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Umiliato da un 20enne toro - Parte 2


di LucLucoo
25.08.2023    |    7.571    |    23 9.9
"Lui sembrò eccitato dalla cosa, e non solo continuò a sfiorarmi capezzolo e buchetto con le sue mani, ma si avvicino all'orecchio e mi disse: "Scommetti..."
Provai un misto tra gioia e terrore. Gioia, perché la mia fantasia si stava per realizzare, forse. Terrore, perché lui era insopportabilmente, o forse dovrei dire incredibilmente, dominante. Era come se fossi sotto il suo incantesimo. In altre occasioni, di fronte ad un ordine del genere, mi sarei ribellato vigorosamente. Nel mio lavoro, i comandi sono io ad impartirli, figuriamoci se avessi mai permesso ad un ventenne di dirmi cosa dovessi o non dovessi fare. Impensabile solo fino a qualche istante prima. Eppure, la vita ha il suo modo ironico di ribaltare le carte e di metterti al tuo posto. Ed il mio posto in quel momento, con quel toro virile, era da troietta.

"Si, ok" dissi con voce tremolante. Afferrai il bagnoschiuma, ed essendosi lui girato di spalle, iniziai a passargli le mani sulle spalle. Lui appena sentì il mio tocco, da bravo alfa orgoglioso del suo fisico, si produsse in una posa in cui fletteva entrambi i bicipiti. Da dietro, era una statua di Michelangelo. So che è una immagine banale, ma in quel momento non ebbi di certo il tempo di fare una ricerca approfondita tra le mie memorie di Storia dell'Arte. Michelangelo andava più che bene. "Non mi dici nulla? Prima parlavi così tanto", mi rimproverò. "Sei spettacolare, scusami sono in imbarazzo", malgrado fossi realmente imbarazzato, mi spinsi oltre "Non ho mai toccato un uomo così grosso, e pensare che hai la metà dei miei anni".

Lui fece uno sbuffo di scherno: "E sono già 3 volte più uomo di te, dovunque. E lo sai". L'erezione che era sopita da quando era entrato nel camerino improvvisamente riprese vita. Come se non fosse già abbastanza eccitante quanto stesse accadendo, iniziò a farsi strada un sospetto ancor più intrigante. Forse anche lui era eccitato dalla differenza di dimensioni. Perché dire proprio questa frase tipica dei forum più oscuri del web, che frequento da anni, dove ragazzini dotati amano umiliare uomini dalle dimensioni più ridotte delle loro?

Sottomesso alla sua volontà, continuo l'esplorazione del suo corpo. La schiena era ampia e si stringeva fino alla vita, creando la classica figura a V dei culturisti. Lui non era grosso come un professionista, ma era decisamente sulla buona strada. Arrivato all'altezza delle natiche, notai una cosa che mi fa impazzire: le fossette sulla curva iliaca, o almeno credo si chiami così. Sapete quelle che solo alcuni fortunati hanno proprio sopra il sedere? Ecco, ti pareva che non avesse anche questo. In quell'istante, ebbi una fantasia selvaggia. Lo immaginai steso sopra di me, io a cosce aperte ad accogliere il suo membro enorme da cavallo, e con la mani su suoi fianchi, proprio all'altezza di quelle fossette magnifiche, fatte apposta per spingerlo sempre più forte dentro la mia fichetta.

L'immagine mi fece quasi trasalire, ma il mio pisello ebbe un sussulto forte, tanto che gli toccò una natica. Lui sorrise: "Ah vedo che stai apprezzando, lo avevo capito subito che fossi uno di quelli". Non mi lasciai sfuggire l'occasione e chiesi: "Chi sarebbero quelli?". Lui si girò all'improvviso, io trasalii, era ad un centimetro dal mio viso, avrei potuto baciarlo se non fossi stato tremendamente spaventato. "Non fare il finto tonto, hai capito benissimo, uno di quei finti maschi che in palestra ti guardano con la coda dell'occhio appena ti giri e che sognano di essere le troie di un vero uomo palestrato".

Ora, io so bene che nei film porno questa frase avrebbe fatto scattare l'azione. Eppure, in me sortì l'effetto contrario. Non so per quale motivo, forse la vergogna, il senso di colpa, vai a capire cosa mi sia passato per la testa, feci un passo indietro e con uno scatto di orgoglio dissi: "Tu non hai capito proprio niente, ragazzino". Mentivo, aveva capito proprio tutto, eppure d'istinto mi venne di reagire così. Lui cambiò volto. Tornò la sua faccia d'angelo da bravo ragazzo, mi prese per il polso e mi avvicinò al suo volto. Mise la mano dietro la mia nuca e mi spinse verso le sue magnifiche labbra, così carnose.

Il bacio durò pochi secondi, ma fu così intenso che, a ripensarci, se fossi stata donna, sarei rimasta incinta per l'ardore che lui profuse nel gesto. Mi strinse a sé, e sentii il suo enorme membro crescere, sfregandosi contro il mio. Ero in un paradiso dei sensi, ma lui decise di torturarmi, perché, mentre mi baciava, decise di sfiorarmi con la mano destra un capezzolo, e con la mano sinistra, si avventurò sul mio buchetto. Da vero uomo, neanche per un attimo aveva pensato di toccarmi il cazzo. Peraltro, il confronto con il suo era improbo. Stando stretti l'uno all'altro, il mio gli toccava la pancia, molto sotto l'ombelico (eravamo della stessa altezza), mentre il suo lo sentivo fino a metà coscia.

"Smettila" gli dissi, fingendo resistenza. "Mi fai dire cose che non voglio dire se fai cosi". Lui sembrò eccitato dalla cosa, e non solo continuò a sfiorarmi capezzolo e buchetto con le sue mani, ma si avvicino all'orecchio e mi disse: "Scommetti che so che vuoi dirmi?". La sua voce da giovane uomo aveva un tono così adulto, così sicuro, che riuscii appena ad accennare tremolante "Cosa?". L'orgoglio "da uomo" che avevo provato fino a qualche istante prima si era miseramente dissolto con il sapone che colava sui nostri corpi. "Che con me finalmente puoi sentirti te stessa, e puoi essere la troietta affamata di muscoli e cazzo grosso che sei". Mi aveva letto nel pensiero, la qual cosa fu stupenda e agghiacciante al contempo. Mi sentivo nudo, e non solo letteralmente.

Mi strinse ancora il capezzolo vedendomi ancora reticente nell'ammettere la verità che mi aveva appena offerto, e alla fine cedetti: "Si, hai ragione, con te voglio sentirmi donna al 100%, voglio totalmente dimenticare di avere un cazzo". Mentre proferivo quelle parole, sentii una scarica elettrica in tutto il corpo. Difficile da descrivere, come se mi avessero acceso per la prima volta. Mi sentivo vivo, senza filtri, totalmente grato di essere tra le braccia di un vero uomo, nonostante la sua giovane età. Lui mi sussurrò: "Brava, così ti voglio, con me non devi mentire, a me piaci così. Maschio per il mondo fuori, ma in privato sei femmina con me". Fece qualche passo indietro, mi guardo il cazzo e aggiunse: "E poi, chi volevi prendere per il culo con quel cazzetto lì? E' praticamente già un clitoride".

Era troppo. Mi leggeva nel pensiero. La fantasia più grande di sempre, mai realizzata. Non credevo fosse possibile dal vivo, avevo provato in chat a riprodurre questa situazione, ma mi aveva sempre lasciato l'amaro in bocca. Peraltro, ho sempre avuto la sensazione di parlare con chi avesse la mia stessa voglia, ma giocasse a parti inverse per compiacermi. Con lui, invece, era tutto reale, concreto, e si vedeva la sua voglia infinita di dominazione. La sua voglia di torreggiare su un altro uomo, e ridurlo alla sua schiava sessuale. Sentivo il desiderio fortissimo di lasciarmi andare e non trattenere più alcuna inibizione. Lui meritava di avermi al 100%.

"Il tuo è davvero enorme, è proporzionato ai tuoi muscoli, e alle tue gambe soprattutto", finalmente riuscii a formulare una frase di senso compiuto senza balbettare. Lui mi guardò con il suo sguardo malizioso che ti faceva fremere il buchetto e mi fece: "Beh si, sono 22 centimetri. Alcune donne si sono pentite di avermi conosciuto" e aggiunse "Tu sarai tra quelle". Io sorrisi come una liceale rincretinita, lui si avvicinò e mi chiese: "il tuo cazzetto...volevo dire clitoride...invece quanti centimetri è?". "13 centimetri, tu sei quasi il doppio di me". Lui sorrise: "Tu non ci arrivi a 13 centimetri, dimmi la verità". Era la verità, lo avevo misurato anni addietro, e avevo sempre tenuto a mente quella cifra.

Si staccò da me improvvisamente. Aprì la porta del camerino, andò verso il suo, dove lo sentii armeggiare con il suo borsone, e tornò con in mano un oggetto giallo, una specie di rotolino. Era un metro da sarto. Che ci faceva con un metro da sarto nella borsa della palestra? Percepì la mia aria inquisitoria e disse: "Questo lo uso per misurare i miei progressi di massa muscolare, e mandarli al coach, ma adesso lo useremo per altro". Ero così distratto dalla situazione, che non avevo collegato i puntini e realizzato cosa volesse fare. Mi prese il cazzo in mano, e srotolò il metro. Io guardai in alto, come se stessi assistendo realmente alla misurazione di un pantalone. Una posa per niente erotica, ma rimasi duro tutto il tempo. Sentì il suo verso di scherno. "Come avevo immaginato, sei 11 centimetri, sono ufficialmente il doppio uomo di te. Guarda tu stesso".

Mi costrinse all'umiliazione di osservare dove si fermasse il metro ed aveva ragione. Mi sentivo un verme, e come se non bastasse, lui decise di aggiungere il danno alla beffa, appoggiando il suo cazzone sul mio, che sparì completamente – considerando anche la sua abbondante larghezza (sì, le ha tutte questo ragazzo, certe volte il Creatore si mette lì certosino con la lista e spunta ogni caratteristica della mascolinità in alcuni). "Non ti preoccupare, comunque. Con me, lo inizierai ad usare solo per pisciare e basta". Mi venne durissimo, quelle parole mi trafiggevano. Tanto più mi umiliava, tanto più scariche potenti di endorfine mi attraversavano il corpo. "Fino a quando" continuò "perderai totalmente l'erezione, e allora sarai te stessa al 100%". Mi prese i capelli, mi guardò dritto negli occhi e disse imperturbabile: "Sarai te stessa solo con me".

Ora, devo fermare un secondo il racconto. E' chiaro che il ragazzo avesse visto troppi film porno, e pensava che aggiungere certi sguardi e frasi teatrali fosse d'obbligo. Una parte dentro di me, quella che aveva ancora un briciolo di lucidità, gli avrebbe riso in faccia, perché questo afflato di romanticismo erotico era assolutamente non necessario. Però, parliamoci tra noi, sinceramente. Siamo maschi, e quando siamo arrapati, la dignità diventa un personaggio ancor meno rilevante di una comparsa di una soap opera. E anzi, mi fece provare tenerezza per quel giovane toro. Una tenerezza che stranamente mi fece eccitare ancora di più. Ma torniamo alla storia.

Lui mi strinse la nuca come solo un vero toro sa fare, e mi disse: "Ora però devi guadagnarti la mia sborra, puttanella".

(la parte III è in arrivo. Lasciatemi un commentino per farmi capire che vi interessa, è la mia prima volta su questo sito e non so mai se rompo le palle o meno. Vi ringrazio ancora per il supporto sulla prima parte, ne sono rimasto assai sorpreso).
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