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Lui & Lei

La mia storia con G: 3; usata al sexy shop


di Membro VIP di Annunci69.it pattymilf
14.11.2023    |    6.736    |    8 10.0
"‘Sei proprio una bella e giovane vacca; datti da fare’ Patrizia glielo prese tra le mani segandolo fino a portarlo ad un’erezione completa; lui le insalivò le..."
Raggiunsero il negozio in auto; era situato in una via tranquilla nella prima periferia; l’ingresso era discreto; entrarono: era l’unica donna presente.
Si avvicinò immediatamente il commesso, un ragazzo di circa venticinque anni, doveva conoscere l’uomo perché lo salutò cordialmente;
‘Giorgio, come posso esserti utile?’
Squadrò per bene Patrizia: una leggera mini la copriva appena mentre un top di cotone le si fermava appena sotto il seno procace lasciandolo libero di ondeggiare dolcemente; un respiro appena profondo ne lasciava vedere il bordo inferiore. I di sandali a tacco alto la costringevano ad uno svolazzare di gonna che poco lasciava alla fantasia.
‘Filippo, ciao. Hai qualcosa di bello, di nuovo?’
‘Qualcosa c’è sempre’
Li guidò in un locale separato dove su scaffali e vetrine erano esposti falli finti, dildi, vibratori, doppi cazzi di ogni forma, colore e dimensione, oltre a numerosissimi altri oggetti di cui non sempre era immediatamente chiaro l’utilizzo
‘Prendi qualcosa, andiamo di là a provare’
Entrarono in una stanza con al centro un letto ginecologico; il commesso era ancora fuori
‘Stenditi maialina’
‘Cosa hai in mente porco perverso!?’
‘Vedrai’
L’aiutò a salire sul lettino, le posizionò le gambe sugli apposito sostegni che divaricò il più possibile bloccandole con due strisce di velcro. La fece venire avanti sul lettino in modo che il culo fosse a filo del bordo; poi con altre due strisce di velcro le fermò le braccia ai bordi del letto. Nulla avrebbe potuto fare per difendersi.
Il ragazzo entrò ed appoggiò su un tavolo il materiale che aveva portato.
‘Vedo che c’è di tutto; prendiamo qualche misura; comincia lì davanti’
‘Gran bella figa, perché non la filmiamo? Ho quanto serve’
‘Ottima idea, sei proprio prezioso’
‘Apri quell’armadio, prendi quello che vuoi’
In breve montarono una telecamera fissa e una piccola mobile, amatoriale.
Giorgio era di fianco al letto, le aveva infilato una mano sotto al top e le palpava le tette; il ragazzo era seduto su uno sgabello di fronte alla donna.
Si bagnò con la saliva le dita della mano e piano piano la penetrò con uno.
Lei cercò di tirarsi indietro ma un’energica strizzata al seno la fece desistere subito.
‘Com’è?’
‘Un po’ asciutta’
‘Fammi vedere’
Fu lui a mettersi sullo sgabello, la conosceva bene: le divaricò le labbra, le si avvicinò e cominciò a stimolarla con la punta della lingua tutto intorno al clitoride. Quando vide che cercava di venire verso di lui sollevando il bacino iniziò a infilare la lingua dentro la vagina, alternando con ampie leccate sulla nocciolina sempre più tesa.
Quando la sentiva li li per venire rallentava oppure la addentava appena. Lei sapeva che era capace di tenerla così a lungo; aveva voglia di toccarsi, sentiva il seno inturgidirsi, vedeva i capezzoli spuntare sempre più grossi sotto il sottile tessuto del top.
‘Basta, scopami!’
‘Hai visto che porca? Non ti conosce neanche e vuole essere scopata davanti a te! La da via con niente.’
‘Diamole quello che vuole. Cosa ne dici di questo?’
Dal tavolino il ragazzo aveva preso un fallo di oltre 25 cm, grosso e nodoso.
‘Ti piace mia piccola maialina?’
‘E’ grosso, troppo grosso..’
‘Per te non c’è niente di abbastanza grosso’
Le aprì le labbra e lo infilò lentamente in quella figa accogliente , facendolo scorrere avanti e indietro rigirandolo più volte finchè vide che si stava di nuovo eccitando, allora accese il vibratore incorporato e glielo lasciò ben dentro.
Le aveva scoperto le tette invitando Filippo a darle un’energica palpata.
‘Strizzale i capezzoli, tirali; deve sentire male, le piace da impazzire’
Non se lo fece ripetere, del resto due tette così non le vedeva tutti i giorni. I capezzoli erano grossi, rilevati, turgidi. Li prese tra dita, circondandoli alla base, intorno all’aureola; la sentiva fremere; li stringeva tirandoli verso di sé, e poi li rilasciava, sembrava la stesse mungendo. Stringeva ogni volta di più e tirava con forza sempre maggiore. Li torceva, prima uno, poi l’altro infine insieme.
Quelle mani estranee che la tormentavano accentuavano il piacere provocatole dal vibratore; la presenza della videocamera le faceva scoprire un lato nascosto esibizionistico che ignorava.
‘Sei così infoiata che verrai così, mentre ti guardiamo’
Non dovettero aspettare molto; intanto la riprendevano concentrandosi sulla passera trafitta dal vibratore, sulle tette strapazzate e sul corpo inarcato sotto gli spasmi di un orgasmo squassante. Si vedeva il volto di lei quando cercava di resistere al calore che dall’inguine risaliva all’addome per concentrarsi nel cervello, e quando poi aveva ceduto all’onda del piacere.
Si abbandonò ansimante sul lettino
‘Hai trovato una bella troietta questa volta, mi sembra la migliore di tutte.’
‘Può migliorare ancora molto’
Lei si sentiva come una vacca di cui proprietario e acquirente discutessero pregi e difetti
‘Ho un altro prodotto appena arrivato’
‘Fammi vedere’
‘E’ un vibratore interno, viene attivato con un radio comando esterno, ha una portata di dieci metri. Puoi modificare la frequenza a tuo piacimento’
‘Non scivola fuori?’
‘C’è questa pinzetta da applicare sulle piccole labbra, fa un po’ male, ma a lei piacerà. Oppure puoi metterglielo nel culo’
L’apparecchio era a forma di cilindro appiattito, lungo una decina di centimetri, largo poco più di due. Glielo infilò in vagina e applicò il morsetto strappandole un grido di dolore. Per vedere se teneva lo tirò un po’ ma era ben saldo.
Era su quel lettino praticamente nuda, a gambe spalancate, impotente, usata come una bambola, trattata come una puttana; avrebbe dovuto ribellarsi, gridare ed invece godeva a comando, anzi, a telecomando. Si sentiva, o forse era, veramente una troia.
‘Non è giusto che godi solo tu. Potresti fare qualcosa di piacevole per me. D’accordo?’
‘Cosa vuoi?’
Lo capì subito: Giorgio si mise al suo fianco, girandole la testa verso di sé ed estrasse il suo uccello, già semi eretto
‘Apri la bocca’
Fece partire il vibratore.
‘Stringilo bene tra le labbra, ti voglio scopare in bocca. Filippo ti puoi divertire ancora con queste tette meravigliose’.
Il cazzo in bocca le era sempre piaciuto, l’aggiunta del vibratore dentro di sé accelerava il piacere che provava. Il commesso era proprio bravo con le mani. L’essere legata e ripresa completarono l’opera.
In breve fu raggiunta da un secondo e terzo orgasmo quasi consecutivi. Si rilassò solo quando sentì la bocca riempirsi con la sborra di lui: come faceva sempre la ingoiò tutta con gioia.
‘E per il culo come procediamo?’
‘Va misurato anche quello, non si può mica andare a caso’
‘Qui è tutta roba nuova, il culo, capiscimi, è ..’
‘O.k, va bene. Possiamo pulirlo; hai qualcosa?’
‘Ho quello che serve per un clistere’
‘Ottimo! Hai niente in contrario mia dolce puttanella?’
Aveva tra le dita un suo capezzolo, che aveva già cominciato a stringere
Patrizia annuì
Il commesso uscì.
‘Sei ancora più porca di quanto pensassi.’
Rimosse il morsetto e il vibratore,
‘Per piacere oggi lasciami stare lì dietro’
‘E’ solo un bel clisterino come non ne facciamo da tanto tempo; ti puliamo bene e poi ti sfondiamo meglio con uno di questi giocattoli. Se ti piace, o se non ti basterà alla fine ti do un cazzo vero, magari quello di questo mio amico. Porca come sei ti farà godere anche lui. Ti prepariamo il culo come si deve. Sai che alla fine mi ringrazi sempre.’
La liberò, ma solo per riposizionarla per il clistere: in piedi, piegata in avanti, appoggiata sul piano del lettino.
‘Non legarmi, starò ferma’
Rientrò il ragazzo spingendo una piantana cui era appesa una sacca da almeno tre litri collegata ad una sonda da un lungo tubo di plastica. La sonda era lunga una trentina i centimetri e di buon calibro.
‘Vedo che è già pronta. Ha proprio un bel culo. C’è qualche livido. Pizzicotti?’
Così come le strapazzava le tette, gli piaceva sculacciarla e pizzicarla, anche senza un motivo particolare, ma solo per il gusto di farlo.
‘Le piacciono le maniere forti, e qualche segno rimane. ‘
Il commesso si posizionò di fianco alla donna divaricandole le natiche
‘E’ proprio bella soda’
‘Palpala pure’
Le mise due dita nella figa e cominciò a infilarle la sonda nel culo, dopo averla lubrificata con la vasellina
‘Così sono sicuro di non fare danni con la cannula, gliela posso infilare fino in fondo’
‘E ti prendi anche un passaggio..’
‘Apri il rubinetto’
Il liquido tiepido defluiva nel suo intestino. Lui muoveva la cannula avanti e indietro e contemporaneamente la masturbava con le dita.
‘Piano, fai piano’
‘Te lo vuoi godere tutto, come sempre’
Entrarono i primi due litri; G capì che stava per venire, rallentò il flusso, e smise di toccarla.
‘Te lo devi prendere tutto, trattieniti’
L’acqua le invadeva le viscere e sentiva sempre più forte il bisogno di scaricarsi
‘Dov’è il bagno?’
‘All’ingresso del negozio.’
‘Non ce la faccio più’
‘Ancora poco’
Le sembrava che le scoppiasse l’intestino, ma sapeva che lui non avrebbe avuto pietà; se non avesse finito o ne avesse persa per strada, avrebbe ricominciato daccapo. Respirava profondamente, cercando di rilassarsi. Finalmente vide la sacca vuota.
‘Posso andare?’
‘Ora ti levo la cannula, vedi di trattenerti. Non vorrei che bagnassi il pavimento o la gonna. Anzi te la tolgo, così non la sporchi neanche per sbaglio’
Praticamente nuda dovette attraversare tutto il negozio sotto gli sguardi sorpresi dei clienti per raggiungere il bagno e potersi finalmente liberare.
In bagnò trovò un asciugamano con cui coprirsi e tornò indietro.
‘Mi è arrivata una seggiola particolare, è fantastica’
‘Fammela vedere’
Era una seggiola con due braccioli; il sedile era forato al centro; dal foro, del diametro di una quindicina di centimetri fuoriusciva un cazzo finto.
‘Il fallo può essere sostituito, ce ne sono di tutte le dimensioni; può essere infilato nella figa o nel culo; volendo se ne possono posizionare due per avere una doppia scopata. Si può regolare la profondità e la velocità’
‘Mettici un bel cazzone, così la apriamo bene’
In pochi minuti un bel cazzo era pronto. La punta affiorava dall’apertura.
La fecero sedere sulla seggiola con il fallo che le toccava appena l’ano.
Il commesso lo fece salire lentamente così da darle la possibilità di adattarsi mentre il suo uomo le bloccava i polsi sui braccioli con due strisce di velcro. Sentì il fallo entrarle dentro, la riempiva tutta.
‘Ora viene il bello’ Il commesso attivò la macchina, poteva essere regolata sia la profondità dei colpi che la frequenza. Partì piano, le sue tette sobbalzavano, provocanti mentre, come al solito, il tutto veniva filmato
Quel cazzo finto le entrava nel culo per almeno trenta cm, provò a resistere, ma sembrava vero, morbido e duro contemporaneamente. I due uomini si dedicavano alle sue tette, le strizzavano e le schiaffeggiavano.
‘La conosco, sta per venire, accelera’
‘Oddio, basta, il culo mi fa male, basta. Porci, maialiiiii’
Ancora una volta non riuscì a dominare il piacere, scoppiò in un urlo belluino e finalmente spensero la macchina.
‘Sono rimasto all’asciutto solo io’ disse Filippo
‘Hai qualche desiderio particolare?’
‘Con due poppe come le sue…-
‘Una bella spagnola!’
Patrizia era e si sentiva solo carne per cazzo. G. la usava per il suo piacere e, a quanto pareva, per quello dei suoi amici.
Su una delle foto pubblicate, dove la si vedeva dalla bocca fino alla vita, G. aveva scritto: ‘labbra da pompini e tette da spagnola’ ricevendo molti consensi.
Le liberarono le braccia, lasciandola seduta. Filippo le si posizionò davanti, il cazzo barzotto.
‘Sei proprio una bella e giovane vacca; datti da fare’
Patrizia glielo prese tra le mani segandolo fino a portarlo ad un’erezione completa; lui le insalivò le tettone e glielo mise in mezzo; lei se lo strinse per bene
‘Scopamele’
Le appoggiò le mani sulle spalle, iniziando un veloce su e giù; cercava di raggiungere con la punta le labbra della donna che prontamente gli dava una leccata. Era già molto eccitato, e la porcella ci sapeva fare. Si prese il cazzo in mano.
‘Apri la bocca, te la voglio riempire’
‘Sborrami le tette, mi piace di più’
‘Che troia che sei! Ti sborro tutta’
In effetti Filippo era un gran sborratore: la colpi sul viso, in bocca e fra le tette.
Alla fine si fece pulire per bene mentre le tirava i capezzoli duri.
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