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La moglie troia e il vecchio porco (II Parte)


di pollicino
05.07.2021    |    18.113    |    0 7.8
"Alla fine, si ritrovò con il prepuzio tutto raccolto sui testicoli, i quali stavano sulle chiappe di Anna… Andava e veniva – nonostante le dimensioni – senza..."
8. Incinta e abusata.

Contrariamente alle sue speranze, Anna scoprì di essere stata fecondata, ma – nonostante la gestazione fosse in uno stato avanzato – continuava a svolgere il suo lavoro di impiegata presso una nota officina meccanica della zona...

Il suo fisico non si era certo sciupato, anzi, e il pancione - che era bello rotondo e appuntito - accresceva il tasso di sensualità che le era proprio.
Spesso, poi, soprattutto in quei tempi d'estate, lo esibiva con orgoglio sotto top mozzafiato e calzoncini ridottissimi.

Pure in casa – come sempre – non occultava nulla di quella metamorfosi, e chi aveva la fortuna di poterla ammirare in versione “nature” la poteva vedere brillare di una luce diversa dal solito: i capezzoli si fecero ancor più massicci, e le labbra della patata cominciavano a dischiudersi come il guscio di una succulenta conchiglia.

Tutte queste mutazioni non passarono inosservate nemmeno ai suoi tre colleghi, extracomunitari nordafricani che vivevano da anni in Italia senza aver mai toccato una donna, soprattutto bianca e bella come Anna...

Cosi, se all'inizio nessuno aveva detto nulla, adesso che non potè più nascondere la pancia iniziarono le battute che normalmente si fanno tra colleghi uomini, e con esse gli apprezzamenti pesanti.
Anna era abituata a quell'ambiente, ma a un certo punto – presa da una gran voglia di cazzo che non vedeva più da tempo – cominciò ad incoraggiare quei maschi tanto affamati.
Spesso, infatti, scherzando ma non troppo, i "ragazzi" buttavano là proposte estreme di orge e gangbang interraziali, e lei non reagiva più con dei "no" secchi.

Un giorno, verso l'ora di chiusura, si trovava in ufficio a sistemare i conti quando entrò John - il collega originario del Ghana, 1 metro e 95 per 100 kg di muscoli e un po' burbero - che scherzando le disse:
- "Allora, Anna, quando si comincia questo allenamento per la gang?".
E lei, pronta:
- "Per me, pure subito!".
John non se l'aspettava una risposta così perentoria, rimase – lui – un pò spiazzato, ma si riprese immediatamente e, scuro in volto:
- "Non scherzare con me, signora, sai che non lo faccio da anni...".
Ma la donna non scherzava affatto, quella sera sarebbe saltata addosso persino a un morto per quanta voglia aveva di farsi scopare brutalmente, così replicò greve:
- "John, ti va di farlo o no?, io non sto giocando, ho sempre così tanta voglia che mio marito, poveretto...".

Il ghanese, capite le intenzioni, come una furia la prese bruscamente per un braccio, con una manata rovesciò tutto quello che c'era sulla scrivania, e – senza tanti complimenti – ce la sbatté sopra.
Poi, per un attimo, fu gentiluomo, e cominciò a denudarla dolcemente: le sollevò il top, e sotto i suoi occhi spuntò una magnifica terza (che ora, con la gravidanza, era diventata quasi una quarta) di tette, con delle stupefacenti areole che si erano fatte più scure del solito, e due capezzoli svettanti e pieni; poi, accarezzandole con le grosse labbra di negro il pancione, scese fino ai pantaloncini che rimosse con abilità...

Quel fisico, rimase così "protetto" solo da un sottile perizoma bianco, a cordoncino, che ne rendeva un'immagine da vera troia.
Sollevò la schiena e tirò su le gambe... Poi, squadrando intensamente il nero e con movenze da "9 settimane e 1/2", fece saltare via pure quell'estremo indumento...

John intuì quello che Anna voleva, si sdraiò a terra ancora vestito, permettendole di accovacciarsi con la passera sulla sua faccia...
Aprì la bocca, e lei – tenendosi sulle braccia – iniziò un movimento ondulatorio di "va-e-vieni", dalla lingua al naso, alla fronte di lui, per poi tornare indietro e ricominciare da capo, offrendogli la possibilità di annusare il suo intenso sapore di femmina gravida.
Più andava avanti questo "massaggio" sensuale, e più sottili fili viscosi dei suoi umori cominciavano a ricoprire il volto del maschio.
Odori e sapori fecero sì che John perdesse totalmente ogni freno inibitorio, si sfilò da lì sotto, si spogliò rapidamente di ogni indumento lanciandoli volare in aria, e si riposizionò immediatamente come stava prima, permettendo ad Anna di assumere - sopra di lui - la posizione del "sessantanove".

La donna trovò qualche difficoltà per via di quella grembo così voluminoso, ma ciò non le impedì ugualmente di agguantare saldamente la verga di John; era una cosa davvero impressionante da gestire, e ci volle tutta la sua esperienza per riuscire a portarlo alla massima erezione senza farlo venire.
Lo trattava con entrambe le mani, lo scappellava, per poi far risalire su la pelle...
Quel glande metteva paura, così come le palle, ma non a una come Anna...
Quando reputò essere pronto, si alzò quel minimo necessario a voltarsi... e si impalò da sola su quel pilastro di carne.
Per non dar troppo fastidio al feto, guidò lei le "danze"... Si sentiva bene con John, dentro aveva due "ospiti" che sembrava si fossero messi d'accordo per distruggerla...

A un certo punto, si rese conto che il collega iniziava a rispondere alle sue pressioni con botte tremende, uguali e contrarie alle sue, finché una fulminea cannonata di sperma non le colpi l'utero facendola sussultare.
Stramazzarono l'una sull'altro, ma non ebbero il tempo per gustarsi fino in fondo il capolavoro di una scopata tanto devastante, perché sentirono Ahmed urlare...

Ahmed, era un altro collega, un egiziano basso di circa 40 anni, gran porco e gran provocatore, ed era lì fuori che li stava cercando…
Quando, entrando senza bussare, si trovò di fronte a quella scena, non credette ai suoi occhi: il ghanese a terra che ancora ansimava dallo sforzo, e Anna – di culo – con la fica ancor più allargata e una pozza di sperma che ancora si stava raccogliendo tra le sue gambe, mentre l’ano all’insù si chiudeva e si apriva ritmicamente, “vittima” di contrazioni incontrollate.

L’ultimo arrivato, in preda a una grande rabbia per non essere stato il preferito, non si curò minimamente del “collega” e subito si precipitò verso la donna.
Si abbassò solamente pantaloni e boxer, e ne sgusciò fuori un biscione già pronto all’uso, di media lunghezza, ma di una circonferenza notevole.
Non si preoccupò nemmeno di scappellare, ma appoggiò direttamente la punta del glande sullo sfintere della vacca e spinse con decisione senza mai fermarsi.
Alla fine, si ritrovò con il prepuzio tutto raccolto sui testicoli, i quali stavano sulle chiappe di Anna… Andava e veniva – nonostante le dimensioni – senza problemi, tanto lei fosse abituata ad essere “visitata” nel secondo canale, forse ancor più che nel foro principale.

Ahmed fu sbrigativo, pensò solo al suo piacere, e quindi in breve sborrò nel canale rettale… Uno, due, tre, quattro fiotti che parevano non finire mai…
Quando finalmente si tirò fuori, anche quel budello era assolutamente traboccante.

L’egiziano, venendo – a differenza dell’amico ghanese – aveva urlato come un animale, il che aveva richiamato l’attenzione del suo connazionale Mohamed, un uomo di carnagione olivastra che pareva un pirata (data anche una profonda cicatrice che aveva sulla faccia); dei tre, era il peggiore, e dvvero un tipo poco raccomandabile…

Entrando nella stanza e vedendo i suoi due colleghi che si erano “serviti” non volle essere da meno, e si avvicinò ad Anna come ci si accosterebbe a una macchinetta self-service.
Vide il suo ano stracolmo, ma non gliene importò nulla… Puntò il suo arnese sulle labbra della donna, e penetrandola oralmente le disse:
- “Cagna italiana, dai, fammi godere come sai fare, che poi avrai il premio!”.
E Anna non se lo fece ripetere due volte: i bocchini con risucchio erano da sempre la sua specialità migliore; iniziò un lavoretto magistrale, che in breve portò il cazzo di Mohamed a proporzioni mai viste, nemmeno da una troia come lei… Se ne compiacque, aspettando l’iniziativa dell’egiziano…
Il quale glielo tolse di bocca e – girandole attorno – glielo ficcò in quella fica che nel frattempo si era svuotata parzialmente…
Spinse tanto forte da lasciare la donna senza fiato, e facendole temere per il nascituro. Ma la voglia era tanta per entrambi, e mentre lui continuava a spingere furiosamente in avanti, lei – con un movimento di rinculo – lo assecondava, sentendo ad ogni azione un forte e doloroso colpo sull’utero.
Mohamed era molto resistente, ma alla fine anche lui si scaricò, ed Anna immaginò il bimbo che riceveva degli “sputi” continui sul suo faccino.
- “Beh” – si disse – “vuol dire che assaggia fin da subito le gioie della vita!”.

I tre erano stanchissimi, ma la donna ancora smaniava dalla voglia di godere…
Così, Ahmed, il più porco, le disse:
- “Ti ricordi quando ci provocavi parlando di gangbang? Ecco, noi siamo pronti, mi pare… Che ne dici?”.
E senza nemmeno attendere risposta, si disposero per scoparsela insieme.
John si sdraiò per primo sulla scrivania a pancia su, e gli altri due sollevarono Anna di peso e gliela misero sopra supina, facendole scivolare dentro l’ano lubrificatissimo tutto il membro dal ghanese.
Poi, Mohamed le si piazzò davanti e le tappò l’altro orifizio rimasto libero, fino a che l’asta non scomparve fagocitata dalla spaziosa vagina.
Non rimaneva che Ahmed, il quale – come già in precedenza – attese che i due si sistemassero poiché preferiva la calda bocca di Anna…
Una volta che furono tutti dentro, ciascuno iniziò a stantuffare la propria cavità, con la donna che – dal profondo stato di eccitazione – sembrava fosse andata in “coma erotico”.

Questa gang durò circa una mezzora, quando i tre iniziarono – l’uno dopo l’altro – ad eiaculare il loro caldo godimento dentro Anna, che lo accolse con grande capacità di assorbimento.
Alla fine, restarono così fin tanto che la donna non ingoiò lo sperma in bocca… Era completamente ricoperta di seme bollente, ma se fosse stato per lei ne avrebbe voluto ancora!

Si rialzarono da quella scrivania che ormai era diventata un oggetto non identificabile, si rivestirono senza nemmeno potersi dare una ripulita, e Anna – soddisfatta – se ne tornò a casa.
Quando si spogliò, non disse nulla, ma fu chiaro a tutti quello che era accaduto. Padre e figlia, fecero i complimenti alla donna, e Luca provvedette a ripulirle tutto il corpo da quello sperma non suo…

9. L'ultimo sogno di Luca.

Luca aveva ancora davanti agli occhi sua moglie incinta tutta ricoperta dallo sperma dei colleghi, e nelle orecchie il racconto dettagliato di lei a proposito della gangbang in ufficio, quando un paio di settimane dopo (stava entrando in un periodo critico della gestazione), Anna gli chiese di poter provare di nuovo l'emozione del sesso di gruppo.

Il marito cominciava ad averne abbastanza di doverla dividere con quegli stranieri, ma lei gli spiegò meglio il suo progetto: farsi scopare in un club privé discreto e riservato.

Luca restò basito: quello era il suo sogno estremo, che cullava da tanto tempo ma che non aveva mai avuto il coraggio di confessare a sua moglie.

Così, per essere certo che non rischiassero problemi ne la madre ne il bambino, Luca decise di prendere appuntamento e la accompagnò dal ginecologo, un uomo piuttosto piacevole, magro e distinto, che la seguiva sin dalle sue prime mestruazioni.
Dopo i convenevoli di rito, la fece accomodare e cominciò a porgli le solite domande che si pongono prima di una visita.
Le chiese, poi, di spogliarsi: Anna – da esibizionista qual’era – non ebbe difficoltà a togliersi il reggiseno, e il medico le tastò i grossi seni per qualche minuto, provocandole la reazione immediata dei capezzoli che si indurirono.
Fatto questo esame, le fece togliere pure il perizoma… Era di spalle, e prima di accomodarsi sul lettino mise in mostra un bellissimo culetto sodo.
Ora, Anna era completamente nuda, sotto gli occhi del dottore… Il ginecologo le chiese di divaricare le gambe, poiché Anna – stranamente – sembrava in soggezione e tendeva a chiuderle.
Il medico si mise seduto su uno sgabello con il viso a pochi centimetri dalla fica della donna, e andò dentro, a fondo, con il dito medio. Lo sfilò e lo reinfilò, come fosse un cazzo, la stava scopando con le dita, toccando anche le grandi labbra.
Le disse:
- “Vedo che la tua lubrificazione funziona bene” .
Poi prese ad allargarla con un divaricatore, e continuò con il dito a stuzzicare quella meravigliosa patata.
Anna cominciò a manifestare il suo piacere, e non ci mise molto a venire una prima volta...
Il medico se ne accorse, e per non farla sentire a disagio, sorridendo, fece:
- “Meglio così, ci faciliterà il lavoro…”.
Praticamente, la masturbava – molto bene –, andando a toccare anche il suo “punto G”, con due e poi tre dita della mano dentro fino al palmo.
Anna riprese ad ansimare e a godere, era un lago di liquidi, mentre lui le allargava la vagina…
E così, il dottore, capendo che lei si eccitava come una troia, volle procedere con la “visita”, assecondandola e spingendogli dentro quasi tutta la mano: entrò con quattro dita – che vennero risucchiate con una facilità immensa –, allargandogliela di molto.
Anna sentì la presenza di quella mano dentro di lei, si sentì piena, al di là del bimbo che portava in grembo.
La sentì muoversi e scoparla come non l’aveva mai scopata nemmeno il marito.
Stava per avere un altro orgasmo… E venne con la sua mano ancora dentro...
Quando, infine, il ginecologo uscì completamente dalla femmina, lei abbassò lo sguardo verso le sue parti intime, e vide che la sua vagina gravida era letteralmente squarciata, aperta da farci entrare comodamente anche una palla da tennis…
Sia il dottore che Anna, e anche Luca (ad assistere), si erano “divertiti” abbastanza… Lui, estrasse definitivamente la mano che era rimasta mezza fuori e mezza dentro, la fece scendere dal lettino e la fece rivestire.

Avute finalmente le rassicurazioni che cercava, una sera Luca le annunciò:
- "Anna, se vuoi potrai fare ancora la troia, ho trovato un privé che fa al caso nostro".

Lei già si stava bagnando tutta dall'eccitazione, la sua fica era lucida di umori... e strofinandosi da vacca contro il cazzo di Luca, gli stampò in bocca un bacio con la lingua che gli piantò fin sul palato.
Era davvero su di giri, tanto che gli propose di portare con loro anche Camilla, ma questa volta Luca si oppose decisamente: va bene averle fatto rompere il culo, ma questo era ancora davvero presto.

La sera tanto attesa, lei si vestì con un elegante abito premaman di seta che la fasciava, e che disegnava perfettamente tutte le sinuose curve del suo corpo, dal pancione con ombelico sporgente, ai capezzoli enormi, alle cosce, non lasciando veramente nulla all’immaginazione, e lasciando invece capire l’assenza totale di biancheria intima.

Ebbene, arrivarono alla villa dove aveva sede il locale, dopo due ore in auto, che era passata da poco la mezzanotte, e subito fu chiaro che si trattava di un privè molto speciale: già nel parcheggio, infatti, c’erano molte lei in evidente stato interessante.
Entrarono, e si diressero subito al bar. Il proprietario, un uomo raffinato, gli offrì un drink di benvenuto, e Anna trangugiò tutto anche se era proverbialmente astemia, o forse proprio per questo, per darsi coraggio e lasciarsi andare.

La serata sembrava trascorrere rilassata, come in un qualsiasi altro locale, la discoteca e i divanetti, della buona musica, quando – dopo aver fatto un giro di ambientamento – vennero fermati da una ragazza…
Era molto carina e sensuale, con due tettine piccole a punta, e un monte di venere ricoperto da un triangolino di pelo nero, molto ben curato.
Anna non si era mai sentita – fino a quel momento – attratta da un’altra donna; ora, però, il solo pensiero di poter stare nuda davanti a lei la fece eccitare alla grande…
Strinse le gambe per tentare di trattenere gli umori che cominciavano a manifestarsi sotto l’abito, e chiese a Luca di raggiungere gli spogliatoi… Si liberarono dei vestiti, e – un po’ in imbarazzo, dato che quella era la loro prima volta – fecero ritorno in discoteca, dove la ragazza di prima era sempre là, e sembrava aspettarli… O meglio, aspettava Anna!
Dinfatti, non appena Luca si fu allontanato un poco, si avvicinò di nuovo ed insieme iniziarono a scambiare quattro chiacchiere davanti a un’altra bibita…

Tutto insieme, mentre Anna era un momento sopra pensiero, la sensuale ragazza le infilò lesta la lingua in bocca, e con una mano – dopo averle tastato per bene il pancione – le toccò la fica e le disse:
- “Ciao, io sono Patty… Dai, andiamo nel privé, così ci divertiamo un pò… Lì, però, tuo marito potrà solo guardare…” .
Anna, eccitata come non mai, le disse subito di si, e la cosa che la stimolava di più era che quella femmina sarebbe stata tutta sua! Luca, anche in questa occasione, sarebbe stato assolutamente cuckold…
Andarono dunque nella zona privè, e si sistemarono su un divanetto, dove Patty iniziò a baciarla meglio dappertutto, con una sensibilità che solo una donna può avere in certi momenti.
Le infilò un dito nella patata: era bagnatissima…
Patty, le sussurrò all’orecchio:
- “Ti piace? Posso continuare?”
Anna era così presa che le rispose con un solo cenno del capo.
La ragazza continuava a “tormentarla”, le mise ancora due dita nella fica e – mentre lei spingeva sul “punto G” – Anna godette fragorosamente.
Adesso, dopo aver ricevuto, toccava a lei dare piacere…
Iniziò timorosa a torcere anch’essa i capezzoli dell’amica, e poi più decisa a sfiorarle il clitoride… Per gioco, estrasse il plug anale che portava, se lo leccò tutto per bene, e lo rimise subito al suo posto…
Era bagnatissima pure Patty, e piena di “voglia”...
Forse presa da questo momento di massima eccitazione, Patty avvicinò la faccia alla fica di Anna e cominciò a leccargliela come nessun uomo aveva mai fatto, nemmeno Luca, che nel frattempo – grazie anche a questo “spettacolo” inatteso – si stava masturbando e stava per venire anche lui…
Anna percepì come un torrente percorrere la sua passera, e dopo pochi istanti schizzò dappertutto, lanciando un urlo fortissimo.
Era stato un orgasmo tremendo, che le scosse l’intero corpo gravido.
E per la prima volta – grazie a questa esperienza unica e meravigliosa –, scoprì di essere bisex…
Le due donne, si stesero sul divanetto, l’una sull’altra, e solo allora si accorsero che quel privè poi tanto “privè” non era: c’erano decine e decine di uomini – ma soprattutto donne – ad ammirare la loro performance…
La mattina seguente, a casa trovarono Camilla, a cui la madre aveva confidato in precedenza di quella notte e dell'intenzione di portare anche lei, ma che Luca si era opposto...
Curiosa come ogni donna, volle conoscere ogni dettaglio, e la madre non fu avara di particolari, al punto che alla fine entrambe si sentirono fremere per l'eccitazione.

Luca, però, non poteva dire di aver realizzato appieno il suo sogno, e così – la settimana seguente – tornò con sua moglie sul "luogo del delitto", ma stavolta alla ricerca di sensazioni decisamente più appetitose per lui.

Tutta quella gente che aveva assistito all’esibizione di Anna, aveva scatenato nella donna una vena di narcisismo, tale da non poter più fare a meno di mostrarsi, anche nel suo stato che ogni giorno di più si andava appesantendo.

Giunsero, quindi, al club, e lasciarono subitaneamente i loro abiti, desiderosi di una dimensione più “nature”; si avviarono verso una di quelle stanzette in cui Anna aveva goduto così tanto, ma stavolta non erano stati invitati da nessuno.

Anna era assai appariscente con quel pancione ingombrante, e ben presto se ne accorsero dei ragazzi che non dovevano essere più grandi della loro Camilla…

Si sprecarono i complimenti, e poi iniziarono i palpeggiamenti... Le tette prima di tutto, ma Anna gli fece capire che voleva essere posseduta da dietro, e così si mise a pecora, si spalancò le natiche, e si voltò – sfidandoli – ad aspettare...

Il più giovane, un biondino magrissimo ma ben dotato, prese l'iniziativa e – dopo essersi insalivato due dita – le strofinò vigorosamente lo sfintere entrando deciso dentro di lei...
Forse timoroso del suo stato interessante, non se l'era sentita di penetrarla per via vaginale. Ad ogni modo, prese a pomparle il culo, mentre lei – ansimante – si tormentava le mammelle…

E furono proprio quelle tette piene di latte che avevano catalizzato l'attenzione del suo amico, il quale salì sul lettone, si mise con la bocca sotto il suo seno e afferrò con le labbra, alternativamente, i capezzoli.
Prese a succhiare con lunghe "tirate", provocando in Anna delle smorfie di dolore misto a piacere.

Intanto, lei non perse tempo, e agguantò con forza il pene di lui, cominciando a masturbarlo con le mani e lasciandolo privo di forze. Eiaculò uno schizzo così potente che le giunse fino alle labbra, non potendo lei chinarsi a imboccarlo per non perdere le succhiate sui capezzoli che la stavano letteralmente sfinendo.

Altri maschi erano giunti, nel frattempo, tutti per lei: sostituirono i due "ragazzini", che comunque si erano fatti valere, andando ad occuparsi di ogni buco disponibile.

Anna era stanchissima, ma non voleva abbandonare la “contesa”, troppi erano ancora i cazzi da soddisfare: non appena uno si sfilava – dopo averle regalato il proprio carico di sperma –, ecco che un altro era subito pronto a inserirsi con potenza...

Ormai, il corpo di Anna era un unico strato di sborra, dalla punta dei capelli ai piedi, quasi irriconoscibile da fare schifo; eppure nessuno voleva andarsene, lasciando campo libero ad altri; tutti rimanevano lì come cani intorno a un osso...

Ad un certo punto, Anna cercò lo sguardo di Luca che, tenendosi in disparte, da bravo cuck, si era smanettato alla vista di sua moglie posseduta in ogni modo possibile e immaginabile.
Un cenno di intesa, e lei – ancora in ginocchio sul letto – salutò e ringraziò tutti, prima di andare a gettarsi sotto una doccia bollente...

Suo marito, intanto, aveva il suo bel da fare per tenere a bada tutti quegli esseri umani non ancora sazi e che gli chiedevano una replica.

Si rivestirono, e tornarono alla vita di tutti i giorni, con il signor Antonio che non perdeva occasione per rifarsi sotto.

FINE.


N.B.: Il racconto nasce da un’idea di “Bsxforall”
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