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Lui & Lei

La prima e l’ultima.


di Ullallero
11.11.2020    |    18.448    |    9 9.5
"“Cosa?” “Non mi hai fatto il culo!” Non ci vidi più..."
La prima volta che mi inculai una donna fui completamente inconsapevole di quel che stavo facendo.
Avevo 18 anni e frequentavo una ragazza, fra le altre, di poco più grande di me.
Dopo aver passato la serata in un pub ci appartammo in macchina in una stradina vicino al Gianicolo. Avevo una panda che prendevo in prestito da mia madre. Un auto non comodissima ma spaziosa per certe cose.
Isabella mi propose di sederci sul sedile posteriore e tirando avanti quelli anteriori c’era una gran facilità di movimento.
Cominciammo a pomiciare di brutto. I baci ci infuocavano e sentire la sua fichetta depilata mi mandava in estasi. Sditalinandola la portai all’orgasmo e anche lei si dava da fare sbocchinandomi e lavorandomi il cazzo con la mano.
Eravamo praticamente nudi a parte la maglietta che avevamo lasciato entrambi addosso. Le sue tette erano sode e gonfie e ciucciargliele era una vera goduria.
Ad un certo punto mi disse di non muovermi. Salì sopra di me a cavalcioni ma di spalle e si infilò il cazzo dentro.
Pensavo di averglielo messo in fica. Lei mi diceva di star fermo di non pomparla, sarebbe stata lei a cavalcarmi. La stringevo, le palpavo le belle tette, la baciavo avendo lei la testa rovesciata per ricevere i baci. Si alzava e si abbassava e non ci mise molto a godere.
Se qualcuno fosse passato all’esterno dell’auto avrebbe sicuramente notato il ballonzolare della macchina che non aveva ammortizzatori rigidi ma estremamente elastici.
Ad un certo punto le dissi che mi sarebbe piaciuto incularla.
“Lo stai già facendo” mi rispose.
“Ma va. Non ci credo” risposi.
“Mettimi la mano sulla fica” mi replicò.
Lo feci e trovai la fica a disposizione. La tastai ancora incredulo, le infilai le dita dentro e fu solo allora che mi resi conto che il mio cazzo era altrove.
Non resistetti a quella scoperta e sbottai con una sborrata da paura. Non ci fu alcun freno. E le riempii il buco di calda crema.
Fu qualcosa di incredibile e di irripetibile. Lei aveva accolto il cazzo dentro il culo con una disinvoltura e una facilità che mi sconvolse.

L’ultima volta che invece che mi sono inculato una donna è molto recente. Il mese scorso, per intenderci.
E lei è la mia commercialista, Catia.
Dopo aver cenato in un ristorantino romantico sulle colline riminesi, le proposi di finir la serata a casa mia.
Fece qualche resistenza in proposito, dicendo apertamente che la proposta era molto pericolosa per la sua incolumità e che aveva remore per il rapporto di lavoro vecchio di anni che avevamo instaurato. Ci furono molti discorsi in proposito ma alla fine accettò con la promessa che non avrebbe fatto nulla che non avesse voluto e che, in buona sostanza avrei fatto il bravo bambino.
Una volta in casa invece per lei fu una Caporetto.
Dopo averle offerto un bicchierino di ottimo rum, seduti sul divano, cominciammo a baciarci, a toccarci e a spogliarci.
Aveva un completino di intimo bianco che la fasciava completamente e un corpo bellissimo con dei fianchi affusolati e un bellissimo culo a mandolino.
Lo slip decise di toglierselo dopo una qualche insistenza da parte mia ma quando ci riuscii non potei che tuffarmi sulla fica pelosa ma ordinata e cominciai a leccarla lungamente passandole la lingua dalla vagina al suo buchetto. La cosa la mandava fuori di testa, sbrodolava umori che bagnavano tutto il mio volto.
Poi cominciai a scoparla senza sosta per lungo tempo e in tante posizioni fino a che arrivai sul punto di sborrare. Glielo dissi e lei forse anche per evitare che la mia crema finisse nella figa, si girò come una biscia, mi rovesciò sul divano pancia all’aria e se lo prese in bocca proprio nel momento in cui cominciai ad eruttare sborra. La bevve fino all’ultima goccia e poi mi guardò con i suoi occhioni da pecorella indifesa.
Rimanemmo abbracciati per una buona mezz’ora. Ci coccolavamo e io la prendevo in giro dicendole “Hai capito la mia dottoressa commercialista?!?”
Lei si scherniva dicendomi che era la prima volta che lo faceva con un suo cliente, che l’avevo portata sulla cattiva strada, che non avevo mantenuto la promessa di fare il bravo ma intanto sotto la coperta che avevamo usato per avvolgerci mi toccava il cazzo, me lo scappellava, si impiastricciava le dita dei rimasugli di sperma e di umori suoi che lo avevano avvolto.
Il cazzo non ci mise molto a riprender consistenza e a indurirsi e lei, con il cazzo ancora barzotto, lo riprese in bocca e lo riportò a indurirsi totalmente.
“C’è una cosa però che non hai fatto” mi disse.
“Cosa?”
“Non mi hai fatto il culo!”
Non ci vidi più. La rovesciai a pecora sul divano, le sparsi della saliva sul buchetto, la leccai sempre a pecora dalla figa fino allo sfintere e poi le appoggiai la cappella.
“Fai piano” mi disse “ho paura che è troppo grosso per me”.
Cominciai lentamente a spingerlo dentro fermandomi continuamente e riprendendo la rincorsa verso le sue profondità. Dopo circa 2 minuti l’aveva tutto nel culo. A quel punto mi fermai più a lungo. Attesi che si rilassassero completamente i muscoli dello sfintere e poi fu lei a cominciare a muoversi facendomi capire che stava gradendo molto il modo con cui l’avevo infilzata. Cominciai a pomparla con sempre maggiore decisione, poi mi misi alla texana e presi a spingerglielo dentro e fuori.
Gridava il suo godimento come una ossessa “Sono una puttana, la tua puttana, sfondami il culo, aaaahhhhh”
Cominciò a squirtare sopra la coperta, le colava cremosa la fica che sditalinavo mentre la inculavo con veemenza.
E alla fine le sborrai dentro riempiendole il culo.
Morale: le donne sanno sempre quel che desiderano, non bisogna mai forzarle, sono loro a lasciarsi andare. E da parte maschile dobbiamo sempre rispettarle.
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