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Gay & Bisex

Il costume da bagno


di Membro VIP di Annunci69.it paco2222
01.04.2020    |    2.825    |    14 10.0
"Mi prese il cazzo e, tirandolo verso di sé, cominciò a masturbarmi..."
Un cliente di Rimini mi aveva chiesto di assisterlo nell'avvio della sua attività. Era il mese di agosto, ma siccome pagava bene, non avevo esitato ad accettare. Alloggiato in un ottimo hotel, in tre giorni avevo terminato il mio compito, con grande soddisfazione dell'interessato. Era di venerdì, sarei stato ospite di quell'azienda sino al lunedì, per cui decisi di godermi un pò di mare e di cercare qualche avventura con i maschi della Riviera. Avevo letto che da Rimini a Ravenna le spiagge nudiste e gay non mancavano, per cui mi preparai per andarci il giorno dopo.
Non avevo portato con me costumi e teli da mare e allora andai a cercarli nei negozi del lungomare, aperti sino a tarda notte.
Dopo aver girato senza risultato, lasciai il lungomare per una stradina interna, parallela. Vidi allora un negozio di articoli da spiaggia, che esponeva la merce anche fuori del locale, presentendola alla rinfusa in grandi ceste per tutti.
Trovai subito un telo da bagno che faceva al caso mio: grande, dai colori sgargianti, ottimo come richiamo dei maschietti in cerca. Per il costume la scelta fu più laboriosa ma alla fine fui pienamente soddisfatto: era un minislip, di colore giallo acceso, che sulla mia pelle abbronzata avrebbe mandato chiunque fuori di testa.
Con i due articoli in mano entrai nel negozio dove, nella penombra rinfrescata da un condizionatore, un bell'anziano dai capelli argentati era dietro al bancone in attesa dei clienti. Notai subito che mi guardava con interesse. Indossavo una camicia senza maniche sopra un paio di leggerissimi jeans che non riuscivano assolutamente a nascondere che ero senza biancheria intima.
Volendo passare al contrattacco, gli chiesi se, secondo lui, il costume che avevo preso era della mia taglia. Ovviamente mi guardò attentamente i fianchi ma intuii che stava facendo una esperta stima anche del mio pacco. Con un sorriso troppo gentile mi guidò verso una cabina di prova dicendomi di misurarmi il costume senza fretta. Per provocarlo, gli feci presente che non indossavo intimo e che quindi se non aveva niente in contrario, avrei provato il costume a pelle.
Con il suo sorriso ambiguo mi disse che non c'era problema. E con un'ultima intensa occhiata al mio pacco mi lasciò nello stanzino. Non c'era una porta ma solo una tendina che, provocatoriamente, avendo intuito che qualcosa stava maturando, lasciai aperta a metà.
Data l'ora, il negozio era vuoto. Perciò l'anziano, servito qualche turista, tornò da me per chiedermi se tutto andava bene.
Sadicamente, mi ero sbottonato completamente la camicia, con la scusa di vedere poi come mi stava il costume. Poi mi ero tolto i jeans, sotto i quali non avevo niente. Nel fare questo avevo notato con la coda dell'occhio che l'anziano mi aveva osservato con insistenza, toccandosi con noncuranza la patta. Indossai il costume giallo, che sulla mia pelle abbronzata, liscia e depilata faceva un figurone, e attesi gli eventi trastullandomi con l'elastico e i laccetti. Non sentendo rumori, il proprietario del negozio tornò a dare un'occhiata, sbirciando dalla tendina. Lo sentii arrivare e scostai la tenda per chiedergli se secondo lui l'elastico del costume non mi stringeva troppo in vita. Per invitarlo a controllare, la troia che era in me mi indusse a infilare le dita sotto l'elastico e a farle scorrere intorno ai fianchi. L'anziano non se lo fece dire due volte e, anche lui, infilò due dita sotto l'elastico, percorrendo lentamente la mia circonferenza. Molto professionalmente volle controllare con cura, spingendo le dita anche in basso, dove urtò inavvertitamente la base del mio cazzo depilato. Si ritrasse istintivamente ma lo tranquillizzai con un sorriso. Gli chiesi anzi se non pensava che, intorno alla coscia, vicino all'inguine, non andasse fatto anche lì un controllo della misura. Nel dire questo, dopo aver allargato leggermente le gambe, infilai puttanescamente due dita sotto il costume, toccandomi goduriosamente l testicoli di lato. La sua mano accolse prontamente l'invito e, nell'insinuarsi sotto la cucitura, non mancò di avvertire la consistenza delle mie palle.
Il dado era tratto. Portai la mano sul costume, all'altezza dell'inguine, e mi strizzai sensualmente il pacco. L'anziano non se lo fece dire due volte: scostò la mia mano e, dopo aver avvertito la crescente consistenza dei miei attributi, cominciò a massaggiarmeli vogliosamente.
Era il momento di fare il passo successivo. Dopo aver esplorato manualmente cosa si celava sotta la patta dei suoi pantaloni e aver constato che, a dispetto dell'età, c'era anche lì una bella biscia che si stava srotolando, mi ritrassi e, da vera troia, abbassai e mi tolsi il costume.
Il padrone del negozio era completamente nel pallone. Respirava rumorosamente e mugolava voglioso. Mi prese il cazzo e, tirandolo verso di sé, cominciò a masturbarmi. Io ero praticamente nudo. Fece scendere l'altra mano sui glutei, attirandomi a se. Gli risposi infilando una mano nella patta, sino a che non trovai il suo cazzo. Rimanemmo così, lascivamente operosi, ma nel più profondo silenzio, rotto di tanto in tanto dai nostri gemiti di goduria.
Cercò di baciarmi. Lo respinsi dolcemente perché non era quello che cercavo. Gli chiesi invece se non lo voleva in bocca. Subito si inginocchiò.
Con molta naturalezza, dettatagli evidentemente da una lunga esperienza, mi prese il glande fra le labbra, lo scappellò completamente e mi fece sentire la lingua che voluttuosamente, fra un risucchio e l'altro, bramava il mio seme.
Non ci volle molto. Con un'esperta strizzata di palle, accompagnata da un inizio di penetrazione di un dito nel culo, mi fece raggiungere un potente orgasmo: il mio raglio asinino segnalò che gli stavo inondando la bocca di sperma, che lui non riusciva però a deglutire in tempo. Ciononostante, dopo aver accolto cinque o sei spruzzi bollenti, si preoccupò di raccogliere con la lingua tutto il seme che ancora gocciolava dal mio meato, ripulendomi a dovere il sesso depilato.
Il campanello della porta del negozio ci avvertì che altri clienti stavano entrando. Si asciugò frettolosamente la bocca con il dorso della mano, si sistemò la patta dei pantaloni, e, deglutendo le ultime gocce di sperma, si diresse agli scaffali di vendita.
Mi rivestii soddisfatto. Con il telo da bagno e il costume giallo in mano mi avviai innocentemente alla cassa: "Quanto le devo?"; "Niente, è una promozione".
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