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Gay & Bisex

Camera 212 - ep. 2


di lucatibo
16.10.2023    |    9.096    |    20 9.7
"- Adesso voglio che tu mi faccia più foto possibili di lui… soprattutto in mutande e senza… devo avere reportage completo! E lo segno subito nella lista dei..."
Alessandro si avvicina, mi guarda. Il suo profumo mi riempie le narici, mi entra nel cervello. Vedo la sua mano avvicinarsi al mio volto, le sue dita mi sfiorano la guancia. Una scossa mi attraversa tutto il corpo partendo da quel contatto, come se un fulmine mi avesse appena colpito. Sento le ginocchia cedere, le gambe piegarsi, le sue mani sulle mie spalle che mi spingono verso il basso, i miei occhi si portano all’altezza dell’inguine…

“Ehi Luca. Luca!” la voce di Matteo mi riporta alla realtà. “Luca! Io ti parlo e tu neanche mi presti attenzione!”
“Tecnicamente è il professore che non sto ascoltando, non tu.” gli sussurro stando attendo a non farmi vedere. Matteo sbuffa, tira la testa indietro, “Ma il prof Zardi è talmente noioso. E’ impossibile seguire le sue lezioni e poi non fa altro che leggere dal libro. Non sarebbe in grado di passare neanche il suo stesso esame.”

In fondo Matteo ha ragione. Questa lezione è la peggiore di tutto il corso e ogni volta è come aver buttato via due ore della propria vita. Per fortuna nell’aula sono seduto a fianco di Matteo, che sa distrarmi con i racconti dei suoi ultimi incontri.

L’ho conosciuto il primo giorno di università. Ci siamo seduti casualmente uno a fianco all’altro, e subito è sembrato che fossimo amici da sempre, come se ci fossimo conosciuti già in una vita precedente. Dopo neanche una settimana aveva capito che sono gay, ma aveva anche compreso che il mio carattere non faceva che bloccarmi con gli altri ragazzi.

E’ diventato il confidente di tutti i miei insuccessi, le mie paure e le rinunce per evitare un rifiuto. Viceversa, lui mi racconta tutte le sue avventure, ovviamente ognuna culminata con un gran successo. Sembra saper leggere dentro alle persone, scoprire i loro desideri più reconditi e realizzarli. Non ha mai ricevuto un no, nessuno aveva mai rinunciato ai suoi “servizi”, persino gli etero più convinti cedono di fronte al suo buchetto.

“Basta pensare sempre a quel ragazzo. O ci provi o ci rinunci! Lo so che stai fantasticando di lui, ora!”

“Ma come faccio, è il mio coinquilino e il ragazzo della mia migliore amica!”

“Senti, se vuoi ci provo prima io, così ti spiano la strada e poi è tutto in discesa!” mi dice facendomi l’occhiolino.

“Tu provaci e ti spacco la faccia. I patti sono chiari, puoi avere tutti nel mondo tranne lui!” gli rispondo a denti stretti.

“Che caratterino, se mettessi un po’ di questo pepe anche nel cercare un ragazzo che ti ribalti per bene, forse a quest’ora saresti molto più sereno. Comunque ascoltami, fino ad adesso hai fatto come volevi e direi che hai fallito su tutti i fronti. Ora lascia fare al massimo esperto di organi maschili, il qui presente egregio dottor professor Matteo, ti insegno io cosa devi fare. Non ti voglio più vedere così. Oggi è venerdì, e per due giorni ti ritrovi a casa da solo con Alessandro. Quindi o ci provi finalmente con lui e ci riesci o… No no, non interrompermi, niente ma! O ci provi con lui oppure ci mettiamo alla ricerca di qualcun altro.”

Finalmente riesco ad intromettermi nel suo discorso. “Ok ok, ma niente Alessandro. Vediamo se riesci davvero a fare il miracolo con qualcuno. Ormai ho perso il conto del tempo trascorso dall’ultima volta con un ragazzo. Te l’ho già detto, guardami… non sono un granché come ragazzo. Soprattutto quando ci sono delle troiette sul mercato come te!” gli rispondo facendogli la linguaccia.

Finita l’ultima ora, usciamo insieme dalla facoltà. Scrivo un messaggio sul gruppo di casa, per comunicare ai miei coinquilini che Matteo sarebbe venuto a pranzo. “Avremo l’appartamento tutto per noi” gli dico “per fortuna mi hanno appena scritto che devono rimanere in università per un laboratorio.”

“Meglio,” mi risponde parlando ad alta voce per strada “così almeno possiamo cercarti qualche toretto con tutta calma.” Matteo è veramente senza freni inibitori.

Arriviamo a casa, lancio lungo un corridoio un saluto per verificare che non ci sia effettivamente nessuno in casa. Ci dirigiamo in cucina, ovviamente la trovo in disordine con le tazze della colazione ancora da lavare. “Telefono” mi dice Matteo, porgendo la mano verso di me. Controvoglia glielo lascio, lo so che è impiccione e insistente, non potrei mai averla vinta con lui.

Dopo aver lavato i resti della colazione, mi metto a preparare qualcosa di rapido per pranzo. Apro il frigo, trovo due piadine dimenticate da chissà quanto tempo, non ancora scadute. Ottimo, pranzo veloce e semplice da fare!

In dieci minuti stiamo pranzando al tavolo, lui sta digitando forsennatamente sul telefono. “Sorridi” mi dice come fosse un ordine e lo faccio preso alla sprovvista. FLASH! e capisco che mi ha appena fatto una foto. “Ma che stai combinando!” gli dico strappandogli il telefono dalle mani.

Lui è tutto compiaciuto “Non ringraziarmi, ti ho scaricato Grindr e preparato un profilo perfetto per rimorchiare.”
“Ma hai praticamente scritto che sono una troia da sfondare!”

“Perché non lo sei?”

“Diciamo che lo vorrei essere ahahaha” scoppio a ridere.

“Mai volerlo, tu lo DEVI essere. Solo così avrai i migliori uomini sul mercato pronti ad aprirti per bene!”

Ridiamo ancora a lungo insieme, intanto ci siamo spostati in salotto a vedere un film. Il profilo sull’applicazione stava funzionando. Diversi contatti mi stavano scrivendo, ma sfortunatamente troppo fuori dal mio range di età. Ad un certo punto un profilo interessante mi contatta, è abbastanza vicino. Matteo guarda lo schermo e mi dice “lascia perdere, quelli che hanno dei profili del genere sono solo dei perditempo. Vado in bagno e torno.” E mi lascia solo sul divano.

Peccato, sembrava proprio un bel profilo. Le foto sono sfocate, però sembra muscoloso e statuario. Lui dice che è riservato e incontra al buio, però penso che lui la mia faccia la vede bene. Non mi sembra molto giusto, provo a dirglielo e insisto per una fotografia del viso almeno.

Mi risponde di vederci, che non resterò deluso, che questo weekend è incasinato ma poi da lunedì è a mia disposizione. Temo che Matteo abbia ragione, ha già rimandato la possibilità di incontrarci. E intanto nessun altro contatto interessante.

Cosa potevo aspettarmi io? Non ero come il mio amico. Magro, con un viso dolce, capelli morbidi sempre perfetti, poche lentiggini sulle guance, un corpo che dava la possibilità di prenderlo di peso, alzarlo, e farselo impalare sul proprio… Ok, forse sto esagerando con i pensieri, ma comunque rimane il fatto che io non sono per niente così.

Glielo urlo da una stanza all’altra “Mi sa che va male con Grindr… Nessun contatto degno di una scopata, se potessimo fare a cambio di corpo tra di noi sarei molto più felice.”

“Ti sbagli” mi risponde, “tu devi essere una cagnetta disponibile a loro. Vedrai che se gli farai perdere il controllo con i tuoi buchi faranno poca distinzione tra me e te.” Abbandono lo smartphone sul divano e continuo a guardare lo schermo del televisore.

“Ma ti sei perso?” urlo a Matteo.

“Guarda che cosa ho trovato!” lo sento urlare dall’altra parte della casa. Sicuramente non dal bagno. “Dove ti sei messo a frugare questa volta.” lo rimprovero. Arriva di corsa, avendo solo i calzini slitta leggermente sul pavimento entrando nel salone. Ha qualcosa in mano. Capisco subito dove è stato.

“Dai cazzo. Ma sei entrato in camera di Emanuele!” gli dico arrabbiato. Posa sul tavolo un preservativo usato. E’ davvero grosso e pieno di sborra.

“Ma quanto cazzo lo ha lungo il tuo coinquilino! Deve comprare preservativi adatti ai cavalli! Cazzo se non ci fossi tu ora mi sparerei subito una sega. Tra l’altro nella sua camera c’è un odore di sesso incredibile. Ma come hai fatto a non farti ancora fottere da lui! Ho il cervello che non capisce più niente.”

Sembra non avere fine il suo flusso di parole. Si sta eccitando, lo capisco perché si è messo a fregarsi il pacco da sopra i pantaloni con la mano. Sembra che questa cosa lo ecciti molto. Effettivamente non riesco ad immaginarmi quanto deve essere grosso il cazzo di Ema per riempire tutto quel preservativo. Ora capisco perché le ragazze vanno via di casa piangendo dopo aver passato la notte urlando.

Rimaniamo in silenzio a fissare quel trofeo sul tavolo, sembriamo entrambi incantati da una magia.

Siamo entrambi seduti sul divano. Sembra essersi creata un’atmosfera particolare. Entrambi ci strofiniamo i pantaloni, basterebbe pochissimo per tirare fuori i nostri cazzi e segarceli insieme per la prima volta.

Tutto questo viene interrotto dalla suoneria del cellulare di Matteo. Sua madre, ha bisogno di lui a casa. Deve rientrare “Ma questo lo porto via con me, non ti offendi vero?” mi dice prendendosi il preservativo e mettendoselo in tasca. Emanuele lo aveva annodato, il liquido non si disperderà nei suoi pantaloni.

“Sei davvero un pervertito.” gli rispondo, “dai, vai prima che tua madre si arrabbi. Ci vediamo lunedì”
“Sì ma tu tienimi informato con le tue conquiste!”.

Sono rimasto solo, sono solo le 16. Sono sdraiato nel mio letto. Ripenso al preservativo di Ema. E se fosse stato di Alessandro? Mi immagino lui che si sfila il preservativo e me lo regala, un dono perverso per legarmi a sé. Vedo nella mia mente Ale liberarsi il cazzone dal profilattico, lanciarmelo in faccia e ordinarmi di berlo.

Una notifica mi distrae. Grindr! Me ne sono dimenticato!

Guardo l’app, vari messaggi di vecchi bavosi e poi l’ultimo, appena ricevuto. Un ragazzo, la foto profilo è del suo fisico, atletico. Ha un anno in più di me. Neanche un pelo sembra dalla foto. Attivo. Dominante. Il suo messaggio è chiaro
- Ho bisogno di una cagna ai miei piedi. Libero?

- Si, sono solo a casa se vuoi, però stasera rientra un mio coinquilino.

- Ti scopiamo in due? Io cazzo duro da sfogare.

- No, no, lui etero. Niente sesso con lui.

- Ok allora vieni da me. Foto?

Gli giro una foto di quando sono stato in vacanza in montagna. Una delle poche foto di cui sono orgoglioso.

- Intendo culo. Voglio vedere il tuo buchetto, se è davvero come racconti nel profilo
Diretto, poche parole, sembra interessante. Il suo essere grezzo accende in me qualcosa che mai mi sarei aspettato. Gli invio la foto.

- Cazzo me lo hai fatto venire duro in un attimo. Ho voglia di entrarti dentro con forza, sembra davvero stretto… Sei davvero troia? A me piace fottere duro.

Una foto del suo cazzo, è bello grosso, sarà 18cm e spesso. Venoso. Mi piace moltissimo, lo immagino già scavarmi nella gola a fondo. Poi un video, pochi secondi, lui che scopa un culo. Il ragazzo passivo del video urla. Il mio cazzo diventa duro in un attimo, il precum esce dalla punta e non riesco a contenerlo.

- Allora cagnolino, vuoi essere ai miei piedi.

- Si padrone. Vorrei essere schiacciato dai suoi piedi pronto a servirla come un dio.

- Esatto, io sono un dio al tuo confronto. Direi che ci siamo intesi. Incontriamoci. Odio la chat. Ore 19 qui.

E mi manda la posizione. Ma che mi succede? Da quando sono così? Davvero l’astinenza da cazzo mi ha reso questo?
Guardo la posizione, un quarto d’ora a piedi e arrivo tranquillo. Meglio partire per le 18.30 per sicurezza. Alessandro non sarà sicuramente ancora rientrato.

Gli mando un whatsapp per avvisarlo che sarò a cena fuori e di non aspettarmi. A cena. Rido per questa semplice bugia. Non potrei di certo dirgli che vado fuori a farmi scopare nel peggiore dei modi possibili per provare a dimenticarlo.

Mi sto preparando, sono quasi pronto per uscire. Un messaggio da Matteo. Una foto. Oh cazzo… è davvero un pazzo! Ha preso uno dei suoi dildo – è un vero collezionista – e gli ha fatto indossare il preservativo usato di Ema. Gli sta a pennello.

- Non hai idea di quale dimensione abbia dovuto prendere per riuscire a farcelo stare giusto!

- Tu sei malato!

- Non sei curioso? Ho fatto un po’ di prove… secondo me Emanuele lo ha di 24 centimetri! Te l’ho detto che è un cavallo!!!!

- Ma cosa dici… non è possibile!

Riguardo la foto, sembra gigantesco. A confronto quello del ragazzo di Grindr sembra un verme. Mi attrae come una calamita. Non pensavo di poter essere così curioso di volerlo vedere.

- Adesso voglio che tu mi faccia più foto possibili di lui… soprattutto in mutande e senza… devo avere reportage completo! E lo segno subito nella lista dei cazzi che devo farmi!

- Te l’ho detto… tu sei malato. Comunque augurami buona fortuna, esco con un tipo di Grindr.

- Chi è? Nome? Foto profilo? Dimmi così lo stalkero.

- Ma figurati se ti dico con chi vado. Un po’ di privacy, puttanella.

- Che stronzo che sei… fattelo aprire bene così magari sarai un po’ meno frigido. In bocca al lupo. (e mi raccomando, se è uno stronzo dimmelo che gli scaglio contro tutta la community. Nessuno può maltrattare il mio cucciolino preferito… a meno che tu non voglia ahaha. Dai buona scopata.)

L’aria inizia ad essere fresca la sera. Sta tramontando. I lampioni della città incominciano ad accendersi e sembra tutto cristallizzato lungo la via, come se attendessero la fine dell’orario d’ufficio per ridare vita a questo luogo.

Dentro di me sale l’agitazione. E’ come un tornado che parte dal fondo dello stomaco e risale piano piano verso la gola, sconquassando tutto ciò che incontra lungo il percorso. Allungo il dito verso il campanello, la mano mi trema.

“Chi è?” sento la voce di un ragazzo modificata dal citofono.

“Sono la tua cagna, mio signore” gli rispondo, come mi aveva ordinato via chat.

Il portone scatta, si apre. Lo richiudo dietro di me. Salgo gli scalini, secondo piano. Vedo una porta socchiusa, tutto come da accordi. Entro piano, l’ingresso è buio. Tutta la casa appare spenta, proviene solo una luce dalla stanza davanti a me, sembra quella di un televisore.

Chiudo la porta alle mie spalle.

Ormai non posso più tornare indietro.
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