Racconti Erotici > tradimenti > Alessandra..
tradimenti

Alessandra..


di Membro VIP di Annunci69.it lavidaciula
19.01.2022    |    28.909    |    6 9.3
"” “Lo fate nudi qui il bagno, immagino…” “Certo, come dicevo il posto è molto tranquillo e riservato..."
Sì, effettivamente sono un uomo fortunato! Ho avuto la fortuna di incontrare Alessandra giovanissima e bellissima. Il destino ha voluto che ancora oggi sia una moglie semplicemente meravigliosa. È follemente innamorata di me come il primo giorno ed io lo sono di lei anche se in passato ne ho combinate e ne combino tuttora di tutti i colori.

Ma io sono irrequieto e spesso esagerato in tutte le mie manifestazioni. Soprattutto in quelle sessuali. Questo però ci ha permesso di condividere in passato e tuttora sempre tutto. Anche e soprattutto proprio nel campo sessuale. Lei però inizialmente si era mostrata piuttosto timida e restia nell’accettare tutte le mie particolari proposte. Ma lentamente ed un po’ alla volta si è però fatta convincere e mi ha detto alla fine sempre di sì. Molto spesso ciò le è costato indubbiamente una grande fatica. Fin dai tempi dell’università, quando la conobbi ancora vivace e spregiudicata ragazzina, ad anche dopo quando la splendida donna era diventata mia moglie.

Alessandra ai tempi dell’università era la più bella della facoltà. Come dicevano i miei stessi compagni di facoltà lei era una fica stratosferica. Aveva un bellissimo viso ed un altrettanto accattivante sorriso. Il corpo, allora purtroppo appena intravisto perché lei non amava farsi vedere troppo, faceva poi prevedere cose fantastiche.

La giovane donna sapeva però di essere bella e felice di esserlo. Per questo, ricordo molto bene che, convinta da una sua compagna di facoltà, aveva accettato di partecipare allora per scherzo all’elezione di Miss Università. Il moroso di allora, gelosissimo, non aveva gradito moltissimo la sua partecipazione a quel concorso e lei lo aveva immediatamente scaricato per quella sua stupida gelosia.

Alessandra però aveva sbuffato parecchio quando l’organizzazione del concorso l’aveva informata che alla passerella finale delle otto più belle vi era l’obbligo di sfilare in costume da bagno o in intimo da… notte.

Lei, costretta a quella esibizione optò per quella meno impegnativa. Preferì il costume da bagno che considerò meno invasivo della sua intimità.. Le fu sufficiente quel microscopico ma variopinto costumino per farla stravincere e sconfiggere le altre finaliste. Alcune pur di conquistare la fascia da miss si erano proposte davanti alla giuria con baby-doll cortissimi e trasparentissimi. E sotto microscopici indumenti intimi da urlo! Alcune avevano scordato pure il reggiseno!

Ma Alessandra vinse egualmente perché era la più bella ed alla domanda impertinente del ragazzone conduttore del concorso di perché lei avesse scelto il costume da bagno lei rispose seccata che lei, mentendo spudoratamente ma tanto provocatoriamente, quando dormiva non indossava nulla. E le non le sembrava il caso, in quella occasione, di dimostrarlo…

In quel momento capii che quella donna doveva diventare mia. E ancor più mi convinse l’occhiataccia che mandò al ragazzino incaricato di infilarle la fascia di Miss. Volutamente lui le sfiorò il seno ed Alessandra oltre che a sbuffare lo ricoprì di insulti. Proprio un bel caratterino la neo Miss Università, pensai!

Da quel giorno la pedinai e cercai inutilmente di incrociarla per poter scambiare con lei almeno due innocenti chiacchiere. Aveva sempre attorno a sé un nugolo di mosconi o, peggio, una moltitudine di maschietti in calore.

Ma fu proprio lei allora che una sera rientrando nella sua stanza nella casa dello studente e vedendomi per l’ennesima volta ronzarle attorno, mi rivolse per la prima volta la parola. Io ero lì seduto vicino al portone nella speranza che rientrasse da sola. “Visto che sei diventato la mia guardia del corpo… – mi disse lei ridacchiando – Mi potresti, uomo, dire almeno il tuo nome? Io sono Alessandra…” “Lo so, lo so… – bofonchiai io in quanto imbarazzato per essere stato smascherato nel mio assillante pedinamento che l’aveva forse indispettita – Io sono Fabio! E sono follemente innamorato di te!” “Ma va’ là! Da come mi guardavi quand’ero in costume da bagno al concorso di Miss Università mi era sembrato di percepire altre cose… – mi bloccò subito lei regalandomi un sorriso che mi sciolse – Ma non eri l’unico, sai! E per fortuna gli sguardi non fecondano! Sbaglio?” “No, no… Anzi sì… – risposi sempre più confuso ed arrossendo vistosamente – Ma eri così carina…” “Certo, certo! – continuò allora lei continuandomi a prendermi in giro dolcemente – Ed è per questo che mi tampini come un agente segreto. Se avessi un moroso lui ti avrebbe già distrutto di botte! Oppure ancor di più se lui fosse stato insicuro della mia fedeltà e mi avesse fatto pedinare da un investigatore privato… Io, la spiata, ti avrei anche da sola già ben sgamato! Ed io spiavo te!”

“Non hai il moroso, allora…” “No, ne sono momentaneamente sprovvista! L’ho scaricato il giorno prima dell’ultima serata del fatidico concorso di Miss Università. Lui era troppo geloso e mi aveva fatto una scenataccia di gelosia! Non voleva che partecipassi alla sfilata e che mi esibissi davanti ai suoi compagni di facoltà… E pensa che, come me, non sapeva neanche lui che avrei dovuto sfilare anche in intimo o in mutandine e reggiseno! Da mare, però… Era proprio uno sciocco, lui. Avrebbe dovuto essere geloso di altre cose! E tu, giovane uono, sei geloso?”

“Nooooooooo – la tranquillizzai fingendomi molto comprensivo e tollerante – E sono pure di ampie vedute! Quando si ha una bella moroso bisogna però sopportare ed accettare certe cose!” “Lo dicono tutti, prima! Dopo averci accalappiate, però… Diventiamo di vostra proprietà!”

Scoppiammo insieme a ridere e quella risata ci fece diventar simpatici. Non immaginava proprio quella bella giovane donna sarebbe diventata mia moglie! Ma io esagerai e la salutai dandole un bacino sulla guancia. Era il primo e mi permise di scoprire il particolare e sensuale profumo che usava allora e che non avrebbe mai più cambiato in futuro. “Ehi! – mi bofonchiò lei – Come corri, tu…” “È un piccolo omaggio a Miss Università…” “Ah, va bene, allora… Capisco… – aggiunse subito lei – E scommetto che domani vorresti magari offrirmelo di nuovo…” “Magari!” “Io domani ho lezione… – aggiunse lei subito – Tutto il giorno!” “Anch’io! – mentii clamorosamente – Ci sarò all’università . E ti cercherò!” “Va bene… Se mi trovi… Mi pagherai il caffè?”

Il giorno dopo la cercai quasi affannosamente. Lei si fece trovare molto presto. Da quella volta non ci perdemmo più di vista e divenni la sua guardia del corpo. Con tutti quei mosconi! Inizialmente due chiacchiere, poi delle lunghe passeggiate all’interno dell’università e, poco dopo, le prime uscite. Lei era bella, simpatica e parlava tanto. Io quando rientravo a casa ero sempre sconvolto e in stato confusionale. Ma soprattutto pieno di desiderio per lei, la bellissima Alessandra. Ogni sera pensando a lei mi masturbavo quasi con rabbia. Sempre più violentemente e spruzzavo sempre molto presto e tanta, tanta sborra. Sognavo che quella sega me la stava facendo lei. O che me l’avrebbe fatta Alessandra il giorno dopo. E mi addormentavo così ricoperto di sperma. Dappertutto!

Ma era allora una illusione! Dovetti infatti pazientare. Parecchio e fui costretto per sfogarmi e consolarmi ad una serie infinità di seghe ed orgasmi solitari. Sempre pensando a lei, alla bella Miss Università! Se fosse stata brava a fare certe cose quanto era bella! E così pensando sempre raggiungevo l’orgasmo e sborravo… Tanto, tanto… Ma sempre tristemente da solo!

Ma lei non si apriva e non mi dava spazio. Facemmo i morosi serissimi per molto tempo. Molti baci appassionati e pure molto languidi. La mia futura moglie baciava molto bene ma non mi permetteva proprio nulla di più.

Ogni volta che cercavo di scoprire qualcosa del suo corpo, lei si irrigidiva e mi fulminava con lo sguardo. “Ma dai, non fare così… – mi brontolava bloccando le mie mani che cercavano sempre di infilarsi sotto la minigonna o la camicetta – Mi dispiace! Ma non me la sento ancora di fare quelle cose che tu vorresti! Vedo sai… – concludeva con un sospiro e un sorrisetto molto malizioso – Che stai soffrendo perché hai tanta voglia… Me ne sono accorta di quel gonfiore là… Ma non sono pronta ed abbi un po’ di pazienza, uffa!”

Io continuavo a tornarmene sempre a casa pieno di voglia e strapieno di sperma da essere spruzzato. Continuavo a lasciarmi andare a furiose seghe pensando alla sua mano e, perché no, alla sua bocca. Ero certo che oltre a baciare Alessandra era bravissima anche a fare altre cosine. Chissà, così bella, quanti morosi aveva avuto prima di me! E chissà cosa le avevano insegnato! E così cominciò a non bastarmi più un solo orgasmo alla volta. Prima di addormentarmi fui costretto a spruzza anche due volte il mio seme. E talvolta anche tre. Distrutto mi addormentavo pieno di sperma che mi ricopriva il ventre e l’addome. Certi sborroni avevano raggiunto anche il petto ansimante… Se lei mi avesse visto in quelle condizioni!

Lei mi vedeva la mattina dopo, spesso in condizioni pietose, ma faceva finta di nulla. “Trascorsa una notte agitata? – mi chiese solo una volta con sorrisetto molto malizioso – Ma Fabio, non devi fare così…”

Insomma, per oltre due mesi Alessandra si fece solo baciare e solo un po’ sfiorare qualche volta sopra la camicetta. I suoi seni mi sembrarono allora stupendi, gonfi, rotondi e sodi. Fu però per me una sofferenza solo immaginare! Ed ogni volta che tentavo di toccarla o di sbirciare nella sua camicetta lei con l’indice della manina continuava a farmi segno di no, che non voleva. “Dai Fabio, stai calmino… Non voglio… – mi ripeteva sempre sussurrando con un filo di voce – Non me la sento ancora di fare certe cose! Lo so, lo so che tu hai tanta voglia! Ma ti prego… Te l’ho già detto! Vengo da alcune esperienze particolarmente brutte. Non farmi fare per il momento quelle cose che in passato sono stata costretta a fare! Tengo a te e rispettami. Apprezza la mia serietà!”

Io aspettai pazientemente continuando allora nel mio sfrenato autoerotismo.

continua Ma venne finalmente il grande giorno. Avevamo partecipato alla solita festa universitaria. Lei, invitata come Miss Università, era stata la più adocchiata ed ammirata da tutti. Era bellissima Alessandra con quella leggera camicetta rosa tenue solo un po’ aperta sul davanti. E con quella minigonna pure rosa leggerissima ed anche un po’ trasparente. Lasciava un po’ intravedere le sue forme e forse involontariamente il disegno che lo slippino le lasciava sul culetto e che lasciava a tutti immaginare quanto fosse rotondo e tanto, tanto sodo. Aveva davvero attizzato tutti i miei compagni di facoltà che non disdegnavano con sguardi maliziosi di mostrare quanto la apprezzassero.

Lei pure aveva mostrato pure talvolta un certo imbarazzo e fastidio soprattutto mentre ballava ancheggiando. Lei sapeva ballare solo così e molto bene! Abbinava il ritmo della musica alla sensualità del suo ballare. Muovendosi tutta faceva infatti salire ancora più sù la già corta gonna e mostrava le sue bellissime ed affusolate gambe.

“Uffa, Fabio! – sbottò improvvisamente – Mi sento spiata e scrutata dai tuoi amici! Mi sento spogliata dai loro occhi e completamente nuda davanti a loro! Sì, sì…. mi mangiano con gli occhi! Non hanno mai visto una minigonna e delle belle gambe? Sono proprio tutti senza morosa ed anche forse in crisi d’astinenza?”

Me lo diceva mentre ballavamo strettissimi e lei era dolcemente aggrappata a me. Mi sembrò alla ricerca di protezione da parte di un uomo e del suo moroso in particolare. Sentivo il suo seno schiacciato sul mio petto e la sentii leggermente ansimare. Per la prima volta da quando l’avevo conosciuta, mi sembrò di notare che lei, evidentemente senza accorgersene, non era troppo dispiaciuta di essere oggetto di quelle occhiate così vogliose. Come, stranamente, non lo ero neppure io.

“Ti piace essere guardata! – le chiesi improvvisamente – E magari anche ti eccita un po’…” “Ma Fabio, cosa dici! – ribattè allora subito lei fingendosi quasi offesa dalla mia insinuazione – Io sono la tua morosa!” “Lo so! Ma ti confesso che non mi dispiace per nulla vedere altri uomini che sbavano ammirandoti. E come li fai soffrire! Come me…” “Ma Fabio! – sbuffò lei infastidita – Ma cosa dici… Ti prego…”

Lei emise quindi un lunghissimo sospiro. “Come te, cosa? Come sei strano, tu! – brontolò allora lei staccandosi un po’ e fissandomi fissa negli occhi – Ed anche un po’ perverso, mi pare…” “Non lo so, Alessandra! È la prima volta che provo questo particolare turbamento. Non mi era mai successo prima con le altre e non riesco a spiegarmelo!”

Alessandra lo capii in seguito condividendo la sua vita con la mia. Erano quelle le prime avvisaglie della mia particolare passione di uomo cuckold. Ma in quel momento, dopo averle confessato ciò, la baciai con estremo calore, le avvolsi ancor più stretti i suoi fianchi morbidi e rotondissimi e lentamente le alzai dietro ancora un po’ la gonna. Ero pieno, stracolmo di voglia e questo mi aveva spinto a dire e fare certe cose. Lei finse di niente per qualche istante.

“Ma Fabio! – pochi secondi dopo mi sussurrò quasi gemendo all’orecchio e avvinghiandosi ancora più stretta al mio corpo – Sei insopportabile, oggi! Va bene che vuoi esibire le belle gambe della tua morosa… Ma devo mostrare a tutti anche il colore e il tipo di mutandina che indosso?” “Sei anche tu un po’ accalorata, vero Alessandra?” “Ma che dici, uomo! – replicò subito lei fingendosi quasi offesa – Non sono mica una puttanella che mostra il suo intimo a tutti i maschietti presenti…” Ma la voce affannata la tradiva.

“Io lo sono assai, Alessandra…” “Me ne sono già accorta, sai! Sì, insomma, il tuo coso… Siamo appiccicati e me lo fai sentire proprio per bene! Me lo stai strofinando da un’ora sul pancino senza ritegno. E molti dei tuoi amici ci guardano… Uffa… Sei proprio pieno di voglia e stai pure… delirando!”

Ma ciò dicendo pensò però pure che lei fino a quel giorno aveva un po’ esagerato nel giocare, nel fare solo la morosa castissima e nel ridurmi in quelle condizioni. Mi stava portando veramente al delirio! E si sentì forse per la prima volta un po’ colpevole.

Io continuai ad ansimarlei nell’orecchio. “Sì, Alessandra, tutto questo mi sta eccitando moltissimo ed ho tanta voglia!” “Lo so, lo so… L’ho capito! E ti confesso che sì… insomma… oggi per la prima volta mi andrebbe forse di aiutarti un po’… Sì, oggi… Ma non ora e soprattutto non qui… Davanti a tutti! Sono dei guardoni, questi… Ed a me non va di farmi vedere in certe situazioni… In momenti un po’ più intimi… Insomma… uffa! Hai capito?”

Quelle parole mi incendiarono. La baciai appassionatamente e la sentii partecipare come mai aveva fatto prima. Avevo capito che anche lei aveva voglia e mi aveva fatto intendere che lei era finalmente pronta! Le alzai ancora un po’ la gonna. Lei mi mordicchiò l’orecchio per punizione. “Vuoi proprio far sapere a tutti che oggi indosso un perizoma rosa? Non ti basterebbe vederlo solo tu?”

La musica lenta e languida finì per lasciar partire le note scatenate di un rock’n roll. “Non ho l’abbigliamento adatto per questo ballo! – esclamò – Darei un ulteriore spettacolo!” Lei mi prese per mano e scendemmo dalla pedana. Ci accomodammo su un divano un po’ appartato e lei fece molta attenzione a sedersi tenendo ben strette le lunghe gambe poco coperte dalla minigonna. E per ulteriori sicurezza intrecciò le dita delle mani sull’orlo della gonna ulteriormente risalita sulle sue belle cosce.

“A questo punto, Fabio, dovresti farmi bere qualcosa di forte…” Scattai in piedi come una molla ed andai al bancone dell’improvvisato bar e mi feci versare due dosi spropositate di Baileys.

Tornai al divano dove Alessandra mi aspettava. Guardando quel bicchiere stracolmo di liquore mi chiese sospettosa cosa fosse. “È uno liquorino da donne! Che vogliono un po’ divertirsi ed essere allegre…” “Ho il sospetto, Fabio, che tu oggi sia proprio un bel maialino! E pure sù di giri… Mi posso fidare?”

Io le sorrisi e le avvicina il bicchiere alle labbra. Lei le socchiuse ed io inclinai il bicchiere. Le feci quasi vuotare il bicchiere. “Dolce… E parecchio buono! – commentò lei spalancando gli occhi – Ma è forte! E quanto me ne fai bere? Mi vuoi veramente ubriacare?” Risi di gusto e le feci bere il resto.

Passarono pochi minuti ed Alessandra mi confessò di avere un gran caldo. “Eppure non sono molto vestita! – aggiunse subito lei a giustificazione della eccessiva calura che sentiva – Non sarà mica quella roba che mi hai fatto bere? Ho tanto caldo, adesso…” “Hai bisogno di prendere un po’ il fresco, tesoro? – le chiesi speranzoso – Qui fa veramente caldo e manca l’aria!” “Magari, Fabio! Il caldo e questa musica assordante mi hanno rintronata! Dove mi porti?” “In un posto bellissimo, Alessandra!” “Non a casa tua, spero! Non ci vengo, eh…. Sei troppo su di giri…. E chissà cosa mi combineresti!”

Sorrisi e la presi per mano. Salutammo tutti ed uscimmo. Salimmo nella mia macchina e ci dirigemmo verso la destinazione che io sapevo. Inserii immediatamente il cd più adatto alla situazione. Musica lenta e dolce.

continua Imboccammo la costiera che era già notte e lei adagiò il suo capo sulla mia spalla e la sentii finalmente abbandonarsi completamente sulla spalla del suo uomo. Ad un certo punto svoltai e mi infilai in una stradina laterale che scendeva in una baietta. Molto riparata e ben conosciuta da me e qualche guardone. Ma Alessandra questo non lo sapeva. Con la macchina arrivai sulla spiaggia ghiaiosa fino a pochi passi dal mare. Era calmissimo e la luna illuminava tutto.

“Sei venuto spesso… qui? Con le tue morose…” “In che senso, tesoro?” “Porco, porco ed ancora porco… – sbuffò lei sorridendo per l’involontario doppio senso che aveva espresso – A vedere il tramonto, dicevo! E non solo ad eiaculare, uffa! Pensi sempre solo a quello, tu!”

Mi scappò da ridere. “Ma no, dài! Qui ci vengo soprattutto a fare il bagno. Di giorno e di notte… E’ un posticino tranquillo e si può venire qui anche da soli. Ma anche con la morosa, cercando un po’ di intimità….” “Lo fate nudi qui il bagno, immagino…” “Certo, come dicevo il posto è molto tranquillo e riservato. Io sono pure un patito della tintarella integrale e spesso sono riuscito a convincere a prendere il sole in libertà anche le mie morose. A te non piace nuotare libera e nuda nel mare? E poi, dopo, anche prendere il sole… Nuda, naturalmente!”

“L’ho fatto qualche volta in vacanza con un moroso. Ma mai da sola e mai qui in città! Avrei sempre avuto il terrore di mostrarmi nuda ad un mio compagno di facoltà o al mio postino che sarebbero potuti capitare su quella spiaggia per caso… Quanto mi sarei vergognata a mostrarmi così! Tutta nuda!”

Mi scappò da ridere di nuovo. Poi divenni serio. Mi slacciai la cintura di sicurezza. Poi la sua e mi girai dalla sua parte. Era il segnale dell’inizio delle ostilità.

“Ho tanta voglia, Alessandra. Ed è da tanto tempo che aspettavo questo momento!” “Lo so, Fabio, lo so… Sono la tua morosa da quasi due mesi e so benissimo che non ti ho prestato quelle attenzioni che una donna dovrebbe offrire al proprio maschietto… Non oso pensare a quello che hai dovuto farti per calmare i tuoi bollori! Ma tu hai sempre tanta voglia! E che voglia! Ma adesso stai tranquillo… Sono qui, tesoro… Se lo vuoi oggi ti aiuterei io… Solo po’… però… Quello che basterà per farti felice per la prima volta… Se vuoi…”

A quelle parole sussultai e sentii di avere nello slip la prima violentissima erezione. Alessandra avrebbe fatto sesso con me! Ed era proprio la sua prima volta con me.

“Il posto è tranquillo? – mi chiese lei con un filo di voce – Non mi piace mostrarmi troppo quando ballo. Immagina quando faccio certe cose!”

Non le risposi e la baciai. La lasciai senza fiato e lei non riuscì a chiedere e dire più nulla. Sorrise, socchiuse gli occhi e si lasciò sprofondare sul sedile della macchina. Rimase in attesa. Toccava a me! Non persi tempo e feci subito scendere completamente indietro lo schienale imbottito della macchina. Lei si ritrovò distesa davanti a me e notai il suo respiro farsi sempre più affannato.

“Sei rilassata, Alessandra? – le chiesi sottovoce per cercare di tranquillizzarla ulteriormente – Devi fidarti di me. Ti voglio bene, scusami se sono così impaziente ed agitato, ma aspetto anche da tanto tempo questo momento!” Lei divenne seria ed annuì. “Lo so! Tu hai avuto tanta pazienza… Spero di essere capace di soddisfarti. Come vogliamo entrambi e farti finalmente felice!”

Ripresi a baciarla con una certa foga. E con le mani iniziai ad accarezzarla dappertutto. Lei intuì cosa volessi fare. E mi lasciò fare. Subito mi dedicai ai bottoncini della sua camicetta rosa. Con lentezza, uno alla volta, glieli sbottonai tutti. Lei non disse nulla e quando finii l’operazione si sollevò un po’ per permettermi di sfilarle la camicetta. Cosa che feci molto volentieri. Mi apparve il suo piccolissimo reggiseno rosa con dei pizzi e particolarmente trasparente. Faceva fatica a coprire le sue belle tette. Infatti tra i pizzi, grazie alla trasparenza quasi totale dell’indumento intimo, intravidi per la prima volta i suoi capezzoli. Erano piuttosto grandi e visibilmente induriti ed appuntiti. Con decisione le palpai le tette per studiarne per bene la forma e la consistenza.

“Fai piano, tesoro! Sei troppo irruento! Mi fai un po’ male… – mi rimbrottò fermandosi di baciarmi – Cerca di essere un po’ più dolce… ”

Io le risposi impegnandomi a òiberare il gancetto del suo reggiseno. Ci impiegai un secondo e glielo sfilai. Me lo permise lei alzando le braccia al cielo. Finalmente apparve il suo splendido seno. Persi subito la testa vedendo il biancore che circondava le areole. Era la prova che al mare preferiva indossare il reggiseno. Sempre in bikini, quindi, anche evidentemente molto piccolo, ma non in topless! E sopra le coppette del reggiseno le coprivano proprio appena le areole. Le sue tette le mostrava solo al suo moroso! Con foga iniziai a succhiarle i capezzoli ed a lei piacque questo moltissimo. Iniziò subito a gemere. “Sì, sì… Mi piace così, Fabio! Ma fai piano. Ti prego, cerca di essere dolce… Come sei tu! Ed io ho bisogno della docezza di un uomo…”

Incoraggiato da quelle parole, sempre molto lentamente, pensai di occuparmi della sua gonnellina. Gliela sollevai completamente sempre continuando a baciarla con forza e strizzandole un capezzolone. Anche le mutandine erano rosa, trasparenti ma pure loro con dei pizzi che mi negavano un po’ la vista del suo pelo. Sì, non ce la facevo proprio più e volevo vedere finalmente Alessandra completamente nuda e soprattutto la sua fica. Mi feci allora ancora più audace ed infilai le dita di una mano dentro la sua mutandina. E sotto lo slippino percepii un gran calore. Alessandra ebbe un fremito e strinse le cosce. “Ma Fabio! – si lamentò subito lei – Cosa fai?” “Ti sto scoprendo… – cercai di scusarmi uscendo velocemente dallo slip – Sei bellissima!”

Le accarezzai per qualche secondo il ventre ma poi ritornai subito di nuovo dentro la sua mutandina. Notai che non era depilata e che anzi presentava un folto pelo. Avrei voluto continuare a scendere con le mie mani, toccare il suo sesso e scoprire le sue grandi labbra. Allargandole con dolcezza ero certo che avrei potuto sentire anche la sua eccitazione. Ma lei non me lo permise bloccandomi la mano e stringendomela tra le sue cosce che serrò con forza.

“Dài, Fabio! Non fare così… – mi sussurrò allora lei – Non voglio questo! Mi sembrava di aver capito che tu avevi assolutamente bisogno di altro… Mi ero sbagliata?” “No, no… Hai capito perfettamente, Alessandra! Ho tanta, tanta voglia! E vorrei proprio dimostrartelo”. Le presi le mani e gliele feci appoggiare sulla patta dei miei jeans.

“Ehi, uomo! Cosa mi fai sentire…” Non le risposi e mi levai la maglietta. Rimasi così anch’io a petto nudo.

“E adesso tocca te, Alessandra! – le intimai fissandola negli occhi – Fammi vedere ora quanto sei brava oltre che bella!” “Ti piace guardarmi mentre lo faccio? – aggiunse lei subito – Sei proprio un bel porcellino, tu!” “Sì, Alessandra! Mi piacerebbe osservarti quando lo fai e scoprire quanto sei brava!”

Alessandra si sollevò un po’ dal sedile reclinato ed iniziò a slacciarmi la cintura e subito dopo a sbottonarmi la patta dei jeans. Mi guardò negli occhi mentre mi infilò la mano dentro lo slip. La vidi prima spalancare gli occhi e poi socchiuderli. “Ehi! Come ce l’hai grande! – sussurrò quasi gemendo – Devo levarti tutto io, vero? Anche il resto? Scommetto che vuoi restare tutto nudo davanti a me e mostrarmelo per bene…” “Sìììììììì! – quasi urlai – Spogliami! Levami tutto e dopo guardamelo. Ti piacerà, vedrai, tesoro…” La invitai così a mostrarmi quello che era capace di fare e sollevai il bacino per facilitare quello che doveva apprestarsi a farmi.

Lei fu ubbidiente e mi sfilò in silenzio i jeans. Rimase per qualche istante a guardare lo slip e sotto il rigonfiamento molto vistoso appena coperto dall’indumento intimo. “Sù. sù, tesoro! – la incalzai – Non fermarti adesso, sul più bello! Non vuoi farlo anche tu? Vedermi nudo e poi…”

Lei annuì, si guardò attorno per sincerarsi che effettivamente non ci fosse proprio nessuno fuori e lentamente mi sfilò la mutandina. La levò, la prese in mano e la gettò sul sedile dietro. Per pudore non guardò volutamente per qualche secondo il mio cazzo che aveva appena liberato. Poi la curiosità fu troppa e me lo guardò. Rimase esterrefatta, visibilmente soddisfatta ed a lungo in silenziosa contemplazione. Lo fece accarezzandomi i fianchi ed un po’ dopo il pube. Il mio uccello era scattato sù come una molla e si esibiva in tutta la sua pienezza. E le piacque proprio guardarlo. L’uccello del suo uomo!

“Wow! – esclamò lei visibilmente e piacevolmente sorpresa da quella visione – Ma Fabio! Come è bello! Ce l’hai enorme! Mai visto un coso del genere!” “Sono contento che ti piaccia… – le risposi subito naturalmente molto orgoglioso – E lo vedrai all’opera!” “Ma dài, Fabio! – protestò lei fingendosi un po’ imbarazzata – Non si dicono certe cose ad una donna! Non lo sai?”

Come risposta la feci ridistendere sul sedile ribaltato ed io, accovacciandomi, mi sedetti sul suo seno. Il mio uccello si ergeva duro e in piena erezione davanti a lei ed ai suoi occhi spalancati. “Ma Fabio! Cosa fai? Cosa vuoi farmi fare? Così?” “Sì, Alessandra! Lo voglio proprio così! Voglio vedere quanto sei brava e soprattutto contemplarti come e quando mi fai venire… E vedere i tuoi occhi come mi guarderanno mentre verrò!” “Ho capito, ho capito… – gemette lei – Ma mi metti così un po’ in difficoltà, sai! Sei un po’ perverso ed anche un po’ depravato….”

Mi fissò negli occhi ma con tutte e due le mani prese il mio uccello tra le sue dita. Per la prima volta la mia futura moglie se lo prese in mano! E fu meravigliosa nel farlo! Sempre fissandomi me lo scappellò piano, piano. Sì, finalmente Alessandra iniziò a farmi una sega. Proprio come avevo tante volte sognato lei lo facesse! Fantastica! Era proprio bravissima nel fare una seghe ad un uomo. Prima lentamente poi con improvvisa velocità. Come se volesse farmi schizzare subito. Ogni tanto, mentre continuava con una mano a segarmi, con l’altra mi accarezzava lentamente prima il pube e poi le palle. Dalla espressione che fece quando le tastò e quasi le soppesò mi dimostrò tutto il suo apprezzamento. Le aveva trovate lisce, gonfie e piene.

“Da quando non eiaculi, tesoro? Ti sento pieno, pieno…” “Di cosa sarei pieno, Alessandra?” “Lo sai bene cosa intendo… Mmm… Mi sembra di capire che ti piacerebbe moltissimo che te lo dicessi io, vero?” “Oh sì. Alessandra! Tantissimo!” “Ma uffa! Mi vergogno a dire certe cose. Sono cose di voi uomini e mi si arrotola la lingua nel dirle io! Non uso mai dire certe parole!” “Le dirai adesso, se vuoi farmi spruzzare…” “Ma Fabio, cosa dici…” “Coraggio, Alessandra, dillo!”

Lei sollevò gli occhi al cielo e divenne tutta rossa in volto. “Sei pieno di… – iniziò lei ancor più titubante – Sei pieno di….” “Di? – la incalzai allora io senza pietà – Pieno di cosa?” “Della tua cremina bianca! Ma tanto puzzolente! Accidenti a voi maschiacci! La fate tutti così…” “Non capisco, Alessandra! – insistetti allora io perfidamente – Di quale cremina parli? E di quanti maschietti hai assaporato quella cremina?”. “Ma insomma! – sussurrò allora lei con un filo di voce visibilmente imbarazzata ed offesa per quell’ultima insinuazione – Ma Fabio! Non si chiedono certe cose del passato alla propria morosa. E poi… Insomma… Mi sembra che tu sia proprio gonfio e pieno, pieno di… pieno di sperma! O preferisci che la chiami proprio… sborra? La chiamate proprio così voi uomini, vero? Uffaaaaa…. Sborra, sborra, sborra… Soddisfatto, ora, che me l’hai fatto dire?”

E mentre me lo diceva aumentò il ritmo della sega. “Ti piace tanto, Fabio, come ti faccio la sega? E adesso che ti ho detto come volevi anche la parola sborra verrai presto?” “Sei bravissima a fare una sega, Alessandra. Sto quasi per venire. Mi manca poco, sai…”

Alessandra allora si impegnò ancor di più. Continuava ad accarezzarmi le palle e variava continuamente il ritmo della sega. Con il dito indice poi mi sfiorava continuamente il glande per sincerarsi della eventuale fuoriuscita di qualche gocciolina liquidissima di sperma. Lei evidentemente sapeva che quelle gocce le avrebbero annunciato con qualche attimo di anticipo il mio orgasmo e la mia gran sborrata finale. Intuii così che la donna che mi stava segando aveva già avuto delle esperienze e conosceva bene il maschio…

Ma io non avevo alcuna intenzione di spruzzare così il mio seme. Il mio uccello era troppo vicino alla sua bocca e sentivo il suo respiro affannoso. Pensai che mi sarebbe proprio piaciuto mettere in bocca ad Alessandra il mio uccello. L’avevo sognato! Ed avevo sborrato a fiotti pensando che lei un giorno me l’avrebbe fatto! Ritenni che a quel punto dovevo proprio tentare quindi di farmi fare da lei il bel pompino. La sua bocca era troppo vicina al mio glande ed ardevo dal desidero di scoprire se era brava a spompinare un uomo come lo era a segarlo.

Liberai il mio uccello dalle dita di Alessandra e presi le sue mani tra le mie. Feci prendere ad una Alessandra sempre più sorpresa la posizione della crocefissa. La immobilizzai così e lentamente risalii un po’ con lo scroto fino alla sua bocca. Lei non gradì la posizione che avevo assunto tenendo appoggiati i miei testicoli sulle labbra e mi scrutò con uno sguardo interrogativo. No, non le piaceva proprio che le strofinassi i miei coglioni un po’ pelosi sulle sue labbra che teneva ben serrate.

“Ho troppa voglia di te, Alessandra! Mi vuoi aiutar un po’ di più?” “Non ti piaceva quello che ti stavo facendo? Mi sembrava che tu stessi per venire… Ed era quello che ti avevo promesso…” “Oh sì, Alessandra… Sei stata fantastica nel farmi la sega. Ma io…” “Ma tu? – mi chiese sospettosa spalancando gli occhi – Mi sembra proprio che a te non basti quello che ti stavo facendo… O per lo meno non volevi venire così! Sbaglio?” “Non sbagli, tesoro! – le dissi cercando di iniziare l’opera di convincimento – E mi sembra che anche tu te ne sia accorta!”

Seguì un lungo silenzio. Poi, mentre facevo ballonzolare con suo gran fastidio il mio scroto sulla sua bocca, mi feci coraggio, ripresi a parlarle e soprattutto a tentare di convincerla.

“Alessandra, hai un bellissimo sorriso ed una bocca meravigliosa! – ripresi a bassa voce – Sono pure certo che sei una gran femmina e bravissima a fare certe cose!” “Ma Fabio… – mi interruppe subito di nuovo intuendo già qualcosa – Cosa vuoi dire?” “Non lo immagini, tesoro?” “Sì, Fabio, lo immagino… Anche a te, come a tutti gli uomini, piacce da impazzire quella cosa!” “E a te, Alessandra, non piace farla?” “Insomma… Non tanto, Fabio! E lo faccio solo se ho raggiunto già una grande intimità con il mio uomo.”

“E con me? L’hai già raggiunta queste intimità?” “Ma Fabio, sono qui, sono mezza nuda e ti sto masturbando! Sei il mio moroso e cerco di farti avere un primo bellissimo orgasmo… Voglio aiutarti a venire ed a liberarti. E mi sembra di esserci quasi riuscita…” “E allora, tesoro, io ho tanta voglia di vedere come lo faresti… Anche quello!”

“Ma Fabio! Come vuoi che lo faccia… Dimmelo chiaro! Non sono più una bambina. Ho avuto anch’io qualche esperienza. Purtroppo non tutte sono state belle!” “Ma Alessandra, io sono il tuo moroso! E comincio a volerti anche bene!”

Lei sbuffò e divenne improvvisamente serissima. “Me lo hanno detto già tanti e me lo ha detto anche lui!” “Lui chi? Il tuo ultimo moroso gelosissimo?” “Oh no, lui era uno sciocco e geloso delle persone sbagliate.” “Non capisco, Alessandra…”

Lei rimase un po’ in silenzio ma presto poi iniziò a raccontarmi ciò che evidentemente la angustiava ancora tantissimo. La mia futura moglie ne aveva evidentemente il bisogno. Le mie parole l’avevano convinta a sfogarsi. Continuò allora ad accarezzarmi il mio cazzo che aveva davanti agli occhi e fece un lunghissimo sospiro.

Continua “No, non è stato il mio moroso, quella volta! – iniziò allora lei – Quello sciocco ragazzino lo scaricai quando mi fece la scenataccia di gelosia all’università per la mia partecipazione al concorso di Miss Università.

Alessandra si era trasformata subito in un fiume in piena. “Ma appena si sparse la voce che ero libera fui naturalmente aggredita da una infinità di uomini, più o meno giovani. Erano miei coetanei e compagni di facoltà, ma non solo… Chiaramente tutti volevano soprattutto portarmi a letto, divertirsi con me e scoprire quanto fossi brava a far l’amore! O almeno quelle cosine che piacciono tanto a tutti voi maschiacci!”

“Questo lo so. Li ho visti anch’io all’opera! Ma è successo qualcosa in particolare?”

“Non so se faccio bene a raccontarti quello che mi accadde! Ora sono qui e sono oggi la tua morosa. Ho il tuo coso in mano e non sono sicura che ti piaccia sapere certe cose! E proprio mentre me l’hai messo davanti agli occhi e mi hai chiesto anche tu quella cosa!”

Con una mano la accarezzai. “Oh no, Alessandra, non preoccuparti! Mi piace sai che tu ti racconti…”

Lei si mostrò stupita. “Ne sei sicuro? Non sei geloso del mio passato?” “No, sono solo curioso e mi piace tantissimo immaginarti…”

Così le dissi e contemporanea mentre lei riprese dolcemente e lentamente a farmi la sega che avevo interrotto, io aumentai la pressione del mio scroto sulla sua bocca. Il glande si posizionò sopra il naso e vicinissimo agli occhi.

Lei sbuffò. “Dài, Fabio, non fare così! Non mi piace… Mi sembra di essere violentata! Certe cose le faccio solo se le voglio fare io ed in certi momenti molto particolari!”

“Non dovevi raccontarmi qualcosa? – insistetti allora io – Ti sto ascoltando….”

“E va bene. Fabio. Se proprio lo vuoi… Mai mi è difficile raccontare certe cose con il tuo coso tra le mie dita ed appoggiato sulle mie labbra! Ma mi prometti poi che dopo non mi considererai come una puttanella?” “Te lo prometto, Alessandra…”

“Devi allora sapere che uno dei miei spasimanti, molto più astutamente, quando seppe che ero in crisi con il mio moroso, tentò ugualmente di circuirmi in maniera molto più subdola. Era l’assistente, molto giovane ma con qualche anno più di me, del mio vecchio professore di statistica.

“Sì, proprio quel vecchio trombone che mi aveva bocciata già tre volte ed che ogni volta mi umiliava prima di cacciarmi ed invitarmi a tornare al prossimo appello! Più preparata… Il suo giovane assistente, sempre presente agli esami, finse di mostrarsi impietosito e mi avvicinò allora una volta dopo l’ennesima bocciatura. Piagnucolavo e mi aveva vista così tanto demoralizzata…”

“E pure tanto carina! – aggiunsi io subito con cattiveria – Questo non mi sorprende…”

“Effettivamente ben presto iniziò a corteggiarmi con una certa discrezione ed io lo lasciai fare un po’. Era carino, gentile e pure simpatico… Ci fu qualche bacio e qualche carezza più ardita. Una volta tentò di mettermelo in mano. Era eccitatissimo e me lo chiese… Io non volli, allora. Ma io ero pure sempre più preoccupata per il mio esame di statistica che non riuscivo a superare. E lui era l’assistente di quel vecchio rimbambito…”

“E tu avevi quindi fraternizzato abbastanza con l’assistente del vecchio professore… – la interruppi – Comincio a capire!” “Non essere anche tu cattivo, Fabio. Lui mi disse che mi voleva pure bene e che gli dispiaceva troppo che non riuscivo a superare quell’esame…” “E allora? – insistetti – Racconta, racconta Alessandra..”

“Il giovane assistente era sposato e questo mi tranquillizzava, ma proprio questo mi trasse in inganno. Mi disse che lui conosceva bene il professore e che sapeva particolarmente bene quali fossero i suoi punti deboli. E soprattutto i suoi vizietti! Mi chiese subito se io ero un donna almeno un po’ spregiudicata, disinvolta e soprattutto un po’… disponibile!”

“Capisco – la interruppi subito – Ed immagino quali fossero i vizietti del vecchio prof. Sicuramente riguardavano in particolare le più belle studentesse della sua facoltà!” “Esatto! – mi rispose sottovoce Alessandra – Emanuele, il giovane assistente tanto innamorato di me, mi spiegò cosa avrei potuto fare per aggirare l’ostacolo.”

“Sono molto curioso, Alessandra!”- le dissi io incoraggiandola a continuare ed accarezzandole con dolcezza i capelli – Continua, continua Alessandra…”

“Emanuele aveva fatto parte della giuria di Miss Università. Mi aveva vista in costume da mare ed anche lui era rimasto abbagliato dalla mia bellezza. Casualmente ne aveva parlato il giorno dopo anche con il vecchio professore e lo aveva pure informato che la bellissima Miss Università avrebbe dovuto presto sostenere per l’ennesima volta il suo esame. E lui l’aveva gìa parecchie volte maltrattata! Ma il vecchio docente… – continò Emanuele a svelarmi – Aveva un debole per le belle studentesse. Soprattutto se un po’ spregiudicate ed un po’ disponibili.”

“E allora? – chiesi ad Alessandra sempre più incuriosito – Il buon Emanuele si propose per aiutarti ed ad unire così il tuo utile al suo dilettevole?” “Sì, Fabio… Mi fece in pratica una proposta indecente. Mi promise che mi avrebbe raccomandata. Dovevo però prima essere carina con lui… Almeno un po’…” “Ossia? – la incalzai con crescente interesse – Come avresti dovuta essere carina con lui?”

“Non lo immagini Fabio? – mi rispose Alessandra con un filo di voce – Io non lo pensavo, così…”

“Una sera, scaricata la moglie, mi portò a cena nel più lussuoso ristorante della città. Mi fece bere anche un po’. Io l’alcol non lo reggo proprio… Poi mi fece salire nel suo appartamentino… Sua moglie non sapeva proprio di quella soffittina! Era evidentemente la sua camera da letto alternativa a quella matrimoniale!”

“Posso immaginare come sia proseguita la serata! – sospirai io subito – Eri entrata nella tana del lupo!” “Sì, ma lui prima mi disse che doveva spiegarmi i dettagli del piano con il quale bisognava aggirare l’ostacolo dell’esame. Lui mi voleva bene e voleva tanto che ci riuscissi… Ed inizialmente si comportò bene.” “Poi?” “Uffa, Fabio! Dopo lo fu un po’ meno… Come tutti i maschietti!”

Quella risposta mi incuriosì ulteriormente ma soprattutto lei scoprì che lei aveva iniziato a provocare in me un particolare turbamento. Insomma, mi stava intrigando. Vedere Alessandra da sola nell’appartamento di un altro uomo e diventare la sua preda mi eccitava e me lo fece diventare ancora più duro! E lei se ne accorse facendo però finta di nulla.

“Emanuele mi svelò che il vecchio prof amava all’inizio soprattutto guardare!” “Guardare? – la interruppi subito io – In che senso?” “Era un esteta e gli piaceva il bello. Il bello femminile, naturalmente! Molte delle sue studentesse erano state in passato particolarmente carine. E con quelle lui si era accanito con le bocciature! Più erano carine e più erano condannate ad essere ripetutamente respinte al suo esame. Come lo ero stata anch’io. E per questo ero disperata.

“Emanuele per questo allora aggiunse che il vecchio poteva essere addolcito. Ma le cose dovevano essere fatte con molta discrezione. Il vecchio professore inizialmente non doveva assolutamente apparire. Era lui, Emanuele, a dover prima darsi da fare e gestre il tutto. E proprio lui mi svelò che il professore per prima cosa preferiva e pretendeva delle foto delle sue studentesse candidate al superamento del suo esame. Un po’ particolari, naturalmente… Ma lui, vecchio ed imbranato, era impacciato nell’approccio delle giovani studentesse e quindi toccava al suo assistente coinvolgere e convincere le giovani donne. Ed il vecchio professore aveva totale fiducia nel buon gusto del suo assistente.”

A quelle parole io trasalii e chiesi ulteriori spiegazioni. “Emanuele precisò che al vecchio docente non piacevano le foto volgari. Tutto il resto era ben accetto. Alla mia domanda se fosse necessario e sufficiente un mio selfie Emanuele mi rispose con un sorrisetto e mi ripetette che era lui l’uomo di fiducia del professore e solo lui poteva procurargli il materiale fotografico. Sì, il giovane assistente era proprio lui la garanzia del vecchio professore di statistica! Sulla qualità e soprattutto sulla disponibilità delle studentesse! Temeva lo scandalo e voleva delle garanzie che solo lui era in gradi di fornirli.”

“Quindi? – continuai io ad indagare – Sarebbe stato il giovane Emanuele il fortunato ed esclusivo giudice della bella Alessandra?” “Sì, e naturalmente lui sarebbe stato ben disponibile a farmi delle belle fotografie, valutarle e, se poi interessanti, sottoporle dopo anche all’attenzione ed al giudizio del professore… Ma solo dopo il suo primo e fondamentale giudizio e la sua valutazione positiva! Ed uffa! Emanuele continuava a ripetermi con assillante insistenza che il vecchio aveva totale fiducia in lui! Solo in lui…”

A quelle parole tutto mi diventò molto chiaro. E provai piacere a continuare nel piccolo interrogatorio ad Alessandra. “Avresti quindi dovuto farti fotografare… Forse anche nuda! Sbaglio?”

“Questo allora Emanuele all’inizio non me lo disse. Io non mi ero mai fatta riprendere nuda da nessuno. Lui lo immaginava e questo avrebbe reso ancora più preziosa la mia eventuale prima ed esclusiva prestazione che avrei a lui offerto!

“Lui mi parlò inizialmente solo di foto artistiche. Mi accennò evasivamente anche eventualmente di alcune altre foto. Forse un pochino più spinte. Ma solo se io gli avessi dato il mio permesso. Sì, insomma, anche un po’ più scabrose… Ma io, aggiunse subito lui, io non ero più una bambina… Ero già maggiorenne e già una bellissima donna…”

“Ma Alessandra! – la interruppi sempre più intrigato da quel racconto che cominciava a diventare sempre più interessante – Non ti eri veramente mai mostrata nuda prima?” “No, Fabio, ma non essere indiscreto! Te lo giuro. Mai così… L’ultimo moroso me l’aveva chiesto. Ma io non mi sono mai fidata. Fino a quella sera, con Emanuele. Cedetti, ma in buona fede… E per necessità! E volevo farlo solo un po’… Qualche posa soltanto, un po’ particolare…”

“E quella sera, quindi… – la incalzai io senza esitazioni – Lui allora ti convinse a farlo?”

“Oh, Fabio! Mi fece bere uno stranissimo e fortissimo intruglio. Io sentii subito un gran caldo e mi sentii un po’ annebbiata. Sorridendo gli chiesi allora un po’ imbarazzata cosa dovessi fare. Emanuele mi rispose che se volevo potevo iniziare con lo spogliarmi. Lentamente, però, senza fretta ed un po’ alla volta. E lui, sempre se mi andava, avrebbe anche fatto degli scatti durante quello che sarebbe stato il mio primo spogliarello. Molto privato, però. Solo per lui, che avrebbe così potuto iniziare a giudicami. Poi, aggiunse Emanuele, quei primi scatti sarebbero stati forse visti anche dal professore. Ma solo se lui, il mio primo ed improvvisato fotografo, mi avesse giudicata meritevole e soprattutto se io l’avessi autorizzato a mostrarli al vecchio.”

“Mi sembra che non opponesti molta resistenza, Alessandra!” “Mi aiutai pensando che qualche settimana prima alla elezione di Miss Università ero stata abbondantemente fotografata in costume da bagno. Feci finta di non ricordarmi che in quel momento nell’appartamentino di Emanuele invece indossavo un reggiseno e un perizoma ridottissimi e molto particolari. Sapevo bene insomma che non indossavo un bikini da mare ma bensì un intimo da urlo!”

“Come quello di oggi? – le chiesi ridacchiando – Hai indubbiamente un buon gusto nello scegliere l’intimo…”

Il racconto di Alessandra mi stava eccitando sempre di più. E il mio cazzo si ingigantiva ancor di più davanti agli occhi sgranati di lei. Lei se ne accorse e questa volta non mi nascose il suo stupore!

“Ma Fabio! – si lamentò allora lei – Ma tu… ma tu ti stai eccitando sentendo questa mia disavventura!” “Ma no, Alessandra. Mi ti confesso che mi sarebbe però senza dubbio piaciuto assistere alla scena…” “Ma tesoro! – mi chiese allora lei incredula – Ma non ti dà fastidio che la tua morosa sia stata raggirata da un altro uomo? E che stava per fotografarla in intimo?” “No, Alessandra, al contrario… – sorprendendomi io stesso della mia eccitazione – Continua, continua pure!”

“Quando mi invitò a spogliarmi rimasi egualmente per qualche istante senza parole. Però pure lui mi incoraggiò nel soperare il mio maturale imbarzzo ricordandomi che mi aveva già vista ed apprezzata in bikini all’elezione di Miss Università. Aggiunse che anche altre giovani donne come me avevano fatto all’inizio dei capricci. Poi, un po’ alla volta, si erano lasciate andare… Avevano superato il comprensibile iniziale imbarazzo… E si erano poi anche quasi divertite…”

“E tu accettasti, allora, Alessandra?” “Mi girai e gli chiesi se gentilmente potesse aiutarmi…” “Non capisco, tesoro!” “Ma uffa, Fabio! Devo proprio dirti tutto? Sì, insomma, dopo essermi girata e raccolti i capelli dietro la nuca lo invitai ad aprirmi la lunga cerniera del vestitino nero che indossavo. Lui non si fece pregare e mi aprì completamente dietro il cortissimo tubino che avevo scelto per la serata. Mi sbucciò, praticamente! Il vestito scivolò a terra e rimasi così, girata, con il solo intimo! Ero imbarazzatissima, ero rimasta solamente in mutandine e reggiseno davanti ad Emanuele. Il quale, adducendo all’eccessivo caldo della stanza, pensò bene di spogliarsi pure lui e di rimanere con addosso un attillatissimo slip. Dovetti ammettere che il giovane uomo era molto prestante…

“Incuriosita dai rumori sospetti che avevo sentito alle mie spalle, io sbirciai girandomi un po’ per qualche istante. Non potei infatti non notare, oltre a dei ben torniti pettorali ed un ventre piattissimo da palestrato, un notevole gonfiore appena nascosto dalla piccola mutandina. E mi accorsi che l’uomo non era proprio depilato. Un po’ del suo pelo fuoriusciva dall’elastichino del suo indumento intimo. Mi scappò un sorrisetto. Lui capì che avevo visto ed apprezzato tutto! Uffa, ero sempre una donna! Una giovane donna! E lui un bellissimo esemplare di giovane maschio con addosso solamente una piccola mutandina nera! In competizione per dimensioni con il mio peri!”

“Non ti era proprio dispiaciuto dopotutto di vederlo così il maschietto!” “Ma Fabio! Te l’ho detto! Ero e sono sempre una donna! In crisi con il moroso e confesso che in quel momento ero anche un po’ alticcia… Quegli intrugli che lui mi aveva fatto bere avevano iniziato indubbiamente a far effetto…”

“Eri ubriaca?” “Assolutamente no! Ma ero un po’ sù di giri e vittima dei fumi dell’alcol… E per la situazione che lui aveva abilmente creato! Ed io ero così giovane ed un po’ ingenua…”

“Eccitata come lo sei adesso?” “Ma Fabio! Tu sei il mio moroso. Emanuele non lo era…”

“Allora continua, Alessandra, continua…”

Alessandra rimase per qualche secondo in silenzio. Poi riprese il racconto. “Emanuele immediatamente non perse tempo e senza tregua mi scattò delle foto. Sempre cercando di farmi partecipare e di farmi prendere delle pose sempre più provocanti. Come quando, dopo avermi fatto raccogliere i capelli dietro la nuca, mi invitò a girare solo il volto verso di lui. Mi voleva con un sorriso, smagliante come era il mio, ma soprattutto complice. Lo accontentai ma al sorriso smagliante si sostituì una smorfia di evidente disagio e la lingua che gli mostrai indispettita per quello che stavo facenco. Fece clic ed immortalò così il mio primo momento di imbarazzo.

“Gli feci allora notare che quella foto non mi sembrava molto artistica. E che io non ero proprio una modella di intimo femminile! Lui fece finta di nulla e perseverò.

“Mi infastidì ancora di più infatti parecchio quando mi fece sedere sul divano con le ginocchia ben tirate sù e soprattutto le lunghe gambe ben allargate. La mutandina nera, come il reggiseno, oltre che orlata di pizzo, era parecchio trasparente. Mostrava indubbiamente troppo. Sotto! E in quella posizione mi invitò di nuovo a raccogliermi con le due mani tutti i capelli dietro la nuca. Assunsi per lui così una posizione evidentemente molto sensuale. Indubbiamente la posa lo era, come le trasparenze che pure ero costretta così ad offrire al giovane uomo…”

“Dovevi essere splendida così! Anche se non eri ancora nuda!”

“Ma Fabio! Non era proprio nelle mie intenzioni in quel momento di farmi riprendere senza nulla addosso!”

“Ma lui non si fermò certo lì! – insistetti allora io – A quel punto… Eri già solamente in mutandine e reggiseno… Piccoli, di pizzo e neri! E tanto, tanto trasparenti…”

“No, non si fermò lì. Mi disse infatti allora che al professore piacevano anche degli scatti di un altro tipo…”

“Lo sospettavo! – aggiunsi subito io – Sei troppo bella Alessandra per non fare anche quel tipo di foto”.

“Ma Fabio! Uffa! Cosa dici? – brontolò ancora Alessandra – Non dire queste cose! Sono la tua morosa, oggi! E quella sera anche se giovane ed inesperta non ero una puttanella! Come non lo sono ora! E faccio fatica a raccontarti queste cose. Così, adesso…”

Feci finta di non sentire e continuai ad invitarla a raccontare.

“Emanuele allora mi chiese con estrema naturalezza di alzarmi dal divano e togliermi almeno il reggiseno. Era sicuro che io avevo delle tette favolose e lui era molto curioso di vederle e di apprezzarle… Nude, senza reggiseno e con i miei bei capezzoloni ben in evidenza. Lui non aveva potuto farlo alla sfilatina di Miss Università dove io non avevo proprio voluto levarmi il reggiseno. No, non avevo proprio voluto quella volta mostrare le mie tette a tutti!”

“Gli chiesi se fosse proprio necessario togliermelo… Adesso, lì…. Mi vergognavo un po’, in quella stanza, da sola, con un uomo che mi guarda. Lui mi ripeté la necessità di certe fotografie e mi chiese se doveva aiutarmi come aveva fatto con il vestitino. Io brontolai e gli dissi che quello lo avrei fatto da sola e che non avevo bisogno di aiuto nello sfilarmi il reggi! Mi rigirai e mentre gli mostravo la schiena mi sganciai il reggiseno. Ma dopo averlo lanciato con stizza a terra feci buon viso a cattivo gioco. Mi coprì frettolosamente il seno con un braccio e mi girai di nuovo verso di lui. Con gli occhi socchiusi e mostrandogli la lingua! Non mi accorsi di aver così reso ancora più sexy la fotografia che lui subito scattò!”

“Va bene così? – gli chiesi fissandolo negli occhi – Il reggiseno non c’è più! Ma uffa le mie tette non te le mostro! Soddisfatto, ora?”

“Quella posa con la modella molto infastidita doveva essere molto eccitante e sentii infatti un’autentica raffica di scatti. Con me imbronciata ed evidentemente in difficoltà lui esaltò la sua arte fotografica! Non soddisfatto mi fece girare e mi fece raccogliere di nuovo i capelli dietro la nuca. Dovevo essere molto bella vista così da dietro! Con la schiena tutta nuda e il microscopico perizoma. Ma non gli bastò. Nonostante le mie proteste mi fece così allargare leggermente le gambe e poi mi invitò a piegarmi di più in avanti. Almeno un po’… Come dovessi raccogliere un fiorellino nel prato…”.

“Alla pecorina, Alessandra, ti ha messa alla pecorina…” “Sì, Fabio, sì… Alla pecorina. E, così allargata, il filetto del perizoma mi tradiva e mi copriva dietro appena la parte più intima del mio sesso. Lo sentì armeggiare ed avvicinarsi. Mi invitò a stare ferma, a non pensare che la stessi riprendendo ed a lasciarmi andare. Mi disse che mi avrebbe fatto una foto un po’ più particolare. Non ebbi il tempo di replicare e, cogliendomi impreparata, sentii dietro la sua mano improvvisamente e velocemente farmi scivolare giù a mezza coscia il perizoma. Quel porco mi aveva abbassato il perizoma! Per qualche istante, sorpresa, non intesi quello che mi aveva combinato. Il mio sesso, visto da dietro, era così rimasto scoperto ed in balia della fotocamera del telefonino di lui!”

“Quando capii quello che lui mi aveva combinato mi allungai tutta indietro con un braccio e mi coprì velocemente il sesso con una mano. Brontolai e protestai. Non volevo essere stata immortalata da dietro con la mia fichetta spalancata ed in bella mostra! Gli ricordai che non erano quelli i patti! Mi feci promettere che avrebbe eliminato quella foto. Lui non rispose e cercò di calmarmi.”

“Mi dispiace, Alessandra, ma non ne sarei molto sicuro che lui l’abbia fatto… Era riuscito a catturare in uno scatto la fica vista da dietro e probabilmente ben spalancata di Miss Università!”

“Ma uffa! Lo so, tesoro, ma io in quel momento mi dovetti fidare. Anche perché la situazione era ormai degenerata! Mi aveva costretta in quella posizione che io non volevo! Alla pecorina, praticamente nuda e le mutandine scese fino alle ginocchia! Uffa! Indubbiamente un bel vedere, per lui!””

“In che senso la sentivi degenerata? – chiesi allora ad Alessandra strofinando di nuovo con sempre maggior insistenza il mio scroto sulle labbra della sua bocca – Cos’era successo chr ti aveva ancora turbata?”

“Mentre gli mostravo la schiena ed ero impegnata a coprirmigoffamente il sesso lui aveva deciso di levarsi lo slip e di rimanere anche lui completamente nudo. Così l’avrei visto, davanti a me, se mi fossi girata in quel momento! Fotografarmi così lo aveva evidentemente molto eccitato ed infatti, quando mi invitò a girarmi verso di lui, mi mostrò orgogliosamente una violentissima erezione. Emanuele aveva un pene veramente notevole ed io non potei non spalancare per un attimo gli occhi.”

“Non come il mio, spero! – le dissi sperando in un suo diniego – Prima hai detto di non aver mai visto uno come il mio…” “Diverso! – replicò prontamente la donna che sarebbe diventata mia moglie – Era più corto ma piuttosto grosso. Forse un po’ più del tuo… E pieno di venature, dappertutto… Uffa! Ti basta, Fabio?”

“E a lui bastò mostrartelo?” “No, Fabio! Non gli bastò!”

“Me lo immaginavo, Alessandra, me lo immaginavo…”

“Mi disse che gli mancava ancora qualche foto. Gli dissi brontolando che ero ormai già praticamente nuda davanti a lui e che mi aveva scattato già tante foto. Troppe per me! Ed anche di un certo tipo e che non mi avevano fatto felice! Ma che avrebbero sicuramente eccitato qualsiasi uomo. In particolare il professore! Ma lui mi fece intendere che non gli bastava. Il vecchio prof voleva anche delle foto di nudo… Nudo integrale, naturalmente!”

“Emanuele ti voleva quindi fotografare proprio nuda! Per il professore… Voleva la tua fica! Per lui…”

“No, Fabio! Non solo per il professore! Anche per lui. La situazione creatasi lo aveva eccitato come eccita ora te! Mentre mi parlava e mi invitava a sfilarmi lo slip lui si masturbava violentemente. Davanti a me e insisteva chelo guardassi senza vergognarmi mentre lo faceva.

“Ed aggiunse che anche lui voleva vedermi completamente nuda. Lo avrei aiutato a raggiungere l’orgasmo che sentiva stava per avere. Gli sarebbe piaciuto tantissimo così. Spruzzare tutto il suo seme davanti a me! Sì, mi disse proprio così! Voleva schizzare tutto il suo seme mentre lo guardavo! Sì, sì, disse proprio così! E continuò precisando che gli piaceva farlo così e che avrebbe spruzzato tantissimo! Ma dopo mi avrebbe sicuramente raccomandata al professore. E concluse dicendomi che così io avrei sicuramente superato quel maledetto esame di statistica che io tanto odiavo!”

“E tu, Alessandra, cosa facesti?”

“Ero confusa e non sapevo cosa fare. Temevo che tutto quello che avevo fatto fino ad allora fosse diventato inutile. E lui, Emanuele, stava veramente soffrendo! Si quasi contorceva… Vedevo che stava per venire…”

“Quindi? – le chiesi eccitatissimo – Accettasti e lo accontentasti, vero?” “Un po’ sì! Lentamente mi sfilai la mutandina. Lui immediatamente mi fotografò mentre facevo scivolare piano lo slippino ai miei piedi. Poi però io mi coprì subito dopo ed immediatamente con una mano la passerina che involontariamente, sfilandomi completamente il peri, ero stata costretta così a scoprire ed offrire in visione integrale ad Emanuele ed alla sua fotocamera! Sì, Emanuele aveva visto la mia fica! E così ero indubbiamente stata colta in una posa molto sexy. Ed io ancor più imbarazzata. Con un braccio mi coprivo il seno e con la mano dell’altro il sesso”.

“Sapevo però che lui era anche riuscito per pochi istanti purtroppo anche a fotografarmi completamente nuda! Sì, era riuscito anche a catturare anche la mia giovane fica. E, purtroppo, anche con dei primi piani. Per lui splendidi! Era però riuscito a fare solo due o tre scatti, però… Ma sufficienti per me! ”

“Finito? – le chiesi allora sospirando ad Alessandra – Catturando anche la visione della tua bellissima fica mi sembra che lui avesse ottenuto tutto quello che aveva voluto! La fica di Miss Università! La serata si concluse così?”

Alessandra rimase in silenzio per qualche istante. Poi sottovoce riprese a parlare, cercando il mio sguardo e la mia comprensione per quello che stava ancora per svelarmi.

“Fabio, prima tu mi hai chiesto di aiutarti. In quella maniera… Ricordi?Anche lui, come te adesso, era in difficoltà e con un filo di voce mi pregò allora anche lui di aiutarlo e di fare qualcosa per lui. Era pieno di… voglia… Lo avevo eccitato troppo mostrandomi in quelle pose così sexy e poi anche nuda! Io gli replicai che l’aveva voluto lui! Non l’avevo infatti voluto io e neppure ero felice che lui stesse ora così male vedendomi così… E pensavo lui riuscisse a controllarsi!”

“Emanuele allora insistette che aveva dovuto farlo per il professore! E che ora doveva assolutamente eiaculare perché era pieno di… seme! Mi supplicò… Fu sfrontato! Mi chiese addirittura se fossi stata capace di soddisfarlo con un rapporto orale! Mi confessò che adorava quella cosa! Ed era sicuro che sarei stata bravissima a succhiarglielo… E che mi sarebbe anche un po’ piaciuto!”

“Voleva un tuo pompino, quindi! Glielo facesti, tesoro?”

“No, non volevo farglielo! Ma sempre più sfrontato mi spiegò che potevo scegliere tra lui e il professore! Non gli risposi e cercai di limitare i danni. Il prof era così vecchio! Emanuele era giovane… E carino… Lui si era intanto adagiato nudo sul divano e, superando le mie resistenze, mi aveva fatto inginocchiare davanti a lui tra le sue gambe spalancate. Prese con forza la mia nuca tra le sue mani e senza esitazioni me lo mise in bocca.

“Io gemetti per un po’, sospirai a lungo e riuscii prima solo a dire con un filo di voce che non volevo… Uffa! Non volevo farglielo così perché lui non era il mio uomo! Come risposta lui iniziò forsennatamente a scoparmi la bocca. Sentii forte l’odore del suo uccello che immediatamente mi cresceva dentro la mia bocca. Sempre di più! Appena lui percepì il rumore della mia saliva che aveva subito abbondantemente bagnato la sua asta e la mia lingua ruotare attorno al suo glande, cominciò a smaniare ed impazzì dal piacere. Stava già per venire! Sputai il suo uccello ed a voce bassissima, gli piagnucolai che non mi piaceva proprio lo sperma. Non mi ero mai fatta schizzare in bocca e soprattutto non avevo mai fatto dopo a nessuno l’ingoio!”.

“Ed era vero! – aggiunse ancora la mia futura moglie – Non mi era mai piaciuto l’odore e il sapore del vostro sperma! Ma lui fece finta di non sentire e continuò a stantuffarmelo dentro fino in gola!”

“Oh, Alessandra! Come avrei voluto vederti mentre lo facevi, costretta da quel porco! – la interruppi per un istante – Dovevi essere proprio bella con tutto quel coso in bocca!” “Ma Fabio! Cosa dici! – protestò subito lei incredula a quelle mie parole – Non ti capisco proprio… Sei un porco! Anche tu!”

“Mi piace sentirti raccontare, Alessandra…. “ “L’ho capito, l’ho capito! Permettimi di non capisco, però…. Sono la tua morosa, oggi! Ti piace immaginare mentre faccio quella porcata ad un altro maschio?” “Sì, Alessandra…. Ma è la prima volta che mi eccito in questo modo!” “Lo vedo! – miagolò lei notando il mio uccello ingrandirsi ancor di più davanti ai suoi occhi sempre più spalancati – Come sei eccitato! Il tuo coso è diventato grandissimo! E’ proprio enorme…”

Dopo una breve pausa lei si fece però scappare un piccolo sorrisetto molto malizioso per quello che le avevo rivelato e sempre più rossa in volto continuò nel racconto.

“Io allora improvvisamente sentii una prima gocciolina liquidissima dello sperma di lui sulla mia lingua. Intuì che lui era proprio pronto, che stava per venire e che fra poco avrebbe schizzato tutto il suo seme. E sapevo benissimo dove avrebbe voluto farlo! Emanuele ebbe però ancora la forza prima dell’estasi e dell’orgasmo di scattare una foto ed immortalarmi con il suo uccellone nella mia bocca spalancata. Gemetti e protestai rumorosamente per quello scatto che pure mi abbagliò. Non volevo proprio essere immortalata così, con un uccellone in bocca!”.

“No, non volevo quella foto! Proprio nessuno mi aveva mai fotografata con un uccello in bocca! Lui non si preoccupò dei miei lamenti ed anzi subito dopo con un altro scatto catturò anche la mia espressione di disgusto che non riuscii a nascondere subito dopo essere stata costretta ad assaggiare la prima gocciolina del suo sperma che era uscita dal suo glande!

“Ero furente ma fui brava allora a divincolarmi dalla sua presa ferrea proprio un istante prima che spruzzasse il primo, enorme e violentissimo fiotto di sperma. L’avevo fatto raggiungere l’orgasmo e stava venendo! Ma mi colpì nell’occhio che avevo tenuto aperto perché lui mi aveva ordinato che io lo guardassi… Proprio mentre schizzava! Fu il primo fiotto di una lunghissima serie di spruzzi. E fui subito strapiena di sperma dell’uomo. Mi sporcò dappertutto e mi riempì tutta la faccia, i capelli e il collo! E il suo sperma filamentoso, che non cessava di uscire da quell’uccellone pulsante, mi colò fin sulle tette e sui capezzoli! Ma non avevo voluto bere il suo seme! Lui lo avrebbe voluto, ma io ero riuscita a negargli l’ingoio! Sentii però fortissimo l’odore nauseabondo del suo sperma ed ebbi un piccolo conato di vomito.

“Lui allora mi rimproverò aspramente di non aver bevuto la sua… sborra! Disse proprio così sapendo di mettermi ancor più in imbarazzo! Mi avvisò che avrei dovuto allora gustarmi quella del professore. Ed anche lui ne avrebbe fatta tantissima e, vista l’età, particolarmente puzzolente! Io non replicai e con ironia gli chiesi da quanto tempo non scopava una donna…”

“Ce l’hai fatta quindi a non farti schizzare in bocca, Alessandra… – le chiesi subito io – Almeno non da Emanuele!”

“Sì, Fabio, però a carissimo prezzo. Per farmi raccomandare da Emanuele avevo dovuto accettare di subire tante umiliazioni. Mi aveva fotografata proprio come lui aveva voluto. Sì, anche nuda. Nonostante la mia ritrosia. E sapevo benissimo che in alcuni scatti mi aveva ripresa anche durante il rapporto orale. Completo, ma senza il mio ingoio del suo sperma come lui avrebbe desiderato! Aveva ootenuto altro, però!”

“Sì, quelle foto! Quelle foto finali… – aggiunse ancora a bassa voce lei – Le più difficile da accettare e sopportare…” “Quali foto, Alessandra?” “Te l’ho detto! Lui mi era anche venuto senza pietà e tantissimo anche in faccia. Ero devastata! Piena del suo sperma! Dappertutto! E uffa! Con il suo primo enorme schizzo mi aveva anche spruzzato in un occhio! Vedevo molto poco ma sentii subito colarmi dappertutto tutta quella robaccia densa che mi aveva spruzzato addosso. Dovevo avere un’espressione di disgusto, rabbia e grande imbarazzo. Ero insomma in grande difficoltà ed evidentemente molto a disagio. E lui volle cogliere proprio quelle mie smorfie e quelle mie espressioni piene di rancore con una serie interminabile di scatti. Fu una raffica di clic. Impietosa! La sentii tutta e pure abbagliata dai continui flash! Ed io, rassegnata, esibivo in tremendi primi piani il mio bel viso strapieno del suo sperma!”

“Io protestai, gridai, tentai prima di ribellarmi a quell’ultimo oltraggio. Fu tutto inutile. E lui concluse l’opera umiliandomi ancor di più informandomi di come avrebbe battezzato quelle foto nella chiavetta che le avrebbe raccolte tutte…”

“Dimmelo, Alessandra, dimmelo!” “Uffa… Devo proprio dirti anche questo?” “Sì, sì, tesoro….” “Sghignazzando mi rivelò che l’avrebbe intitolata ‘Alessandra. Miss Università sborrata in faccia. A lei non piace proprio la sborra di lui!’ “.

“Proprio un bel servizio ti ha fatto! – commentai allora io – Ed ha ottenuto proprio tutto quello che aveva voluto!”

“Sì, lo so, Fabio! – continuò ancora tristemente Alessandra – Aveva ottenuto per sè tutto
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.3
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Alessandra.. :

Altri Racconti Erotici in tradimenti:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni