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Lui & Lei

Dove sei?


di Membro VIP di Annunci69.it Inside_in
06.11.2022    |    1.831    |    1 8.1
"Avevo perso un occasione? La giornata prosegui’ come tutte le altre..."
Dove sei?

Sono nel letto. Mi guardo intorno, appena sveglio. Non capisco bene cosa sta succedendo.
Forse stavo sognando, mi sento scosso ma piacevolmente strano, eccitato precisamente.
Agli uomini capita spesso al mattino, ma ne mio caso avevo dei frammenti nella testa che mi ronzavano. Volevo capirci meglio. I sogni dicono molto delle nostre sensazioni e desideri.
Mi alzo, prendo un caffè e mi faccio una doccia cosi da poter di nuovo “tornare sulla terra”.
Ma certo ora ricordo! Era lei che mi aveva scosso!

Ogni mattina prendo l’autobus per andare a lavoro e il giorno prima ho notato una donna che attirò la mia attenzione. Non era appariscente. Anzi abbastanza anonima, ma aveva un qualcosa di magico che polarizzava il mio sguardo su di lei. Bruna, occhi verde smeraldo, mani affusolare e unghie con smalto rosso. Era seduta di fianco a me. Ero imbarazzato perché non riuscivo a togliergli gli occhi di dosso. Lei di sfuggita incrociò il mio sguardo, si era resa conto che la stavo fissando. Un secondo di pausa e mi lanciò un sorriso malizioso, quasi compiaciuto.
Caspita che figura che avevo fatto. Ma che mi importava.

Lei si alzo per scendere alla prossima fermata. Non sapevo quale era ma decisi di fare lo stesso. In un attimo ero in piedi dietro di lei davanti alla porta. Sentivo il suo profumo, fiori di argan, il mio preferito. Due scalini ed eravamo fuori. Ero immobile, lei si girò e mi guardò in un modo che mi colpi come un fulmine. Si girò e spari’ nelle vie di Torino.

Accidenti che cosa era successo? Ero inebriato, bloccato in mezzo a quella fermata e non sapevo neanche dove ero. Era un gioco intrigante, ma forse non la avrei più rivista. Avevo perso un occasione?

La giornata prosegui’ come tutte le altre. Lavoro, solita gente, insomma la solita routine. Tornai a casa e mi misi a letto. Era proprio quella donna che mi aveva fatto svegliare di soprassalto! Volevo fare qualcosa. Non potevo non tentare. Chissà che la fortuna non sia dalla mia parte per una volta.
Venerdì porta fortuna.

Decisi di ripercorrere ogni passo del giorno precedente, sperando di rivederla. Ma nulla. Lei non c’era sul bus. Ero deluso, sapevo che le possibilità erano minime ma volevo giocare l’ultima carta. Scendere alla stessa fermata di ieri. Mi guardai intorno. Li davanti c’era un bar, con delle sedie al aperto e “bum” era li seduta a prendere un caffè. Ora o mai più’ mi dissi.

“Ciao, lo troverai tremendamente scortese sopratutto da uno sconosciuto come me. Ma voglio essere onesto. Ti ho cercato. Ieri mi hai lasciato di stucco e non so il perché. Se non è un problema per te e hai tempo vorrei assolutamente capire di più’ e togliermi questo pensiero dalla testa”.
Accidenti ma cosa avevo detto? Senza filtri, cosi dal nulla. Non mi capita spesso. Ma tanto ormai era andata.
“A dire il vero ieri mi sono chiesta se ti avrei rivisto”, mi rispose lei.
Mi stavo sciogliendo, aveva pensato a me!
“Siediti, sto prendendo un caffè prima di lavoro e vediamo di analizzare il tuo problema. Ah … io sono Eloise”, mi rispose compiaciuta con quel sorriso cosi intrigante.

Parlammo circa 20 minuti, non avevamo molto tempo ma ero consapevole che ero parte di un gioco e stava piacendo ad entrambi.
“Senti io ora devo scappare ma alle 18 sono di nuovo qui alla solita fermata. Fatti trovare se ti va, possiamo fare il ritorno insieme”.
“Certamente, per una volta sarò contento di tornare a casa in autobus”. Dissi compiaciuto.

A lavoro non riuscivo a pensare ad altro che a lei. Sapevo che tutto era possibile, ma avevo anche paura di rovinare tutto. Sentivo che c’era complicità tra noi ma era ancora tutta da scoprire.

Come un orologio svizzero alle 18 ero davanti alla fermata. Lei era già li.
“Ehy ciao, scusami ti ho fatto aspettare”, dissi affannato.
“No figurati, l’autobus sta per passare tranquillo”. Eloise era sicura di se, ammaliante ma allo stesso tempo terribilmente provocante.
Come fatto al bar discutemmo di cose banali, ma avevo la chiara sensazione che era solo un modo per temporeggiare. I segnali erano chiari, sapevamo cosa volevamo.

“Eloise lo troverai terribilmente sfacciato, la prossima è la mia fermata. Non ho programmi questa sera e a dire il vero non riesco ad organizzare bene le idee in questo momento”, dissi impacciato, era evidente che mi aveva attratto tanto da farmi perdere la ragione. “Magari hai voglia di un aperitivo o una cena. Sempre che tu non abbia impegni questa sera”.
“A dire il vero no, non ho impegni questa sera. Però odio terribilmente uscire senza farmi una doccia. Casa tua è qui vicino se non ho capito male. Ti spiace se ne approfitto?”.
“Assolutamente no, anzi credo che poi dopo ti seguirò a ruota”.

Era mia, ne ero consapevole. Ero pieno di desiderio. Mi attirava in modo pazzesco. Ma dovevo mantenere la calma. Avrei avuto tutto il tempo che serviva. Non volevo forzare le tappe ma allo stesso tempo studiavo per cercare di farla sentire a suo agio.

Entrammo nel mio appartamento.
“Mettiti comoda, ti prendo subito un asciugamano”, dissi avviandomi nel mentre verso il bagno.
“Ti ringrazio, fai con calma. Hai un bellissimo appartamento. Si vede che è arredato da un uomo ma ha stile”.
“Ti ringrazio, si hai ragione. Servirebbe però un aiuto da donna per renderlo speciale”.
“Oh se per questo ti darò una mano molto volentieri”.
Mentre stava dicendo quelle parole mi avvicinai a lei di spalle con l’asciugamano in mano. L’istinto e il desiderio mi stavano guidando. Gli spostai i capelli e la baciai sul collo.
Silenzio …
Eloise si girò verso me, mi prese la testa e cominciò a baciarmi vigorosamente. Sentivo il suo profumo, il suo seno addosso a me. Ero di nuovo eccitato come quando mi svegliai al mattino il giorno prima.

“Ti sento”, mi disse.
“Ti sento anche io”, risposi. “Credo che non dovremmo rinunciare alla doccia … ad una doccia insieme”.
“Hai perfettamente ragione”.

Adoro spogliare la donna e come mia consuetudine feci lo stesso con lei. Maglia, gonna, scarpe, reggiseno, culotte … autoreggenti … quando mi piacciono …
Anche io in un attimo ero nudo.
“Hai la doccia che ho sempre desiderato” mi disse.
“Si, hai ragione. E’ l’unico motivo per cui ho scelto questo appartamento. E’ grande, moderna, vetri trasparenti e come vedi li in alto fa anche effetto nuvola”.

Poco dopo eravamo insieme dentro la doccia, trepidanti di passione. I nostri corpi si intrecciavano. Il calore dell’acqua ci avvicinava e inebriava ancora di più’. Io ero eccitato come non mai ed
Eloise non smetteva di stimolarlo. Ad un certo punto si giro di schiena, appoggio le mani al muro e mi disse: “Prendimi ora”.
In quel momento girai il miscelatore, una nuvola di acqua nebulizzata cominciò a cadere dal alto. Una sensazione unica. Misi le mie mani sui suoi fianchi e in un attimo ero dentro di lei.
Ci muovevamo insieme, piano ma profondo. Volevamo goderci il momento. I suoi gemiti si facevano sempre più forti, i nostri corpi sempre più connessi fino a quando non raggiungemmo l’orgasmo insieme.

Non andammo ne ad aperitivo ne a cena per il resto della serata, ma fu dedicata solo al nostro piacere più profondo. LEI diventò colei che volevo, la DONNA che avevo sempre desiderato.

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