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La suora Trans


di Lo_Scrittore
24.10.2023    |    15.315    |    23 8.8
"È stata Susanna, una suora, ad aprirmi..."
Quest'estate, mentre ero di ritorno da una visita ai parenti, l'auto si fermò improvvisamente lungo la strada. La pioggia cadeva incessantemente e mi ritrovai senza alcun riparo. Fortunatamente, proprio lì vicino c'era un antico convento.
Bagnato fradicio, mi sono avvicinato all'ingresso del convento e ho bussato alla porta. È stata Susanna, una suora, ad aprirmi. Era una donna affascinante e molto gentile.
Dopo le presentazioni mi condusse in una stanza dove mi diede dei vestiti asciutti per cambiarmi.
Senza pensarci troppo, essendo bagnato fradicio, subito presi i vestiti ed iniziai a cambiarmi non curandomi che fosse lì a fissarmi. Provai a chiedere scusa, ma Susanna sembrava tutt'altro che imbarazzata, anzi era interessata.
Attimi di silenzio e di sguardi confusi mi portarono a guardare verso il basso e notai una protuberanza spuntare sotto la tonaca; lei mi guardò e mi sorrise: era trans.
Senza perdersi in giri di parole mi condusse nella sala comune per la cena dove avrei potuto conoscere le altre sorelle e dove avrebbe spiegato a tutte che a causa del maltempo avrei passato la notte lì.
Devo dire che il cibo era davvero ottimo, anche se mi sentii per tutto il tempo osservato ed anche a disagio, anche perché Susanna, che era seduta accanto a me, ad un certo punto della serata iniziò ad accarezzarmi la gamba.
Ero imbarazzato ed eccitato allo stesso tempo, mai avrei immaginato che una suora potesse provarci con me, ancor meno che fosse una suora trans.
Ero visibilmente eccitato e faticai non poco a nascondere il mio imbarazzo a chi mi rivolgeva la parola, ma la cena finì senza che nessuno si accorgesse di nulla.
Una volta finito di mangiare ci alzammo e senza nemmeno attendere che ringraziassi per il buon cibo, Susanna mi disse che mi avrebbe accompagnato nella mia stanza e mi avrebbe dato delle coperte per la notte.
Arrivati in camera Susanna chiuse la porta e mi fissò con aria maliziosa. Mi sedetti sul letto e senza volerlo il mio sguardò cadde proprio in direzione del suo cazzo che ovviamente era notevolmente duro.
Si avvicinò a me e sollevando l'abito mise davanti alla mia bocca il suo cazzo: era duro e grande, penso sui 18-20 cm, ma la cosa che mi sorprese di più era la sua circonferenza, davvero molto grande.
Senza dir nulla afferrò la mia testa e la spinse sul suo cazzo. Ero come ipnotizzato, aprii la bocca e lasciai che le sue mani guidassero i miei movimenti. In meno di un secondo mi ritrovai quel bestione ficcato tutto in gola che quasi mi strozzava. Devo dire che Susanna ci aveva preso gusto perché più il tempo passava e più le sue spinte erano energiche, sembrava quasi volesse soffocarmi.
Andammo avanti così penso per una decina di minuti, poi mi sfilò i pantaloni e le mutande e mi fece stendere sul letto di schiena a gambe aperte. Restando in piedi sollevò le mie gambe ed appoggio il cazzo al mio culo.
Ero non poco spaventato, un arnese così grosso di sicuro mi avrebbe fatto male e piagnucolando un po' le chiesi di fare piano, ma la sua risposta fu una bella spinta di bacino accompagnata da un sonoro schiaffo sulla gamba.
Capii che era meglio star zitto, nei suoi occhi vedevo chiaramente quanto fosse arrapata.
Senza esitare sputò verso il mio culo e riprese a spingere in maniera decisa fino a quando non entrò del tutto dentro. Si fermò qualche istante per poi iniziare a spingere lentamente. Devo ammettere che fu doloroso, ma di lì a poco subito si trasformò in piacere.
Penso di essere rimasto in quella posizione per una mezzoretta, infatti, non nego che quasi stavano per venirmi dei crampi ai polpacci. Quando Susanna si stancò di quella posizione mi fece mettere a pecora sul letto e mi scopò gli ultimi 10 minuti per poi riempirmi di sborra il culo.
Mi girai ed accasciai sul letto, mentre sentivo la sborra fuoriuscire e scorrere sulle mie gambe. Pensavo che avesse finito, ma mi sbagliavo. Salì sul letto e subito mi mise il cazzo in bocca per farselo pulire. La vedevo alquanto divertita, infatti mi tappava il naso e mi schiaffeggiava di tanto in tanto. Glie lo succhiai per una decina di minuti fino a quando non divenne nuovamente duro.
Si sdraiò sul letto e mi fece salire sul suo cazzo. Faceva davvero male, ma cercai di sopportare anche perché il dolore era inferiore al piacere che provavo. Scopai quel bel cazzone per non so quanto tempo, fino a quando mi riempì per la seconda volta il culo di sborra.
Dopo avergli pulito il cazzo dalla sborra si ricompose e dandomi la buonanotte uscì dalla stanza lasciandomi col culo sfondato e pieno di sborra.

Il racconto è frutto di fantasia e l’ambientazione del convento è un tentativo di voler sperimentare un tipo di scrittura nuovo. Il mio scopo è solamente quello di coinvolgere i lettori ed eccitarli.
Sono ben accetti consigli e critiche.
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