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Lei decide per me


di mida
10.10.2020    |    3.994    |    4 9.1
"“Sei stato bravo, ma non dovevi spiarmi nella doccia; così come non dovevi prendere le mie collant; così come dovresti obbedire un po’ meglio..."
L’odore delle sue calze mi manda in estasi.
E’ un attimo e sento già l’eccitazione che cresce.
Non dovrei, lo so, se mi becca qui sono finito, ma non posso farne a meno.
Guardo la stanza mentre gioco con le sue collant che mi passo sul collo, sul viso, e poi sempre più giù. Ci sono un mucchio di scarpe sparse in giro. Il profumo ( per me lo è) mi inebria. Se so che lei non c’è a volte mi spingo più in la delle calze e mi metto quattro zampe a leccare tutte le ballerine, basse sempre col fiocchetto, o i sandali, sempre con un po’ di tacco, dove si intravede il piede in un bel gioco di vedo /non vedo. A volte se sono così eccitato da non capire più nulla, tolgo dalla scarpiera tutti gli stivali, la maggior parte di pelle, neri, sempre col tacco e ne lecco le punte. Se solo lei sapesse. Il cassetto delle calze è un altro idilliaco paradiso per me. Qualsiasi cosa, che so lei indossa sui piccoli piedini, mi manda su di giri. Autoreggenti, collant, ma anche semplici fantasmini per le scarpe da ginnastica. Un cassetto delle meraviglie. Ora è sotto la doccia.
Lei è un donna tutto d’un pezzo e io solo un ragazzo. Mi umilia sapere che nulla tra noi potrà mai accadere. La spio dalla porta senza lasciare le collant che sfregano sulla mia erezione. Prende un asciugamano e comincia con delicatezza a frizionarsi. Il suo corpo è perfetto, divino, ma la cosa che più amo sono i suoi dolci piedini. Così piccoli e perfetti, sempre ben curati. Ha un seno prosperoso, la pelle chiara e quando i miei occhi si fermano ad osservare quel triangolino così perfetto mi sfugge un gemito mentre l’erezione pulsa inesorabile. Lei si blocca per un attimo, ma non si muove. Incurante del fatto che possa avermi sentito proseguo, non posso bloccare questa splendida eccitazione.
“Claudio, lo so che sei dietro la porta!” la voce mi coglie di sorpresa, sobbalzo e smetto di toccarmi.. attendo silenzioso.. “Entra!” l’ordine mi ridà vigore e in un secondo sono davanti a lei, ancora con le collant in mano, totalmente imbarazzato per la situazione.
Sguardo basso balbetto qualcosa..
L’asciugamano che non copre quasi nulla, io davanti a lei vestito.. Vorrei davvero fosse il contrario e mentre penso queste cose un altro ordine arriva “spogliati”.. l’eccitazione è all'apice. Resto un po’ sorpreso. Ma in fondo non è forse ciò che voglio? Velocemente obbedisco e in poco tempo sono nudo. Vedo che va verso la porta.. ed esce. Un po’ umiliato resto così quasi convinto che torni. Che faccio ora? Completamente nudo, l’erezione che pulsa, ancora le collant in mano, mi sento già perso senza lei che mi da un altro ordine. Decido di raggiungerla. Si è seduta sul letto, si è vestita; un paio di autoreggenti nere a coprirle le gambe che intravedo da una gonna stretta alle ginocchia, quel paio di stivali in pelle che molte volte ho leccato stringono le gambe mentre si infila una camicetta bianca. Mi guarda severa, vorrei nascondermi alla sua vista, inginocchiarmi davanti a lei e leccarle gli stivali.
“Ho forse detto che potevi uscire?” la voce è dura, penetrante.
“No” rispondo sottovoce, testa bassa.
“No .. tutto qui.. solo no..?” si alza, viene vicino e mi gira intorno.. mi solleva il viso con forza, taccio mentre il timore si impossessa di me.. “non credi di dovermi mostrare un po’ più di rispetto?” mi scruta, mi sottomette con gli occhi.
“Si, Signora” spero davvero che così vada bene.
“Bene” mi sculaccia lievemente sulle natiche. Colto di sorpresa saltello leggermente anche se il contatto delle sue mani sulla mia pelle è davvero piacevole. “Ricorda Claudio, da adesso sono io che dico ciò che puoi e non puoi fare. Le tue iniziative non sono accette. Io decido per te!” lei divina ed io in estasi per ciò che ho sempre voluto..
In completo silenzio ascolto e sempre più eccitato capisco solo che forse, se lei mi vorrà, potrò essere suo in modo totalitario. Tutto questo è ciò che desidero.
“Ora mi spieghi cosa stavi facendo con le mie calze? Forse ti piace masturbarti con le cose altrui?” la voce è alta.
“No, Signora, solo mi piace farlo con le sue calze” rispondo tutto d’un fiato, veloce, teso e con l’eccitazione che cresce dentro..
“In ginocchio” l’ordine che attendevo con ansia arriva, sottrarmi alla sua vista, a quello sguardo che sottomette e indaga, che umilia è davvero eccitante. In ginocchio davanti a lei guardo voglioso quegli stivali, quelle calze che per molto tempo ho sognato di vederle indosso e di adorare.
Comincia a darmi dei colpetti in mezzo alle gambe, all'inizio leggera, precisa, cadenzata poi sempre più pesante. Il contatto dello stivale contro i miei testicoli ed il mio pene duro è una piacevole sofferenza. Resto fermo in ginocchio davanti a lei, a tratti gemo. Mani lungo i fianchi, sono totalmente preso dalla situazione. Tengo costantemente lo sguardo basso, vedendo ogni volta la sua gamba sollevare lo stivale che mi colpisce. Ad ogni colpo chiudo gli occhi per poi riaprirli velocemente. Sentire che non ho potere è eccitante.
Non so cosa pensare.. continuo a ricevere quel calci con un misto di dolore e piacere.
La sua voce mi ridesta dalla quella sensazione di completa sospensione. Nulla esiste se non lei.
“Dimmi Claudio, ti piacciono i miei piedi?” il suono di quelle parole è musica per me; a testa bassa rispondo sussurrando “molto Signora, molto”.
Si sposta e si rimette seduta sul letto. Resto inginocchiato nel mezzo della stanza, senza lei a sovrastarmi mi chiedo per un attimo che sto facendo, se sono impazzito.. Poi richiama la mia attenzione dando un colpetto al letto. “Vieni qui” dice..
Senza pensare mi alzo.. “non ti ho detto di alzarti!” tuona, la voce ora è severa.
Mi rimetto subito in ginocchio, non capisco.. “scusi” balbetto sempre sussurrando; aspetto, non oso chiedere come arrivare da lei, i minuti scorrono così, non oso alzare lo sguardo mentre sento che l’attesa mi sta pian piano mettendo paura, imbarazzo ma anche molta più eccitazione.
Dopo un tempo che mi pare un interminabile, mi rimprovera duramente “Che razza di incapace sei? È questo il rispetto che vuoi mostrarmi? Credi di essere alla mia altezza?” sento solo la sua voce e il silenzio quasi opprimente della stanza. Più mi tratta male più non riesco a nascondere l’eccitazione che provo. Sta tutto nella mia testa, ma riesce a farmi sentire così “nudo” come sei lei potesse conoscere ogni mio pensiero.
Imbarazzato non oso rispondere, mi esce solo un fievole “No signora”. Ma non mi muovo, sono ancora in ginocchio, le gambe che mi fanno male, rigido, ma non oso fare un movimento.
“Allora devo proprio dirti tutto! Vediamo se cominci ad imparare.” Di scatto si alza viene verso di me e mi spinge in giù la schiena. Nonostante il timore mi lascio guidare. Capisco al volo e mi do dello stupido mille volte “ a quattro zampe Signora ho capito!”
Mi blocco carponi, aspetto si risieda ma mi gira intorno.
Nell'imbarazzante posizione, nudo ed esposto, sento che mi accarezza schiena e natiche, dandomi un colpetto. Sobbalzando leggermente cerco di star fermo. Si risiede sul letto, allora a quattro zampe mi muovo verso di lei. Sentendomi goffo ma totalmente in balia di quello che lei chiede arrivo con il viso vicino ai suoi stivali. Vedo la punta, la lucida pelle nera che sta solo richiedendo la mia lingua. 
Me li avvicina con forza alla bocca “lecca!” tuona!
Non me lo faccio ripetere e comincio a leccare, mettendo in bocca più volte lo stivale che avvolge i suoi splendidi piedi; è lei che decide porgendomi prima il destro poi il sinistro. Non mi sembra vero è totalmente eccitato continuo. Dalla punta alla suola li lecco e di mia iniziativa senza che lei si opponga, inizio a baciarli spinto da un’irrefrenabile desiderio. Quando si ferma quasi temo per quei baci dati senz’ordine ma dice solo “Sfila gli stivali!” eseguo subito, le mani tremano, mi sento imbranato a toglierle gli stivali che molte volte ho indossato io stesso e maneggiato con cura. Quando vedo i suoi piedini avvolti nelle nere e lisce autoreggenti mi sento completamente in estasi.
“Vorresti leccarli?” mi chiede, mentre, un po’ sadica li ritrae.
Io sempre testa bassa, comincio a temere “si Signora” sospiro..
“Chiedimelo allora” chiederlo? Comincio a pensare a come, cosa devo dire.. non lo so.. così decido, mi butto ci provo, stare in silenzio non servirebbe.
“Se Lei ha voglia mia Signora sarei lieto di poter prendermi cura dei suoi piedini così perfetti”
Sorride e poi scoppia e ridere. Imbarazzato ed un po’ umiliato non alzo lo sguardo.. Si insinua con i piedi fino a toccare quella parte di me che non vede l’ora di sentire il contatto delle calze. Il pene è ormai durissimo mentre vi struscia il suo piede. Fatico a mantenermi fermo.
“Sei stato bravo, ma non dovevi spiarmi nella doccia; così come non dovevi prendere le mie collant; così come dovresti obbedire un po’ meglio. Devi svegliarti Claudio” non rispondo mentre lei continua a giocherellare con i miei testicoli. Quei piccoli piedini deliziosi li accarezzano a tratti li colpiscono, poi di nuovo sul pene. Non credo di ragionare più. Poi si ritrae mi mette un piede in faccia vicino alla bocca e me lo infila a forza dentro. La sensazione è pura estasi. Poi nulla. Si rimette seduta, composta, elegante come sa essere.
“Questa sarà la tua punizione oggi, non ti è concesso più nulla; né toccare né leccare i miei piedi solo guardarli”
Non ci poteva essere punizione più dura di questa. Resto così, carponi, con i piedi della mia Signora a sfiorarmi il viso, senza poter far nulla. Un po’ frustrato ed imbarazzato, l’erezione ancora evidente, l’eccitazione che non si attenua. Spero solo in una prossima volta. Ora so con certezza. Lei decide per me.
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