Lui & Lei

Monica


di FIREFORCE52
19.11.2019    |    5.899    |    1 8.9
"Lei tentò di farfugliare qualcosa, ma io fui lesto ad incollare le mie labbra sulle sue per continuare a possederla..."
Io e Gigi, non ci vedevamo da anni, ma quella era una sera speciale.
Ero a Roma per lavoro e non conoscevo nessuno così lui amico d’infanzia non si fece pregare quando lo chiamai per fare due chiacchiere e una pizza in compagnia.
Avrei dovuto dimorare nella capitale per alcuni giorni e l’occasione era propizia per rinverdire i vecchi tempi.
A cena però accadde qualcosa che attirò la mia attenzione.
Alle spalle di Gigi, notai due donne, veramente niente male, età 55-56 anni e una delle due, mi intrigò particolarmente.
Un caschetto di capelli biondo cenere, una camicetta di seta bianca che lasciava intravedere un reggiseno bianco tutto merlettato, al collo una collana di perle un foulard rosa chiaro e due occhi azzurri come il mare.
Gigi, individuata la direzione del mio sguardo si girò incuriosito e riconosciute le donne si alzò di scatto per salutare le signore.
Sembrava che Gigi le conoscesse bene, perché dopo i saluti, cominciarono le risate e le pacche sulla spalla. Fummo invitati al loro tavolo e serata trascorse in allegria.

Il giorno dopo rividi Monica, andammo a cena insieme e appresi che era una ginecologa e questo già mi stiuzzicava la fantasia, visto che di medici così bone, non ne avevo mai conosciute.
Mi sentivo affascinato dalla sua presenza, ma allo stesso tempo impotente nel fissare quei suoi occhi profondi, avrei voluto cavalcarla all’istante.
Facemmo un giro al parco e qui tra una chiacchiera e l’altra partirono le confidenze. A fine serata con la complicità del buio e della folta vegetazione la baciai.
Fu un bacio suadente, il contatto delle mie mani sulla sua pelle mi fece salire la pressione e il cazzo cominciò a pulsare nelle mutande.
Mi avvicinai di più a lei, con la mano a cercai l’elastico dei collant, li abbassai, scostai l bordo delle mutandine e arrivai alla fica già umida.

Fu come se lei aspettasse da tanto quell'evento perché staccò appena le labbra dalle mie per emettere uno di quei gridolini pieni di soddisfazione che distinguono le donne quando sentono appagati i loro desideri più profondi e tornò a baciarmi con foga.

Io che per natura sono già caldo di mio in quella situazione mi infiammai e cercai di spingere i nostri corpi ancor più tra la vegetazione, lontano da occhi indiscreti e la mano tra le sue gambe cominciò a farsi più insistente e profonda.
Ad un tratto, però, la situazione cambiò.
Monica si divincolò dalla stretta delle mie braccia e fece per allontanandosi.

La mia delusione fu cocente.

Ero confuso, non capivo, ma lei tornata verso me mi disse "Anch’io ti voglio,, non qui però, vieni a dormire da me"

Il viaggio fino a casa sua fu silenzioso,
Il cazzo mi bolliva tra le gambe.avrei voluto viaggiare con la sua bocca avvolta sulla mazza, sentire la sua lingua stuzzicarmi la cappella ma temevo di perderla per quella mia maledetta fretta di raggiungere gli obiettivi.

Giunti a casa sua mi spogliai con lentezza, trattenendo appena le mutande, che nel frattempo erano già fradicie e mi infilai sotto le coperte,
Monica andò in bagno.

L’ambiente era dignitoso. Piante sparse ovunque ma con un ordine preciso le tende in tinta con l'arredamento e le lenzuola profumate, proprio come lei che, uscita dal bagno in quel mentre, rilasciava nell'aria aloni di profumo.

Camicia da notte trasparente, da cui si distinguevano nettamente i capezzoli come boccioli di rosa fresca, lateralmente uno spacco metteva in mostra la linea della coscia sormontata da un bel culo pieno, come quelli che io adoro.
Nel vederla mi venne spontaneo lasciami andare ad un complimento ardito “Ammazza quanta roba…le dissi….e la tenevi tutta nascosta?”,
Non le diedi tempo di proseguire che la agguantati e la tirai giù nel letto tra le mie braccia.
Ci misi foga nel baciarla ed accarezzarla e lei ricambiò con enfasi.
La mia mano corse subito a cercare la fica, di cui serbavo un gran bel ricordo per il giochino cominciato nel parco e con grande meraviglia mi accorsi che in bagno si era già liberata delle mutandine.

Questa donna, che sembrava docile e remissiva, cominciava a manifestarsi una vera scoperta.
.
Fu così che senza attendere altri preliminari mi misi sopra nel tentativo di penetrarla.
Non si lasciò sorprendere apri con destrezza le gambe e preso il cazzo tra le mani lo guidò fino all'ingresso della vagina.

Era appena entrata la cappella, che la fica sembrava un lago e quando cominciai a dare i primi colpi, affondò le unghia sulle mie natiche e ansimando mi incitò come un fantino farebbe col suo cavallo

“ Spingi spingi, non fermarti ti voglio”

Io che di rimando ero già partito da un pezzo col poco fiato che avevo in gola le dissi “ Sei una vera scoperta Monica. “Sei una troia meravigliosa” e i nostri corpi si avvinghiarono in un abbraccio pieno di libidine.

La sentivo ansimare sempre più forte,, il suo corpo contrarsi, il viso passare dal bianco al rosso intenso, la sua bocca che mi incitava a chiavarla sempre più forte.

Entrambi eravamo eccitatissimi, non ce la facevo più ma volevo che fosse lei a godere per prima, in modo da poter gestire la situazione, poi.
Ancora pochi minuti e lei con un gran sospiro venne, non senza accorgersi che anch'io ero al limite.
Fu così che Monica, muovendo improvvisamente, il bacino verso di me mi invitò a scaricarle dentro la fica calda e accogliente tutta la mia sborra.
Ci guardammo per un attimo rossi in viso ancora ansimanti e ridemmo di quanta voglia di scopare avessimo in corpo.
Lei tentò di farfugliare qualcosa, ma io fui lesto ad incollare le mie labbra sulle sue per continuare a possederla.
Avevamo fatto tutto troppo in fretta e desideravo ricominciare con calma assaporando ogni pezzo del suo corpo.
I miei baci, la mia lingua le mie mani, arrivarono ovunque e quando le mie dita cominciarono a solleticare il clitoride la sua lingua si impossessò della mia bocca con tale enfasi che mi staccai da lei e mi spostai in posizione 69 per leccarle la fica.

Mi bastò poco per farla infiammare nuovamente e quando mi accorsi che il piacere le stava salendo, le mie dita presero la direzione del buco del culo,
Volevo capire quanti cazzi avesse già perso. Infilai il primo dito e la dottoressa sembrò gradire, così trovata la fessura umida e accogliente decisi di aumentare il ritmo e aggiunsi un secondo dito al primo. A questo punto Monica, che già era in posizione prona, inarcò la schiena schiacciandola verso il materasso e cominciò a alzare ed abbassare ripetutamente le gambe,.

La tecnica era stucchevole, ogni volta che le gambe dall'alto ritornavano verso il basso, le dita si infilavano sempre più in fondo al culo.
Ad ogni affondo il respiro diventava sempre più affannoso ed eccitato, la bocca si trasformava in una ventosa avvolgente intorno al cazzo,, lasciando percepire l’intensità del suo desiderio.
"Bastardo sei un porco, mi disse ad un tratto, mi stai trasformando in una troia. Dio quando sto godendo"

Si dimenava come un puledro selvaggio a cui si tolgono le redini.

Un ultimo colpo di reni e le dita le entrarono interamente in fondo al culo e dalla fica un fiotto liquido trasparente inondò la mia faccia.
Ammazza pensai alla signora piace prenderlo nel culo e che squiterata.
Esausta e spossata, chiuse gli occhi e rimase immobile, io mi adagiai al suo fianco, ma solo per lasciarle il tempo di riprendere fiato.

Pensai in quei frangenti quanto fosse affascinante chiavare le donne, non solo per il piacere, ma quanto per scoprire le diversità che le accomunano nel momento dell'amplesso.
La fioraia che fa i pompini e beve sborra come sciroppo di mandorle e la dottoressa che sborra col culo.
Altro che porno film.
Le riflessioni mi portarono lontano, ai giochi di lingua della fioraia e quasi non mi accorsi che la mia compagna, ripresa una connotazione più normale mi stava slinguando l'uccello.
Alzai appena la testa e scorsi la sua bocca con il mio cazzo tra le fauci.
Si voleva fare perdonare di essere venuta prima di me? Desiderava ripagarmi delle emozionanti sensazioni ricevute?
.
Ehi come va le dissi, tutto ok? Ti è piaciuto? Non ricevetti risposta, solo un mugolio “ Mh Mh “ e annui con la testa.
Si era impossessata del cazzo e cercava di darmi piacere, ma con la lingua non sembrava altrettanto brava.
Per carità ce la metteva tutta, ma era evidente che non fosse la sua specialità. Come un serpente, faceva ruotare la lingua intorno al cazzone lo.ingoiava fino alle tonsille ma non era convincente o forse ero io che desideravo solo sbatterglielo nel culo.
“Voglio il culo” le dissi "Girati che sei già pronta"
Sembrò non capire e continuò a ciucciare. Andò avanti così per un po’ e appena le lasciai la testa che tenevo tra le mani, tirò fuori il cazzo dalla bocca con un suono simile allo strappo di una bottiglia di spumante e si adagiò sul mio petto.
Prese a baciarmi e leccarmi per tutto il corpo, poi d’improvviso balzò in piedi sul letto, si prese le chiappe tra le mani e si calò sul cazzo in erezione.
Finalmente, le dissi, *avrei voluto farti il culo subito ma pensavo non ne avessi più voglia".
E lei “ma quando le capirei le donne tu? Ogni volta che dicono no è un si” “devi insistere”
Ora basta le dissi mi scoppiamo le palle “Dai troia, maiala ti piace il cazzo? Senti quando è duro? Adesso ti sfondo tutta. Te lo faccio arrivare in gola.
Mi eccitavano le frasi cariche di libidine..
“Non venite ti prego aspettami voglio sentirti dentro di me", replicò lei.
Più forte, più forte, sono la tua troia la tua puttana, chiavami sbattimi “ Si.si fammi il culo, ti ho desiderato dal primo istante che ti ho visto, sei un maiale. Dai dai scopami.
A sentire quel linguaggio così diretto, da quella donna che apparentemente avevo considerato dolce e romantica, fu come se il Big bang fosse esploso all'improvviso nel mio cervello.
La presi con forza impedendogli di continuare lo smorza candela, la misi a pecora e senza altri complimenti glielo ficcai nel culo senza preliminari.
Appoggiai le mani alle maniglie del letto e piegate le ginocchia le stantuffai il culo con tutta la forza che avevo.
Ad ogni colpo la mia compagna spingeva e pronunciava frasi sconnesse.,
Continuai per parecchio a sbatterla nel culo, e quando venni rantolavo per il piacere.
La testa mi ronzava tutta, mi mancava il fiato, non riuscivo più a respirare.
Inutile dire che di Roma non ho visto nulla, in compenso ho visto un culo straordinario così desideroso di cazzo che nei giorni a seguire non le permisi nemmeno di ntrare dal lavoro che le facevo il culo con suo grande desiderio..

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