di imbarazzo, ruppe il silenzio Cinzia:
“Sei matta…mi rovini il rossetto! Poi tuo zio pensa che ho l’amante!”
Francesca, che sull’immediato istante aveva temuto il peggio, sentì normalizzarsi il battito del cuore come chiaro segno di scampato pericolo.
“Scusami, non ho resistito; il rossetto mi ha chiamata…è colpa sua! Poi cosa ti ho detto ieri…se mi dai i vizi poi me li devi mantenere!”
“Veramente ti ho anche detto che solo se avessi fatto la brava li avrei mantenuti!”
E sorrisero entrambe rientrando a casa.
I genitori di Francesca amavano la montagna e quando potevano partivano per andare nella loro casetta che avevano in Piemonte ai piedi delle Alpi, solitamente partivano il venerdì per tornare la domenica sera, inutile dire che erano già anni che la figlia preferiva godersi i suoi week end non più con i genitori; ed il fine settimana che stava arrivando era proprio uno di quelli.
Infatti il giovedì quando lo aveva detto a Cinzia, rimase piacevolmente sorpresa sentendosi rispondere che anche lei era sola perché suo marito restava fuori perché doveva frequentare un corso di aggiornamento che durava alcuni giorni e per il week end non sarebbe tornato.
Partirono nel primo pomeriggio.
Francesca si era liberata per il sabato dicendo al suo ragazzo che avrebbe avuto piacere di tenere compagnia alla zia, non vedeva l’ora.
Quel sabato decisero di fare una bella camminata nel verde e così fecero, passeggiavano e si raccontavano di qualsiasi cosa.
“Mi rilasso con te Cinzia, non pensavo che potesse nascere un rapporto così forte tra noi”
“Neanche io a dire la verità - ribadì Cinzia - sei un amore di nipote!” E presa dalla felicità del momento la prese per mano e camminarono per un po’ mano nella mano, Francesca si sentiva un po’ stupida a tenersi per mano con sua zia, ma d’altronde si doveva accontentare anche delle briciole che riusciva a prendere.
Stavano per avvicinarsi a casa:
“Ceniamo insieme spero” disse Francesca
“Beh è sottinteso, arriviamo a casa ci diamo una rinfrescata e poi vieni da me così mangiamo qualcosa e poi decidiamo se uscire o vederci un film ok?”
Davanti al cancello di casa, Francesca le disse che andava benissimo.
“Va bene tra un oretta?” disse Cinzia
“Ok a tra un ora, bacio”
E Francesca si tese verso lei per darle quel bacino che era solito ormai, ma quella volta si fece più audace e le fece sentire il tocco della lingua sulle sue labbra; però questa volta era pronta e si diresse verso casa in tempo per evitare qualsiasi possibile imbarazzo.
Quel bacio turbò anche Cinzia.
Francesca si fece una bella doccia, si asciugò e dopo essersi data la crema per il corpo si vestì; indosso un pantaloncino blu cortissimo, era la moda di quell’anno ed una maglietta di cotone arancio.
Quei colori le stavano divinamente con il colore dorato della sua pelle, i capelli biondo scuro le cascavano mossi sulla schiena, sembrava una bambola.
A lei piacevano i colori vivaci, accentuavano la sua bellezza semplice.
Cinzia invece dopo la doccia e le solite cose femminili, indossò un vestito leggero di cotone, uno di quelli lunghi a metà coscia che si usano per stare in casa o per andare alla spiaggia; fisicamente lei era molto prestante, era alta e proporzionata alla sua altezza. Il suo seno ed il fondo schiena tondo erano contenuti a fatica da quello straccetto, il risultato era un pugno allo stomaco per chiunque l’ avesse guardata…
Avevano ordinato una pizza, la consegna arrivò quasi puntuale ed al suono del campanello Francesca uscì per ritirarle.
La porta di Cinzia era già aperta e Francy si fece avanti:
“Eccomi, permesso”
“Ma che permesso, vieni dai!” fu la risposta
Cinzia aspettava in cucina e Francesca era felice che quel bacio osato poco prima non avesse bloccato in qualche modo la zia.
Quando entrò in cucina, Cinzia si voltò per dirle di accomodarsi, ma per alcuni secondi regnò un silenzio strano, quasi palpabile.
Erano intente ad ammirarsi incredule, bellissime, non riuscivano a proferire parola.
Fu Francesca a rompere il silenzio diventato quasi imbarazzante:
“Minchia Zia, sei una strafica!” scherzò, ma non troppo
“Che principessa di eleganza! Comunque pensavo la stessa cosa di te, sembri un quadro naif, colorato e magnifico” Cinzia era usa ad esprimersi con certi paragoni e Francesca lo trovava molto piacevole.
“E scusa, mi è scappato! Mi hai fatto restare male, sei perfetta zietta, mamma mia che invidia”
“Ma piantala, ho uno straccio addosso e neanche ci sto dentro…”
“Si, ma non perché sei grassa, perché sei tanta roba…”
“Si, proprio tanta! Ceniamo prima che si freddino le pizze”
“Ok”
Dopo quello scambio di complimenti si sedettero e cenarono con calma chiacchierando di tutto e di niente; finita con calma le pizze conclusero con il dolce che accompagnarono con uno spumantino…e parola dopo parola se ne versarono un altro.
Il secondo bicchierino fece effetto: iniziò a fare caldo e loro ridevano di più… i freni inibitori iniziavano a mollare la presa.
Ma questo non era stato programmato.
“Ah che bella cenetta, senza uomini, tranquille…ogni tanto ci vuole vero?”
“Si si, sono d’accordo al cento per cento” rispose Francesca
“Cosa facciamo, vogliamo andare d qualche parte o preferisci stare a casa?”
“Guarda, per me possiamo anche stare a casa; tanto sto bene e se usciamo magari ci ritirano pure la patente perché abbiamo bevuto!”
“Capirai per due bicchieri di spumante… comunque va bene anche a me Francy, ci guardiamo un film e poi ce ne andiamo a dormire - Cinzia restò in silenzio un secondo - vuoi fermarti a dormire con me? Tanto siamo sole, ci facciamo compagnia”
Francesca non credeva alle sue orecchie, faticò a non esplodere di gioia:
“Certo e come no, dove mi metti?”
“E dove ti metto, la cuccia non ce l’ho quindi… dormi nel letto con me”
“Con te?”
“Si perché? Non ti farà mica schifo? scherzò Cinzia
“No certo e come potresti farmi schifo. Ma ti sei vista allo specchio? Pagherei per essere come te”
“Ed io pagherei per essere come te, tu sei più bella e più giovane, la bellezza che hai ti fa strada prima che arrivi, ricordalo. Dai su ora andiamo in camera che il film lo guardiamo da sdraiate sul letto”
Cinzia fece strada in camera e Francesca la seguiva guardandole il sedere che si muoveva a tempo con i suoi passi , sotto il vestito portava un reggiseno ed uno slip sicuramente di pizzo di cui si intravedevano le sagome.
Francesca iniziava ad eccitarsi.
“Vado in bagno un secondo“
“Certo tesoro vai pure” rispose Cinzia
E Francesca entrò in bagno, riuscì ad asciugarsi prima di bagnare le mutandine, ricompostasi entrò in camera.
“Eccomi”
“Oh, brava. Dai vieni qui, mettiti comoda”
La tv era accesa e la luce era data dall’ abat jour, una luce morbida e la finestra aperta, protetta dalla persiana chiusa.
Erano sdraiate sul letto, sopra il piumone spesso color crema; perfettamente in tinta con i mobili di noce ed i muri beige.
Era una camera molto calda, Francesca pensò che farci l’amore l doveva essere bellissimo.
“Bella cenetta vero?” disse Cinzia rompendo il silenzio
“ Si, leggera e rilassante direi - rispose Francesca mettendosi su di un fianco accanto a lei - grazie zia”
E le fece una carezza sulla guancia prima di darle un bacio sulla bocca, con una dolcezza da innamorata.E la carezza scese giù per la guancia passando sul seno per finire sul fianco, dopodichè si ridistese.
Cinzia le prese la mano sotto la sua e si voltò verso di lei sorridendo altrettanto dolcemente; la carezzò a sua volta sulla guancia:
“Grazie a te tesoro” e le restituì il bacio che aveva ricevuto.
Era un momento strano, si trovavano ad un centimetro l’una dall’altra e Francesca ne approfittò per allungare un altro bacio alla zia che non si spostò e si lasciò baciare di nuovo, Francesca socchiuse la bocca e le toccò le labbra con la lingua; Cinzia la lasciò fare, poi lo fece anche lei.
Cinzia le teneva una mano sulla guancia mentre Francesca la mano la teneva sul suo fianco vicina al seno.


...continua
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