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LA VACCA SVIZZERA E IL PERIZOMA AUTOGRAFATO - PARTE 3


di melanzo
26.04.2013    |    4.745    |    0 8.5
"Non ve la faccio lunga con i preparativi, rimasi per ore davanti lo specchio affichè tutto fosse perfetto, e dal mio desiderio di essere di nuovo tra le sue..."
Per la miseria non avevo preso neppure il numero di telefono di Frank!
Fu questo il primo pensiero con il quale mi svegliai il giorno dopo. La scarica di adrenalina provata la sera precedente era stata devastante, a tal punto
da accantonare ogni tipo di calcolo, di pensiero spesso, finanche troppo, ricorrenti nei miei modi di vivere. è come se mi fossi risvegliata tutto d'un tratto
da un momento buio, desiderando adesso solo il vivere più a fondo possibile quella gioia, quell'esperienza, senza pensare al domani.
Volevo con tutta me stessa rivedere Frank, essere di nuovo la sua preda, assecondarlo nelle sue richieste e godere assieme di quei meravigliosi momenti.
Fui perciò felicissima di ascoltare dalla voce di mia cugina Rene che aveva organizzato una cena a casa sua di Giovedì, ovvero due giorni prima del
mio rientro in Italia, invitando anche Frank e il suo ragazzo.
Decisi di prepararmi al meglio per quella che sarebbe stata l'ultima serata trascorsa insieme prima della fine della mia permanenza in Svizzera.
Mi feci accompagnare da Rene in un centro commerciale, mi diressi immediatamente in un negozio di intimo.
Scelsi reggiseno, calze autoreggenti con il bordo di pizzo, reggicalze e un perizomino bianco di pizzo, la cui sola vista ti avrebbe scatenato un'erezione
indimenticabile. Acquistai un nuovo paio di scarpe con il tacco molto alto e un abitino, pensando però che fosse un peccato coprire tutto quel ben di Dio.
Spesi un botto, ma poco mi interessava. La mia mente desiderava solo vivere appieno questa esperienza meravigliosa con te e per la
nostra ultima serata tutto doveva essere perfetto. Andai dal parrucchiere e dall'estetista, dove mi feci dare una ritoccata anche alla fighetta.
Confermai il look che avevo adottato da anni per far felice il mio ragazzo, completamente depilata dalle labbra in sotto ma con pelo curato sopra, facendoci
dare però un'aggiustatina.
Era la prima volta che vivevo un'esperienza di solo sesso, e devo confessare che la disinvoltura con la quale mi organizzavo e preparavo sorprese anche me.
Non ve la faccio lunga con i preparativi, rimasi per ore davanti lo specchio affichè tutto fosse perfetto, e dal mio desiderio di essere di nuovo tra le sue braccia, e vi conduco direttamente alla grande sera.
Giunta in salotto, rimasi stupita nel vedere la tavola apparecchiata per 7 persone. Chiesi a Rene spiegazioni, venendo così a sapere che alla cena avrebbero partecipato
anche tre amici di Frank. Lì per lì ci rimasi male, vidi la loro presenza come un problema, un ostacolo alla nostra intimità. Poi, mi calmai e mi dissi che Frank
quella sera sarebbe comunque stato mio e certamente anche lui, dopo la bella esperienza trascorsa insieme nella sua Bmw, non avrebbe rinunciato a un altro momento
di piacere.
Arrivarono a casa con un pò di ritardo e tutti insieme: il fidanzato di mia cugina, Frank e i tre amici. Erano di età diverse, uno coetaneo di Frank, un altro sulla trentina,
mentre il più giovane avrà avuto poco più di 20 anni. Al momento delle presentazioni mi mangiarono con gli occhi. Lusingata dall'aver suscitato
l'interesse di più uomini, dissi tra me e me :"e pensa se sapessero cosa indosso sotto l'abito!"
Il mio unico pensiero però era Frank, l'uomo che aveva riacceso in me la voglia di vivere.
La serata trascorse in grande allegria, gli amici di Frank erano simpatici e alla mano, mangiammo dell'ottimo cibo accompagnato dal vino.
Pensavo spesso tra me e me: "speriamo che questi vanno via presto e ci lasciano soli". Ero lontana anni luce da quella che era la realtà.
Lo compresi quando, dopo il dolce e i vari liquori, mia cugina Rene e il suo fidanzato ci salutarono e si chiusero nella stanza al piano superiore, mentre io fui costretta a restare
seduta al tavolo. Mi avevano messo in mezzo praticamente, io ero seduta al centro, due erano alla mia destra, due alla mia sinistra. Furbescamente fecero in modo
che le loro sedie, centimetro dopo centimetro, fossero sempre più vicina alla mia.
Ora capisco perchè son sempre stata l'ingenua di famiglia, ci ero ricascata di nuovo, in maniera molto analoga alla serata trascorsa al ristorante.
Mi era finalmente chiaro che i tre amici non sarebbero andati via, ma erano lì proprio per me. La prima reazione fu un grande spavento: non avevo grande
esperienza sessuale e pensare a quattro uomini tutti su di me mi preoccupò non poco, ma al tempo stesso mi iniziai a bagnare, presa dal momento, dall'alcool e
dalla voglia di chiudere alla grande la mia vacanza in Svizzera.
Fu in quel momento che pensai al mio fidanzato.
A quell'ora tarda lui starà ancora lavorando o studiando, come suo solito. Io, invece, la sua ragazza perbene e di buona famiglia, mi ritrovavo mezza brilla,
con addosso lingerie e rossetto da troia, seduta in mezzo a 4 uomini già in tiro che a breve mi avrebbero combinato peggio di una pornostar.
Al sol pensiero mi bagnai ancora. Del resto, caro il mio cornutone te lo meritavi proprio, tutti quelle tensioni e quei litigi tra noi, e nonostante tutto io che, prima del
viaggio, avevo provato a contattarti diverse volte senza ricevere mai alcuna risposta da te. Fesso, quando una donna ti chiama devi rispondere sempre.
Mi avevi fatto partire con un appetito sessuale non soddisfatto e con qualche sassolino dalla scarpa da togliermi. Adesso ti faccio vedere io cosa succede a comportarsi male
con me. Si, avevo deciso. Me li sarei scopati tutti e quattro, senza se e senza ma. Il mio ragionamento servì ad addossarti tutte le colpe, permettendomi di superare
la novità degli amici senza avvertire sensi di colpa. Se non mi avessi trascurata, se non avessimo litigato, non sarei stata lì.
Stavolta Frank, probabilmente perchè già sapeva di avermi in pugno, non adottò la tattica del calcolatore, ma fu molto diretto. Seduto accanto a me, mi abbracciò
e infilò la sua lingua nella mia bocca che lo attendeva senza oppore alcuna resistenza. Gli amici restarono a guardare. Dopo un interminabile bacio, portò lo mani
sulle mie gambe e mi sollevò l'abito, mostrando a tutti i miei acquisti del giorno precedente. Un boato quasi da esultanza allo stadio accompagnò la vista
della mia lingerie. Il perizoma volò via in un nulla, avevo le loro mani e le loro lingue dappertutto. Mi lasciarono seduta sulla sedia, divaricandomi le gambe.
Frank fu il primo a lavorare le mie intimità con la lingua, nel mentre io mi occupavo dei suoi amichetti dedicando loro la mia bocca e le mani.
"Come si dice figa in napoletano?" - Mi chiese Frank.
"Fessa o purchiacca" Risposi.
"Amici cari, questa fessa dobbiamo fotterla per bene. Quando sarà di nuovo a Napoli a scoparsi il cazzettino del suo fidanzato dovrà sentire la nostra mancanza"
Mi fecero salire sul tavolo dove avevamo cenato fino a poco prima, fu lì che mi penetrarono.
Il più giovane dei 4 tirò fuori una telecamera, e dopo averla posizionata, iniziò a ripredendere il tutto.
Frank fu il primo a possedermi, mentre gli altri si divisero tra la mia bocca e le mani, in pratica ero stesa sul tavolo con quattro uomini ai punti cardinali.
Si alternarono ai ruoli, coprendomi di insulti e sberleffi. Io, che al turpiloquio ero abituata perchè piaceva anche al mio ragazzo, mi eccitavo ancor di più e
quando avevo la bocca libera rispondevo per le rime.
Erano tutti e quattro degli ottimi scopatori, anche se il più giovane spesso si dedicava alla telecamera.
Il mio preferito era sempre Frank, perchè era il più completo ed esperto. Il trentenne invece mi scopava con una violenza inaudita. I suoi colpi erano talmente forti che i capezzoli, nella dinamica della spinta,
mi arrivavano quasi in bocca.
"Cazzo, mi stai sfondando" - dissi.
"Le femmine come te vanno scopate così."
Al momento della venuta, Frank ricordò la confidenza fattagli in macchina poche sere prima.
"Amici, alla nostra dama piace bere lo champagne"
Presero una coppa, dalla quale avevamo bevuto il liquore al termine della cena, mi fecero scendere dalla tavola mettendomi in ginocchio per terra, avvicanarono la telecamera per riprendermi in primo
piano, dopo avermi sbattuto per bene i loro membri sul mio volto continuarono a scoparmi bocca e mani fin quando uno dopo l'altro vennero nella coppa.
La portarono accanto al mio volto e mi ordinarono di berla. Assecondai con gran piacere il comando, ma a loro non bastò: vollero umiliarmi. Mi arrivò una sberla forte sul volto, mi riavvicinarono alla coppa e dissero:
"Vacca, ti avevamo detto di berla tutta fino all'ultima goccia. Non sei stata brava"
Così, sempre immortala dalla telecamera mi costrinsero a tirare fuori la lingua e a leccare il fondo della coppa.
Il loro riposo fu breve...
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