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La gatta sotto il tavolo che scotta (pt 3/3) Da “Il diario di ANNA”


di icecool
04.07.2020    |    4.174    |    1 7.1
"Ero felice, stavo godendo e godevo del fatto di usata dai due maschi per il loro piacere che poi era anche il mio..."
Ero pronta per l’assalto dei tre maschi, che fermi davanti a me, con i loro membri completamente eretti, mi stavano guardando nella mia posa provocatoria, un concentrato di femminilità e di spavalderia in cui nulla negavo ai loro occhi e tanto facevo immaginare.
Mi si avvicinarono e mi circondarono con la fisicità dei loro corpi, un mare di mani percorse la mia pelle e Luca prendendo la mia testa mi cominciò a baciare, la sua lingua cercò la mia e si avvinghiarono in un ballo senza fine mentre il mio seno veniva di nuovo stimolato e una lingua si era di nuovo impossessata della mia figa.
Stretta in questa morsa, Luca lasciò la mia bocca e girò la mia testa verso sinistra dove Andrea affondo velocemente il cazzo tra le mie labbra mentre venivo spinta verso di lui per farmelo ingoiare completamente: mi ritrovai con tutto il pene in bocca, tanto che dovetti forzare la mano Luca per non soffocare.
Mi distesi e i due maschi mi porsero il loro cazzi, giravo la testa e da una parte ed avevo Luca e dall’altra c’era Andrea.
Marco mi aveva preparato la figa per la penetrazione, era completamente fradicia e pronta, mi allargò completamente le gambe e sentii il suo pene appoggiarsi, muoversi lentamente per trovare il pertugio ed iniziare a spingere, la cappella aderì completamente alle pareti iniziali delle figa e mi sentii aprire, fitte di piacere ad ogni piccolo avanzamento arrivano al mio cervello e mi sentivo riempire sempre più, lui continuava ad avanzare, sentivo quel cilindro di carne entrarmi sempre più e sempre più mi sentivo piena e soddisfatta, riempita del sesso di uno sconosciuto che violava il mio profondo più intimo senza remore.
E senza timori cominciò a pomparmi, un alternanza di pieno e vuoto, il suo uccello usciva quasi del tutto lasciando solo la cappella dentro e poi, con decisione, affondava fino a che le palle sbattevano sulla mia pelle, ed ancora, ed ancora, dentro e fuori, piena e vuota, una alternanza di piacere tanto che gli cinsi i fianchi con gambe e con le mani gli presi il sedere, mi avvinghiai a lui come una cozza sullo scoglio, lo volevo sentire tutto dentro, sentivo il suo cazzo strusciare sul clitoride quando entrava e questo mi dava enorme piacere, ad ogni affondo una stilettata di piacere partiva e mi portava sempre più vicina all’orgasmo.
Gli altri due osservavano la scopata tra me e Marco, osservavano i decisi colpi con cui mi stava penetrando e i miei mugolii di piacere, poi ci girammo e così mi misi io sopra di lui.
Avevo ancora il suo cazzo piantato in figa e lo sentivo pulsare dentro: cominciai a cavalcarlo mentre Luca ed Andrea si posizionarono per permettermi di riprendere i loro cazzi in bocca.
Gestivo ora io il ritmo della scopata così da protrarre il piacere più a lungo.
Era bagnatissima, penso che in quel momento avrei potuto prendere anche il cazzo di un superdotato tanto ero bagnata, mi sarebbe piaciuto provarne uno, uno di quelli che mi aveva mostrato Luca una volta, sembrava quello di un cavallo.
Luca si allontano da me e si distese a fianco a me tenendosi il cazzo in modo che fosse in verticale: mi fece in cenno e io sfilai il cazzo di Andrea e mi misi cavalcioni di Luca, presi con la mano il suo cazzo e me lo infiali tutto dentro.
Ah che bello, cominciai a scoparlo, su e giù, mentre Andrea si inguainava il pene nel preservativo e si distendeva anche lui. Erano tutti e tre distesi sul letto con gli uccelli che sembravano prender il volo tanto erano duri.
Mi sembrava che, come un’ape che salta da un fiore all’altro, io saltavo da un uccello all’altro per trarre tutto il piacere che potevo. Lasciai l’uccello di Luca e saltai sopra ad Andrea e mi infiali il suo cazzo, sentii bene la sua cappella aprimi ancor più e la mia figa al suo cazzo. Lo cavalcai sempre più velocemente mentre Marco si posizionò sopra la testa di Andrea e gli presi di nuovo il cazzo in bocca.
Cominciai a succhiarlo mentre Andrea tenendomi ferma con le mani sul culo, mi stava pompando.
Sii, ancora, scopatemi.
Anche Marco mi prese la testa ed usò la mia bocca come fosse una figa, cominciò a pomparmi, dentro e fuori, mentre con io le labbra e con lingua simulavo le labbra della figa.
Ero scopata sia in figa che in bocca, insieme, come dalla figa colava il mio piacere dalla bocca usciva la saliva che bagnava il cazzo di Marco.
Ero felice, stavo godendo e godevo del fatto di usata dai due maschi per il loro piacere che poi era anche il mio.
Continuarono ad infierire sul mio corpo, con mia soddisfazione, quando sentii che il ritmo si attenuò e qualcosa cominciò a stimolarmi nella zona del culo. Le mani di Luca cominciarono a palpeggiarmi le natiche, aprendole sempre più e portando ancora più in evidenza il mio ano.
Luca ci girava attorno, come uno squalo attorno alla sua preda, sentivo che voleva il mio culo.
Ero pronta anche a quello, mi ero preparata anche a quella evenienza, anche a farmi inculare.
Non era la prima volta che concedevo il culo, ma non era la prassi, doveva essere in una situazione eccitante ed dovevo essere pronta io in quel momento a concederlo.
Luca me lo chiedeva spesso, mi diceva fatti inculare, ma non sempre ero predisposta sia fisicamente che mentalmente.
Oggi mi andava di farlo, la situazione era nata bene e stava continuando meglio, volevo che finisse alla grande.
Luca si mise dietro e sentii il suo cazzo appoggiarsi all’ano, tutti si fermarono ed io cercai di rilassarmi mentre sentivo sempre più la sua cappella aprirsi la strada.
Sentivo il culo dilatarsi sempre più mentre la sua cappella era quasi tutta dentro, un misto di dolore e piacere si irradiava da dietro. Era tutta dentro e sentivo Luca continuare a spingere, il suo cazzo stava entrando ed io mi sentivo sempre più piena in profondità, il piacere prese il sopravvento e gli dissi “lo voglio tutto dentro nel culo”. Sentii il suo cazzo avere un sussulto a quelle mie parole, come una scarica di adrenalina che lo portò ad affondarmelo tutto dentro.
Me lo sentivo fino in pancia, cominciò a pomparmi ed anche Andrea riinizio a scoparmi.
Li sentivo entrambi uno in figa ed uno in culo, quasi li sentivo toccarsi quando erano dentro, separati da una sottile parete di carne, i due uccelli mi stavano facendo godere. Ero in un bagno di
piacere mentre leccavo e spompinavo Luca.
Sii, ancora, insieme, avevo anche temuto per un instate che questa situazione fosse più grande di me, che non fossi in grado di gestirla, di trovarmi in difficoltà ed invece ero completamente a mi agio, senza falsi pudori godevo dei tre maschi che mi scopavano o li stavo scopando io, dipende dai punti di vista.
La realtà è che mi piaceva essere posseduta, non solo da mio marito ma anche dagli altri due, mi piaceva essere il loro giocattolo, essere la sola a dargli piacere e la sola a cui si dedicavano, con tutto il loro impegno, tutta la loro energia, tutta la loro forza, tutto il loro sesso, per farmi godere come mia prima d’ora.
Questi pensieri ed i piaceri che la carne mi stava regalando mi portarono ad esplodere in un violento orgasmo: mi staccai dal cazzo di Marco e dissi “siiiii, ahhh, vengooooo” …. inondai il cazzo di Andrea e Luca disse “dai più forte veniamo insieme dentro”. A questo incitamento sentii un aumento del ritmo delle pompate, ormai non capivo più nulla.
Andrea inizio a stantuffare la mia figa con decisione mentre Luca senza più remore pompava il suo cazzo dentro e fuori dal mio culo, le loro palle sbattevano su di me e tra di loro in un crescendo di intensità e violenza. Intanto Marco mi riempì di nuovo la bocca del suo pene, era paonazzo e durissimo, mi prese il viso e tenendolo fermo mi cominciò a scopare in bocca come prima …. ero in loro balia come un vascello nella tempesta più violenta, venivo sbattuta con violenza …. ancora ed ancora …. perdevo saliva dalla bocca …. sentivo il cazzo di Marco arrivarmi fino alla gola e poi riuscire lasciandomi il tempo di prende fiato e poi ancora, e poi ancora e ancora ….
Finche sentii l’urlo strozzato di Luca, gli ultimi profondi e decisi affondi durante i quali venne nel mio culo, ebbi una sensazione di caldo nel profondo, mentre sentivo anche Andrea, ansimante, dare dei colpi decisi, più distanziati gli uni dagli altri rispetto a prima, stava vendo, un colpo e dopo un altro colpo, immaginavo ad ogni affondo gli schizzi di sperma inondare la mia figa anche se in realtà tutto veniva raccolto nel suo preservativo, un condensato di sesso, cazzo e sperma.
E Marco, sentendo i compari venire dentro di me, non poté più resistere a quel turbinio di emozioni, di sensazioni, di sesso ed esplose. Un primo fiotto di sperma mi colpì il palato e si sparse in tutta la bocca mentre il cazzo usciva e posatosi sulla mia lingua protesa nel prendere tutto il nettare possibile continuò a venire, un altro fiotto entrò fino in gola e poi un altro, meno intenso, si riversò sulla lingua, sentivo ancora gli spasmi del suo cazzo a seguito della venuta, se lo teneva alla base ancora duro e pulsante e me lo sbatteva sulla lingua protesa verso di lui, in parte lo sperma mi colava dalla bocca e dalla lingua ed in parte era già dentro di me.

Sentii Luca uscire dal mio culo, Marco immobile ancora provato della venuta in bocca mi guardava, mi passi la lingua sulle labbra e portai quello che avevo raccolto in bocca e ingoiai.
Mi staccai da Andrea che quasi esanime era disteso sul letto, il suo pene era ancora ben eretto ed il preservativo luccicava di me.

Eravamo provati e felici, io ero completamente soddisfatta del pomeriggio trascorso, di come era andato l’incontro, delle sensazioni che avevo provato, di come avevo gestito le situazioni, di come si erano comportati i miei compagni di gioco …. insomma un gran pomeriggio di sesso.

I tre maschi si alzarono mentre io rimasi distesa su un lato.
Andrea si avvicinò e mi diede un leggero bacio sulla guancia dicendomi “grazie” e subito dopo Marco fece lo stesso sussurrandomi “sei stata fantastica”.
Fui molto felice di queste attenzioni, gesti gentili al termine di una infuocata sessione di sesso mi fecero aumentare la considerazione nei loro confronti, due gentleman che sapevano unire momenti di sesso, anche duro e deciso, a momenti di tenerezza.
Un pugno di ferro in un guanto di velluto.
Luca gli accompagnò giù, li sentii parlare ma non capii cosa dicevano.
Poi tornò di sopra e si distese dietro di me copiando con il suo corpo il mio come fossimo un unico essere. Sentivo le su gambe contro le mie, il suo sesso contro il mio sedere, il suo petto contro la mia schiena.
Con le braccia mi cinse a se e mi baciò sul collo, io gli strinsi la mano, non c’era bisogno di parole, sarebbero state in più.


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