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Rapito e Femminilizzato. Inizia l'Addestramento


di Membro VIP di Annunci69.it Danyelle
16.08.2023    |    7.123    |    10 9.0
"“Prima di andare in cucina a preparare la colazione per i tuoi due padroni, vieni in ginocchio al lato del mio letto, mani dietro la schiena e bocca aperta”..."
Sfogati i sensi di tutti, la notte ci avvolge nelle sue braccia portando ristoro alle persone, tranne che a me. Vengo fatto dormire ai piedi del letto nella camera del Padrone, sdraiato su di un tappeto e coperto da un lenzuolo di cotone per proteggermi dal freschetto della notte.
Accanto a me, poco distante, c'è la cuccia di Darko, dotata di un soffice materassino su cui il colosso ha riposto le sue carni.
Trascorro una notte agitata a causa dello stato di eccitazione latente che questa condizione di sottomissione mi ha lasciato addosso, dopo gli ultimi avvenimenti.
Mi sveglio frequentemente al minimo rumore e faccio fatica ad addormentarmi, per cui trascorro tutta la mia veglia notturna per riflettere sul mio futuro.
“Cosa mi riserverà il domani?”. E' questa la domanda che per tutta la notte è stata presente nella mia mente.
“Sono prigioniero di un uomo sconosciuto e del suo cane ed in meno di due giorni sono diventata la sua schiava e la cagna del suo amato cane. Ma come è possibile?”

Vedendomi sdraiato a terra su di un tappeto e ripercorrendo con la mia mente gli avvenimenti di questi due giorni, dal rapimento a questa sera, mi accorgo che i miei sensi sono sconvolti e, mio malgrado, che il mio sesso è ritornato ad essere duro. Sono eccitato e questo è un fatto oggettivo. “Ma perché lo sono?”, dico a me stesso. “Forse perché in fondo ti piace?”, risponde il mio subconscio.

Non appena il padrone ha aperto gli occhi la mattina successiva, ho immediatamente capito quale sarebbe stato il mio destino. Come vi ho descritto prima, miei cari lettori, ho trascorso una notte agitata e tormentata dai miei pensieri, ma la inevitabile stanchezza dovuta all'aver dormito poco e male è stato il minore dei mali.

“Alzati, troia” è stato il primo ordine del Padrone.

“Prima di andare in cucina a preparare la colazione per i tuoi due padroni, vieni in ginocchio al lato del mio letto, mani dietro la schiena e bocca aperta”.

Un brivido (di paura? di piacere?) ha percorso il mio corpo. Non faccio in tempo ad obbedire al suo ordine che mi trovo con la bocca piena del cazzo del Padrone. E' un cazzo ancora moscio e ricco degli odori della notte, odore di sudore, di piscio stantio e di sborra residua della scopata della sera prima.

“Comincia ad imparare le tue mansioni giornaliere”, continua il Padrone mentre si aggiusta il cazzo nella mia bocca, tappandomela interamente.

“Il tuo primo compito è quello di inginocchiarti davanti al mio letto, aprire la bocca per essere usato come un cesso” e, mentre proferiva le suddette parole, un liquido caldo prende possesso della mia gola. Un flusso ad intermittenza di piscio, acido e salato, invade la mia bocca.

“Abituati a bere tutto senza lasciare cadere una goccia a terra se non vuoi essere severamente punita. Ti do cinque secondi di pausa tra una schizzata e l'altra, giusto per farti ingoiare con calma senza farti venire conati di vomito. Hai visto come è bravo il tuo padrone?”.

Sono sconvolto da tutta questa situazione ma non ho il tempo di pensare perché sono concentrato nel bere tutta l'urina che in ben sei tappe si è riversata nel mio stomaco. Chiaramente sono stato costretto a pulire con la mia lingua la cappella del mio Padrone, leccando tutti i residui che durante la notte si sono inevitabilmente depositati intorno al suo glande.

“ Il secondo tuo compito, lurida cagna, è quello di accompagnare Darko fuori per fargli fare i suoi bisogni. E poi, recati in cucina per preparare la colazione”.

Solo dopo aver accudito i miei due Padroni mi viene concessa una mezz'ora per le mie pulizie corporali. Mi devo presentare al cospetto del mio Padrone bella depilata, cosparsa di crema profumata, con il culo ben clisterizzato, vestita e truccata da femmina e con la gabbietta rosa indossata.

La prima settimana non sono riuscito a rispettare questa tempistica e sono stato puntualmente punito, fino a quando non sono diventato bravo. Per punizione sono stato percosso con la cinghia dei pantaloni o con varie fruste e frustini a seconda del ritardo accumulato. Se poi il Padrone non era contento del trucco, della pulizia o della depilazione le punizioni sono state ancora più cruente.
Dalla testa immersa nel water sporco, al bagno nel letame dei maiali, oppure rimanere appeso nella stalla ad una trave e cosparso di miele per essere sottoposto alla tortura delle mosche ed altri insetti.

Il primo giorno di prigionia è stato davvero duro. Vestito da femmina con una minigonna inguinale di cotone leggero e di colore rosso, una camicetta bianca con i primi bottoni aperti, reggiseno imbottito nero dello stesso colore della mutandina alla brasiliana, senza calze stante il periodo estivo ma con delle scarpe chiuse con tacco dieci, truccata alla meglio, ho dovuto imparare a svolgere le faccende domestiche.
In casa mia, unico figlio maschio, non avevo mai preso in mano uno strofinaccio della polvere, coccolato e servito da due sorelle e da una mamma affettuosa, volata troppo presto in cielo.
Tra una faccenda e l'altra ho pianto in continuazione, non tanto per la fatica quanto per l'umiliazione di accudire la dimora di un uomo che mi ha rapito.
Ho tentato un paio di volte di aprire la porta e fuggire ma il vigile Darko me lo ha sempre impedito. Dopo aver capito di non avere alcuna via di uscita, piano piano mi sono rassegnato. Ho spolverato, spazzato e lavato a terra in ogni locale della casa, ho rifatto il letto del Padrone, ho pulito la cuccia del cane, ho lavato la biancheria e addirittura ho imparato anche a stirare.
Tra una faccenda e l'altra sono stata anche costretta a soddisfare le voglie sessuali del Padrone, che mi ha usata in piedi davanti al lavello della cucina mentre lavavo i piatti.

“Come sei brava a fare le faccende di casa. Avevo proprio bisogno di una femminuccia che si prende cura della mia casa e anche di me” e, così dicendo, si avvicina e mi abbraccia da dietro, bloccando le mie mani all'interno del lavello e strusciando il suo cazzo già duro e fuori dalla sua tuta sul mio culo, parzialmente denudato dalle sue dita.

“Continua a lavare i piatti, puttana, che al mio cazzo ci penso io”.

Abbandona le mie mani e mi afferra per i fianchi facendomi inarcare la schiena all'indietro. Sento il calore della sua dura cappella appoggiata sulla mia rosellina che, nonostante il mio razionale rifiuto ad essere sodomizzato, la sento istintivamente pulsare.

Odio tutto me stesso perché ancora una volta il mio istinto animalesco sta prevalendo sulla ragione. Chiudo gli occhi e attendo di essere violato ancora una volta nella mia intimità. Un atroce dolore si impadronisce del mio basso ventre nel momento che il suo nodoso cazzo entra nel mio culo a secco. Non ha usato alcun tipo di lubrificante e questo mi causa un forte bruciore all'interno del mio canale rettale, a causa dell'attrito che questo palo di carne incontra nel suo inesorabile percorso penetrativo.

“Non ti azzardare a fiatare, se non vuoi essere frustata, brutta cagna. Devi soffrire in silenzio. Ricordati che sei un oggetto nelle mie mani e gli oggetti non parlano”.

Stringo le mani fino a farmi male ma con mia enorme sorpresa mi accorgo che del liquido organico esce dalla mia gabbietta. Avverto le mie cosce umide, segno che il mio pene sta eruttando del liquido pre spermatico, a conferma del piacere che in realtà ora sto provando.

“Lo senti che ora il mio cazzo esce ed entra dal tuo buco con più facilità? E lo sai perché. Perché sei una troia. Sei nata per fare la puttana. Infatti il tuo culo è bagnato come una fica”.

E' vero. Man mano che il ritmo della scopata si è fatto più intenso, non solo non ho più avvertito alcun dolore, ma addirittura sento il tipico rumore di quando scopavo la figa fradicia della mia amica. Un piacere sempre più crescente si impadronisce del mio basso ventre e, senza quasi rendermene conto, inizio a guaire come una cagna in calore.

“Siiii, ti riempio il culo, troia merdosa, prendi tutta la mia sborra caldaaaa”.

L'Urlo del Padrone ha fatto svegliare Darko, che ora si è avvicinato ai nostri due corpi ancora accoppiati e si mette di lato nella posizione di attesa. Lo guardo con timore e vedo che la sua coda comincia a muoversi freneticamente.

“No, ti prego, non voglio” vorrei gridare ma non mi è concesso parlare.

Finalmente il Padrone, svuotatosi i coglioni dentro il mio buco, si stacca dicendomi :“non ti muovere. Abbassa il culo e spingi come se dovessi defecare”.

Obbedisco al suo ordine e non appena il primo rivolo di sborra comincia a fare capolino dal mio antro, il fido Darko si avventa con il muso sotto il mio culo e con la lingua comincia a lappare tutto il succo del mio Padrone.
La sua lingua rasposa e veloce mi provoca un estremo piacere. Brividi di freddo percorrono il mio corpo che senza il mio volere comincia a fremere al punto di procurarmi un inaudito orgasmo, senza essermi neppure toccato.
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