Gay & Bisex

RICCHIONE


di Rosalinda
27.04.2024    |    11.985    |    22 9.4
"Si dice lui, è diventato bravo con la bocca, ora lo succhia pure a voi..."
La prima volta che mi sentii dire " SEI RICCHIONE " avevo dieci anni, ero in ginocchio su una poltroncina a casa di un vicino, dietro e dentro di me c'era un mio compagno di giochi di dodici anni, il più grande del gruppo.
Ero il suo prediletto, avevo il culetto da femmina, diceva.
Io me lo guardavo allo specchio e vedevo due belle natiche tonde.
Eravamo un gruppetto di cinque ragazzini, due sui dodici e tre sui dieci anni.
I due di dodici inculavano a noi piccoli.
Noi, dopo, ci potevamo inculare a vicenda.
Quel giorno, preso dal piacere di avere un cazzo nel culetto, mi presi in mano il mio pisellino e cominciai a menarlo.
Appena il mio inculatore se ne accorse, chiamò gli altri, dicendo " guardate, mentre lo inculo si masturba, gli piace il cazzo ".
E a me disse " SEI RICCHIONE ".
Da quel giorno tutti e quattro inculavano me, prima sempre il più grande, aveva il monopolio, poi gli altri.
Spesso mi venivano a chiamare a casa, io sapevo perchè.
Se non c'era una casa libera, con i genitori fuori, andavano sul pianerottolo della terrazza.
Io dovevo stare nudo, loro si abbassavano i pantaloncini e le mutande e me lo ficcavano.
Ero il loro RICCHIONE
.
Facevo la seconda media.
Penultimo banco, all'ultimo un ripetente di quindici anni, io dodici.
Il mio compagno di banco era esile, biondino, carnagione bianca.
Il quindicenne un giorno cominciò a toccarci il culetto.
Sotto il banco, sia a me che al mio compagno.
Tutti e due invece di spostarci in avanti per evitare di essere toccati, spingevamo i nostri culetti verso lui.
Capì che ci stavamo, che a noi piaceva farci toccare il culo.
A volte spingeva il dito in mezzo alla spacca e lo faceva entrare con tutte le mutande ed i pantaloncini.
A volte ficcava la mano dentro il pantaloncino e toccava il culo nudo.
Io e il mio compagno di banco ci guardavamo e lasciavamo fare.
Provavamo un gran piacere.
Un giorno mentre ci ficcava con forza il dito nel buchetto e noi spingevamo verso di lui ci disse :
" SIETE RICCHIONI " vi romperò il culo.
E quel giorno venne.
Non c'era scuola, non ricordo perchè e lui ci portò a casa sua.
La mamma lavorava, faceva l'infermiera, del padre mai proferita parola.
Ci fece spogliare e ci mise a pecora sul suo letto, di lato, una bella passata di crema nel buco del culo e poi ...
lo infilò a me, che avevo il culo più bello, io urlai, non gli avevo detto che non ero vergine, subito ne apprezzai la grandezza e anche la maestria nell'incularmi.
Fu una bellissima scopata, io mi muovevo in sintonia e lui mi disse se lo avevo già fatto.
Dopo lo tolse dal mio culo e lo mise in quello del mio compagno.
Lui si era vergine, strettissimo, piccolo e magro.
Cominciò a piangere, dal dolore, fu sverginato.
Il maschio tirò fuori il cazzo da quel culetto e lo rimise nel mio, e dopo poco sborrò dentro, con mio sommo piacere.
Io ero felice, avevo trovato un maschio più grande di me, con un bel cazzo, che lo sapeva usare.
Per due anni, a volte studiavamo insieme, mi chiavò in continuazione, con sua e mia grande soddisfazione.
A scuola tutti sapevano che ero il suo " RICCHIONE " perchè spesso me lo metteva nel culo nel gabinetto durante l'intervallo.
Io entravo insieme a lui, mi abbassavo i pantaloncini e le mutandine, mi appoggiavo al muro, lui entrava, fotteva e godeva.
Io mi asciugavo con un fazzoletto che poi a casa avrei lavato di nascosto.
Un giorno all'uscita del gabinetto, ci aspetta un altro ripetente, che gli dice che anche lui vuole il mio culo.
Lui gli risponde che io sono la sua puttanella e che non mi divide con nessuno, che il culo è suo.
Quello dopo un attimo di riflessione, accetta la sconfitta e si dilegua.
Dopo pochi giorni lo vedo nei gabinetti, durante l'intervallo, quel giorno il mio maschio non è venuto a scuola, lui lo sa.
Si avvicina e mi dice di seguirlo, visto che io non mi muovo, mi prende il braccio con una mano, me lo stringe e mi spinge verso la porta di un gabinetto, con l'altra mano mi tocca il culo.
Appena mi sento toccare il culo mi è sale il desiderio di essere inculato.
Il mio essere RICCHIONE è venuto subito fuori.
Appena entrati nel gabinetto e chiusa la porta, mi abbasso i pantaloncini e le mutante, mi appoggio al muro e apro le gambe.
Lui mi dice, bravo, vedo che sei esperto, subito pronto a farti inculare.
E me lo sbatte dentro, dopo averci sputato sopra.
Lo aveva più grosso del mio maschio.
Aveva una gran voglia di farmi il culo, una voglia repressa, che finalmente poteva soddisfare.
Fu un'inculata violenta e veloce.
Sborrò dandomi della puttana.
E appena finito di riempirmi di sborra l'intestino, tirò fuori il cazzo dal culo e prendendomi la testa me lo mise in bocca...
Puliscilo troia, leccalo tutto.
Non lo avevo mai fatto, mi fece schifo, il cazzo sapeva di merda, lui lecca, lecca, puttana, da oggi sei la mia puttana.
Ci mettemmo d'accordo che gli avrei dato il culo a scuola quando l'altro non c'era.
E che quando possibile, ci potevamo vedere in una casa diroccata, non lontano da dove abitavamo e la mi poteva inculare, però gli chiesi di non mettermelo in bocca tirato fuori dal culo, perchè mi veniva da vomitare.
Lui fu di parola, a volte se lo faceva succhiare prima, m'insegnò a fare i bocchini.
Però non mi sborrò mai in bocca fino a quel giorno alla casa diroccata.
Era da circa sei mesi che ogni settimana ci vedevamo alla casa diroccata.
Io glielo succhiavo e poi lui m'inculava.
Quindici venti minuti e facevamo tutto.
Un giorno ero in ginocchio con il suo cazzo in bocca, lo spompinavo, avevo imparato bene, me ne aveva fatti fare tanti, quando entrano due ragazzi, più grandi di noi.
Io mi fermo e mi giro verso l'entrata e lui mi dice " continua a succhiare ".
Uno dei due gli dice " è questo il ricchioncello ? ".
Si dice lui, è diventato bravo con la bocca, ora lo succhia pure a voi.
Io continuo a succhiare nello stesso tempo spaventato ed eccitato.
Uno dei nuovi entrati mi apre i pantaloncini, li abbassa, anche le mutandine e comincia a toccarmi il culo, prima le natiche poi il buco.
Appena mi toccano il culo, io mi eccito moltissimo, succede ancora oggi.
Il mio compagno, tira fuori il cazzo dalla mia bocca e subito me ne mettono un altro, molto più grosso.
Faccio fatica a tenerlo in bocca, ma il nuovo maschio, è esperto, mi tiene la testa e mi scopa la bocca, ficcandomelo in gola.
Mi strozza, faccio fatica a respirare.
Il mio compagno gli dice, non così, lo soffochi.
Quello risponde " la puttana deve imparare anche con quelli grossi, glielo daremo spesso ".
Dopo il primo anche il secondo usa la mia bocca.
Ma loro volevano il culo.
Mi mettono a pecora, su una coperta, che avevano portato.
Mi passano della crema sul buco del culo e mi ficcano delle dita, più volte per allargarmi il buco.
Prima entra il mio compagno, mi scopa per alcuni minuti e poi dice " è pronto lo potete montare ".
Lui esce ed entra subito l'altro, di colpo, tutto dentro, un urlo " nooo mi fai male, è troppo grosso "
Risponde " zitto RICCHIONE godi ti stiamo rompendo il culetto "
I due nuovi mi hanno fottuto per circa mezz'ora e volevano mettermelo in bocca dopo avermi sborrato nel culo, ma per fortuna il mio compagno gli ha detto di no.
Quella è stata la mia prima marchetta.
Alla fine mi hanno dato dei soldi e anche al mio amico.
Per un pò di giorni ci ho comprato il cono, pagato con il culo.
A quei due li ho incontrati altre due o tre volte e mi hanno sempre regalato qualcosa.

Sedici anni, studio con un compagno, terzo anno d'istituto tecnico.
Un giorno mi dice ho le palle piene vorrei scaricare, che dici c'inculiamo a vicenda.
Ieri la mia ragazza me lo ha toccato un pò, senza farmi venire e non ce la faccio più.
E' tanto che non lo prendo, circa tre anni, ne ho voglia.
Gli dico si, siamo a casa sua, nessun'altro.
Andiamo in bagno, ci abbassiamo i pantaloni e le mutande, mi fa mettere davanti al lavandino, prende la saponetta, la bagna e me la passa sul buco del culo.
Ha un bel cazzo, durissimo, il mio e mezzo moscio, come sempre.
Mi fa abbassare e me lo ficca dentro, con forza, mi faccio male, comincia ad incularmi selvaggiamente, ha una gran voglia, mi da dei colpi fortissimi, io guaisco, mi piace, ma non dico nulla, non voglio che capisca che sono " RICCHIONE ". Continua con degli affondi brutali mi sborra dentro, dicendo " t'ingravido, ti riempio, troia ".
Poi piano piano rallenta, si ferma ed esce dal mio intestino, con un rumore simile ad una bottiglia di spumante stappata.
A me il culo brucia, la saponetta dentro il culo, ho scoperto che è irritante.
Mi sciacquo sul bidet e scarico parte della sborra.
Lui si posiziona con le gambe aperte, per darmi il suo culo.
E' molto peloso, il mio no.
Gli ficco il cazzo con difficoltà, il mio non è duro come il suo, alla fine riesco e vado su e giù pensando al piacere che ho provato nel prenderlo.
Dopo poco sborro.
Ci ricomponiamo e riprendiamo a studiare.
Dopo quattro cinque giorni mi propone nuovamente di prenderlo in culo, io dico subito di si.
Mi fa vedere una crema di vasellina che aveva procurato.
Con questa entra meglio, mi dice.
Però questa volta io te lo do e tu lo prendi, e basta, ho visto che ti piace stare sotto e non sopra, è vero ?
Si gli dico, preferisco prenderlo.
Ma non era la prima volta ?
No gli rispondo, l'ho preso tante volte a dodici e tredici anni, da più maschi.
Bene mi dice lui, " da oggi sei il mio RICCHIONE ".
Abbiamo studiato per due anni insieme e tutte le settimane, a volte anche due volte, mi inculava.
Un giorno siamo stati sorpresi dal fratello più grande, che ha voluto la sua parte.
Il fratello amava anche i bocchini e m'insegnò a farli con l'ingoio.
Ogni tanto mi portava a casa di uno, trovavo quattro o cinque maschi che mi usavano a loro piacimento, sia in culo che in bocca.
Piaceva anche a me, ma dissi che volevo essere pagato per il piacere gli davo, e loro mi pagarono.
Anche bene.
Guadagnavo bei soldini.
Dopo un'orgetta di quel tipo avevo la bocca e il culo che mi facevano male per una settimana.
Dopo due o tre volte vollero depilarmi, prima dell'incontro e vestirmi da femminella.
Parrucca, rossetto, fard, calze, reggicalze, reggiseno, minigonna, corpetto, tacchi.
Fecero anche tante foto e qualche filmino.
Io combinato in quel modo ero irriconoscibile.
Sono stati dei mesi molto belli, poi si stancarono del mio culo e non mi chiamarono più.
Mi dicevano sempre che anche vestito da femmina ero il loro " RICCHIONE ".
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