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Giacomino - Capitolo 1, il dottore


di Caster83
02.01.2018    |    20.006    |    12 9.6
"-No, ti prego! Non dire niente a nessuno! Non..."
Sono cresciuto in una famiglia benestante: i miei gestiscono un'impresa di forniture di materie prime industriali, questo ha permesso loro di vivere nell'agiatezza economica al costo però di frequenti e lunghe assenze da casa.
Viviamo in una villetta immersa nelle campagne pugliesi dove spesso i miei ospitavano cene con i loro amici: medici, insegnanti, artisti, politici; conoscevano tutti in paese e la casa era un continuo via vai di persone che si intrattenevano nei pranzi e nelle cene che mia madre improvvisava; questo quando non erano via, altrimenti io, Giacomo, e mio fratello maggiore Vito eravamo lasciati liberi di gestirci, considerati ragazzi responsabili ed autonomi.
All'epoca avevo 15 anni, frequentavo le superiori e nonostante fossi un bel ragazzo, un metro e settanta con un casco di ricci bruni in testa, occhi verdi ed un fisico asciutto e scattante formato dagli innumerevoli sport che avevo provato e lasciato di volta in volta, ero molto introverso. Avevo amici ma pochi, una cerchia ristretta che conoscevo da sempre con cui passavo il tempo a giocare a calcetto in parrocchia o gironzolando nel tempo libero. Ero molto timido, facevo amicizia con le ragazze ma non ero mai riuscito ad andare oltre qualche bacetto romantico. La verità era che non mi interessava, da quando era arrivata la pubertà mi ero sorpreso ad indugiare con lo sguardo sugli altri uomini e ragazzi in palestra e, con la scoperta della masturbazione, erano sempre corpi maschili che immaginavo, immaginavo i loro peni turgidi e, a parte internet, non ne avevo mai visto uno duro dal vivo. Alle volte mi segavo di fronte allo specchio, studiando il mio sedere liscio e tenero, il pisello che era cresciuto in pochi anni fino ad una bella lunghezza di diciannove centimetri ed accarezzando il mio corpo liscio, eccezion fatta per il ciuffo di peli sull'inguine che mi faceva sentire un uomo cresciuto.
Fu proprio con una cena che cominciò tutto.
C'erano ospiti Giorgio e sua moglie; vecchio amico di famiglia, Giorgio era un uomo sulla cinquantina, medico pediatra, per noi come uno zio, visto che avendo seguito da sempre me e mio fratello ci conosceva da appena nati.
Avevo deciso che quell'anno mi sarei iscritto in piscina e serviva il certificato medico. Mia madre esordì ad un certo punto dicendo:
-Giorgio domani va bene se ti mando Giacomo in studio, lo so che ormai è grande per il pediatra ma non ho ancora fatto il cambio del medico di famiglia ed ha bisogno del certificato. Visto che viene ti dispiace fargli un check-up completo, per carità, non ha nessun problema, ma non ricordo nemmeno se ha finito tutti i vaccini o i richiami da fare!
-Ma certo, figurati, nessun problema!- Rispose Giorgio -Giacomino, domani passa verso le sette così avrò finito le visite e facciamo i controlli con calma e il certificato.
L'indomani così, scesi in motorino in paese e mi presentai allo studio medico, arrivai mentre l'ultimo paziente era dentro, quando uscì Giorgio si affacciò in sala d'attesa e si rivolse alla segretaria: Luisa se vuoi puoi andare, il ragazzo è il figlio di amici, deve giusto fare i controlli generici, se vuoi abbassa la saracinesca e spegni sul davanti tanto noi usciamo dal retro quando finiamo.
Così entrai nello studio, Giorgio si era tolto il camice e mi aspettava in camicia con le maniche arrotolate. Notai la pancia sporgente e le braccia grosse, non mi ero mai accorto della sua corporatura massiccia, nonostante qualche chilo in più aveva un aspetto molto maschile e forte, sicuramente praticava ancora qualche sport. Aveva due baffoni grigi, lo stesso colore dei sopracciglioni che gli conferivano un'aria severa sotto una testa completamente rasata dei pochi capelli che non avevano ceduto alla calvizie.
Dopo aver controllato la gola mi fece spogliare e cominciò ad auscultarmi cuore e polmoni, una mano teneva lo stetoscopio sul cuore, l'altra poggiata col palmo dulla mia schiena mentre io fissavo quelle dita massicce sulla mia pelle. Pensai come ci volessero due delle mie dita per farne una delle sue.
-Va bene, qui tutto a posto, ora togli i boxer che controlliamo là sotto, visto come sei cresciuto conviene controllare.
Così mi alzai e imbarazzatissimo mi calai le mutande dandogli le spalle.
-Dai non ti vergognare! Sono il tuo medico e ti ho fatto nascere, ti visto crescere, non mi dire che ti vergogni di me!
E mi diede un buffetto su di una natica. Quel tocco mi diede i brividi ma cercai di tenere a bada l'imbarazzo e mi sedetti sul lettino.
Quando prese in mano i miei testicoli fui scosso da un brivido, questa volta non era l'imbarazzo ma era la sensazione piacevole nel sentire quelle manone ruvide che maneggiavano le mie parti basse. Mi affrettai a scacciare questi pensieri mentre avevo la pelle d'oca ed il mio cazzo già sembrava barzotto.
-Bene, adesso mettiti a pancia sotto, con i casi di emorroidi che avete avuto in famiglia meglio controllare lì dietro. Fai una cosa, piega le ginocchia e fai sporgere il culetto, così guardo subito.
Ero imbarazzatissimo, con il sedere oscenamente rivolto in fuori, non mi ero mai sentito così esposto. Mi afferrò le natiche con le mani e le aprì, sembrava quasi palpasse i glutei per saggiarne la consistenza, sentivo il suo respiro sul mio buchetto e stavo impazzendo per cercare di evitare che il mio cazzo diventasse completamente duro.
-Senti, devo controllare dentro, non ti spaventare e rilassati, fa respiri profondi. Spingi come se dovessi fare la cacca così non sentirai dolore, al massimo un fastidio ma poi ci si abitua e passa.
Prese un tubetto e mi spalmò del gel sul buco e poi ne mise abbondantemente sull'indice. Pensai che fosse strano che facesse tutto ciò senza guanti poi sentì il dito che entrava, cercavo di rilassarmi mentre sentivo quelle grosse falangi scorrermi dentro. Sentii il dito che si muoveva dentro di me, che controllava le pareti interne e poi lo sentii uscire. Ok era fatta, tirai un sospiro di sollievo, poi improvvisamente lo sentii rientrare con forza.
Emisi un gemito mentre il dito si muoveva indietro e poi di nuovo avanti nel mio culo, l'altra mano mi palpava saldamente la natica ed il mio cazzo oramai era oscenamente eretto.
-Perdonami, ti ho fatto male? Non sono sicuro di aver controllato bene, è così stretto qui dietro, devo controllare meglio, cerca di rilassarti- disse senza fermare il dito che mi stava letteralmente scopando.
Io, cercando di controllare la voce rotta e ansimante, risposi
-No, figurati, tutto ok-
E sentii che adesso mi stava infilando due dita, riuscivo a malapena a non gemere di piacere quando con l'altra mano mi afferrò il cazzo e fece scorrere la pelle del prepuzio.
-Ma bene! Sei diventato proprio un uomo! La notizia buona è che non c'è fimosi, il glande si scopre tranquillamente e l'ano ed il retto sono perfettamente sani!
-Ah! Ok, ahhhh. Risposi, cercando di trovare un senso a quella situazione assurda.
-Ma c'è un problema, sembra che tu sia ricchione, senti come ti piacciono le dita in culo! Hai il cazzo durissimo e tutto bagnato! Sembra proprio che tu abbia l'indole della puttanella passiva! Chissà che vergogna in famiglia!
Era vero! Ero scoperto! Non potevo negare quello che stavo provando.
-No, ti prego! Non dire niente a nessuno! Non...
Nel panico non sapevo che dire, sentivo che stavo per mettermi a piangere ma lui subito mi tranquillizzò:
-Non ti preoccupare, resterà un segreto tra noi! Fidati di zio Giorgio.
-Graz... Non feci in tempo a finire la frase. Mentre parlava aveva mollato il mio cazzo, sfilato le dita dal culo ed ora sentivo qualcosa di più grosso cercare di farsi strada dentro di me. Restai senza fiato mentre la sua cappella scivolava oltre il mio ano e mentre sentivo il fusto di quello che sembrava un cazzo di grosse dimensioni scorrermi dentro.
Lo spinse tutto dentro e restò immobile, premendolo dentro e tenendomi il culo aperto con entrambe le mani. Mi sentivo riempito, nno avevo mai provato un piacere simile. Poi si aprì la camicia e si stese su di me, spingendomi in avanti sul lettino, la sua pancia pelosa contro la mia schiena inarcata, passò un bracciò sotto al mio collo per farmi voltare e mi mise la lingua in bocca. Ero in estasi: ero alla mercè di quest'omone, completamente abbandonato sotto il suo corpo peloso.
-Bene Giacomino, sembra proprio che tu sia aperto di natura, ti ho sfondato il culo e non hai dato cenno di dolore. Vuol dire che sei nato per soddisfare i maschi, ci penso io a te, ti farò diventare una brava troietta.
E mentre parlava cominciò a dare i primi colpi di reni, godevo da matti, il mio cazzo duro si strusciava sul lettino ad ogni spinta.
Andava sempre più forte, avanti e indietro, ogni tanto usciva completamente col cazzo e lo reinfilava tutto di botto togliendomi il fiato.
-Ti piace? Ti piace farti sbattere come na troia? Sei il mio frocetto? Ti piace il ciolone di zio Giorgio?
-Siiii! Si continuaaaa! Fammi quello che vuoi, mi piace!
Mi scopava con sempre piu forza e violenza finchè il mio cazzo esplose in una sborrata immensa, mentre venivo scosso dal piacere con una sequenza di colpi fortissimi raggiunse anche lui l'orgasmo, emise un verso animalesco e sentii il mio sedere riempirsi della sua sborra calda.
Restammo immobili qualche minuto, esausti, lui steso sopra di me, poi mi sfilò il cazzo e con uno schiocco osceno la sua cappella uscì dal mio buco.
-Beh Giacomì, tieni il certificato, passa domani alla stessa ora se lo vuoi di nuovo, tanto si è capito che ti piace, quando vuoi una bella dose di minchia passa dal tuo dottore che ti ha fatto nascere e che ora ti ha pure svezzato!
E si mise a ridere mentre mi firmava il certificato di sana e robusta costituzione.
---> Continua

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