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Scambio di Coppia

Due e quattro, numeri perfetti


di Davidoff
29.07.2021    |    13.268    |    3 9.9
"Mentre scopo Simo, la vedo che succhia il cazzo di suo marito insieme ad Ale e ogni tanto si baciano e le loro lingue rovistano nella bocca l’una dell’altra..."
NOTA PER LA REDAZIONE:
Se ritenete che il racconto sia troppo lungo, potete dividerlo in più episodi.

Dopo tanto pensare, ho deciso di condividere con voi alcuni episodi della mia vita, quindi ciò che leggerete è tutto vero (in alcuni passaggi un po’ romanzato…ma vero) a parte i nomi

Lei, Alessandra, è lì seduta sul divano, bella, splendida e sensuale. Parla ma io da qualche minuto non l’ascolto più. Sono distratto dalle sue gambe lisce, tornite e abbronzate, lasciate ampiamente scoperte dalla gonna corta che, da quando si è seduta, si è fatta ancora più corta. Il mio sguardo viene poi attratto da tutto il resto, che già conosco molto bene ma ogni volta mi eccita e mi fa dire che sono un uomo fortunato. Stiamo insieme già da diversi anni (non siamo sposati ma conviviamo come se lo fossimo), ma continuo a inebriarmi di lei: il suo seno, non eccessivamente grande ma stupendo con due capezzoli invitanti; il suo fondoschiena, semplicemente perfetto; le sue labbra, carnose e vogliose; i suoi occhi, nei quali mi perdo ogni volta che la guardo.
Mi alzo, le prendo la mano e la faccio alzare. La stringo a me e la bacio. Un bacio sensuale e lunghissimo mentre le nostre mani si introducono sotto i vestiti e cercano il contatto con i nostri corpi. Le metto una mano sotto la gonna e sento che ha già le mutandine bagnate mentre lei appoggia la sua sul mio pene che, imprigionato nello slip, sta quasi per scoppiare da quanto è grosso e duro. Continuiamo così per alcuni minuti durante i quali le nostre bocche e le nostre lingue si cercano con avidità e le nostre mani quasi strappano i vestiti dell’altro.
Ci ritroviamo nudi lì in mezzo alla stanza, la prendo in braccio e mi dirigo in camera. La getto sul letto e lei assume una posizione tipo Maya Desnuda che la rende ancor più “Divina”. La guardo in tutto il suo splendore e la mia fantasia corre. Tra poco sarà al centro delle mie attenzioni e questo mi eccita ancora di più. Ho voglia di lei, di creare situazioni intriganti, colme di sensualità, desiderio, erotismo, passione. Mi esalta la sua femminilità così evidente, come evidenti sono il suo erotismo, la sua lussuria, il suo desiderio.
Mi avvicino a lei e iniziamo un intrigante gioco di sguardi; oramai siamo in preda a una eccitazione irrefrenabile. La mia lingua gira intorno ai suoi capezzoli che ogni tanto mordo facendole provare un mix di dolore e piacere. Lei intanto ha preso il mio pene nella sua mano e mi sega con maestria, provocandomi brividi di immenso piacere. La tengo avvolta tra le mie braccia e i nostri corpi sono un tutt’uno. Poi, piano piano, scendo e dopo averle leccato e baciato ogni parte del corpo mi soffermo sul suo Monte di Venere sul quale, con una leggera pressione, faccio roteare il palmo della mia mano. Senza fermarmi insinuo la mia testa fra le sue cosce che lei ha voluttuosamente aperte. La sua “amichetta”, stupenda e completamente rasata fatto salvo un piccolo ciuffetto al di sopra del clitoride, è già ampiamente bagnata e come ci appoggio sopra la mia lingua, Alessandra ha un sussulto e inarca la schiena emettendo un flebile gemito. Comincio a leccarla intorno alle grandi labbra che nel frattempo si sono gonfiate a dismisura. Poi introduco la lingua dentro di lei e la muovo come se la scopassi. È bagnata come non mai.
Il suo respiro si è fatto frenetico, il suo corpo si contorce, mi supplica di non smettere, emette gemiti di piacere. Mentre continuo a scoparla con la lingua, con la mano destra comincio a tormentarle i capezzoli e con quella sinistra mi sono spostato sul clitoride, gonfio e gocciolante di piacere, che inizio a sollecitare con il pollice con movimenti delicati e continui. Proseguo a leccarla e lei mi tiene la testa tra le mani come a supplicarmi di non smettere. Sta per raggiungere l’orgasmo: la mia lingua la scopa, le mie dita stimolano il clitoride e strizzano i capezzoli. È in preda ad un vortice di emozioni, muove il suo corpo al ritmo della mia lingua, dalla sua bocca escono gemiti di piacere sempre più forti fino a quando urla:
“Continua... non smettere... dai... ancora ancora... così così... vengo vengo... vengooooooooo... siiiiii... vengoooooooooooo.”
Il suo corpo si irrigidisce come una corda di violino, i suoi umori scendono copiosi e io la lecco cercando di non perdere neanche una goccia di quel nettare favoloso. Dopo qualche secondo alzo la testa e i nostri sguardi si incrociano. Nei suoi occhi leggo piacere e soddisfazione; lei mi guarda intensamente e mi dice:
“Sei un gran bastardo... però ora scopami che ho una gran voglia di sentirti dentro.”
Quelle parole mi eccitano ancora di più e il mio pene è duro e pronto a assaporarla. Apre le gambe, mi guarda vogliosa e mi dice:
“Ti voglio, scopami.”
Mi metto sopra di lei e, ancora bagnata per essere appena venuta, mi riceve con facilità. Le sono dentro e comincio a scoparla con movimenti regolari. Ogni volta che spingo emana mugolii di piacere. Alza le gambe e le avvinghia intorno a me; stessa cosa fa con le braccia. Siamo quasi un corpo solo mentre io aumento l’intensità e il ritmo dei colpi e lei lo agevola muovendosi all’unisono con me. Duriamo così un tempo indefinito, durante il quale cambio più volte il ritmo, cosa che la fa impazzire, fino a quando raggiunge un altro orgasmo esplosivo che la fa urlare di piacere.
Non faccio in tempo ad uscire da lei che mi spinge via, mi gira e si mette sopra di me.
“Ora tocca a me.”
Con fare quasi autoritario e in un attimo ha il mio pene in bocca. Difficile dirle di no perché è unica. Lo lecca, lo ingoia, ci sputa sopra. Le sue mani non sono da meno: si muovono su e giù sul mio membro mentre lo lecca con avidità. Comincia a leccarmi tutto intorno e io non capisco più nulla; poi la sua lingua affonda nel mio buchetto e io non resisto più.
“Cazzo, quanto mi fai godere... siiii.... dai... non ti fermare.... leccami tutto.... prendilo tutto in bocca.”
Farsi fare un pompino da lei è un’esperienza divina.
Non so dire quanto tempo è durato ma ad un certo punto stacca la bocca dal pene e con una mossa veloce si mette sopra di me e se lo infila tutto dentro e comincia ad andare su e giù. Si morde il labbro inferiore quando le stringo le tette tra le mie mani.
“Così vengo... lo sento tutto dentro di me... cazzo! quanto godo... mi fai impazzire.”
Aumenta il ritmo fino a quando emette una specie di urlo strozzato:
“Ahahhhhh... veng... ohohhh.”
Poi si accascia su di me.
I nostri corpi sono appiccicati e i nostri volti si sfiorano. I suoi capelli selvaggi sul mio volto hanno su di me un effetto straordinario. Mi tolgo di sotto e lei si adagia sul letto a pancia sotto. Mi siedo sopra di lei e l’immagine del suo culo perfetto e sodo mi stordisce. Da vera porca lo capisce e lo inarca per metterlo ancor più in bella evidenza sapendo che mi sarei eccitato ancora di più. In questo modo mi offre la visione della sua figa ancora tutta gocciolante e in un attimo le entro dentro. La posizione agevola i nostri movimenti e mentre la scopo passo una mano sotto di lei e comincio a masturbarle il clitoride mentre con l’altra le massaggio il culo. Poi mi lecco le dita e inizio a stimolarle il buchino e piano piano le infilo prima un dito poi due. Quando capisco che è pronta esco dalla sua figa e, dolcemente ma con decisione, entro dentro il suo buchino posteriore. Ha un sussulto e poi inizia ad agevolare il mio movimento.
L’eccitazione di entrambi è straripante e lei mi dice:
“Sei un gran porco e uno stronzo... così mi fai venire ancora una volta.”
“Sei tu una gran porca... dai che veniamo insieme.”
Bastano pochi colpi.
“Io vengo... anch’io.... siiii… eccomi... vengo... godo... siiiii... daiiiii... godooooo... siiiiiiiiiii... insiemeeeeee...”
Vengo dentro di lei mentre gode e urla come una pazza. È un orgasmo violento, i nostri corpi, eccitati e sudati, tremano per diversi secondi e sono attraversati da brividi come fossero scosse elettriche. Mi accascio sopra di lei e rimaniamo così per qualche attimo poi esco da dentro e mi sollevo per farla girare. Ci guardiamo, i nostri occhi sono lucidi dall’emozione; ci abbracciamo forte, quasi con violenza; i nostri corpi sono ricoperti di goccioline di sudore e brillano alla luce tenue del pomeriggio che filtra attraverso le persiane semichiuse. Ci guardiamo ancora una volta negli occhi, le nostre labbra si incontrano in un bacio stupendo, poi prendo il suo volto tra le mie mani:
“Ti voglio mia per sempre.”
“Voglio essere tua per sempre, amore mio.”
Poco dopo, abbracciati e felici, ci lasciamo cullare da un sonno dolce e rilassante sino all’ora di cena. Una volta svegli decidiamo di uscire a divertirci. È venerdì, siamo a fine giugno, la stagione è bella, calda ma non troppo, abitiamo in una città di mare, quindi uscire la sera è sinceramente piacevole. Una doccia rigenerante, poi i preparativi. Io, come sempre, faccio prima: slip, pantalone rosa, camicia rigorosamente bianca, blazer blu, scarpe di tela bianche.
Insomma sportivo ma elegante. Mi guardo allo specchio e mi dico:
“Però, caro Paolo, mica male per uno che i 55 li ha già superati da anni.”
Alto 185 cm, carnagione scura, capelli neri corti, barba corta brizzolata e ben curata, occhi marroni penetranti, faccia da “bello e dannato” (lo dicono gli altri), fisico atletico (faccio palestra o corro quasi tutti i giorni) e poi tutti mi danno dieci anni di meno. Insomma, quello che si definisce un uomo affascinante.
Sono immerso nei miei pensieri quando lei esce dal bagno ed entra in camera avvolta in un asciugamano. Si è già sistemata i capelli e ha un trucco leggerissimo. Essendo già pronto mi siedo e la ammiro, cosa che da sempre la lusinga. Stiamo insieme da tempo ma non ho perso il piacere di ammirarla: 40 anni, 170 cm, fisico snello, atletico e tonico, scolpito da ore di palestra, volto attraente e birichino, due occhi stupendi, tra il grigio ed il marrone secondo il riflesso della luce, che trafiggono chiunque li incroci, capelli neri selvaggi non troppo lunghi, due tette non troppo grandi (una terza) ma sode e invitanti, due gambe lunghe e affusolate e poi un culo da favola, perfetto, che fa impazzire tutti gli uomini soprattutto quando, al mare, indossa quei costumi, stile brasiliana, con colori pastello e di una taglia inferiore alla sua perché risalti ancora di più. Insomma una gran figa e sufficientemente porca!
Apre l’armadio, una rapida occhiata e opta per un abito rosso leggero, che si adagia alle sue forme, corto, che le lascia la schiena scoperta, esalta il suo fondoschiena e con un décolleté da paura. Indossa dei sandali tacco 12.
“Sono pronta.”
Nessun cenno di biancheria intima! Io la guardo e lei mi sorride.
“Vado bene così?”
“Sei perfetta.”
Poi il suo sguardo scende sui miei pantaloni e si accorge che ho un’erezione.
“Si, direi proprio che ti vada bene.”
Scoppiamo a ridere.
Ho prenotato un ristorante a picco sul mare che conosciamo bene. La vista è favolosa e siamo arrivati in tempo anche per goderci il tramonto. Uno spettacolo stupendo che, prima di sederci al tavolo, ammiriamo in piedi sorseggiando un aperitivo.
Spettacolo stupendo, anche se di tutt’altra natura, è anche quello che molti commensali (in particolare gli uomini) stanno vedendo guardando verso di noi, con la scusa di guardare il tramonto. Infatti, ad un certo punto mi allontano un attimo per andare a salutare il ristoratore e quando torno verso di lei mi accorgo che, essendo contro luce, il suo vestito è come sparito e tutti possono ammirare il suo fisico perfetto e quel fondoschiena da urlo. Scruto subito fra i tavoli e vedo i volti vogliosi degli uomini e quelli invidiosi, ma compiaciuti di tanta bellezza, delle donne. La situazione mi intriga e ho un’erezione che cerco subito di nascondere mettendo le mani in tasca. Mi avvicino dietro di lei e le do un bacio sul collo poi, orgoglioso della mia femmina, mi sposto di lato affinché tutti possano continuare ad ammirarla e a fantasticare.
La cena scorre piacevole con del buon pesce e delle ottime bollicine. Come è nostra abitudine parliamo molto durante la cena: politica, libri, sport (lei juventina, io della Viola), viaggi, amici, passioni, sesso, ... Le racconto dello spettacolo che hanno potuto ammirare molti commensali e mi confessa che la cosa la eccita e ha un fremito tra le gambe. Allora passiamo ai raggi X molte persone e ci divertiamo sia a fantasticare su alcuni di loro che a prenderne in giro altri. Ordiniamo la seconda bottiglia di bollicine ed è solo a quel punto che poniamo maggiore attenzione ad una coppia seduta vicino a noi perché lei ferma il cameriere e non possiamo fare a meno di sentire.
“Scusi possiamo ordinare due calici di bollicine uguali a quelle ordinate dai signori?”
“Mi dispiace, di quelle non serviamo calici ma solo bottiglie.”
Sta per andarsene ma lo fermo.
“Scusi, può portare due calici vuoti ai signori? Grazie.”
Poi mi rivolgo alla coppia.
“Non ho potuto fare a meno di sentire e se permettete vi offriamo noi due calici della nostra bottiglia.”
Loro, dopo un primo evidente imbarazzo, accettano volentieri. Dopo un cenno d’intesa con Ale, poiché anche loro hanno terminato la cena, gli invito al nostro tavolo per fare conoscenza e fare quattro chiacchiere in allegria.
Si alzano per venire a sedersi al nostro tavolo e Ale e io li osserviamo con attenzione. Lui, alto più o meno come me, più corpulento ma atletico, capelli lisci biondi, mani curate, ben vestito. Da come lo sta osservando Ale, direi un uomo che piace alle donne. Lei, una gran figa! Capelli lunghi biondi, occhi celesti, sul metro e settanta, una quarta abbondante di seno messo in bella vista da un audace décolleté, un fisico perfetto su due gambe chilometriche lasciate scoperte da una mini di jeans che lascia davvero poco all’immaginazione. Ai piedi dei sandali con tacco importante. Non le vedo il culo ma immagino che sia all’altezza di tutto il resto.
“Piacere, Alessandra, Ale per gli amici, e Paolo.”
“Il piacere è nostro, Simona e Roberto, ma chiamateci pure Simo e Roby. Grazie per l’invito e per le bollicine.”
Ridiamo e ci sediamo, Roby alla destra di Ale e Simo alla mia sinistra.
“Di dove siete?” chiede Roby.
“Beh, è un po’ complicato” - risponde Ale - “Diciamo che viviamo un po’ qui a Livorno e un po’ a Firenze. Io sono di origini meridionali, Paolo fiorentine. Voi invece di dove siete?”
“Siamo entrambi di Perugia” – risponde Simo – “ma da oltre dieci anni viviamo in Toscana.”
La conoscenza prosegue e scopriamo che Roby ha 45 anni ed è dirigente di banca, mentre Simo di anni ne ha 38 e lavora in un Comune vicino. Sono sposati da vent’anni (matrimonio riparatore) e hanno due figli maschi di 22 e 20 anni che vivono in un piccolo appartamento a Firenze dove fanno l’Università.
Racconto che noi non siamo sposati ma conviviamo da molti anni ed entrambi abbiamo figli da precedenti matrimoni. La serata prosegue piacevolmente e, saranno le bollicine, sarà che l’estate è la stagione degli incontri, devo ammettere che ci conosciamo da meno di un’ora e già vi è molta empatia. Stiamo bene e parliamo a ruota libera.
A un certo punto Simo chiede:
“Scusa Ale, posso chiederti quanti anni hai?”
“Quarantadue”
“Cazzo!” - interviene Roby - “Pensa che è tutta la sera che ci chiedevamo le vostre età e a te non davamo più di 35 anni, anzi anche meno.”
“Grazie, siete troppo buoni” risponde Ale.
In realtà hanno ragione perché Ale dimostra davvero meno della sua età.
“E tu, Paolo, quanti anni hai?”
“Diciamo che sono tra i cinquanta e i sessanta.”
“Ma dai – esclama Roby – non fare il furbo.”
“Cinquantasette e non faccio il furbo.”
“Cazzo! Questa volta lo dico io” esclama Simo.
“Davvero?”
Sto per rispondere ma Ale mi precede:
“Verissimo, anche se posso garantirti che non li dimostra assolutamente” e guardando fissa Simo si lascia andare ad un sorrisetto malizioso che vale più di mille parole.
“Complimenti a entrambi – continua Simo - non dimostrate assolutamente le vostre età e avete due fisici da paura. Poi ci dite la ricetta, vero?”
Scoppiamo tutti e quattro a ridere, poi Ale come se nulla fosse:
“Facciamo tanta attività fisica, sia fuori che dentro casa.”
“Beati voi!” esclama Simo senza nascondere la propria invidia.
In quel momento veniamo interrotti dal cameriere che ci chiede se vogliamo altro. Ci accorgiamo che abbiamo finito anche la seconda bottiglia di bollicine. Poiché si tratta di un ristorante inserito all’interno di uno stupendo stabilimento balneare, decidiamo di prenderci il caffè e poi andare a sorseggiarci qualcosa in qualche angolo appartato, distesi comodamente su delle sdraio.
Optiamo per un Pinot bianco fresco e chiedo al ristoratore quattro calici e un secchiello col ghiaccio. Pago il conto, anche quello dei nuovi amici nonostante insistessero per pagare loro, e ci incamminiamo verso una zona abbastanza distante dal ristorante, a strapiombo sul mare e illuminata solo dalle stelle, dalla luna e da qualche bagliore di luce lontana proveniente dal ristorante e dai vialetti che percorrono l’intero stabilimento balneare immerso totalmente tra la vegetazione. Prendiamo quattro sdraio, verso il vino e ci mettiamo comodi. Le donne si posizionano una accanto all’altra e iniziano a parlare fra loro come fossero vecchie amiche. Stessa cosa facciamo noi maschietti.
Eravamo presi dalle nostre chiacchiere quando una voce fende il buio e ci fa sobbalzare:
“Mi scusi dottore, noi chiudiamo... lei si trattiene ancora?”
Mi volto e vedo il ristoratore.
“Scusa non ti avevamo sentito, eravamo presi dai nostri discorsi.”
Guardo l’orologio, mezzanotte e mezza.
“Si, ci fermiamo ancora una mezz’ora, grazie di tutto.”
“Buonanotte dottore, buonanotte signora, buonanotte signori.”
Lo salutiamo e lui sparisce nel buio della notte. Poco dopo sentiamo una macchina mettersi in moto, dei fari illuminare il boschetto alle nostre spalle che nasconde il parcheggio e poi di nuovo buio e silenzio.
In quel momento mi accorgo degli sguardi incuriositi, forse anche un po’ preoccupati, dei nostri nuovi amici.
“Vi spiego. Sono comproprietario dello stabilimento balneare e del ristorante. Possiamo rimanere tutto il tempo che vogliamo senza problemi e fare quello che vogliamo.”
“Ma dai!” esclama Simo.
“Tutto vero” interviene Ale.
“Ma... ma.. ma” balbetta Roby.
“Cosa?” chiedo.
“No, niente, volevo dire che non avevamo capito.”
Interviene Ale: “Vi va di scendere giù al mare?”
“Siiii” risponde Simo con fare eccitato come fosse una quindicenne.
“Ok - intervengo - però seguitemi e fate molta attenzione a scendere le scale”.
Apro il cancellino, accendo la torcia del cellulare e comincio a scendere le scalette che portano al mare.
“Mi raccomando scendete piano, guardate dove mettete i piedi e tenetevi al corrimano.”
“Si papà” esclama Simo ridendo.
“Quando arriviamo giù te lo faccio vedere io il ‘papà’, ti prendo e ti butto in acqua.”
“Si dai facciamo il bagno.”
“Noi - le risponde Ale - lo facciano spesso.”
“Ok, allora facciamolo” insiste Simo.
“Bene – continua Ale - però noi lo facciamo nudi perché non abbiamo i costumi, anzi io non ho nemmeno l’intimo.”
“Lo avevamo notato” interviene un po’ imbarazzato Roby.
Arriviamo sul pontile, mi distendo e metto una mano in acqua:
“È caldissima.”
Quindi mi tolgo le scarpe e poi in un attimo sono nudo. Mi avvicino a Simo:
“Allora, ti devo buttare o fai da sola?”
La guardo dritta negli occhi. Lei non risponde ma nei suoi occhi vedo chiaramente che è eccitata. Mi giro e mi tuffo in acqua. Riemergo appena in tempo per vedere Ale che, con fare da vera troia, sta facendo scivolare il vestito ai suoi piedi e rimane completamente nuda, ma con indosso ancora il tacco 12 che la slancia e le alza il fondoschiena. La luce della luna le accarezza la pelle e, sinceramente, è bellissima, eccitante, desiderabile. Vedo i nostri nuovi amici che la fissano, visibilmente ammaliati da tanta sensualità, che diventa esplosiva quando si piega per togliersi i sandali, porgendo alla loro vista il suo culo fantastico e la figa completamente rasata, fatto salvo un piccolo ciuffetto che sovrasta le grandi labbra. Ho un’erezione mentre lei si tuffa.
Per distrarmi mi rivolgo ai nostri nuovi amici:
“Che fate? Venite?”
In quel momento Ale riemerge, si attacca al mio collo e ci lasciamo andare a un bacio bello e sensuale. Con la coda dell’occhio vedo Simo e Roby che si guardano e dopo un cenno d’intesa si spogliano rapidamente e si gettano in acqua. Un attimo dopo ci raggiungono e siamo tutti e quattro vicini, uno accanto all’altro.
Attimi di silenzio. I nostri corpi si sfiorano cullati dal lieve movimento delle onde. Ci guardiamo. Vedo imbarazzo nei loro occhi.
Ale capisce la situazione e allora, con fare rassicurante ma con voce suadente, interrompe quel silenzio che sembrava non finisse mai:
“Allora? Che ve ne pare? Siete pentiti di averci conosciuto?”
“Scherzi?” - risponde Simo – “Quando mai ci sarebbe capitato tutto questo. Stiamo trascorrendo una serata fantastica. Grazie.”
Poi si avvicina ad Ale, la abbraccia e le dà un bacio sulla guancia.
“Devi ringraziare Paolo, non me.”
Simo si gira verso di me, mi butta le braccia al collo e mi abbraccia. I nostri corpi, completamente nudi e immersi per buona parte nell’acqua, sono attaccati; i suoi seni spingono sul mio petto e io ho una erezione. Lei se ne accorge, si stacca un po’ dal mio corpo, mi guarda e, con un sorriso malizioso, mi da un bacio a stampo sulla bocca.
“Grazie Paolo.”
“È un piacere. Dai facciamoci una nuotata e poi ci distendiamo sul pontile ad asciugarci al chiaro di luna.”
Iniziamo a nuotare e dopo cinque minuti siamo distesi sul pontile completamente nudi. Uno spettacolo unico!
L’aria è fresca, si sta bene, i nostri corpi sono illuminati dalla luna e da un cielo completamente stellato che sembra costruito apposta per noi. Mi giro, alla mia sinistra c’è Ale, poi Simo, chiude la fila Roby. Intorno a noi un silenzio quasi surreale interrotto solo dal tenue rumore del mare che sembra fatto apposta per cullare i nostri pensieri.
Poco dopo Simo si alza in piedi di scatto come fosse stata morsa da una tarantola e si mostra in tutta la sua bellezza. Prende fiato e come un fiume in piena:
“Insomma, io ho bisogno di capire altrimenti esco pazza. Siete scambisti? Volete fare l’amore in quattro? Dite qualcosa perché da quando stasera vi abbiamo visti arrivare per noi è stata una escalation di emozioni e sinceramente, anche se non l’abbiamo mai fatto, Roby e io ci siamo scambiati più volte sguardi di assenso. Siete belli, sensuali, attraenti, quindi siamo disponibili a provare, anzi ad essere sinceri ci avete fatto venire una gran voglia.”
Riprende fiato:
“Oh, l’ho detto!”
Poi, come se nulla fosse, si distende di nuovo sul pontile.
Ale e io ci guardiamo e scoppiano a ridere. Loro ci guardano con fare quasi scocciato ma poi un sorriso appare sui loro volti che in breve tempo si trasforma in una grande risata.
“Vedete ragazzi, Ale e io siamo una coppia molto liberal e non siamo schiavi del pudore o di convenzioni sessuali, se capita facciamo naturismo e non ci facciamo problemi a mostrarci nudi ad altri anche se appena conosciuti. Per noi il numero perfetto è il due, però siamo anche due grandi maiali, ci piace fare sesso, godere e sperimentare, quindi, sempre se capita, senza programmare niente, non disdegniamo situazioni erotiche particolari. Anche il quattro è un numero perfetto. Sino ad oggi ci è capitato solo un paio di volte e, a dirla tutta, non sono state un granché. Ora, se siete eccitati e volete scopare fate pure, anzi sapete che vi dico, noi lo facciamo, poi quello che succede…”
Detto fatto, mi avvicino ad Ale e cominciamo a baciarci e a leccarci senza alcun problema. A quella vista vedo i capezzoli di Simo diventare duri e Roby ha un’erezione niente male. Dopodiché anche loro cominciano a fare sesso e la serata si infiamma in maniera esaltante.
Baciati dalla luna continuiamo nelle nostre reciproche effusioni per circa mezz’ora, durante la quale il silenzio della notte è interrotto solo dai gemiti delle donne. Infatti sia io che Roby stiamo leccando le nostre rispettive compagne che giacciono sul pontile, una accanto all’altra, a gambe aperte con noi maschietti che stiamo lavorando di lingua sui loro clitoridi, sulle grandi labbra, sui loro buchetti rosa posteriori. Ad un certo punto Simo si alza, si gira e si mette a pecorina:
“Roby mettimelo tutto dentro; dai, ho voglia di sentirlo; cazzo, quanto mi sento troia.”
Non fa in tempo a terminare la frase che il suo uomo glielo ha già infilato:
“Ahahhahhhh…. siiii…… daiiii… daiii. sfondami, fammelo sentire, sbattimi.”
“Cazzo, non ti ho mai vista così infoiata, sei propria una gran troia.”
A quelle parole Simo asseconda per un attimo il ritmo del marito poi si ferma e si irrigidisce.
“Lo sento, si vieni, sborrami tutta, daiii amore, daiii, siiii…. vengo anch’io …vengooooooo….”
“Eccomiiiiiiiii…..”
Roby inarca la schiena e spinge tutto il suo pene dentro la figa della moglie che apre la bocca e lascia uscire un suono gutturale, mentre alza la testa e socchiude gli occhi:
“Ahahaahhhh …… ohhoooooohhhhhhh….”
Ale e io ci siamo fermati per goderci la scena, degna del miglior film porno.
Roby esce da dentro sua moglie che si gira e comincia a leccare il pene del marito, ripulendolo sia dello sperma rimasto che dei suoi umori vaginali.
Poco dopo Simo si gira, ci guarda, poi fissa Ale, si alza e viene verso di lei:
“Già da prima ho voglia di farlo.”
Così dicendo arriva davanti ad Ale, la abbraccia e la bacia. Ale riceve volentieri quelle attenzioni e risponde al bacio. Un bacio infinito: le loro lingue si esplorano a vicenda mentre i loro corpi ancora leggermente bagnati sono l’uno appiccicato all’altro e le mani di entrambe iniziano ad esplorare le rispettive parti intime.
L’eccitazione delle due donne è palpabile. Io e Roby stiamo lì a guardare con fare quasi inebetito, poi ci avviciniamo a loro. Io dietro a Simo, Roby dietro alla mia Ale.
Le due donne si voltano e all’unisono si accoccolano davanti a noi e un istante dopo hanno i nostri membri nelle loro bocche. Devo ammettere che Simo è molto brava e usa lingua, saliva, bocca e mani da grande troia. La sua eccitazione è a mille. Si capisce che quest’esperienza le sta facendo uscire la parte più porca di sé e oramai il suo desiderio e la sua voglia di godere sono irrefrenabili.
Nel frattempo, con la coda dell’occhio, vedo Ale che sta facendo un pompino eccezionale a Roby che, si capisce, è infoiato quanto la moglie.
Ad un certo punto Ale si stacca dal suo pene, si distende sul pontile e apre le cosce:
“Vieni Roby, fammi godere.”
Roby le monta sopra è inizia a scoparla con grande intensità.
“Siii. dai… dai…. non ti fermare…. Uhmmm”.
Nel sentire quei gemiti, Simo si stacca dal mio pene, si gira e vede suo marito che sta scopando la mia compagna. Questa scena, se possibile, la eccita ancora più di quanto non lo sia già. Si mette a quattro zampe, portando il suo volto vicino a quello di Ale.
“Paolo, ti prego sfondami la figa. Non so cosa mi stia succedendo, ma stasera mi sento una gran troia e voglio godere come non mai.”
Mi metto dietro di lei e comincio a scoparla. Come le entro dentro, lei inizia a mugolare:
“Siiii…. Hahahhhh…… come godo…… Roby sono una troia…. daiiii…. non smettere, sbattimi.”
Oramai le due donne sono al culmine del loro piacere e prima Ale e subito dopo Simo vengono e godono copiosamente.
Conosco Ale e appena si riprende sposta Roby lo fa girare e si mette sopra di lui. Glielo prende in mano e se lo infila tutto dentro emettendo un gemito di grande piacere. Comincia ad andare su e giù, allora io esco da Simo e vado dietro di lei, la piego su Roby in modo che mi esponga il suo bel culo che lubrifico un po’ con saliva e un paio di dita e poi, dopo essermi appoggiato al suo buchetto, le entro dentro con facilità.
“Siiiiii……..riempitemi tutta……….dai………cazzo, quanto godo… ooooooooooooo… siiiii….quanto mi piace prenderlo in culo…….daiiiii”. La scopiamo in maniera quasi selvaggia per diverso tempo e lei, perso oramai ogni freno inibitore, si contorce tutta e urla il suo piacere, pregandoci di non smettere:
“Dai, non smettete, ancora, siiiii, ancora… sfondatemi tutta…. hai visto Paolo quanto sono troia.”
Sento il suo piacere arrivare al culmine:
“Non smettete….. dai dai dai, siiiiiii, godoooooooooo…………. godo anche dal culo………… siiiiiiii…. vengoooooooooooooooooooooooo.”
Nel mentre urla tutto il suo piacere, Ale si contorce pervasa da scariche elettriche e brividi che la fanno accasciare sul petto di Roby. Sia lui che io usciamo da dentro di lei e, ancora colmi di eccitazione da una scopata spettacolare, sentiamo Simo:
“Ehi, ci sono anch’io.”
Poi in maniera sinuosa viene verso di me, mi guarda, mi prende l’uccello in mano:
“Fammi godere, fammi sentire troia”, poi si gira verso il marito “E tu dagli mano perché stasera uno non mi basta.”
La prendo, la distendo sul pontile, le prendo le caviglie e le allargo le gambe. Poi mi metto in ginocchio davanti a lei, le appoggio il pene sulle labbra dilatate della figa e lei emette un gemito; mi guarda con occhi vogliosi, sta per dire qualcosa ma suo marito le pianta l’uccello in bocca mentre io le infilo dentro il mio e lei inizia a godere e a bagnarsi come una fontana. Mentre la scopo la vedo che spompina Roby e solo allora mi rendo conto che anche lui non è messo male.
In quel momento si avvicina Ale e anche lei inizia a leccare Roberto.
Mentre scopo Simo, la vedo che succhia il cazzo di suo marito insieme ad Ale e ogni tanto si baciano e le loro lingue rovistano nella bocca l’una dell’altra.
Cambio il ritmo e Simona comincia a emettere frasi da vera troia:
“Siii, daiiii. sbattimi più forte, sono la tua troia……….guarda Roby come godo col cazzo di Paolo………… dai dai dai, fammi godere……….ti prego mettimelo nel culo…..anch’io lo voglio nel culo”.
A quel punto esco e glielo metto nel culo con un sol colpo. Lei si irrigidisce per po’ poi comincia a rilassarsi e ad assecondare il mio ritmo. Dopo un minuto circa è già fuori di testa e di nuovo comincia a godere:
“Siiiiiiiiiiiii……….. dai Paolo sfondami tutta………sto godendo………dai Ale continua….”.
Mi accorgo che Ale mentre succhia il cazzo di Roby insieme a Simona, le ha messo una mano tra le cosce e la sta masturbando, mentre con l’altra si sta dando piacere da sola.
Stiamo tutti raggiungendo l’apice e si confondono le voci:
“Siiiiiiiiiiiiiiiiii, vengoooooooo……… anch’io, ohhhhhhhhhhhhh………. godoooooooooooooo, eccomiiiiiiii, ahahahahhhhhhhh, sborrooooooo……….belloooooo, siiiiiiiiii, daiiiiiiiiiii…..godiamo tuttiiiiiiiiiiii”.
Quasi all’unisono io sborro nel culo di Simona e Roby in bocca alle due donne, che non perdono una goccia di sperma e poi si baciano voluttuosamente con lo sperma che passa dalla bocca di una all’altra e su tutto il viso.
Ci distendiamo sul pontile, i nostri corpi sono lucidi dal sudore e anche se siamo all’aperto, nell’aria si respira odore di sesso. I nostri respiri sono ancora accelerati e, insieme alla risacca del mare, sono l’unico rumore che si sente nel silenzio della sera.
Stiamo zitti per almeno cinque minuti poi è Simona che interrompe il silenzio:
“Grazie, grazie, grazie, è stata la scopata più bella della mia vita. Sinceramente non avevo mai goduto come stasera. Mi sono sentita una vera troia senza però sentirmi sporca”.
Poi rivolgendosi a suo marito:
“Roby sei stato meraviglioso. Non mi avevi mai scopata come stasera. Ho perso il conto degli orgasmi. Grazie anche a te Paolo e a te, Ale”.
“Bene – interviene Ale - vorrà dire che il conto per la terapia di coppia ve lo mandiamo a casa”.
Tutti e quattro scoppiamo in una fragorosa risata, poi ci alziamo e lentamente ci rivestiamo e ci incamminiamo verso le scalette che ci riportano allo stabilimento balneare.
Arrivati al parcheggio ci scambiamo i cellulari, ci abbracciamo e salutiamo come vecchi amici, promettendoci di rivederci presto. Poi saliamo nelle nostre auto e ci perdiamo nella notte.
Da allora siamo diventati ottimi amici e ogni tanto ci vediamo…

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