Lui & Lei

AUTOBUS


di leccolafiga
11.10.2011    |    31.060    |    1 9.5
"Che culo aveva Giulia, lo sentivo, ma volevo toccarlo con le mani, mi mancava il coraggio, pensavo alla sua reazione se fosse stata negativa, tentennavo..."
E' un periodo che sono rimasto senza macchina e purtroppo per andare a lavoro devo usare i mezzi pubblici ( con tutti i suoi pregi e notevoli difetti ). Una mattina come tante, arrivato al politecnico per cambiare pullman e prendere il tram numero 10 scopro, dopo un quarto d'ora di ritardo, che quel giorno il tram era stato sostituito da un autobus, ma non quelli lunghi... il classimo da 11 metri, e sarebbe bastato poco per capire che lì sopra ci sarebbe stata una calca micidiale. Un pullman completamente affollato, ogni giorno da un mese lo prendevo e conoscevo di vista quasi tutti, tranne lei, Giulia. Salì a metà strada, io ero appoggiato ad un palo, con il mio ipod che sparava a mille una canzone di Liga, non sentivo niente ma quando è apparsa lei la musica ebbe un cedimento come le mie ginocchia... aveva un grosso paia di okkiali scuri, la pelle era bianchissima ed i capelli scendevano lunghi come un silenzioso fiume, corvini... soffici... teneri come le sue immense labbra, enormi e rosse porpora. Aveva un gonna leggera, e un pc portatile a tracolla... salì velocissima, mi guardò e si girò di spalle, ripartimmo, la calca era enorme ed anche il malodore ma per fortuna mi inebriava il suo profumo che usciva dalla chioma folta di lei... ero in estasi, la guardavo e l’annusavo come un animale, sentivo nei pantaloni lo sbottare del cazzo, divenuto enorme, turgido. Avevo il naso su i suoi capelli, troppa gente... troppa, poi un colpo del bus, una frenata, spintoni e contro spintoni e mi ritrovai il suo culo stampato sul mio cazzo, stretto nei jeans ma duro da farsi sentire. Si girò per chiedermi scusa, una voce leggermente rauca, un suono sibillante però, acuto che penetrò nel mio emisfero ormai già sconvolto... non risposi, girò leggermente il capo e sorrise, intanto non riuscivo a placare l’eccitazione. Mi spinsi ancor di più verso di lei, ebbe un piccolissimo sussulto, rigirò di nuovo il capo per guardarmi e stavolta non sorrise era, caldo, morbido e lineare... che culo aveva Giulia, lo sentivo, ma volevo toccarlo con le mani, mi mancava il coraggio, pensavo alla sua reazione se fosse stata negativa, tentennavo ma il cazzo era sempre più duro, e lei sempre più stretta e me. Un altra fermata, altra gente che saliva e scendeva, davanti a lei si era liberato un posto, un signor galantuomo gli cedette il posto, pensai che era finita... si distacco un pò ma invece di sedersi si girò con tutto il corpo verso di me e guardando il sigbore gli esclamò: NO,GRAZIE SI SIEDA LEI!!! Porca, pensai in mente... avevo il suo fiato sulla mia bocca, mi sorrise di nuovo, accennò un piccolo approccio di chioacchierata lamentandosi del disagio di oggi, del caldo che faceva e del caldo che sentiva... e mentre mi diceva ciò, appoggio la sua figa sul mio cazzo. Una vampata di calore mi avvolse, ero bollente come la lava dell'etna, sentivo che la mia cappella era tutta bagnata e più mi sballava la testa e più lei spingeva col bacino la sua figa su di me. Ogni tanto lei succhiudeva gli occhi, si avvicinava al mio orecchio e sussurrandomi mi faceva sentire come ansimava. Le sue tette addosso mi facevano eccitare da matti, i suoi capezzoli turgidi e talmente grandi sembravano perforare la sua camicetta e penetrare dentro il mio petto. Penso che qualcuno si sarà accorto di ciò che stava succedendo, sentivo addosso gli occhi di una signora con sguardo da bigotta frigida come accusandoci di volgarità e di qualche ragazzino sbalordito e invidiato... ero rosso dalla vergogna ma eccitato come un cammello per quella donna che avevo addosso. Non capivo più nulla, ero ormai in tilt da parecchio, ancora pochi minuti e mi sarei sborrato addosso. Ma all'improvviso lei mi disse: SONO ARRIVATA, MI HA FATTO MOLTO PIACERE AVERTI CONOSCIUTO, IO COMUNQUE SONO GIULIA, SPERO DI RIVEDERTI PRESTO... MAGARI ANCORA QUI SUL PULLMAN. Mi salutò con un fugace ma seppur sensualissimo bacio in bocca , anche se per una frazione di secondo le nostre lingue si fusero insieme. Poi lei scese in corrispondenza della porta 3 della Fiat di Mirafiori, le porte si chiusero, l'autobus riprese per il suo tragitto, e da quel giorno... ogni volta che prendo il 10 spero sempre di rivederla ancora.
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