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Gay & Bisex

Convivenza e tradimenti. Capitolo 1


di carpediemss
06.06.2016    |    6.541    |    6 7.6
"Ci guardammo in faccia, era contento del pompino che gli avevo praticato, ci baciammo all'ungo, dopodiché presi a masturbarmi il cazzo..."


Erano ormai passati due anni da quando avevo deciso di accettare la proposta di Luca di fidanzarmi con lui è più avanti di andare a viverci insieme, il tutto in segreto, nessuno dei due era dichiarato.
Sapevo che era un errore, io mi conosco non sono fatto per queste cose.
Ma come si dice meglio vivere, rischiare è sbagliare che rinunciare a non vivere, a non fare esperienze.
Bel ragazzo lui più giovane di me di cinque anni, più basso, magno scuro di carnagione, capelli neri corvino, anche gli occhi erano neri, un viso pronunciato con degli zigomi ben delineati, portava due orecchini ambedue hai rispettivi lobi delle orecchie tipo brillante.
Sul petto e sulle gambe aveva un bel pelo nero che gli conferiva un aspetto virile quando d'inverno lo lasciava crescere al contrario dell'estate che lo eliminava del tutto con mio grande disappunto.
“Ha me non piace” Diceva lui, tutte le volte che affrontavamo l'argomento o mi obbligava a dargli una mano ad eliminarlo con la ceretta o con il rasoio elettrico.
Presa la decisione di vivere insieme, cercammo un appartamento con due camere da letto, io volevo i miei spazzi gli dissi.
Lo trovammo in una zona residenziale di quella Città in cui io lavoravo è lui studiava all'Università, studente lui originario di un'altra Città della mia stessa Regione.
Un soggiorno grande con annessa cucina, due camere da letto ed un ampio terrazzo all'ultimo piano di un palazzo di cinque piani senza ascensore.
In quell'anno avevo anche cambiato lavoro, visto che dal precedente non venivo pagato da quasi un anno.
Accettai un lavoro in Città con un contratto precario, pur di lavorare, solita storia di noi giovani Italiani con voglia di lavorare, costretti ad accettare lavori precari con contratti del cazzo pur di guadagnare qualcosa.
Lasciai la casa dei miei, in paese dove abitavo è mi trasferì in Città a circa venti chilometri da loro, avrei smesso finalmente di viaggiare tutti i giorni per lavoro.
Non era la prima volta che lo facevo, ma questa volta era diverso, questa volta con me c'era lui, Luca, avrei condiviso tutto con lui, avrei vissuto quella relazione in pieno, mattina, pomeriggio, sera e notte sempre con lui accanto.
Al mattino io mi svegliavo presto, prima di lui, colazione e poi a lavoro in tram, prendere la macchina non faceva in quella città cosi disorganizzata, impazzita dal troppo traffico nelle ore di punta.
Rientravo a casa la sera, dopo esserci scambiati infiniti messaggi su whats app per tutto il giorno.
Lo trovavo in soggiorno seduto in poltrona intento a guardare la tv, bacio, bacini, bacetti, cena, nuovamente tv e poi nanna, insieme nello stesso letto.
È così via per tutta la settimana, ma niente sesso.
Lo cercavo ma nulla, si rifiutava di darmi attenzione, è pensare che nel primo periodo in cui ci frequentavamo lo facevamo minimo tre volte al giorno in qualsiasi posto ed ora, al mare, in pineta, in macchina, pure nella mia camera a casa dei miei capitò una volta.
Infondo bastava poco, ero sempre pronto, mi bastava stare con lui che il cazzo iniziava a diventarmi duro.
Lo tiravo fuori dai pantaloni, lui lo vedeva e iniziava a toccarlo rendendolo ancora più duro, turgido è venoso.
Gli prendevo la testa con una mano e lo tiravo a me verso il mio cazzo voglioso dell'attenzione della sua bocca, lui non opponeva resistenza.
Succhiava, leccava, gli piaceva il mio cazzo, in un attimo lo giravo denudandolo e subito iniziavo ad appoggiagli il cazzo sul buco del suo bel culo circondato da una leggera peluria scura sulle chiappe.
Un po' di saliva per facilitare la penetrazione he via, tutto dentro, prima piano per permettere hai muscoli del suo sfintere di allargarsi ed accogliere la mia cappella, poi via tutto dentro fino alle palle.
Lo scopavo con forza perché cosi voleva essere scopato, fino a quando stanco, non venivo sborrandolo nell'intestino come piaceva a lui.
Avrei voluto ricambiarli la cortesia, facendogli un bel pompino, cosa che non mi dispiaceva affatto, ma lui non voleva, era solo passivo è preferiva cosi.
I momenti di sesso capitavano nei fine settimana quando dal paese mi trasferivo in Città dove lui condivideva una camera in un appartamento con altri studenti.
Dormivo nel suo stesso letto, la mattina quando mi svegliavo, lo prendevo da dietro è lo scopavo, lui adorava essere svegliato così.
Quando d'estate capitava che l'appartamento dove stava si svuotava, giravamo per la casa nudi scopando almeno duo o tre volte al giorno, per non parlare delle volte che la sua bocca dava piacere al mio cazzo con sontuosi pompini che immancabilmente finivano per inondare la sua bocca calda è vogliosa della mia crema.

Ma da quando avevamo deciso di vivere insieme le cose erano cambiate.
Solo qualche fine settimana, di tanto in tanto è non sempre, succedeva che voleva essere scopato in culo per forza, è solo quando voleva lui, niente preliminari, niente sesso orale, cosa che avrei gradito volentieri, ma niente, solo il mio cazzo direttamente nel suo culo, senza subire nessuna preparazione, niente direttamente piantato nel buco a freddo.
Succedeva nel letto matrimoniale dove entrambi dormivamo in camera sua, al risveglio mi si avvicinava dandomi le spalle, si strusciava con le chiappe sul mio pube, oppure cercava il mio cazzo con le mani, io mi mettevo in posizione, si toglieva le mutande, iniziava a masturbarmi, il mio membro rispondeva hai suoi comandi diventando duro.
Via le mie mutande è subito il mio cazzo si faceva strada nel suo pertugio he via!
Tutto dentro in una botta sola.
Il mio membro nel suo culo entrava senza troppa fatica ormai, facendosi spazio nel suo sfintere allargato, un su e giù rapido, veloce, animalesco.
Subito si ritrovava il culo pieno della mia sborra calda, io ricadevo nel mio lato del letto esausto.
Subito dopo si alzava per recarsi in bagno, per levarsi dal culo il mio piacere, poi più niente per tutto il resto del giorno è hai me! Della settimana.
Passavamo il tempo presi dalla monotonia della vita quotidiana, presi dalla convivenza, facevamo le solite cose, spesa il fine settimana, shopping, bollette da pagare affitto ecc, ecc.
Per il sesso non c'era più spazio, gli chiedevo almeno di farmi un pompino in settimana, la sera, quando rientravo stanco dal lavoro, ma nulla.
La scusa era sempre la solita, aveva la testa da altre parti, occupata dallo studio per la laurea, dai pochi soldi che ci rimanevano dopo aver finito di pagare le bollette è l'affitto di quella casa.
Per non parlare dei miei problemi di lavoro che gli facevano passare la fantasia è la voglia di fare sesso, queste erano le sue giustificazioni ogni volte che affrontavo l'argomento, arrabbiandomi ed immancabilmente finendo per litigare.
Litigi che si susseguivano ormai ogni due o tre giorni durante la settimana.
Passammo due anni a convivere cosi, tra alti e bassi fin che non mi stufai definitivamente di quella situazione.
In un fine settimana in cui per vari motivi ognuno di noi faceva rientro nei propri paesi d'origine, presso le nostre famiglie, presi la decisione di riscrivermi in vari siti di appuntamenti e chat gay di cui ormai il web è ricco, ovviamente non mostrando il viso, non essendo io dichiarato, scaricai anche sul mio cellulare un paio di applicazioni per incontri gay.
Fu proprio su una di queste che una domenica assolata di Luglio, mi contattò un ragazzo a pochi metri da me, nel mio paese d'origine.
Dopo esserci scambiati vari messaggi formali (…) decidemmo di vederci di persona.
Non era del mio paese, questo un po' mi tranquillizzava.
Decidemmo di vederci in un Bar un po' fuori dal centro del paese, era d'estate l'aria calda delle prime ore del pomeriggio mi spinsero ad indossare il minimo indispensabile.
Mi misi una maglia piuttosto leggera è scollata con un pantaloncino, come scarpe misi delle infradito, presi la macchina e mi recai al bar designato per quell'incontro.
Appena giunto lo vidi subito, parcheggiai la macchina e gli andai incontro.
Aveva la testa rasata ed un viso tondo con un po' di barba sulle guance, un naso grosso, occhi scuri in un corpo grosso, quello che in linea di massima si definisce in gergo un bear, ma non troppo di genere ecco.
Indossava una canotta che gli metteva in risalto il fisico è le braccia grosse e muscolose, ed il pelo un po' rasato sul petto tenuto apposta cosi, sotto certi punti di vista un po' mi assomigliava.
Dopo le presentazioni di rito, si chiamava Stefano, prendemmo un caffè seduti comodamente ad uno dei tanti tavolini all'ombra che costituivano l'ingresso esterno del locale.
Mi disse di essere Italo Tedesco e che ogni tanto durante l'anno veniva qui con i suoi, essendo il padre originario del mio paese ed avendo una casa nel posto.
Ci guardavamo un po' imbarazzati per la situazione, io più di lui, il cellulare iniziò a squillare con uno dei soliti messaggi del mio ragazzo, lo spensi, avevo altro da fare in quel momento.
Facemmo un giro con la mia macchina, decisi di dirigermi in un bosco poco distante dal paese, chiacchieravamo del più e del meno quando preso da un impulso decisi di accarezzargli la gamba sinistra tastando il suo bel pelo.
Non ricordo di preciso di che parlava in quel momento, so solo che si interruppe ed assecondò il mio gesto portando la sua mano sinistra in direzione del mio capezzo, strizzandomelo con le dita, facendomelo diventare duro da sopra la maglia.
Ci scambiammo sorrisi ed ammiccamenti, fin che giunti nel posto designato fermai la macchina.
Ci incamminammo in un sentiero dove sapevo esserci dei tavolini messi apposta per fare pik nik, non vi era nessuno cosa che sapevo, non essendo il posto molto frequentato sopratutto a quell'ora ed in quel periodo dove la gente si riversa nelle spiagge.
Durante il tragitto, ad un certo punto mi prese per un braccio avvicinandomi a se, poi con una mano mi prese la testa ed inizio a baciarmi, da prima un bacio leggero sulle labbra, poi visto che ci stavo inizio a baciarmi con più passione, si stacco per dirmi:
“ Mi piaci Alberto, baci benissimo”.
Sorrisi e continuammo a baciarci, poi proseguimmo a camminare fin che non vidi quello che stavo cercando, un tavolino da pik nik più isolato, nascosto rispetto a tutti gli altri.
Mi sedetti sul tavolo di fronte a lui, iniziammo nuovamente a baciarci appassionatamente, erano anni che non venivo baciavo così, io ricambiavo volentieri.
La mia lingua si intrecciava con la sua, la barba che aveva mi graffiava il viso è la cosa mi piaceva, si tolse la canotta mostrandomi il suo corpo.
Presi a palpargli i pettorali, a leccargli i capezzoli che divennero duri al passaggio della mia
lingua, ed il suo pelo che rimaneva bagnato dalla mia saliva, lo sentivo ansimare.
Mi tolsi la maglia, lui iniziò da prima a baciarmi palpandomi i pettorali, poi si spostò sui miei capezzoli mordicchiandoli e succhiandoli ricambiandomi la cortesia che gli avevo fatto prima.
Era un vero maschio ci sapeva fare, come me d'altronde, sentivo il cazzo diventarmi sempre più duro, lui era attivo, lo sapevo ma avevo deciso di incontrarlo lo stesso stabilendo di avere al massimo un rapporto orale, essendo io versatile ed avendo voglia di succhiare un bel cazzo visto che erano anni che ne venivo privato.
Lui aveva accettato, ed ora eccoci qui avvinghiati l'uno all'altro, in quel boschetto di abeti e cipressi, mezzo nudi, sudati dalla concitazione del momento, ed anche a causa dell'aria calda dell'estate ed ovviamente dalla voglia di sesso che avevamo entrambi.
Iniziai a portare le mani sul suo pacco, quello che toccai era qualcosa di duro e grosso, lui smise di leccarmi i capezzoli, si sistemo in modo da potersi slacciare i pantaloncini corti che portava e le mutande che indossava.
Quello che si parò di fronte a me era qualcosa di mai visto prima, almeno dal vivo, tra le gambe nascondeva un cazzo enorme grosso almeno venti o ventidue centimetri con una cappella grossa, rossa come una susina, non avevo mai succhiato una bestia del genere, dalle foto che ci eravamo scambiati non sembrava così grande.
La mia sorpresa mi fece uscire dalla bocca:
“Porca puttana, ma è enorme!”
Lui rise, se lo prese in mano dicendo:
“ Si lo so, non sei il primo che me lo dice”.
Iniziai a toccarlo, come paragone usai ambe due le mie mani, che non riuscivano a contenerlo, sporgeva di almeno atri due o tre centimetri per terminare con la grande cappella grossa e rossa.
Mi spostai sedendomi sulla panca del tavolo, lo presi in bocca ma a fatica riuscivo a contenerlo dentro, iniziai a succhiarlo avidamente, dovetti toglierlo dalla bocca per leccarlo è poterci passare la lingua tutt'intorno.
Dopo alcuni minuti piccoli rivoli di pre sperma iniziarono ad uscire dalla sua cappella è di tanto in tanto, lo sentivo godere ed ansimare.
“ Mmmm siiii haa, haaaa bello huuu succhia dai ”.
Cercai di dare un ritmo più sostenuto a quel bocchino, cosa difficile a causa dello spessore del suo cazzo, la sua cappella mi riempiva la bocca.
Lui iniziò a prendermi per la testa quasi obbligandomi a pompare quel nerchione con ancora più foga, dopo un po' la mandibola cominciò a farmi male, rivoli di saliva mi rigavano il mento, volevo smettere ma lui me lo impediva tenendomi saldamente per la testa, cercando di farmelo trattenere in bocca il più possibile.
Iniziò ad infilarmelo sempre di più in fondo fino a raggiungere la mia gola che si rifiutò di ingoiare quella bestia provocandomi conati di vomito.
Riuscì a liberarmi dalla sua presa, iniziai aa leccargli le palle praticandogli contemporaneamente una sega, lui gradiva la cosa, con la mia mano destra gli stuzzicavo la cappella, con la sinistra tenevo le sue palle, che prima una e poi l'altra, mi infilavo in bocca leccandole è succhiandole.
Si girò di scatto mostrandomi il suo culo, con una mano mi invitò a leccarglielo.
Presi tra le mani le sue bella chiappe pelose ed iniziai a palparle e leccarle.
“Haa si, dai leccami il buco!”
Lo feci, la mia lingua si destreggiava tra i peli del suo culo, mi feci strada con le dita ed iniziai a passargli la lingua sullo sfintere.
Ad ogni colpo di lingua lo sentivo muoversi ed aprirsi, iniziai ad esplorarlo internamente con la lingua, lo sentivo godere è piegarsi sempre più in avanti per permettermi meglio di deliziarlo con la mia bocca, l'iniziale sapore aspro era sparito sostituito dalla presenza della mia saliva.
Decisi di smettere portandomi a sedere nuovamente sul tavolo, tirai fuori dalla fessura dei pantaloncini il mio cazzo per menarmelo davanti a lui, dallo sguardo di approvazione che gli si dipinse in volto, aveva capito le mie intenzioni, mi tolsi i pantaloncini ed automaticamente anche le mutande, il mio cazzo svettò all'aria bello duro e turgido..
Ci scambiammo un rapido sguardo, ripresi a segarmi invitandolo a succhiarmelo.
La sua risposata fu immediata, chinandosi in avanti mi afferrò il cazzo con una mano ed inizio a leccarmelo partendo dalla base vicino alle palle, mi guardava mentre risaliva l'asta è si accingeva a deliziarmi con la sua bocca e la sua lingua la mia cappella.
Il mio cazzo raggiunse le dimensioni dovute al passaggio più volte compiuto della sua lingua calda ed avvolgente sulla mia cappella, con il cazzo ormai in totale erezione spariva divorato dalla bocca è coccolato dalle labbra ed ovviamente dalla lingua del mio nuovo amico.
Sentivo la sua forza maschia nel succhiarmi il cazzo, vedevo la sua testa intenta a muoversi freneticamente per praticarmi quel pompino favoloso.
Rivoli di pre sperma fuoriuscivano dal mio cazzo per perdersi all'interno della sua bocca.
Stavo godendo e non lo nascondevo, lasciandomi trasportare dal piacere:
“ Mmmm ha, haaa!! Cazzo haaaaa mmmmm”!
Mi sbocchinò per un periodo indefinito, quando rialzandosi dalla posizione in cui era mi guardò avvicinandosi per baciarmi e sussurrarmi:
“Mi piace il sapore del tuo cazzo”! Disse mentre riprendeva a lavorarmi la bocca con la sua lingua.
“Ti vorrei scopare di brutto, sono molto eccitato” Disse, è quasi temevo che lo facesse, se mi avesse infilato quel coso nel culo mi avrebbe spaccato l'ano di sicuro.
Io che almeno non lo prendevo nel culo da almeno tre anni, ringraziando il mio ragazzo totalmente passivo.
“Non puoi” Risposi io, il mio culo è ritornato vergine, sono anni che non mi faccio scopare.
“Be motivo in più per riprendere” Mi sussurrò malizioso tra un bacio è una passata di lingua in bocca.
“Baci anche bene, da porco mmm mi piace!” Disse lui.
“Anche tu baci bene, si vede che sei allenato ad usare la lingua”. Dissi io sorridendogli.
Per tutta risposta ricevetti tutta la sua lingua in bocca ed abbondante saliva che si depositò tra le mie tonsille scendendomi direttamente in gola.
Si tirò indietro trascinandomi con sé, ora eravamo in piedi è ci baciavamo, mentre le sue mani mi allargavano le chiappe in cerca del buco del mio culo, brividi iniziarono a scorrermi sulla schiena sudata, mentre le sue dita avevano terminato la loro ricerca scavandomi ed aprendomi il buco.
“ Mmm sento che è bello stretto”. Mi disse continuando a scavare li dietro.
“Chi sa quanti ne hai sfondati di culi come il mio”. Dissi io tra il serio ed il faccetto.
“Abbastanza”. Disse lui, quasi vantandosi.
Non ebbi modo di reagire alla sua mossa che fece per farmi girare, costringendomi a dargli le spalle.
“ Dai che te lo lecco!” Mi disse forse per tranquillizzarmi.
Mi portai in avanti distendendomi sul tavolo con le ginocchia sulla panca di questo, dando al mio compagno di porcate la possibilità di avere a disposizione il mio culo.
Nuovamente la sua lingua cominciò a lapparmi l'ano allargandolo con le dita ed ogni tanto dandomi qualche sculacciata sulle chiappe.
Riprese a leccarmi il culo, smise per qualche secondo fin ché non sentì qualcosa di grosso, caldo e duro poggiarsi sul mio buco.
Sentivo la consistenza del suo cazzo poggiarsi sopra il mio sfintere, lo sentivo scorrere esternamente facilitato dalla saliva che poc'anzi aveva depositato lui, forse proprio con quello scopo.
“Mmmm che voglia di scoparti il culo che ho!”
Non dissi nulla tanto ero più che sicuro che quella bestia non mi sarebbe mai entrata nel culo.
Continuò a fare su e giù fin che non volle provare a scoparmi.
Poggiò stavolta la sua cappella all'ingresso del mio buco, provò ad entrarmi dentro ma non ci riusci.
Il dolore che provai fu tale che mi scostai dalla sua presa portandomi in avanti, sentivo il buco un pò lacerato e dolorante per il tentativo di penetrarmi.
É pensare che non era neanche entrato.
Lui mi riprese per rimettermi in posizione in modo da ripetere la scena, stavolta fu più deciso con il risultato però che strinsi le chiappe dal dolore tirandomi in avanti e gridando:
“ Haaaaa!! Cazzo nooooo!! Mi fa troppo male cazzo!!”
Il mio culo, gia poco abituato al ruolo da passivo, anche se in passato mi era capitato di farlo, si rifiutava di prendere dentro di se quella bestia cosi grossa ed enorme tra le sue pareti.
“Ok, ok non voglio forzarti se non ti va”! Furono le sue parole di delusione.
“ Te lo detto che non lo prendo in culo da parecchio tempo, specie un minchione del gene”. Ci avevo provato ma la cosa non era fattibile.
Mi girai quasi a consolarlo, mi rialzai per poterlo baciare.
Sentivo la delusione sul suo corpo, il suo cazzo stava perdendo consistenza, decisi che lo avrei fatto venire con un bel pompino.
Lo feci accomodare sul tavolo con le gambe sulla panca, mi intrufolai tra queste in modo da avere, sedendomi sulla panca, il suo bel cazzo di fronte a me.
Iniziai a succhiare e leccare quel grosso e voluminoso membro, ripetutamente ed al meglio delle mie abilità da pompinaro, cercai di ingoiarlo il più possibile più e più volte e non senza difficoltà
Era di nuovo ritornato alla sua reale consistenza, lungo e grosso e venoso come un tronco di albero o una radice esterna di questi, come quelle che ci circondavano, è che in quel momento si godevano lo spettacolo che stavamo offrendo, nella loro naturale posizione.
Godeva, aveva ripreso a godere ed a tenermi la testa il più a lungo possibile mentre avevo il suo cazzone nella mia bocca, cercando di farmelo ingoiare il più possibile prima che i conati di vomito avessero la meglio riversando sul suo membro quantità abbondanti di saliva.
Andai avanti cosi per molti minuti, la mascella è la bocca mi facevano male, ma decisi di non fermarmi fin quando la sua forza, quasi brutale, non lasciò il posto all'orgasmo.
“Haaa, haaaa, si, siiiiiii huuuuu, sborroo haaaaa haaaaaa!”
Furono i suoi gemiti strozzati dai fiotti di sborra che presero a riempirmi la bocca che invano riusci a trattenere vista la mole del cazzo è alla quantità di liquido spermatico che fuoriuscivano dalla sua cappella è che immancabilmente si riversarono sull'intero tronco del suo membro data la posizione in cui ci trovavamo.
Iniziai a ripulirgli il cazzo con la lingua, ripulendolo dalla sborra copiosa che ormai aveva smesso di fuoriuscire, il resto era finita tra le sue palle è sul tavolo sbordando da una parte e anche da questo, poi, era finita a terra ma non prima di essere passata sopra la mia gamba destra.
Ci guardammo in faccia, era contento del pompino che gli avevo praticato, ci baciammo all'ungo, dopodiché presi a masturbarmi il cazzo.
Lui si abbasso per prenderlo in bocca e succhiarmelo, quando fui pronto per venire, mi disse che voleva essere sborrato sul petto.
Si mise in posizione mentre mi lasciai andare all'orgasmo che ormai non riuscivo più a trattenere.
Fiotti di sbarra uscirono dalla mia cappella, riversandosi sul suo petto, quando finì, vi passò le dita sopra la mia sborra mescolandola ai suoi peli neri.
Raccolse un po' di sborra con un dito e se lo portò alla bocca assaporando cosi il mio nettare.
“Mnnnnn, ma che buon sapore che ha la tua sborra” Disse lui ripetendo quel gesto più e più volte.
“ Grazie, sono contento che ti piaccia, anche la tua non era affatto male” Risposi io.
Ci rivestimmo ed andammo a darci una sciacquata al viso ad una fonte poco distante dalla mia macchina.
Prima di lasciarci, gli raccontai che vivevo in Città e che rientravo ogni fine settimana e che se voleva potevamo vederci.
Lui acconsentì alla cosa, anche se non era vero che rientravo ogni fine settimana, mi sarei dovuto inventato una scusa plausibile da raccontare al mio ragazzo e fare in modo di godermi il più possibile la compagnia di Stefano.
Rientrato a casa, riaccesi subito il cellulare, risposi al messaggio di Luca che mi inviò un altro messaggio lamentandosi del ritardo con cui gli avevo risposto.
Gli raccontai che mi ero appisolato a causa del caldo estivo, lo ingannai così.

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