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Infedele ed insaziabile


di Membro VIP di Annunci69.it pinkoepallina
19.02.2019    |    25.684    |    34 7.2
"Ultima, ma non per importanza, la spigolosità del carattere, in perfetta armonia con il suo look..."
Probabilmente non era nemmeno brutta, Maria Laura Veneziano, la direttrice della Biblioteca Comunale, ma tutto ispirava fuorché simpatia e sesso, specialmente quando, da dietro la scrivania, lanciava i suoi acidissimi ‘shhhh’ ai malcapitati utenti che si lasciavano scappare qualche parola di troppo.
In un altro ambiente sarebbe stata, chissà, una donna da scoprire, perché un paio di occhi attenti ne avrebbero messi a fuoco altri due, luminosi e verdi, celati dietro quelle lenti rotonde spesse un centimetro.
Gli stessi occhi avrebbero indugiato su quel viso regolare, magari piacevole, ma purtroppo caratterizzato da un perenne ghigno di disgusto, così accentuato che arrivava persino a cambiarle i connotati, quindi a deviare tutti gli eventuali sguardi di approfondimento.
Come se non bastasse, la sua lunga chioma corvina era raccolta in una acconciatura alla Matilde Serao, che aggiungeva minimo dieci anni ai trentasei che aveva, mentre il suo corpo rimaneva un’incognita per tutti, in quanto tristemente relegato entro abiti sempre abbondanti e demodé, abbinati a calzature con punta arrotondata tacco 4, che nulla avevano da invidiare a quelle della grande scrittrice di fine ‘800.
Regolandosi pertanto con quello che si vedeva, Maria Laura si poteva tranquillamente definire, a voler essere buoni, un essere vivente di sesso femminile privo di particolari attrattive. Peccato, perché l’altezza era ‘buona’.
Ultima, ma non per importanza, la spigolosità del carattere, in perfetta armonia con il suo look.
Insomma, tutto l’insieme costituiva un ottimo deterrente alla sua frequentazione, talmente efficace che persino Sergio, suo marito da un paio di lustri, limitava i contatti al minimo sindacale per non stare sempre a discutere. Spesso si chiedeva per quale astruso motivo l’avesse sposata. Eppure, un tempo…
Naturalmente di scopare non se ne parlava nemmeno, e da lunghi anni.
Forse proprio per questo l’uomo aveva cominciato da un pezzo a bazzicare club privè, da singolo, riscuotendo anche un discreto successo, in virtù di una notevole prestanza fisica e di un attrezzo di proporzioni ragguardevoli, soprattutto in larghezza.
Tutti i sabato sera, dopo cena, la solita solfa: “Allora esco, mi stanno aspettando Francesco e Federico. Andiamo a casa di Alfio per il solito pokerino”.
“Ma certo, non sia mai che ne salti uno”.
“Perché, scusa, non sono anni che anche tu il sabato sera esci e vai al Circolo del Tombolo a giocare a burraco con le tue amiche? A volte torni a casa persino dopo di me!”
“Come non detto. Vai, non farli aspettare. Ciao”.
Quel sabato, al Sexo Loco, il più esteso privé della regione, considerato il migliore e distante una sessantina di chilometri dalla loro cittadina, c’era una discreta affluenza, come al solito.
Sergio, che ci sapeva fare, dopo un’ora abbondante di perlustrazione dei punti strategici, adocchiò in zona bar una signora molto avvenente sulla quarantina, mano nella mano con un tipo dall’aspetto non proprio inappuntabile: basso, cicciottello e molto più avanti con gli anni.
Considerando le difficoltà che la coppia avrebbe potuto incontrare per cause non imputabili alla lei, nella ricerca di un eventuale scambio di partner… quella che aveva davanti costituiva, a suo avviso, la ‘preda’ ideale.
“Signore, permette?” esordì, toccando leggermente la spalla dell’uomo, da dietro: “Mi chiamo Sergio. Nello scusarmi per la mia faccia tosta, vorrei innanzitutto farle i complimenti per la superba creatura che ha accanto e poi chiederle, anche a sua moglie ovviamente, se ci sono i presupposti per una conoscenza”.
La voce era calda ed intrigante, la donna si girò subito e, nel vederlo, si illuminò in volto.
Il lui invece, facendo un passo indietro, lo squadrò da cima a fondo, poi sentenziò: “Senta giovanotto, dallo sguardo di mia moglie mi sembra di capire che sia parecchio interessata…”
Intervenne lei: “Hai capito bene, tesoro”.
L’uomo seguitò: “… per cui, se è quello che desidera, potremmo appartarci insieme. Inutile perdere tempo, rischieremmo soltanto di trovare occupate tutte le camere. Ah! Noi siamo Edoardo e Mirella, piacere” aggiunse tendendogli la mano, subito imitato dalla donna.
Praticamente, un invito a nozze: saliti al piano superiore ed individuata una stanza libera, Mirella, arci felice per un incontro che andava ben oltre le sue aspettative, li fece subito sedere sul bordo del letto, uno accanto all’altro, e si posizionò in mezzo, in ginocchio davanti a loro, prendendolo in mano ad entrambi.
Dopo averli tenuti ‘a bilancia’ per un po’ massaggiandoli con trasporto, iniziò un lento su e giù alternando mani su uno e bocca sull’altro, e viceversa.
Successivamente si stese sul letto, invitando gli uomini a baciarla dovunque, voleva che indugiassero a lungo su tutto il suo corpo, che man mano stava liberando dagli abiti.
La accontentarono con una certa sincronia, considerando che era la prima volta che giocavano insieme.
Sergio si lasciò andare anche verbalmente, con il consueto garbo, al fine di aumentare l’eccitazione: “Mirella, ti ho desiderata da subito, non ci speravo, sei meravigliosa. Hai un mix di bellezza, fascino e personalità non facile da trovare in un’unica persona. E tu, Edoardo, sei un uomo fortunato”.
A quelle parole lei mise il turbo e gli stampò un bacio così intenso da doversi staccare per un attimo a riprendere fiato. Sì riattaccò subito a lui, con la lingua dentro quelle labbra che la avevano da subito colpita.
Lei, ormai era evidente dal suo atteggiamento, si accingeva ad accoglierlo dentro.
Da abile regista, aveva sistemato tutto alla perfezione: come ultimo atto gli infilò personalmente il profilattico, con la bocca, come fanno soltanto le amanti più esperte.
Sergio la penetrò. Mirella iniziò così a cavalcarlo con una foga che nemmeno lei avrebbe immaginato così intensa, mugolando di un piacere profondo.
Nel frattempo Edoardo si masturbava, eccitatissimo dalla scena cui stava assistendo.
Un perentorio: “Vieni qui e mettimelo in bocca. Su, datti da fare brutto guardone, ché due cazzi insieme per me sono meglio di uno, ormai dovresti saperlo!” interruppe quel momento vagamente cuck. Lui obbedì.
Continuarono così, alternandosi in vari modi, compresa una doppia penetrazione, durante la quale all’ospite venne addirittura concesso un culo notevole ed incredibilmente accogliente, segno di un certa attitudine a tale pratica.
Mirella, con l’eccitazione al top, si dibatteva fra i due uomini come una gazzella azzannata dal morso mortale della leonessa, simile anche nelle grida, ma di piacere, non di dolore.
Alla fine, dopo lungo tempo, durante il quale si alternarono anche parecchie espressioni, tipo: “Sì, forza, ancora, ancora, sfondatemi, sono la vostra troia!” e “Godi, puttana!” proferite dai due coniugi, Sergio, stremato, annunciò: “Mirella, sto per venire, posso togliere il profilattico e farlo sul tuo seno? Mi eccita moltissimo”.
“Sì stallone, inondami, fammi sentire il tuo piacere caldo sulla pelle” e, rivolta al marito: “E magari anche il tuo, porco, vizioso e grandissimo cornuto”.
A quel punto gli uomini si alzarono e, dopo pochi colpi di mano, schizzarono contemporaneamente e copiosamente sul seno e sul volto della donna.
Quest’ultima, non paga, cominciò a spargersi il liquido sul resto del busto e del viso, leccandosi poi le dita con lo sguardo ammiccante e soddisfatto di una che in tema di sesso sapeva il fatto suo come poche.
Una gran bella situazione, un gran bell’epilogo: Sergio avrebbe avuto tutte le ragioni per tornarsene a casa più che soddisfatto, ma non lo fece. Dopo un drink offerto ai suoi nuovi amici e dopo averli salutati perché se ne sarebbero andati a momenti -causa figli piccoli e baby sitter- se ne tornò su.
Mentre scendeva, infatti, aveva notato di sfuggita una splendida silhouette intenta in una gang bang, nella parziale oscurità della dark room. “Che tette e culo da favola!” pensò, passandole quasi accanto nell’attimo di un ‘cambio della guardia’.
Per la verità, gli sembrò di averla vista qualche altra volta in precedenza, sempre impegnata nella medesima pratica e nel medesimo posto ma poi, distratto dal protrarsi delle sue situazioni, se l’era scordata. Non era neanche riuscito ad individuare il marito, o compagno, per tentare prima o poi il suo ‘infallibile’ approccio e dividerla solamente con lui.
Ma eccola di nuovo innanzi ai suoi occhi, di spalle, alla pecorina, completamente nuda -escludendo dei provocanti sandali oro tacco 12, con cinturino alla caviglia- impegnata in un pompino all’uomo che aveva davanti, mentre quello dietro ‘tentennava’ e uno di lato si ‘accontentava’ di una semplice masturbazione.
Improvvisamente si aprì uno spiraglio. L’uomo che ‘tentennava’ dichiarò la sua resa e si defilò, imprecando contro sé stesso e l’emozione. Quel corpo superlativo era lì, pronto, inaspettatamente a disposizione.
Questione di pochi attimi: erezione prorompente, profilattico e scelta del lato A.
“Sconsigliabile strategicamente infilzare il B di primo acchito” pensò Sergio, che la sapeva lunga: “Potrebbe saltare l’intera partouze a causa del mio calibro extra large, e questa qui è troppo bona, non me la voglio perdere. Anzi glielo metto subito, senza tanti preamboli, vista la situazione. Non vorrei che qualcuno mi anticipasse”. Detto fatto.
Lei ebbe un sussulto: il membro di Sergio non lasciava certamente indifferenti, come il suo procedere peraltro, da vero mestierante.
Pian piano i sospiri emessi con gli altri uomini si trasformarono in mugolii, poi in forti gemiti, poi in urla di godimento, al punto che, in preda ad una violentissima eccitazione, fece capire a gesti, anche molto decisi, che voleva soltanto lui. Gli altri obbedirono e si allontanarono mugugnando, ma a lei non interessò minimamente, era troppo presa dalla novità.
Eh sì, quel fantastico nuovo arrivato la stava scopando come non le era mai successo prima, meritava l’esclusiva!
Anche per Sergio era così: attaccato con una mano a una delle due tette disegnate da Milo Manara e con l’altra ad una folta capigliatura lunga e sciolta, quella creatura incredibile lo stava facendo impazzire.
La spada e la sua guaina, confezionate su misura dal Destino, l’una per l’altra.
Non c’era nemmeno bisogno che lui si sforzasse tanto, faceva lei la gran parte del ‘lavoro’, per ‘sentirlo’ meglio dentro. Sempre urlando, in piena estasi, in pieno delirio.
Era come se gli stesse portando a spasso il pene nei Giardini dell’Eden, come se fosse snodata, come se avesse la parte inferiore del corpo indipendente dal resto, con i suoi movimenti verticali, orizzontali, ondulatori, sussultori, in un vero terremoto dei sensi.
Un fragorosissimo orgasmo, per lei l’ennesimo, li colse insieme, dopo circa mezz’ora di intenso stantuffamento, durante il quale il tempo sembrava essersi fermato ed il luogo, ancora parecchio affollato (anche di spettatori ammirati) sembrava deserto: c’erano solo loro due.
Lui aveva goduto come mai nella vita, eppure ne aveva avute di donne, anche lì dentro!
Lo ammise, con la voce rotta dal fiatone: “Mai successa una cosa del genere, mai scopato nessuna che si muovesse così, mai goduto come adesso: sei favolosa!”
A quelle parole lei si girò immediatamente e due bellissimi occhi verdi guardarono l’uomo con espressione attonita: “Sergio!”. “Maria Laura!”
Forse l’inizio di una nuova alba.
FINE
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