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Claudio - 03 Cosa scopro


di Eriaku
20.04.2024    |    3.755    |    3 9.7
"Voglio essere desiderato, un oggetto di piacere per chiunque mi aggradi..."
Di nuovo qui. Non so perché, forse spero di trovare quel che cerco?

So solo che la mia esperienza con Giselle di due giorni fa, mi ha lasciato l'amaro in bocca. E non mi riferisco al sapore del suo seme, che per la verità era più aspro, tendente al dolce.

No, quello che intendo è che mentre mi fotteva, slargandomi il culetto col suo uccellone di trans, sentivo costantemente la mancanza di qualcosa. Mi è piaciuto farmi inculare, questo è certo. E ho sognato di farmi sbattere ancora mentre le stringo le tette. Tuttavia, mentre era dentro di me, qualcosa di stonato mi riecheggiava nella mente. Essere scopato da una trans mi è piaciuto, tanto, ma non è quello che voglio.

Così quando mi ha fatto una proposta, ho accettato, spinto dall'incosciente voglia di scoprire di più su di me.

Mi era appena venuta in bocca, e avevo ingoiato tutto. Sdraiato sul suo letto le leccavo il pisello umido, steso fra le sue gambe large, quando ha ricevuto una telefonata.

"Il ragazzino di prima? Che coincidenza, è ancora qui. Si, hai indovinato amore. Gli piace proprio tanto."

Accortasi che la stavo guardando mi ha sorriso.

"Si può fare amore, adesso ti lascio così lo convinco."

Chiuso il telefono, mi ha fissato: "Allora tesoro, ti è piaciuta la tua Giselle? È stato come lo volevi?"

"S-si è stato bellissimo." ho borbottato sul suo uccello.

"Però ti è mancato qualcosa no? La tua Giselle queste cose le percepisce" e mi ha fatto l'occhiolino.

"Ecco, io..."

"Se vuoi, un mio amico vorrebbe conoscerti. Secondo me potrebbe essere quello che cerchi, quello che vuoi" mi ha interrotto.

"Un amico?" Le ho fatto eco, confuso.

"Si, l'uomo che hai visto prima. Lui è un amico fedele di Giselle, ma non è come te. Vedi, con lui faccio la donna. Sapessi cosa mi fa quando ci vediamo..." Ha stuzzicato il mio interesse e ne è consapevole.

"Io...Ok!" Ho accettato, in una botta di coraggio.

"Benissimo tesoro, allora dopo lo chiamo. Intanto però, sai Giselle per oggi non aspetta nessun altro" me lo dice con tono dolce, indicando con un cenno del capo il suo randello, ancora fra le mie mani, di nuovo duro e pulsante.

Sto giusto pensando a come farmi sborrare dentro con il preservativo sia stato strano, quando Giselle apre la porta. Mi riscuoto e la osservo. Trafelata, ansimante, sudata e nuda. Le tette sono magnifiche come ricordavo. Il suo cazzo è duro.

"Ciao tesoro, era ora che arrivassi. Ti aspettiamo da molto, lui era così impaziente che abbiamo già cominciato" mi rimprovera bonariamente, precedendomi in casa.

Vorrei ribattere che non sono poi così in ritardo, ma la mia timidezza mi paralizza quando vedo "Lui".

Si tratta davvero dello stesso uomo dell'altro giorno. Nudo anche lui, seduto su una poltroncina di vimini, con il grosso cazzo svettante ricoperto da un preservativo. A confronto, quello di Giselle impallidisce.

Mi guarda senza parlare, la stessa espressione seria della volta precedente.

Giselle rientra nel mio campo visivo, si sta massaggiando il buchetto con dell'olio. Senza rivolgermi la parola, torna verso di lui che con uno scatto l'afferra di colpo, rigirandola e impalandola su di sè d'un colpo.

La trans spalanca gli occhi, ma inizia subito a cavalcarlo puntellandosi con le mani sul petto largo e possente dell'uomo.

"Mi spiace amore, lui adesso deve venire. Non si ferma mai, una volta cominciato. Tu intanto spogliati, da bravo" mi fa un sorriso, come di scuse, mentre si incula da sola, gemendo piano.

Eseguo, vergognoso, girandomi senza pensare che così mostro loro quel che vogliono mentre mi denudo.

Mi rigiro timoroso, sono eccitato e cerco di nasconderlo fra le mani.

Adesso è lui che sta pistonando Giselle dabbasso. L'espressione della trans non è più così artefatta. I suoi guaiti sono reali. Avere un uccellone che ti sfonda le viscere deve essere troppo anche per lei.

Resto incantato a fissarle il volto sconvolto, la smorfia di dolore mista al piacere nell'essere posseduta. Voglio vedermi anche io così, penso.

All'improvviso, lui pianta a terra i piedi e infilza Giselle fino all'osso, sgroppandole dentro, strappandole un grido. Vedo le sue grosse palle contrarsi, sta sborrando. Un sentimento sconosciuto mi pervade. Invidia, forse? No. Non è questo. Smetto di interrogarmi per ora, mi sto segando osservandoli, sento il buchino pulsare di voglia.

Lui libera Giselle dalle sue grinfie solo dopo essersi completamente svuotato. La trans, tremando, riesce ad alzarsi dopo qualche istante. L'uccello le esce dalle viscere con un "plop".

Il preservativo è pieno di sperma. Completamente gonfio.

Giselle, delicata come sempre, lo sfila annodandolo e con un sorriso di circostanza sparisce in una porta laterale. So che c'è il bagno là, mi ha permesso di farmi una doccia dopo avermi montato di nuovo, l'altra volta.

Soli in camera, cerco di guardare imbarazzato altrove ma finisco per incontrare i suoi occhi. Non ha detto una parola. Se ne sta sulla poltrona, stravaccato. Il suo cazzo ha perso parte del vigore, ma è comunque grosso e magnifico. Ricoperto di seme viscoso. Mi viene voglia di sapere che sapore abbia.

"Amori, avete cominciato senza la vostra Giselle! Che birichini..."

Vorrei risponderle ma non si parla con la bocca piena. Continuo quindi nella mia opera di pulizia del piolo di carne del suo amico fedele, come lo ha chiamato lei. Il sapore di sborra e lattice è una strana commistione, ma la trovo gradevole. Mi sbavo tutto mentre lo spompino, sdraiati sul letto, e m'inorgoglisco quando lui si fa sfuggire un ansito quando succhio come una caramella il glande di nuovo gonfio. Nello scoparsi Giselle, non ha emesso un fiato nemmeno durante l'orgasmo, io invece sono riuscito a smuoverlo!

Gli urlo sull'uccello, quando sento l'ano cedere sotto la spinta del randello della trans che mi penetra di colpo. Giselle mi tira indietro la testa per i capelli forzandomi a svuotare la bocca, mentre affonda dentro di me.

Il cazzo dell'uomo ricoperto di saliva si erge di fronte le mie labbra aperte. Mi sfuggono una serie di lamenti mentre il mio culetto viene aperto. La gentilezza della volta precedente sembra scomparsa. Giselle mi scopa forte e veloce, deve essere infoiata dall'inculata di prima. Provo a dirle di far piano ma lei ha evidentemente troppa voglia e spinge quel suo coso infernale nel mio povero buchetto. Le mie resistenze sono deboli, o forse lei è più decisa di me. Forse essere scopato con irruenza mi piace e basta.

Ad un certo le braccia mi hanno ceduto, e mi ritrovo con la faccia sul lenzuolo. Rilasso i muscoli, incassando le sue botte di bacino.

"Bravo tesoro, prendi l'amore di Giselle, che ne ha tanto da darti" mi elogia, ansimando.

Stantuffa senza posa fra le mie natiche, ormai sono così preso che non capisco più nulla. Al culmine dell'eccitazione, sento il piacere che mi sale dai piedi e mi scende dalla testa fino a confluirmi all'inguine; vengo boccheggiando, il pisello che si contrae nella liberazione.

"Godì amore, vieni per la tua Giselle, lo sapevo che ti sarebbe piaciuto essere scopato così, sei una bella cagnetta tu!" Il suo incitamento è accompagnato da uno sbuffo, anche lei è al limite.

"Uhhh, il tuo sederino è proprio meraviglio, tesoro. Adesso ti do tanta bella crema calda, bevila tutta per me, d'accordo?" Così dicendo accelera i movimenti dei fianchi, finché il suo cazzo arriva a fine corsa. Tiratolo fuori me la ritrovo a cavallo delle spalle, il glande gonfio poggiato su una guancia si contrae ripetutamente rilasciando fiotti di sperma che mi imbrattano il viso. Giselle mi sta sborrando in faccia, ed è bello, davvero tanto.

"Hai visto amore? Visto quanto è bravo? Lo ha preso tutto, ed ha goduto. Una vera cagna da competizione. Non è come ti aveva detto la tua Giselle? Mantengo le promesse, io."

Parla di me come se non ci fossi, tessendo le mie lodi come se fossi suo. Posso biasimarla? Dopotutto sta spalmando il suo orgasmo sul mio volto con la cappella, senza che faccia nulla se non boccheggiare.

"Lo voglio provare." Sento la voce dell'uomo per la prima volta, nella confusione post-orgasmica. Ha tono profondo e calmo, mi da un brivido. Si riferisce a me?

Ricevo risposta alla mia domanda inespressa, quando Giselle smette di passarmi la cappella sulle labbra e mi libera dal suo peso e quasi contemporaneamente vengo ribaltato sul letto. Mi ritrovo carponi, stavolta con il sedere verso l'uomo.

Di fronte al viso, ho il membro di Giselle mezzo duro e lordo di sperma.

"Forza tesoro, lo sai cosa devi fare" un'esortazione accompagnata da una mano sul capo. Completamente sopraffatto, apro la bocca e mi do da fare.

Sento una mano dell'uomo stringermi un fianco ed in un attimo il suo cazzo mi sprofonda dentro facendomi tirare la schiena. Dalla mie labbra esce una sorta di muggito per via del cazzo di Giselle. L'uomo inizia a montarmi con forza, ogni tanto lo tira fuori e la trans con le mani mi tiene il buco aperto lasciandoci colare qualcosa di caldo.

Saliva, forse? Non lo so, non capisco più niente, sento solo gli schiocchi delle anche che sbattono e gli incitamenti leziosi di Giselle. Ad un tratto vengo strattonato e mi ritrovo sulla schiena. Incrocio il suo sguardo deciso mentre mi allarga le gambe e lo rinfila dentro scopandomi con forza. Ora che ho la bocca libera posso urlare, ma riesco solo ad ansimare ad occhi chiusi.

Ad un certo punto lo sento rantolare e apro gli occhi ma riesco a vedere solo il suo petto scultoreo lucido di sudore, le mie gambe sui suoi avambracci. Accelera, lo sento rigido e duro che mi spacca. Un gemito roco accompagna infine la sua liberazione. Non si ferma nemmeno per un attimo, continuando a scoparmi finché non ha rilasciato l'ultimo schizzo di sborra dentro di me.

***

Sono ancora rannicchiato sul letto di Giselle quando riapro gli occhi. Deve essere passato solo qualche minuto, perché la situazione è variata appena. L'uomo si vestendo mentre chiacchiera con una Giselle ancora nuda. Ho le palpebre pesanti ma riesco a vedere un rotolo di banconote passare di mano e ho una folgorazione. Sono stato merce ben pagata. L'uomo ha sborsato chissà quanto perché mi voleva. Voleva me! L'eudoria di questa nuova consapevolezza scaccia via la stanchezza.

Finalmente ho scoperto chi sono e cosa voglio: Sono una puttana. Voglio essere desiderato, un oggetto di piacere per chiunque mi aggradi. Un tonfo alla porta e pochi istanti dopo Giselle sale sul letto alle mie spalle. Con un sorriso a fior di labbra, rilasso il sedere quando la sento iniziare a spingere. Ora sono io quello che ha il controllo.
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