Racconti Erotici > Lui & Lei > Forse era edging
Lui & Lei

Forse era edging


di DoubleSide
20.06.2022    |    3.689    |    4 9.5
"Ci abbracciammo subito intensamente: anche lei non vedeva l’ora di ritrovarmi lì..."
Avevo 20 anni e le emozioni legate al sesso erano ancora turbolente, sempre molto affollate e terribilmente intense.

Era un’epoca in cui la pornografia, e in generale qualsiasi immagine erotica, non era disponibile come oggi: internet non c’era e tutto ciò che si poteva trovare lo offrivano solo le edicole. Questa condizione accresceva in modo incredibilmente forte anche il semplice desiderio di vedere le nudità di una donna e rendeva un atto sessuale molto più desiderabile di quanto non lo sia oggi.

Ogni volta che mi capitava di avere esperienze con le mie coetanee, quel desiderio tenuto dentro per mesi trasformava il momento in qualcosa di immensamente prezioso, raro e vibrante. Emozioni che travolgevano e scuotevano corpo e mente da dentro attraverso percezioni sempre molto accese.

Nella primavera di quell’anno decisi di andare a fare una vacanza in una località turistica balneare. Prenotai una settimana in un piccolo albergo a conduzione famigliare. L’hotel non era grande: una decina di stanze distribuite su due piani e per me andava benissimo.

La prima sera, affamato e curioso di sperimentare la cucina, arrivai in anticipo nella sala da pranzo. Ordinai subito una bottiglia di vino rosso ed attesi: questo mi diede la possibilità di vedere l’arrivo di tutti gli altri clienti. C’era una giovane famiglia educata, un’altra più chiassosa ed esuberante e qualche coppia piuttosto avanti con gli anni. Nessuno della mia età.

La sera successiva mi trattenni nel dehors a bere qualcosa leggendo un libro quando si avvicinò una donna che si sedette poco distante da me.

L’avevo già notata la sera prima a cena in compagnia del marito.
Aveva sicuramente molti più anni di me, forse si aggirava sui cinquanta. Capelli castani scuri tenuti corti e una frangetta che le dava un’aria molto intrigante. Era alta più o meno come me e piuttosto magra, indossava un vestito floreale leggero un po’ svolazzante che le arrivava al ginocchio.

Sedendosi accavallò le gambe sistemandosi il vestito. Non potei non notare i suoi polpacci affusolati appena velati da calze leggere di nylon nero. Aveva una classe magnetica che continuava ad attrarre il mio sguardo tanto che le parole del mio libro iniziarono a scorrere lontane.

Là fuori a prendere un po’ di fresco c’eravamo solo noi due e dopo poco fu facile iniziare una conversazione.
Si chiamava Gabriella, la sintonia fu immediata. Parlammo di tantissime cose scoprendo parecchi interessi in comune: il jazz, la fotografia, la montagna. Seppi che il marito l’aveva accompagnata in hotel per poi ripartire subito e tornare in città al lavoro.

Il tempo volò chiacchierando in modo davvero piacevole fino a quando il fresco della sera iniziò ad affacciarsi sulla notte suggerendoci senza indugi di rientrare.

Fu lei a propormi di continuare a parlare in camera sua usufruendo del suo frigo bar. Lo fece con una naturalezza spontanea e diretta che mi piacque.

Quando chiuse la porta della camera alle sue spalle apprezzai subito la bella sensazione di essere solo con lei. Non mi ero mai trovato in una situazione simile con una donna di almeno 30 anni più di me. La differenza di età, per quell’epoca forse eccessiva, conferiva a quel momento strane e calde sfumature di proibito. Appartenevamo a due generazioni temporalmente molto lontane l’una dall’altra. Non seppi spiegare il perché ma ebbi la sensazione eccitante di addentrarmi in qualcosa di non consueto e tutto questo mi dava un brivido. Mi ritrovai a desiderarla immensamente.

Mi disse: “Vieni”.

La sua voce era dolce, sussurrata in modo complice e improvvisamente diversa rispetto a come lo era stata fuori.

Mi prese la mano e mi fece sedere accanto a lei sul suo letto.
Quel contatto fu il primo fra il mio corpo ed il suo. Ci fu un improvviso silenzio durante il quale feci scorre il pollice sulla sua pelle: un piccolo gesto con cui mi slegavo del tutto dalla condizione di nuovi conoscenti varcando la soglia dell’intimità. Lei rispose stringendo di più la mia mano e accarezzandomi subito allo stesso modo.

Nella stanza si sentiva solo il rumore dei nostri respiri che iniziavano a tradire emozione ed eccitazione. Solo il fruscio velato dei vestiti ed un piccolo cigolio del letto accompagnarono l’avvicinamento dei nostri visi ed il nostro bacio. Accadde in modo naturale ma non scontato. Fu subito un bacio profondo: le nostre lingue si cercarono mentre l’aria iniziò a sibilare sempre più forte dalle nostre narici.

La abbracciavo sentendo il calore del suo corpo sotto a quel suo bel vestito leggero. Ebbi per qualche attimo l’idea che fosse lì ad approfittare di me e che fosse venuta là fuori appositamente per arrivare a questo. Fu un pensiero che mi piacque, che mi eccitò e nel quale mi abbandonai percependo un calore profondo e viscerale.

Avevo il sesso duro e teso di un ventenne, stretto nei jeans ormai gonfi in modo inequivocabile. Lei era ancora seduta al mio fianco e in breve se ne accorse dando un furtivo sguardo verso il basso. Colsi un suo sorriso rapido e complice mentre, con fare esperto, mi sganciò la cintura aprendomi i pantaloni.

Ero eccitato e completamente rapito dai suoi gesti, stavo perdendo il controllo di me stessa e del mio corpo. Mi sentivo talmente eccitato da essere confuso, offuscato ed ormai completamente incapace di calmarmi.

Il mio membro riempiva i boxer che non riuscivano più a contenerlo, lo sentivo vibrare come se fosse stato percorso da una specie di intensa corrente elettrica. Lei infilò la mano fra l’elastico e il mio ventre, scese sicura e lo prese. Quel contatto saldo mi fece girare la testa minando ulteriormente un equilibrio già fortemente precario.

Lo tirò fuori.

Fu un attimo in cui il mio cervello andò in tilt. Troppe sensazioni ed emozioni si affollarono in testa tutte insieme. Sentii una scossa in testa che cercai inutilmente e con ogni forza di contrastare. Tutto però precipitò in un attimo rendendo inutile ogni tentativo di controllo.

Venni.

Esplosero getti liquidi senza interruzione che sembravano non finire. Sentivo l’inevitabile piacere liberatorio dell’orgasmo a cui alla fine avrei voluto arrendermi e nello stesso tempo inorridivo vedendo il suo bel vestito bagnarsi ad ogni ondata.
Dopo un tempo infinito quel disastro finì e mi ritrovai immerso nel più profondo imbarazzo. Lei restò immobile con la mano semi aperta che sorreggeva appena il mio sesso che ancora aveva qualche sussulto. Lo sguardo fermo su se stessa e sul suo vestito, la bocca semi aperta.
Era immobile con addosso la sorpresa
di chi resta senza fiato dopo aver ricevuto una secchiata d’acqua gelata addosso.

Poi mi guardò. Io non riuscii nemmeno a tentare di cercare una parola da dire. Sono sicuro che il mio volto fosse paralizzato fra sconforto, disagio e vergogna.
Si avvicinò piano al mio viso tanto da permettermi di sentire l’odore del suo respiro. Mi fissò negli occhi poi abbassò leggermente le palpebre rivolgendo lo sguardo verso la mia bocca. Con un gesto lentissimo percorse le mie labbra con la sua lingua.
Poi mi sussurrò in modo appena appena udibile: “tu non hai idea di quanto mi abbia eccitata vedere l’effetto che ti ho fatto”.

Le sue labbra continuavano ad essere incollate alle mie permettendo letteralmente alla mia bocca di respirare quelle parole.
Il suo sussurro continuò con qualche tremore che tradiva la sua stessa eccitazione.
“Non hai la minima idea di quanto mi stia bagnando proprio adesso. Sapere che tu, con i tuoi 20 anni perdi il controllo per me che ne ho 54, mi fa impazzire”

Il suo tono era dolce e sensuale. Questo mi piaceva e mi eccitava di nuovo.

Senza allontanare le labbra dalle mie, prese il mio viso fra le mani e continuò.
“Sono stata bene con te. Forse ti sembrerò strana ma è da tutta la vita che mi eccito da morire quando mi sento desiderata e voluta. Tu mi hai fatto sentire tutto questo in modo fortissimo. Voglio passare questa vacanza con te. Adesso però vai: ho bisogno di ripensare a tutto questo e ho bisogno di masturbarmi”

Le dissi subito che avrei voluto farlo io ma Gabriella si staccò da me e quasi scusandosi mi disse: “sono un po’ complicata, questa volta ho bisogno di farlo da sola. Ora vai, …ti prego”

Fui allo stesso tempo confortato ed eccitato dalla sua reazione ma anche un po’ disorientato per quel congedo così fermo ed improvviso.
Mi ricomposi e quando mi avviai verso la porta lei aggiunse solo: “tutti qui sanno che sono sposata, vengo qui da anni. Ogni cosa succederà solo qui dentro e sarà solo mia e tua…”.

Fui colto da un brivido perchè quella frase apriva delle prospettive sul nostro periodo di vacanza lasciando intendere una scontata condizione di intimità segreta solo nostra.

Fui capace di rispondere solo con un sorriso sincero e spontaneo velato dalla preoccupazione di ripetere il disastro appena commesso.

Si alzò anche lei e mi accompagnò alla porta. Prima di permettermi di uscire mi baciò ancora, questa volta con maggiore sensualità e dolcezza.
Si staccò, mi guardò senza togliere le mani dalle mie spalle e aggiunse solo: “non voglio che ti masturbi, so che ne avrai voglia ma non devi farlo. Pensami come prima ma non farlo da solo: vorrò sentire tutto il desiderio che hai per me.”
Riuscii solo a dire: “te lo prometto”.

Mi diede ancora un bacio lieve sulla bocca e mi fece uscire.

La porta si chiuse dietro di me: fui di colpo nel corridoio di moquette, vuoto e silenzioso.
Quella sua ultima richiesta così schietta mi apparve strana ma fui deciso nel voler rispettare la parola data.

Mi avviai verso la stanza senza riuscire a non essere frastornato.
Non chiusi occhio tutta la notte cercando inutilmente di districarmi fra eccitazione, desiderio ed emozione.
Il sesso sempre duro, incoraggiato dalle immagini della sera prima, rappresentava una dura prova ma ero deciso a rispettare i patti.

Il giorno dopo in spiaggia crollai riuscendo a dormire un po’.

Non la vidi fino alla sera.

Dopo cena ci trovammo di nuovo nel déhors, sembrava già una consuetudine. Era vestita in modo simile al giorno precedente: questa volta l’abito leggero era completamente nero. Le stava benissimo. Chiacchierammo ancora ma dopo poco lei mi disse: “Fra un quarto d’ora. Ti aspetto da me”, si alzò e se ne andò.

Attesi con impazienza scoprendo che 15 minuti avevano la straordinaria capacità di trasformarsi in eternità, poi salii. Avevo voglia di lei. Ogni parte di me desiderava Gabriella, per tutto il giorno non ero riuscito a tenere la testa lontana da lei per un solo minuto

Bussai con tocco lieve ed il cuore che già batteva forte per l’emozione. Aprì all’istante, capii che era dietro la porta ad attendermi. Ci abbracciammo subito intensamente: anche lei non vedeva l’ora di ritrovarmi lì.

La leggerezza dei vestiti estivi mi regalò la percezione piena del suo corpo premuto forte contro il mio. Le mie mani percorrevano quel tessuto liscio indugiando sui suoi fianchi.

Era eccitata e fremente come lo ero io anche se questa volta cercavo di tenere sotto controllo i pericolosi guizzi di eccitazione che continuavano ad assalirmi.

Di colpo, e con un gesto che esprimeva un bisogno naturale ma anche irresistibile, lei premette il suo sesso contro al mio con vigore. Sentii il suo osso pubico schiacciare il mio sesso già duro.

Mi ritrassi subito per paura di scivolare di nuovo in un turbine incontrollato. Lei capì il mio stato d’animo e mi sorrise per poi prendermi un labbro fra i denti. Mi morse piano mentre con il suo sesso diede ancora una spinta provocatoria. Poi gemette sussurrando: “sei eccitato eh? Ti sento, …mi piace!”

“Vieni…”, di nuovo quel tono dolce e complice.

Ci sedemmo sul letto e come successe il giorno prima iniziammo a baciarci. I suoi gesti furono gli stessi: mi sbottonò i pantaloni e trovò il grande rigonfiamento dei miei boxer.

Questa volta però lei si fermò, si avvicinò fino a che le sue labbra fossero a contatto con le mie e iniziò a sussurrare in quel modo meraviglioso e malizioso che ormai conoscevo: “Oggi sono stata costretta a comprare questo vestito nuovo”. Lo disse con una malizia volutamente civettuola.

Alla fine di ogni frase si fermava ansimando lievemente prendendosi una pausa per leccare le mie labbra molto lentamente. Ero totalmente perso in lei, nuovamente confuso e annebbiato da emozioni forti.

“…hai visto? …è nero. Non puoi sporcarmelo di nuovo, lo sai vero? ….sei eccitato, …questo mi piace, …lo so, forse ti sembrerò strana ma godo nel vederti così in bilico per causa mia”.

Cercai di calmarmi e di respirare ma la sua presenza così vicina magnetizzava tutti i sensi del mio corpo. Avevo paura di non farcela e di trovarmi ancora senza mezzi per controllarmi.

Con gesti questa volta più delicati e attenti mi spogliò completamente. Mi invitò stendermi supino sul letto facendomi sentire esposto e in balìa di lei, ancora completamente vestita.

Gabriella era in piedi al bordo del letto a guardare la mia erezione. In silenzio prese la mia mano e la portò sotto alla sua gonna guidandola fino alle mutandine. Forse l’ultima donna nuda l’avevo vista settimane prima su una rivista. In me c’era tutto il desiderio disperato di un ventenne.

Non potevo vedere nulla: il vestito celava il suo tesoro più prezioso. Godetti nel sentire il tessuto ricamato della sua lingerie indugiando sul bordo lungo il quale riuscii a toccare un po’ dei peli che ne uscivano.

Il mio sesso sussultava. Mi costrinsi a pensare ad altro frugando fra pensieri lontani e a respirare a fondo. Poi Gabriella salì in piedi sul letto e senza smettere di guardarmi, mi fissò negli occhi facendo in modo che io potessi guardare sotto alla sua gonna. Vidi le mutandine di pizzo nero e le giarrettiere che sostenevano le calze nella parte alta della coscia.

Io appartengo alla generazione cresciuta con la sezione intimo di PostalMarket, non a quella in cui ogni 5 minuti arriva un video porno su wattsapp. Vedere le parti più nascoste ed intime di una donna era un evento molto raro che diventava pertanto desiderabile in un modo che oggi è difficilmente comprensibile.

Mi girava la testa e sono sicuro che sul mio volto si formò un’espressione di disperata riconoscenza mentre il mio sguardo si perdeva addentrandosi fra le sue cosce.

Rimase così. Ferma e compiaciuta con lo sguardo fisso sul mio volto. Sentii improvvisa l’urgenza di toccarmi. Riuscii ad afferrarmi il sesso e agitarlo con un po’ di sollievo un paio di volte prima di essere fermato perentoriamente da lei. Tentai allora di accarezzarle i polpacci e me lo permise per un po’.

La bramavo con ogni cellula del mio corpo, sentivo di appartenerle e che avrei potuto fare qualsiasi cosa mi avesse chiesto. Quando si sentì appagata dalla mia eccitazione, scese dal letto e si sfilò le mutandine da sotto alla gonna. Poi, tenendole con sole due dita, le fece oscillare brevemente davanti ai miei occhi per poi lasciarle cadere a terra.

Sapere che adesso lì sotto era nuda accelerò il battito del mio cuore. Avevo il cazzo adagiato sul ventre. Grosso. Duro. Arrivava appena sotto all’ombelico. Gabriella lo guardò e passò la punta delle dita percorrendolo in tutta la sua lunghezza.

Poi fu lenta, anzi lentissima. Si mise sopra di me come se avesse voluto essere scopata facendo però in modo di non avere contatti con il mio corpo. Vidi le sue gambe inginocchiate ai lati del mio corpo. La sua gonna le copriva ancora le cosce ma anche il mio ventre. Pensai che quei lembi del vestito creavano una sorta di stanza segreta ed inaccessibile: là sotto i nostri due sessi erano soli.

Si abbassò e senza nessun indugio mi mise la lingua in bocca. Fu un bacio torrido e pieno, forse anche impietosamente sfacciato. Mi piacque a tal punto da farmi rabbrividire.
Sollevai il bacino alla ricerca ormai disperata di un contatto che lei era stata attenta a non permettere ancora.
Il mio movimento brusco la colse tuttavia di sorpresa consentendo al mio sesso di aderire alla sua figa per un breve attimo. Prima che lei potesse ritrarsi.

Non disse nulla ma lessi il suo compiacimento nello sguardo e nei suoi occhi improvvisamente spalancati.

Afferrò le mie mani e le nostre dita si intrecciarono subito. Le sue ginocchia erano sempre ben piantate ai lati del mio corpo disteso. Raddrizzò il busto restando perpendicolare al mio sesso e lentamente scese fino a quando io potessi sentire i peli della sua figa sfiorare il mio sesso.

Me lo sentivo pulsare durissimo. Lo sentì anche lei e socchiuse leggermente gli occhi.

Poi Gabriella scese ancora regalando un contatto pieno ai nostri sessi. Mi fece sentire la figa permettendo al peso del suo corpo di concentrarsi sul mio cazzo. Ne percepivo il calore e il dolce scivolare. I nostri sguardi erano fissi uno nell’altro, unico mezzo attraverso il quale le reciproche sensazioni correvano da uno all’altro. Gabriella restò ferma permettendomi di fare qualche respiro e far scendere un po’ la mia eccitazione. Ne approfittò per sistemare la gonna per continuare a proteggere dalla vista i nostri sessi.

Si era formata un’intesa ed una sensibilità alle vicendevoli sensazioni davvero rara. Lei sembrava leggere con chiarezza ogni spazio delle mie emozioni. Non appena percepì una leggera recessione della mia eccitazione, non mi diede ulteriore tregua e osò spingendo ancora oltre quella situazione.

Tornò a premere la figa sul mio cazzo e mosse delicatamente il bacino avanti e indietro. Sentii le labbra aprirsi e scorrere lungo la mia asta attraverso quel contatto esterno.

Scivolava con una facilità davvero disarmante tradendo una terribile eccitazione.

Si mosse in modo lentissimo, fluido e sensuale masturbandomi letteralmente con la sua figa. Quando il suo movimento la portava ad avvolgere e bagnare la parte apicale e sensibile del mio membro, io tornavo a perdere contatto con la realtà. Sentivo dentro di me improvvise accelerazioni emotive che cercavo ogni volta di contenere. Arrivavano sempre più prossime a quella linea oltre la quale non c’è più nessuna possibilità di tornare indietro.

Anche lei traeva profondo godimento da quel contatto. Quella meravigliosa condizione permetteva ai nostri sessi di darsi reciproco piacere. Il suo gioco si faceva sempre più audace e volutamente pericoloso lasciando sempre più spazio alle azioni e sempre meno nel concedermi attimi di respiro.

Mi teneva costantemente al limite, sul bordo del precipizio, in un area sempre molto vicina all’orgasmo.
Non ero abituato a restare a lungo in quel territorio che abitualmente viene attraversato di slancio solo quando si è lanciati verso l’orgasmo.

Continuavo a stringerle vigorosamente le mani, con la stessa energia che avrei profuso aggrappandomi con ogni forza all’ultimo appiglio prima di un precipizio. Forse le feci anche male.
Lei rispondeva ogni volta stringendo a sua volta le mie mani con la stessa forza.

Per tutto quel tempo sentii il cervello vibrare stretto fra sensazioni diverse ma tutte ugualmente intense. Fu come un assedio fatto di forze provenienti da ogni direzione. Disorientato, persi spesso la lucidità e il mio sguardo divenne assente per lunghi attimi. Il cuore impazziva, il respiro era sempre irregolare e fuori controllo. Stavo continuando a godere con un tempo lunghissimo e dilatato.

Dosando i suoi movimenti, Gabriella abbassò la scollatura del vestito mostrandomi per la prima volta i seni. Erano graziosamente contenuti, più bianchi rispetto all’abbronzatura del resto del corpo, segno che erano stati protetti dagli sguardi sulla spiaggia. Mi permise di toccarli conducendo le mie mani.

Giunse poi un momento in cui non fu più possibile attendere. Lo capimmo entrambi senza bisogno di parole.
Non smettemmo mai di guardarci negli occhi e i nostri sguardi si intesero mentre annuimmo impercettibilmente con la testa. Gabriella a quel punto si sollevò appena, interrompendo il contatto fra i nostri sessi. Portò una mano sotto alla gonna, prese il mio sesso conducendolo all’ingresso del suo. Entrai subito molto facilmente mentre lei si sedette subito permettendomi di penetrarla completamente fino in fondo. Fu un tuffo improvvisamente caldo e bagnato dentro di lei.

Bastò poco ad entrambi per sentire esplodere il piacere che ci colse nello stesso momento. Fu travolgente per tutti e due.

Fu l’orgasmo più potente, intenso e bramato che avessi mai sperimentato fino ad allora.

Quella fu una vacanza indimenticabile.
Disclaimer! Tutti i diritti riservati all'autore del racconto - Fatti e persone sono puramente frutto della fantasia dell'autore. Annunci69.it non è responsabile dei contenuti in esso scritti ed è contro ogni tipo di violenza!
Vi invitiamo comunque a segnalarci i racconti che pensate non debbano essere pubblicati, sarà nostra premura riesaminare questo racconto.
Votazione dei Lettori: 9.5
Ti è piaciuto??? SI NO


Commenti per Forse era edging:

Altri Racconti Erotici in Lui & Lei:



Sex Extra


® Annunci69.it è un marchio registrato. Tutti i diritti sono riservati e vietate le riproduzioni senza esplicito consenso.

Condizioni del Servizio. | Privacy. | Regolamento della Community | Segnalazioni