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IL PESCHERECCIO


di Membro VIP di Annunci69.it matupas
20.06.2022    |    636    |    2 9.0
"Lo zio, intanto si era messo a lavorare con le reti, il peschereccio era grande e chiesi loro se fossero andati a pesca da soli o con altri, mi dissero che..."
Mi sono accorto che mentre scrivo un racconto delle mie avventure, d’improvviso torno indietro con la mente e subito ho dei feedback, le immagini di quel ricordo si fanno vive come se il tempo non fosse passato, rivivo in quell’istante tutto ciò che successe quel giorno.
Avevo circa 17 anni, e vivevo con mio padre in una delle tante città in cui siamo stati a causa del suo lavoro. Era una città di mare del sud, e precisamente in Sicilia, d’estate se non fossi andato in vacanza con amici, sarei stato costretto a restare in città. La mattina di solito andavo al porticciolo dei pescatori, e come tanti altri ragazzi della mia età ci mettevamo a prendere il sole sul moletto dove erano attraccati i pescherecci.
Ero solito mettermi sempre allo stesso posto, ma quel giorno lo trovai già pieno di ragazzi, fui costretto a spostarmi più in fondo al molo, trovai un bel posto che mi dava la possibilità di tuffarmi senza il pericolo di battere la testa sul fondale o su scogli a pelo d’acqua, inoltre in quel punto il molo si allargava formando anche una bella piattaforma ampia e confortevole per stendersi.
Pensai che fossi stato davvero fortunato a trovare quel posto, ma ancora non sapevo che la vera fortuna sarebbe arrivata dopo. Ero li disteso come una lucertola, quando sentii il rombo di un motore che si metteva in moto alle mie spalle. Incuriosito mi girai e la visione di due ragazzi su un peschereccio mi fece sgranare gli occhi, erano intenti a svuotare la sentina con le pompe del motore, non si poteva fare all’interno del porto, ed io di istinto con un gesto della mano e facendomi notare con un “ HEY CHE FATE?” li rimproverai.
Il più giovane dei due che aveva circa 20 anni, agitando la mano verso di me inveì “ CHE MINCHIA VUOI?” L’ altro però il più vecchio sui 40 anni corse subito nella tuga a spegnere il motore, poi andando verso il giovane lo calmò, per poi scusarsi con me. Lo vidi poi scendere dal peschereccio e dirigersi verso di me.
Lo vedevo avanzare verso, una paura mista ad ammirazione mi pervase, era davvero un bel pescatore, abbronzato e coi capelli lunghi forse più dei miei, due braccia e due gambe da capogiro venivano esposte alla mia vista fuori da canotta e pantaloncini sporchi di nafta ed olio. Mi alzai per affrontarlo, ma dimenticai di mettere a posto il costume che tenevo tipo tanga fra le chiappe per abbronzare i glutei e lasciare il segno come una troietta. I capelli li tenevo legati a coda col mio elastico rosa e chiunque vedendomi avrebbe pensato che fossi una troietta in calore.
Era li davanti e me ed il suo sguardo fu premonitore di un qualcosa che non mi sarei aspettato, i suoi occhi erano languidi di chi sta per scusarsi, disse che di solito stando all’inizio del molo e quindi all’entrata del porticciolo, il svuotare la sentina non era permesso ma non c’era mai stato nessuno che si fosse lamentato, perché la corrente marina in quel momento ed a quell’ora trascinava fuori qualsiasi residuo di olio e nafta.
Mentre parlava il mio sguardo continuava a vagare dal suo viso stupendo e al pacco che teneva fra le gambe, balbettando gli dissi che doveva scusarmi lui se ero stato scortese. Mi avvolse il braccio intorno alle spalle e mi invitò a seguirlo sul peschereccio per conoscere e parlare anche con suo nipote, il ragazzo a suo dire era stato maleducato con me. Mentre ci incamminavamo mi chiese di dove ero, il mio modo di parlare non era certo del luogo, e mi chiese se fossi in vacanza.
Una volta sul peschereccio anche il ragazzo fu curioso del fatto che ero li in quella città ma non in vacanza, spiegai loro la mia situazione e diventammo confidenziali. Il ragazzo continuava a fissarmi sempre più incuriosito, ma anche perché attratto dal mio culo esposto alla sua vista, passandomi di fianco non poté fare a meno di strusciare il braccio sul mio culo, in quell’attimo mi girai sorridendogli, arrossì come un bambino sorpreso a dire una bugia.
Lo zio, intanto si era messo a lavorare con le reti, il peschereccio era grande e chiesi loro se fossero andati a pesca da soli o con altri, mi dissero che di solito uscivano solo loro due, e che se avessi voluto vedere tutta la barca il ragazzo mi avrebbe fatto fare un giro anche sottocoperta e nella zona dove stivavano il pesce.
Saltai sui piedi e sbattei le mani come una bambina che sta per ricevere un regalo, il ragazzo mi guardò allibito, ma mettendomi una mano sulla spalla mi invitò a seguirlo. Scendemmo giù , e lui mi mostrò la cucina, poi più a prua una cabina dove a volte potevano anche dormire, non era grande ma giusto lo spazio per un letto singolo vicino ad un mucchio di attrezzi per la pesca.
Dopo aver visto anche il resto risalimmo, contento del giretto mi apprestai a scendere, lo zio mi fermò e con naturalezza mi chiese se avessi desiderato uscire con loro a pesca, non ci pensai neanche un secondo ed accettai, mi dissero che sarebbero partiti a mezzanotte e se mi fossi trovato li in orario mi avrebbero portato con loro.
Alle 23.30 ero già li pronto a salire a bordo, avevo messo una tutina con la felpa prevedendo il freddo notturno, mi diedero da indossare una cerata da pescatore, mi sentivo eccitato e curioso di come sarebbe andata la pesca, ma soprattutto del fatto che avrei potuto forse farmi fare il culo dallo zio pescatore.
Il ragazzo era caruccio ed anche torello, da quel che riuscivo a capire forse era interessato lui a farmi il culo, ma io puntavo allo zio. Eravamo già lontani dalla costa, lo zio era al timone e non si staccava mai di li, mi ero messo di fianco a lui a chiacchierare e fumare, scrutavo ogni suo movimento per capire quale fosse stato il momento giusto per allungare una mano. Il ragazzo armeggiava con le reti e con attrezzi a me poco conosciuti, all’improvviso lo zio urlò “ORA; ORA CALA, CALA ” Il ragazzo corse ad una leva, la tirò e le reti iniziarono a scendere in acqua.
Dopo 5 minuti, lo zio ci disse di andare di sotto a fare un caffè e poi a riposare, ci avrebbe richiamato lui al momento giusto. Cazzo pensai ma questo non si sposta mai dal timone, che faccio? Andai giù ed il ragazzo era già li a fare il caffè, quando fu pronto presi la tazza per portarla su, arrivai dallo zio con la tazza in mano e lui ringraziandomi mi disse di tornar giù.
Gli dissi che volevo stare li a guardare, che ero venuto con loro per divertirmi e non per dormire, mi guardò e con semplicità mi disse ”lo so perché sei venuto, ti vuoi divertire? Ok chiudi la porta e stai giù , mettiti in ginocchio e succhiami il cazzo”. WUAUUU non aspettavo altro che quel momento, tolsi la cerata che mi intrigava nei movimenti, mi inginocchiai fra lui ed il timone, lentamente gli aprii la zip dei jeans, lo sentii che stava per gonfiarsi e tirandoglielo fuori dalle mutande, mi ritrovai un cazzone enorme davanti alla bocca.
La sua cappellona enorme odorava stranamente di sapone, con la lingua iniziai a leccargliela, il beccheggiare della prua sulle onde mi facilitava i movimenti, la leccai a lungo mentre lui mugugnava di piacere, slacciai il bottone che teneva su i pantaloni e glieli tirai giù, il suo cazzo fu dritto e duro davanti a me, senza titubare lo spostai di lato per leccargli le palle pelose e gonfie, piene di saliva le prendevo in bocca e le succhiavo, erano grosse e dure ma riuscivo a prenderle entrambe in bocca, questo lo faceva impazzire ed irrigidire sulle gambe.
Avvolsi con le labbra la cappella e la succhiai prima di infilarmela dolcemente e lentamente in bocca, era bella e grossa, mi riempiva la bocca ancor prima di scivolare fin giù lungo tutta l’asta, arrivai e ficcarmi tutto quell’enorme cazzo in gola e trattenerlo per qualche secondo, era davvero grande e lungo, i mie sforzi di ficcarmelo tutto in gola mi facevano venire i conati.
Mi aiutavo con le mani per non soffocare, ma ficcarmelo tutto in gola mi piaceva da morire, continuai a succhiarlo a lungo, lui non dava cenno di essere pronto a sborrarmi in gola, anzi mi chiedeva di continuare e di non fermarmi, io continuai a succhiarlo e leccarlo tanto che le mandibole cominciavano a stancarsi. Alzai gli occhi verso su per capire se potevo fermarmi, vidi che guardava di lato e faceva segni con la testa, girai lo sguardo e vidi il ragazzo che dal vetro della porta ci guardava mentre la sua mano si agitava in basso masturbandosi.
Lo zio gridò “VA VIA, TORNA DOPO” ed il ragazzo sparì, continuai a succhiarlo finché lo zio ritraendo il cazzo dalla mia bocca mi disse di alzarmi, “METTITI QUI” ponendomi le mani sul bacino mi fece mettere davanti a lui di schiena, fra lui ed il timone ,”ORA TI INSEGNO A GOVERNARE LA ROTTA” mi fece mettere le mani sul timone e mi disse di guardare la bussola davanti a me, “ TIENI SEMPRE COME ORA SU NORD EST”, cosi feci mentre la sue mani mi abbassarono la tuta e gli slip, sentii il suo cazzo intrufolarsi fra le mie natiche, sputò due volte sulla mano, la passò tra le mie natiche e dentro il buco con le dita, risputò ancora sulla mano e se la passò sulla cappella,.
Ero pronto, il mio buco pulsava in attesa della violazione, la cappellona iniziò a spingere, entrava lentamente per non farmi male, fu dentro di me senza neanche uno sforzo per poi continuare il suo tragitto fino in fondo riempendomi col suo cazzone, spinsi a mia volta indietro ad accoglierlo nella sua interezza.
Lo spazio era minimo per muoversi con affondi, ma la sua maestria nel muovere il bacino mi faceva impazzire di godimento, lo sentivo tutto dentro di me che con piccoli movimenti mi sfondava, tolsi coi piedi la tuta che mi impediva di allargare le gambe. Lo feci senza che lui fermasse il suo lavoro di trapanamento continuo, allargai le gambe e inarcai leggermente la schiena, entrò ancora di più fino in fondo. “HAI UN CULO COME LA FICA DI MIA MOGLIE, ANZI MEGLIO”.
Che goduria sentirselo dire, stavo impazzendo e lui con me, prese le mie cosce con le mani e mi tirò su, mi fotteva da sotto come se fossi seduto su di lui, aveva una forza pazzesca a tenermi cosi ed a fottermi su e giù senza fermarsi mai. Volevo segarmi ma non potevo lasciare il timone, se avessi cambiato rotta le reti rischiavano di incagliarsi. Continuava a fottermi senza dare cenno di voler finire, tornai giù con le gambe e lo fermai con le mani spingendolo sulla parete dietro di lui, iniziai a muovermi io fottendogli il cazzo a modo mio, strinsi lo sfintere come se fosse la stretta di una mano e continuai fino a che avvertii l’inarcamento e l’irrigidimento tremante del suo corpo, un urlo di goduria mi riempì del suo caldo seme, lo trattenni spingendolo indietro sulla parete, continuando a fottergli il cazzo sborrai senza toccarmi, fu una delle poche volte che mi capitò, fu sublime ed inaspettato, riportò le sue mani sul timone ed io lo rivestii per continuare a navigare.
Mi rimisi i pantaloni della tuta ed uscii, l’aria fresca e gli spruzzi di acqua salata mi rinvigorirono, respiravo a pieni polmoni con le braccia larghe, ero appagato e soddisfatto, lui mi guardava sorridente dal suo posto di comando, e con la testa annuiva alla mia soddisfazione che era anche la sua.
Scesi giù a prendermi una tazza di caffè per riscaldarmi un po’, trovai il ragazzo che seduto al tavolo mi guardava con fare minaccioso. Gli chiesi se stava bene e se gli occorreva qualcosa, non rispose ma alzandosi si recò verso la cabina di prua. Lo seguii per assicurarmi che stesse bene, aprii la porta e lo vidi steso sul letto col cazzo fuori che si segava.
Restai un attimo perplesso, poi capii che anche lui aveva bisogno del mio aiuto, mi avvicinai e sedendomi sul letto iniziai a segarlo io, mi afferrò la testa e me la trascinò sul cazzo duro e dritto, non feci resistenza e cominciai a succhiarglielo. Lasciò la testa e si fece succhiare il cazzo abbandonandosi completamente alla mia bocca vorace, pensavo di farlo sborrare presto, ma non veniva mai, era già da un po’ che lo succhiavo ma nulla dava segno di una sua sborrata.

Improvvisamente si tirò su dal letto ed afferrandomi da dietro mi tirò giù la tuta, mi spinse in avanti facendomi poggiare le mani sul letto, ero ancora pieno della sborra dello zio, fu facile per lui incularmi di brutto, mi scopò come fosse l’ultima scopata della sua vita, ci dava dentro furiosamente, poi ecco che un colpo di reni deciso lo fece esplodere copiosamente. Quando lo tirò fuori inciampò cadendo sugli attrezzi da pesca dietro di lui, ci guardammo e scoppiammo a ridere, lo zio da sopra sentendo le nostre risate urlava, non capendo cosa fosse successo, andammo su, io girandomi ed abbassandomi la tuta gli mostrai il culo, il ragazzo ricominciò a ridere e trascinò anche noi nella risata. Fu una bella notte di pesca, rientrammo dopo l'alba, nei giorni che seguirono quando andavo a prendere il sole al molo, a volte li rivedevo sul peschereccio, e di tanto in tanto o lo zio o il nipote mi invitavano per una tazza di caffè........ed io li ricambiavo a modo mio, fu una bella estate, un bel ricordo di due bravi pescatori che avevano abboccato al mio amo, no scusate ano?







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