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Scambio di Coppia

Arriva quel momento in ogni matrimonio 4°


di Membro VIP di Annunci69.it acquainbocca50
21.02.2022    |    16.386    |    2 9.5
"Paolo ed io eravamo invitati a cena da Cristina e Alberto per festeggiare il compleanno di lei ed ero uscita per comprarle un regalo..."
Ero appena uscita da una rinomata gioielleria a pochi passi dal centro della mia città. Paolo ed io eravamo invitati a cena da Cristina e Alberto per festeggiare il compleanno di lei ed ero uscita per comprarle un regalo. La strada in cui mi trovavo era un vero paradiso per chi ama fare i propri acquisti in un'atmosfera serena e rilassata, lontano dal caos e dai rumori del traffico cittadino. Mi sono fermata e ho acceso una sigaretta guardando un po’ in giro. Avevo indosso un vestitino nero che mi calzava come un guanto, perfetto nelle proporzioni e nello stile. Dall’altra parte della strada un uomo camminava sul marciapiede con le mani in tasca e la testa china. Sembrava assorto in chissà quali pensieri. Improvvisamente volse lo sguardo verso la mia direzione e mi guardò. Ci siamo scambiati un’occhiata rapida poi io ho distolto lo sguardo. Con la coda dell’occhio l’ho visto fermarsi, poi attraversare la strada e infine accostarsi a me. Accese anche lui una sigaretta e fingendo di guardarsi in giro, dopo aver tirato un paio di boccate, disse:

- Siamo sempre di più esiliati noi fumatori.
Un’ottima scusa per attaccar bottone, pensai. Mi girai verso di lui.
- Non mi fido di chi non fuma. – risposi.
Lui ricambiò lo sguardo: Aveva grandi occhi azzurri e capelli sale e pepe.
- Nemmeno io. Sono troppo compiaciuti di loro stessi e sempre più intolleranti. – disse. Si avvicinò ancora di più e si presentò:
- Luca, piacere.
- Anna, piacere mio.
- Posso invitarla a bere qualcosa?
Gli sorrisi.
- Non oggi – dissi.
- Sta aspettando qualcuno? Una donna sicuramente…
- Perché una donna? - chiesi
- Un uomo non la farebbe mai aspettare.
Anche galante, pensai. Gli sorrisi ancora una volta. Iniziammo a parlare e ci trovammo subito bene, io però avevo una cena di compleanno la sera e dovevo rientrare.
- Devo andare adesso. –
Era evidente nel suo viso il dispiacere.
- È stato un piacere – dissi, porgendogli la mano.
- Per me un grande piacere – rispose lui.
Feci per andarmene, poi, fatto un paio di passi, feci una cosa che mai avrei immaginato di poter di fare. Mi voltai e dissi:
- Domani sarò qui a quest’ora. Possiamo andare a bere qualcosa se l’invito è ancora valido.
- Certamente – rispose lui – e i suoi occhi si sgranarono sorpresi.
Lo salutai e andai via.

Salita in macchina, tirai un profondo respiro calmante. Mi guardai nello specchietto retrovisore e mi chiesi cosa cavolo mi fosse passato per la mente nel fissare un incontro con uno sconosciuto. Perché era proprio quello che avevo fatto. Certo, il tipo mi aveva incuriosito, era piacevole, e soprattutto aveva avuto il “coraggio” di avvicinarsi e prendere un’iniziativa, cosa che ormai negli uomini è sempre più rara: si limitano a guardarti e a sperare che sia tu a fare la prima mossa, però non era nella mia natura un comportamento così sfrontato con persone che non conoscevo. Ho supposto che la relazione sessuale che io e Paolo avevamo con Cristina ed Alberto aveva in una certa misura allentato i miei freni inibitori. Sono certa che se questa relazione non fosse mai nata, io non mi sarei mai voltata indietro. “Stai diventando un po’ puttanella, cara mia, e questo ti piace” dissi a me stessa. Misi in moto e mi diressi verso casa.
Quella sera stessa, dopo la cena, la torta, i brindisi e dopo aver fatto ancora una volta gli auguri a Cristina, ci siamo seduti sulla terrazza sotto lo sguardo ammiccante della luna.

-Come va con la dama dai capelli rossi e dai grandi occhi azzurri di Erice? Ti sei vista poi con lei? – disse Cristina.
-Sì, ci siamo viste due volte. A casa sua.
-È brava a letto??” – chiese Cristina.
-Non quanto te. – risposi.
-Adorabile bugiarda. Ti si brillano gli occhi quando parli di lei.
- È molto sexy e molto…decisa… - dissi.
-Decisa eh? Ti domina? – disse Cristina
-Ha un forte carattere – dissi un po’ imbarazzata.
-Quando me la fai conoscere? - disse Cristina
-Non le piace farlo in tre.
-Possiamo farlo in cinque – disse Cristina con una nota di sarcasmo.
-Io sono d’accordo col cinque – disse subito Paolo. Alberto si limitò a sorridere.
- È lesbica e poi preferisce un rapporto intimo, a due. Ci riproverò comunque. Cambiamo discorso. Oggi sono stata approcciata da un uomo. – dissi.
-Oh cazzo. La serata si fa interessante – disse Cristina.
-Non mi hai detto nulla... – disse Paolo, guardandomi stupito.
-Tesoro, sei venuto a casa tardi, hai fatto la doccia e siamo subito venuti qui. Non ho avuto il tempo di dirtelo. Lo sto dicendo adesso.
-Quando è stato? – disse Paolo.
-Oggi pomeriggio, all’uscita della gioielleria dove ho comprato il regalo per Cristina.
-Ti ha approcciato per strada? – disse Paolo.
-Non fare il geloso Paolo – disse Cristina – ti ricordo che tua moglie scopa con mio marito… e tu con me…
Alberto divenne rosso come un granchio.
-Non sono geloso – disse Paolo – è che io conosco Anna, non è una che si fa approcciare, figuriamoci poi per strada.
-Dai, Anna, raccontaci tutto. – disse Cristina
-Devo dire che è stato tutto molto naturale. Mi ero fermata per fumare, lui mi ha visto dall’altra parte della strada, ha attraversato e si è fermato vicino a me. Ha acceso una sigaretta e mi ha detto che c’è tanta intolleranza verso noi fumatori. Io gli ho risposto e abbiamo iniziato a parlare del più e del meno.
-Com’è finita? – domandò Cristina.
-Niente. Mi ha chiesto di vederci domani per bere qualcosa e ho risposto di sì.
Non ebbi il coraggio di confessare che era stata una mia iniziativa. Dopotutto non avevo fatto nulla di male. Certo, ero stata io a far sì che ci vedessimo l’indomani ma non stavo nascondendo nulla. Seppur con un certo imbarazzo stavo raccontando ciò che era successo.
-Sapete, quello che Anna sta dicendo mi fa venire in mente una cosa. – disse Cristina.
-Ossia? – disse Paolo.
-Mi chiedo, una coppia deve giocare sempre insieme o qualche volta può dividersi?
-Uno scambio separato intendi? – domandò Paolo.
-Sì. Voglio dire, se noi abbiamo scelto di fare sesso tra noi è perché abbiamo voglia di sperimentare. Sperimentare è provare quello che non abbiamo mai provato prima. – disse Cristina
- Non sempre si può sperimentare tutto. A volte deve esserci un limite. – disse Paolo.
-Tu saresti dunque contrario? – disse Cristina.
-Io parlavo in generale – disse Paolo.
-Io non sto parlando in generale, io ho posto una domanda specifica. Può di tanto in tanto una coppia dividersi?
-Secondo te? – disse Paolo.
-Beh, io credo che una coppia deve deciderlo prima. Ci deve essere condivisione. Se c’è, si può far tutto quello che si desidera. Se uno della coppia dice no, è giusto che non si giochi. Che ne pensate voi?
-La penso come te, amore – disse Alberto.
- Quindi Alberto, se dovesse piacermi qualcuno e volessi andarci a letto, tu saresti d’accordo?
-Quando mai ti ho detto di no, amore? Purché poi mi racconti tutto – disse Alberto sorridendo.
-Certo che ti racconterò tutto amore, per filo e per segno. – disse Cristina. Si avvicinò ad Alberto e porgendogli le mani sulle sue guance gli stampò un bacio sulle labbra.
-E tu Paolo? – dissi.
-Anch’io sono per il sì. Anche se siamo uniti da un legame affettivo, perché non darci la possibilità di avere rapporti sessuali anche con altre persone, anche da soli, se entrambi siamo d’accordo?
-Bene, se domani il tizio prova a portarti a letto, non avere scrupoli. – disse Cristina.
Sentii le mie guance infiammarsi. Fulminai Cristina con lo sguardo. Quando notò che la stavo fissando, sorrise. “Dai, sto scherzando Anna, ti stavo provocando. Comunque siamo tutti d’accordo, vedo, che se ci piace qualcuno possiamo andarci a letto. Dico bene?”
-Dici bene – disse Alberto.
-Dici bene – disse Paolo.
-Dici bene – dissi io.
Bene, adesso andiamo tutti a letto e ricordate che la festeggiata sono io, quindi tutte le vostre attenzioni saranno su di me.
Riuscirai a reggere? – disse Paolo
Ci puoi scommettere – disse Cristina. – Andiamo!

Il giorno dopo pioveva come se il cielo si fosse squarciato lassù e il vento soffiava forte. Per la strada c'erano pochissime persone che si proteggevano sotto grandi ombrelli grondanti. Quando arrivai all’appuntamento Luca era fradicio.
- Ciao. Sono davvero contenta che ci sia questo brutto tempo. –dissi
- Perché? – disse lui stupito
- Piove e fa freddo. E sei venuto lo stesso. Una donna deve sapere con che uomo ha a che fare. –
Luca arrossì. - Posso offrirti una cioccolata calda? Ti riscalderà. – disse con voce sommessa.
- Ma sei tutto bagnato, dovresti cambiarti. – dissi.
-Che ne dici se andiamo a casa mia? Così posso cambiarmi e dopo ti preparerò una cioccolata più gustosa di quella del bar. Anche tu sei comunque bagnata…
-Ma io non ho un vestito a casa tua – dissi sorridendo.
-Fa niente. Ho il riscaldamento a casa, si può stare tranquillamente senza vestiti. – disse.
-Allora credo che possiamo andare. – dissi.

Prendemmo la sua macchina e ci dirigemmo a tutta velocità a casa sua. Appena chiusa la porta le nostre bocche si gettarono a capofitto l'una sull'altra. Mi spinse contro il muro. Sentivo la sua eccitazione. Le sue labbra erano morbide e la sua lingua un fiume di lava bollente. I nostri respiri si fecero affannosi e rapidi, le nostre mani vagavano dappertutto. Lui mi baciò sul collo, io gettai la testa all’indietro per offrirglielo. Le sue labbra roventi mi succhiavano la carne. Gli sbottonai la camicia e vedi il suo petto nudo e glabro. Diedi dei piccoli baci sui suoi capezzoli, adesso era lui che gettava la testa all’indietro. Gemeva. Poi, mi afferrò per i capelli e mi baciò di nuovo. Con una mano mi scoprì il seno. Lo accarezzò con il palmo, poi fece rotolare il capezzolo tra due dita e lo stringeva con forza. Ogni controllo era perso ormai. Mi sollevò in braccio e mi sdraiò sul letto. Mi baciò ancora, poi scese lentamente giù. Allargò le mie gambe con le mani e cominciò la magia.
Hai un odore buonissimo – mi disse – Vuoi che ti assaggi?
Sì…– risposi senza esitazione.
Sentii le sue labbra baciarmi l’interno delle cosce. Il suo alito caldo mi tramortiva. Le sue mani lasciarono le mie gambe e separarono le mie grandi labbra. Dio, mi sentii morire. Sentii la sua lingua entrarmi dentro.
Sei tutta bagnata, lo sai?
Bevimi – risposi.
Iniziò a succhiare e a bere i miei umori. Poi affondò due dita dentro di me. Mentre mi penetrava, inarcai la schiena per ricevere meglio le sue dita. Lui muoveva con decisione le sue dita mentre la sua lingua guizzava su di me. Sentii che stavo per venire e lo tirai su. Gli allacciai le gambe attorno alla vita., Lui mi penetrò e i nostri corpi si fusero finché non fummo travolti dall’orgasmo. Insieme. Rimanemmo sdraiati uno accanto all’altro per un po’. Dopo aver recuperato un po’ di fiato andai al bagno e optai per una doccia rilassante. Presi un asciugamano da uno scaffale per asciugarmi e qualcosa cadde a terra. Era una scatola che si era aperta sul pavimento e ne era ruzzolato fuori un collare. Lo raccolsi. Era un collare in cuoio con un anello vistoso. Vi era incisa una lettera. Una L. L come Luca, pensai. Capii subito di cosa si trattava. Mi guardai in giro. In un angolo del bagno c’era una bella borsa nera. L’aprii e fissò il suo contenuto. La borsa conteneva bavagli in pelle, corde, manette, sciarpe di seta, bende per gli occhi e altri oggetti. Ripose tutto dentro la borsa, rimise il collare dentro la scatola e uscì.
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