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Lui & Lei

Scopata in amicizia


di ScrittoreAcerbo
25.04.2024    |    1.459    |    4 9.8
"La loro danza si fece sempre più intensa e focosa..."
Ciao a tutti, sono Giorgio, ho 22 anni. Sono alto 1,80, fisico magro, con pochi muscoli, capelli biondo scuro e occhi verdi.

La storia che vi sto per raccontare si svolge durante il ritorno a casa dopo un fine settimane in una località sciistica piemontese.
Questa vicenda vede come protagonisti, oltre a me, altre tre persone:
-Federica, la ragazza di cui sono sempre stato innamorato ma che, mio malgrado, non ha mai ricambiato;
-Arturo, un ragazzo che ci ha sempre provato con qualunque ragazza le capitasse a tiro;
-Valentina, la migliore amica di Federica.

Potrei stare lì ad annoiarvi con il racconto di un weekend alcolico in casa di Fede, ma nulla di ciò che succedette tra venerdì sera e la domenica mattina andrebbe ad interessarvi, quindi passerò subito alla parte piccante del racconto.

Come sempre mi misi alla guida per accompagnare a casa i miei compagni di avventura. Alla mia destra si mise Arturo con il compito di mettere la musica in macchina, mentre le ragazze si misero dietro.

Ancora una volta l’aria era tesa.
Come spesso accade, io e Federica avevamo litigato. La sera prima, dopo aver incassato l’ennesimo due di picche, decidemmo di andare a bere qualcosa in un pub. Pronti via e una ragazza aveva provato l’approccio con me. Questo portò, ancora una volta, ad una scenata di gelosia da parte di Federica che, cacciando la ragazza in malo modo, si oppose alla mia occasione di spassarmela con lei.

Quindi eccoci lì, in macchina, con questo clima di tensione. Un silenzio surreale che veniva rotto solo dalle canzoni di Tedua messe da Arturo e da un brusio proveniente dalle due comare dietro.
Da quello che vedo dallo specchietto retrovisore, Federica si sta lamentando di qualcosa (probabilmente me) e Valentina annuisce in maniera quasi impassibile.

Il viaggio andò così per oltre un’ora, fino a quando non arrivai a casa di Fede e la scaricai con un saluto freddo e distaccato.
Lasciato a casa anche Arturo, feci passare davanti Valentina e mi apprestai a fare una tratta di strada di quasi 20 minuti.

“Devi tenere il broncio anche a me?”.
Valentina, comprensiva e matura come sempre, stava cercando di fare da tramite per distendere le tensioni tra me e la sua migliore amica.
“No, ma sai che quando fa così mi fa incazzare”.
“Per il due di picche?”. Dicendolo si mise a ridere.
“No, a quello ci ho fatto l’abitudine-ridacchiai sconsolato-però deve capire che, se non mi vuole, non può pretendere che non ci provi con le altre. Non sono asessuato!”.

Lo sguardo di Valentina si fece più serio.
“Sai, penso che neanche lei sappia davvero ciò che vuole. Da quello che mi diceva, non vuole una relazione con te, ma soffre a vederti con le altre”.
“Si, ma se é lei che non sa cosa vuole perché devo pagarne io le conseguenze?”.
“Guarda quello che ti dico rimanga tra noi, per me, dovresti andare con qualcuna e fare in modo che lo sappia”.
“Eh la fai facile, quando esco c’è lei, e finché le caccia via tutte la vedo difficile”.

Lei capì la situazione e, dopo un attimo di serietà, decise di metterla sul ridere.
“Beh guardala così, non sei l’unico ad aver preso un palo sto weekend”.
Rimasi con uno sguardo interrogativo.
“Arturo ci ha provato con me, ma io ho resistito”.
“Oddio, se dici che hai resistito vuol dire che la tentazione c’era”.
“Beh, onestamente, non scopo da un bel po’ quindi l’attimo di tentazione c’è stato”.
“È perché non gliel’hai data? Alla fine è una scopata in amicizia, sarebbe finita lì”.

Lei diventò paonazza.
“Ma dai Gio, non scherzare. Ma chiediti perché quello ci prova sempre con tutte e va sempre a finire da solo con il pisello in mano. Non ci sa fare, bisogna essere disperate”.
“Beh non posso dirgli nulla. A rifiuti sono messo peggio di lui”.
“Ma non scherzare, sei messo molto meglio. Alla fine sei stato rifiutato da una sola ragazza, tante volte, ma sempre e solo una”.

Io feci un cenno scherzoso come per esultare per una vittoria.
“Grande! Non scopo da non mi ricordo neanche quando però ho meno rifiuti di Arturo!”.
Lei scoppiò a ridere.
“Beh trovati un’altra che non scopa da tanto e, con la tua battuta pronta, vedi che ce la fai”.
“Occhio che una che mi ha detto che non lo fa da tanto ce l’ho qui in macchina”.

Lei ridacchiò e, lanciando uno sguardo malizioso, decise di non sottrarsi alla battuta:
“Beh tra 100 metri c’è uno spiazzo in cui non va mai nessuno..”.
Sapevo che era solo una battuta ma non volli dargliela vinta.

Arrivammo allo spiazzo e parcheggiai.
“Quindi?”.
Volevo vedere chi si sarebbe tirato indietro per primo.
“Beh spero che tu abbia almeno il preservativo”.
Come risposta ne tirai fuori uno dal cruscotto.

“Hai chiesto il permesso a Fede?”.
Scoppiò a ridere.
La presi sul personale.
“Beh sei la sua migliore amica, non penso che possa dire che tu non vai bene”.

Ci scambiammo uno sguardo divertito.
“Beh, neanche un bacetto?”.
Lei mi guardò sorpresa mentre chiudevo gli occhi e mettevo la bocca a papera per prenderla in giro.
“Guarda che non mi tiro indietro eh”.
Io non risposi e rimasi in quella posa.

Valentina fu di parola. Mi mise una mano dietro alla nuca e posò le sue labbra sulle mie. Quel primo bacio fu seguito da un secondo, e poi da un terzo.
Al quarto decisi di far entrare in azione la lingua, che entrò nella sua bocca e fu accolta dalla sua.
La loro danza si fece sempre più intensa e focosa.

Le nostre mani andarono in esplorazione dei nostri corpi.
Mentre una rimase sulla nuca, l’altra mano passò dai suoi capelli al suo collo e andò a posarsi sul suo seno di seconda misura.
Inizia a palpeggiarlo come non facevo da tempo. Dalla stoffa riuscí a sentire il suo capezzolo diventare sempre più duro, fino a sentire quello spillo appuntito contro il palmo della mia mano.
Mi staccai dalla sua bocca e le tolsi la maglietta. Lei pronta mise le mani dietro alla schiena e si slacciò il reggiseno.
Rimanemmo un attimo a guardarci.
Entrambi avevano capito che, se fossimo andati oltre, non avremmo avuto modo per rimediare.

Fu lei, con la sua solita maturità a mettere in parole quello che stavamo pensando entrambi.
“Eri serio quando hai detto che, dopo una scopata in amicizia, finisce tutto lì e non ci sono ripercussioni?”.

La guardai nei suoi occhi castani. La sua figura slanciata, con quei chiodini sui seni e la sua incredibile chioma bruna legata in una coda di cavallo..sapevo che non me la sarei mai più levata dalla testa.
La baciai di nuovo senza pensare alle eventuali ripercussioni.

Quello che fino a poco prima era un botta e risposta scherzoso, si era trasformato in una passione irrefrenabile.
Le nostre lingue iniziarono una vera e propria lotta e nessuno dei due volle darla vinta all’altro.

La sua mano mi accarezzò il ginocchio e risalì lungo la coscia, arrivando poi alla bozza che si era formata in mezzo ai miei pantaloni.
Iniziò a tastarne la consistenza.
Decisi di staccarmi dalla sua bocca e di andare ad assaggiare i suoi capezzoli. Prima li leccavo con la lingua e poi li succhiavo voracemente, mentre lei, con la mano libera, mi indirizzava prima su uno e poi sull’altro capezzolo.

Questo le fece perdere la testa. Staccò la mano dalla mia patta e andò sulla maniglia del sedile e lo tirò tutto indietro.
Capite le sue intenzioni mi sbottonai i pantaloni e li tolsi insieme alla mutande.
Senza scambiarci né una parola né uno sguardo, lei piazzò una mano alla base del mio cazzo e se lo imboccò per una buona metà.

Iniziò uno dei pompini più focosi della mi vita. Non fu il migliore ma Valentina riuscì, con la sua presa salda e la sua fame di cazzo, a farmi sentire tutte le voglie represse di quei mesi di astinenza.
Mi mandò in estasi.

Decisi di darmi da fare anche io.
Con studiata lentezza le abbassai prima i leggings e poi gli slip neri e, mentre una mano andava sulla manopola per abbassare lo schienale, l’altra mandava l’indice e l’anulare in esplorazione a quell’inferno rovente che era la sua figa.

Iniziai a sditalinarla a ritmo sostenuto. I gemiti di Valentina, soffocati dal mio membro, iniziarono ad andare a ritmo con la mia penetrazione.
Andò avanti per diversi minuti in cui la mia resistenza fu messa a dura prova.

Quando decise che ne aveva abbastanza si staccò dal suo lavoro di bocca e, guardandomi con sguardo serio e severo, mi disse:”ti ho detto che non scopo da mesi, pensi che un cazzo in gola mi soddisfi?”.
Vista la sua decisione mi feci più indietro con il culo e le diedi lo spazio per mettersi sopra di me dandomi le spalle.

Iniziò a giocare con la punta del mio sesso contro il suo clitoride.
“Mmmm, non vedevo l’ora di avere un bel cazzo dentro”.
Detto questo si lasciò andare e si impalò tutta d’un colpo.
“Oh cazzo si”.

Le sue mani andarono a cercare un appoggio sul volante e iniziò una cavalcata poderosa.
Dalla mia visuale vedevo solo il suo marmoreo culo scendere e salire su quel palo di carne e la sua coda andare su a giù a ritmo con la sua cavalcata.

Puntai le gambe, le misi le mani sui fianchi e iniziai anche io a scoparla da sotto.
Il rumore della nostra scopata iniziò a rimbombare per tutta la macchina e mise a serio rischio gli ammortizzatori.
Valentina era una cavalla da domare e in quel momento non sarebbe bastato il miglior cavallerizzo per farlo.

Iniziai a sentire uno strano massaggio al mio pene e capì che quelle contrazioni vaginali erano il preludio all’orgasmo di Valentina.
Feci appena in tempo ad alzarmi e a mettere le mie mani sui suoi seni, che un potente orgasmo risuonò per tutto lo spiazzo.

“Cazzo siiiiii”.
Una colata di liquido caldo andò a gocciolare sul mio basso ventre e sui sedili.
“Scusa Gio, non sono riuscita a controllarmi e ho fatto un casino”.
“Tranquilla, alla macchina ci penseremo dopo”.

Rimanemmo lì per un paio di minuti.
Lei accasciata sul volante, con il fiato corto e il mio cazzo, ancora duro, dentro di lei.
Io, accasciato su di lei, e con le mie mani ancora ben salde sui suoi seni.

Mi mise una mano dietro la nuca e la portò al suo collo.
Iniziai a mordicchiarlo.
“Mmm, mi vuoi ancora o sei stanco?”.
“Dimmelo tu”.
Detto ciò iniziai un lento movimento circolare di bacino in modo da farle sentire di più la durezza del mio attrezzo.

“Dai che adesso mi riprendo”.
Capite le sue esigenze le proporsi di alzarsi e di mettersi nei sedili dietro per stare più comodi.
Lei, ridendo maliziosamente, andò a posizionarsi dove le avevo suggerito.
Posò la gamba destra sul sedile del passeggero (che era ancora alzato) e l’altra sul copri bagagliaio. Le sue dita andarono sulle piccole labbra e le aprirono di più di quello che già erano.

Non ebbi bisogno di altri segnali. Mi fiondai subito suo frutto del mio desiderio.
La mia lingua andò subito a torturare il clitoride e le mie dita si intrufolarono subito nella fessura tenuta aperta da Valentina.
Ci volle poco per sentire di nuovo il godimento della ragazza sotto forma di gemiti.
“Ohhh si, si, mi hai già riaccesa, cosa si sta perdendo Fedeee”.

A quelle parole alzai la testa dalla figa di Valentina e, tenendomi il cazzo in mano, le risposi:”vuoi riprovare quello che si perda la tua amica?”.
Lo sguardo che mi rivolse valse più di mille risposte.

La penetrai con un solo colpo di reni, le sua gambe andarono sulle mie spalle e le mie mani sui suoi seni. Iniziammo un’altra scopata piena di foga e di passione.
I miei colpi, potenti e ben assestati, furono agevolati dal suo movimento di bacino.
Devo ammettere che con poche ragazze ho avuto quella sintonia instantanea che ebbi con Valentina.

Le sue mani andarono a posarsi sulle mie natiche e fecero in modo da aumentare il ritmo.
“Cazzo si, come scopi”.
“Si Vale, non ho mai trovato una ragazza calda come te”.

Sentivo l’orgasmo avvicinarsi così decisi di giocarmi le ultime carte rimaste.
Misi le mie mani a fianco al viso di Vale, e inclinai il busto in modo da agevolare la penetrazione.
Diedi fondo a tutte le mie energie e scopai con tutta la forza e la voglia che mi erano riamaste in corpo.
“Si, dai Giorgio, scopami, scopamiiii”.

Le sentii tremare. Aiutato dalla sua mano che stava sfregando il clitoride e dalla mia penetrazione, un’altro potente orgasmo si impossessò del corpo di Vale.
La sua vagina strinse la morsa intorno al mio membro segnando la fine della mia resistenza.

Feci appena in tempo ad uscire da lei che una quantità enorme di sperma le imbrattò il ventre sudato.
Avevamo appena avuto uno degli amplessi migliori della nostra vita e sapevamo che sarebbe stato anche l’ultimo.

Ripulimmo la macchina e la lasciai davanti a casa con un casto bacio sulla guancia.
Alla prima occasione ne parlammo tra di noi e decidemmo di tenere il segreto.

Ora è solo un bel ricordo da condividere con voi.
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