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Antoine, il coinquilino francese


di sondern
13.04.2016    |    15.178    |    5 8.6
"Aveva due occhi marrone-grigi penetranti ma solari e mi accolse in molto atipico per un parigino, sorridente e cordiale mi disse che era molto contento di..."
Ero arrivato da pochi giorni a Parigi, il nuovo lavoro che mi era stato offerto era stimolante e il ritorno dopo molti anni in quella città che avevo amato tanto mi riempiva di entusiasmo e aspettative. Purtroppo il salario era scarso e già sapevo che avrei avuto molte difficoltà a trovare un alloggio degno di tal nome. Di un appartamento tutto per me non se ne parlava e alla soglia dei 35 anni mi adattai a condividere un piccolo “studio” con uno sconosciuto. Fortunatamente una collega mi disse che suo fratello più giovane stava cercando un coinquilino per dividere le spese di un mini appartamento in un quartiere poco lontano. Accettai a scatola chiusa, dopo due settimane di albergo non avevo scelta. Quando mi presentai alla porta mi aprì un ragazzo pressappoco della mia età, alto circa un metro e ottanta, con un viso non bello in senso canonico ma interessante, una corta barba incolta e i capelli castani poco lunghi e spettinati. Aveva due occhi marrone-grigi penetranti ma solari e mi accolse in molto atipico per un parigino, sorridente e cordiale mi disse che era molto contento di avere un coinquilino italiano di cui già la sorella aveva parlato così bene e anzi si lasciò scappare che le aveva detto che ero un tipo sveglio e carino. Antoine mi raccontò di essere italo-francese anche se aveva sempre vissuto a Parigi e il poter parlare italiano ci semplificò le cose. Devo dire che ne fui subito molto attratta, aveva un che di ipnotico ma io ero fermamente intenzionato a evitare qualunque tipo di rapporto “non convenzionale” con un compagno di appartamento. Mi colpì molto il look che teneva in casa, indossava una maglietta con le maniche molto corte, larga sul collo e corta in vita, sformata da quelli che erano probabilmente molti anni di utilizzo e un paio di pantaloni verde militare bassi in vita. Era scalzo e già appena si chinò per aiutarmi coi bagagli mi accorsi che non portava alcun intimo, dettaglio confermato dalla generosa sagoma che si intuiva davanti. Mi sforzai di non farci caso e di pensare ad altro. L'altro dettaglio che mi colpì e di cui mi accorsi quasi subito standogli vicino fu il suo odore di sudore, non troppo intenso ma evidente e per quanto cercassi di non ammetterlo mi risultò gradevole.
La visita della casa fu in effetti molto rapida, vi era una piccolo soggiorno con tavolo da pranzo a scomparsa, angolo cucina e divano e una camera da letto con due letti singoli quasi attaccati per la mancanza di spazio. Un mini bagno, per dirla eufemisticamente, si apriva di fianco all'angolo cucina. 30 mq totali. Il tutto sufficientemente in ordine e pulito. Ok, Parigi valeva bene qualche sacrificio e me lo feci andar bene.
I giorni successivi iniziai a conoscere meglio Antoine, era un intellettuale sinistrorso impegnato nel sociale che lavorava per una piccola impresa di microcredito. Si rivelò un piacevole conversatore, capii che si vedeva con una ragazza ma non mi parse una relazione seria e mi fece intendere che la sua fedeltà non era assoluta. Preferii non dirgli che ero gay, temevo che non amasse condividere la sua intimità con qualcuno che poteva guardarlo in modo interessato, e devo dire che in effetti non riuscivo a essere totalmente neutro. La mattina si alzava prima di me, lo sentivo farsi la doccia e usciva di casa all'ora della mia sveglia. Notai che aveva pochissimi prodotti da bagno, giusto un dentifricio e un doccia schiuma, e mi accorsi che non usava il deodorante, ecco spiegato l'odore di sudore che sempre gli sentivo la sera quando ci vedevamo. Come mi aspettavo dalle premesse non aveva alcuna problema a mostrarsi nudo e il suo corpo mi appariva estremamente sexy, chiaro di carnagione, molto magro ma ben definito, pochi peli intorno a dei capezzoli prominenti, alcuni sotto le ascelle e un bel ciuffetto che dall'ombelico appena sporgente scendeva fino all'attaccatura di un bel pisello non circonciso con un prepuzio abbondante che copriva totalmente il glande. Di notte invece si coricava senza spogliarsi, con la maglietta e i pantaloni che teneva sempre per casa e che notai cambiava assai poco, peraltro con altre magliette sempre molto simili fra loro.
I miei buoni propositi dell'inizio iniziarono ben presto a vacillare, mi trovai a sbirciarlo in continuazione, gli guardavo i piedi magri e affusolati, quel basso ventre tonico e ben definito che spesso si mostrava fra maglietta e pantaloni e sbirciavo il petto che si palesava sotto i colli larghi delle magliette lise che indossava. Anche solo vedere la sagoma dei capezzoli che improntava la maglietta mi intrigava. Osservarlo così mi piaceva anche di più di quando lo vedevo completamente nudo e per quanto fossi molto cauto per non farmi notare non posso escludere che in qualche occasione si fosse accorto del mio sguardo insistente. Col proseguire della convivenza notai anche dettagli che un po' mi infastidivano ma fatalmente alimentavano il mio desiderio sempre più morboso. Ad esempio entrava liberamente in bagno anche se c'ero già io, si metteva a pisciare davanti a me senza problemi, non si lavava mai le mani e talvolta qualche goccia residua macchiava i pantaloni. Qualche volta tirava anche qualche sonora scoreggia ridendo compiaciuto alle mie lamentele. Non ero mai stato così attratto da quei dettagli feticisti e la cosa iniziò a preoccuparmi senza peraltro che riuscissi a impedirmi di desiderarlo sempre di più e a creare ad arte occasioni per trovarmi con lui. Antoine d'altra parte credo iniziasse ad accorgersene e col sen di poi penso giocasse sulle cosa. O quanto meno iniziò ben presto a farlo. Dapprima con gesti apparentemente innocenti tipo darmi amichevoli pacche sulla schiena subito dopo aver pisciato, con le mani ancora bagnate; altre volte imitando scherzose prese di lotta mi ficcava la testa sotto le ascelle mentre io ne approfittavo per inalare il suo conturbante odore. Poi ogni tanto mi raccontava qualche sua prodezza sessuale senza omettere dettagli mentre mi mostravo divertito complice delle sue imprese. Passarono le settimane e la mia attrazione divenne un po’ alla volta quasi un'ossessione. Iniziai a pensare a lui anche fuori casa e cercavo di rientrare presto la sera per passare con lui più tempo possibile. Mi misi perfino a frugare fra i vestiti sporchi e annusavo le sue magliette e i suoi calzini (mutande ne usava pochissime) che non deludevano mai il mio desiderio di sentire il suo odore maschio. Come dicevo non si cambiava spessissimo e la sua biancheria aveva sempre odori intensi, di ascelle, di piedi e quei pantaloni che indossava in casa spesso mostravano chiazze in parte giallastre e in parte quelle che sembravano gocce di sborra rapprese in base all’inconfondibile odore. La sera capitava spesso che arrivasse a casa un po' brillo dopo aver bevuto qualche bicchiere in più. Poi arrivò la sera che cambio completamente il nostro rapporto. Antoine rientrò un tantino alticcio, si infilò la sua solita maglietta e pantaloni, fece un interminabile pisciata a porta aperta e si buttò sul divano mentre io finivo di lavare i piatti. Quando mi misi anch'io sul divano notai una chiazza di piscio sui pantaloni e decisi di provare a spingermi un po' più in là “Cacchio Antoine ma stai attento, ti sei quasi pisciato addosso” “Ah sì? Cazzo che idiota”, fece lui “non me ne ero neppure accorto”. Poi proseguì con mia sorpresa “sì e poi scusa stasera mi sa che puzzo pure di sudore. Mi spiace se ti dà fastidio ma di fare un doccia adesso proprio non mi va”. Colsi l'occasione “ma dai figurati, dicevo per dire, è vero che puzzi un po' ma non mi da affatto fastidio, anzi...” “che vuol dire anzi?! Non mi dirai che ti piace il mio odore di sudore?!” Il suo tono aveva un che di sfottimento ma evidentemente non era ostile “dai scemo, non è che mi piace ma sei un maschio giovane, è un odore normale, meglio quello piuttosto che gli odori chimici dei cosmetici, ci sta”. “Cazzo sì è vero, anch’io detesto sentirmi addosso quei profumi dolciastri dei deodoranti e cagate simili, infatti non li metto mai.” Ma a quel punto mi stupì davvero come non avrei mai immaginato né sperato “Senti Enri, piuttosto, mi vergogno un po' a chiedertelo e se non ti va ovviamente dimmi di no ma… è che oggi ho camminato un botto e sono a pezzi, non è che mi faresti un massaggio ai piedi?”. La richiesta mi lasciò per un attimo senza parole ma ovviamente mi eccitò subito e feci solo una breve finta che la cosa mi schifasse e dissi con una mezza smorfia “dovrei massaggiare i tuoi piedi sporchi e sudati?! Guarda solo perché sei tu ti accontento qualche minuto”. Avvicinò i piedi verso di me e vidi che erano un po' sporchi ma soprattutto maleodoranti e quando li presi in mano avvicinandomeli al viso mi accorsi che erano bagnati. Non capii e gli chiesi il motivo al che mi rispose, un po' in imbarazzo ma neanche troppo “ah cazzo mi sa che è stato prima mentre pisciavo, quando bevo faccio fatica a prendere la mira eheh…dai lascia stare se ti fa schifo lo capisco” Io ormai ero fuori controllo, ero pronto a qualsiasi cosa e non mi faceva schifo nulla “vabbè a parte il fatto che magari poi pulisci il bagno ormai mi sono già sporcato le mani quindi chissene” Iniziai allora a massaggiargli entrambi i piedi, dalle piante sui talloni fino alle dita e mentre lo facevo odoravo intensamente quel misto di puzzo di piedi sudati e di piscio e mentre lo facevo il pisello iniziò a diventarmi sempre più duro e mi sentivo eccitatissimo e sempre più pronto a fare qualunque cosa. Non mi riconoscevo, non avevo mai avuto simili gusti ma ero incredibilmente rapito dalla situazione. Dalla sagoma nei pantaloni mi fu evidente che anche Antoine si stava eccitando anche se cercava di nasconderlo piegando le gambe.
Io nel frattempo cominciai a scivolare verso di lui trovandomi a pochi cm col viso dai suoi piedi. L’odore era veramente intenso ma non faceva altro che accrescere la mia eccitazione. Non riuscivo più a nascondere la cosa, il mio massaggio era intenso e continuo e anche Antoine era chiaramente turbato, il suo respiro si era fatto più lento e profondo, quasi ansimava quando a un certo punto mi disse “minchia Enri, c’hai i miei piedi quasi in bocca, a questo punto…” “a questo punto?” “no dai niente scherzavo”. Ok, era tutto troppo, non resistetti e mi ficcai le dita dei piedi in bocca iniziando a succhiarle dapprima delicatamente poi via via con maggior avidità. “Intendevi questo?” gli chiesi staccandomi per un attimo ma non riuscì a rispondermi che con dei gemiti di piacere. Ci stavamo lasciando trasportare dal gioco mentre lui mi ficcava il suo piede sempre più in fondo alla bocca e con maggior forza tanto che in un paio di occasioni ebbi dei conati che mi fecero sbavare abbondantemente sul piede con la saliva che mi colava sul petto e sulla maglietta. Nel frattempo notai che Antoine si era tirato fuori il cazzo dai pantaloni e aveva iniziato a menarselo. Non gliel’avevo mai visto in tiro e ne fui ovviamente attratto senza scampo, aveva una forma regolare, con evidenti venature e una grossa cappella ancora coperta dal prepuzio. Pochissimi peli ne contornavano la radice. Risalii lentamente lungo le gambe e mi avvicinai all’inguine, appena lo scappellai fui travolto da un forte odore misto dei suoi umori da cui mi sentivo allo stesso tempo respinto e attratto. Antoine dovette accorgersene perché un po’ a disagio mi disse “dai lasciami due minuti che mi do una rifrescata, sento il puzzo pure io”. Ovviamente non glielo permisi, volevo gustarmi tutti i suoi sapori “non ti muovere di qui, ci penso io a darti la rinfrescata” e iniziai a annusarlo e a godermi l’odore di sudore e piscio a cui si aggiungeva quello di sborra rappresa. Era veramente intenso ma non fece altro che accrescere la mia eccitazione e cominciai a leccarlo lentamente dalla radice fino alla punta poi giù di nuovo fino alle palle. Un abbondante umore prostatico usciva dal glande e me lo succhiai attento a non perderne neanche una goccia. Antoine apprezzava, i suoi gemiti si facevano sempre più forti. Non volevo farmi mancare nulla, gli sfilai la maglietta e presi a leccargli le ascelle dove i pochi peli erano madidi di sudore; a lui comunque credo piacesse quanto a me e a quel punto iniziò a incitarmi a continuare. Passai verso i capezzoli, rosa chiaro, molto prominenti e turgidi e dall’intensità dei suoi gemiti pensai quasi stesse per venire. Continuai ancora un po’ poi tornai a quel cazzo meraviglioso che presi in bocca e mi infilai fino in fondo alla gola mentre con le dita continuavo a stimolargli entrambi i capezzoli. Stava godendo come un porco, i gemiti diventarono più animaleschi, stava diventando paonazzo, bagnato di sudore e con tutti i muscoli contratti. Aumentai il ritmo del mio pompino mentre di nuovo la saliva mi colava copiosa sul petto. Dopo poche decine di secondi fu sul punto di venire “cazzo enri continua così cazzo sì vengo” e solo in ultimo sfilò il cazzo dalla mia bocca e mendandoselo inizio a inondarmi la faccia, il collo, i capelli con una quantità incredibile di sborra che non sembrava finire mai e intanto gridava come una bestia. Quando ebbe finito, ancora ansimante, iniziò a spalmarmi la sborra in faccia, sulle labbra e fece una cosa che non mi sarei aspettato, iniziò a leccarmi in faccia raccogliendo tutta la sborra che riusciva e poi avvicinò la sua bocca alla mia e mi baciò con un lunghissimo scambio fra lingue che si scambiavano quel liquido denso biancastro e odoroso per un tempo che mi sembrò interminabile.
Un pensiero al quel punto mi balenò in testa “come farò a gestire la convivenza dopo tutto questo?”. Ma fu solo un attimo, questioni del giorno dopo, mi avvinghiai a lui e ripresi a baciarlo.
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