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Capitolo 4 - Confessioni Di Una Madre Frustrata


di milflover95
17.11.2023    |    12.389    |    4 9.5
"Stavolta ricambiò il mio sorriso e sembrò convincersi della mia strada..."
San Paolo
Premetto che parlarvi di mio marito e della nostra vita sessuale assieme è stato complicato per me.
La sua scomparsa pesa come un macigno e rispolverare quei ricordi mi ha fatto male e bene allo stesso tempo; è stato come togliere una crosta da una ferita.
Però volevo che fosse chiaro che tutto sommato avevamo una vita di coppia serena e ordinaria, di cui io avevo sempre tenuto saldamente le redini cercando di lasciare comunque a mio marito i suoi spazi e svaghi senza che la nostra vita sessuale potesse disturbare lo sviluppo di nostro figlio.
Per questo ritenni umiliante che proprio io avessi perso il controllo, lasciandomi guardare da mio figlio mentre mi masturbavo senza ritegno.
A maggior ragione, non ero affatto dell’umore adatto per ascoltare le lamentele di mio marito.
Già immaginavo che volesse parlarmi del fatto che ieri non mi fossi concessa malgrado lui fosse stato via così tanto, eccetera, eccetera.
“Si tratta di Angelo”.
Rimasi sorpresa.
Qual era il problema? Aveva saputo del mio spettacolino di ieri? Come aveva fatto? Impossibile, eravamo solo noi due in casa. Decisi di fare finta di nulla: “che è successo? Tutto bene?”
“È evidente che stia crescendo e stia iniziando ad avere le prime pulsioni sessuali; sono molto preoccupato, dobbiamo parlarci assolutamente”.
Tra me e me tirai un sospiro di sollievo. Si preannunciava solo l’organizzazione del classico discorsetto “genitori-figlio” sulle api e i fiori.
Cercai di minimizzare divagando tutto d’un fiato: “mah mi sembra strano, è ancora un ragazzino, mi rendo conto che a livello di maturità è un ometto, avrà le sue voglie ed esigenze come tutti, legge così tanto che figurati se non ha letto anche opere di anatomia, magari anche qualche romanzo più spinto, lo sapevo che non dovevamo comprargli quella collana di Dylan Dog, c’è sempre qualche scena osé, e poi è assolutamente normale, non vorrei che precorressimo i tempi, però se vuoi gli parlò senza problemi, non voglio che sembri una sorta di sessione psicoterapeutica di gruppo”.
Credevo che mio marito assecondasse il mio discorso con qualche frase un po’ triviale “da uomo” quando si parla di questi argomenti, della serie che “forse ha una ragazza, i primi baci, il gioco del dottore, stiamo attenti o potrebbe renderci nonni a breve”; invece, notavo che mi fissava freddo e silenzioso, con lo sguardo diretto dal basso verso l’altro. Non lo avevo mai visto così nervoso. Attese un interminabile minuto prima di parlare:
“Quindi non ti sei accorta di nulla?”
Iniziavo a spazientirmi, non capivo dove volesse andare a parare e mi infastidiva il suo tono; mi limitai a negare con altrettanta freddezza e una nota di timore.
“Vieni in soggiorno”.
Il Computer sul tavolo del soggiorno era già acceso.
Ci sedemmo di fronte al Computer e mio marito aprì una pagina Google e da lì quello che scoprii essere la cronologia.
Sembrava solo un elenco di scritte con nomi strani.
Mi avvicinai per leggere bene le scritte.
Il lettore avrà già capito, ma lo dico lo stesso. Erano tutti indirizzi web che rimandavano a video porno con evidenti tematiche di incesto madre-figlio.
Prima che io prosegua, ho un paio di premesse doverose.
In casa nostra c’è solo un computer fisso. Fino a quel momento, il mio solo contatto con quel computer era stato meramente fisico. Ero io a spolverarlo durante le pulizie di routine.
Lo so che può sembrare assurdo, ma fino a quel momento non avevo mai usato un computer. Non avevo nemmeno 40 anni ed ero totalmente ignara di cosa fosse internet. Può far sorridere, e lo ammetto con una certa vergogna, ma è così.
Lo consideravo un aggeggio interessante ma “da maschi” o comunque da persone esperte di tecnologia.
In casa, solo loro due lo utilizzavano ed evidentemente Angelo era così ingenuo da non cancellare la cronologia dopo “l’uso”.
Perciò, ripensandoci adesso credo che molte delle domande che feci quel giorno a mio marito fossero stupide, da brava mamma analfabeta digitale. Vi risparmio quindi le sue risposte “tecniche” alle mie domande su cosa fosse una cronologia, un sito porno e così via.
Capii dunque che dalla cronologia era possibile vedere a che ora esatta Angelo avesse visionato un porno.
Generalmente li vedeva il pomeriggio (dopo la scuola) oppure la sera, sul tardi.
Youporn, Youjizz, Pornhub, Mom & son (parole chiave), xxx, blowjob, pompino, fuck, incesto, MILF, big tits, brunette, anal, cum in mouth, cum in face, cum compilation, sborra e altri video con questi titoli. Mio marito mi mostrò i video di sfuggita ed erano senza dubbio video porno a tema perlopiù incestuoso. Tutti con la parola “Mom” o “Madre” nel titolo.
Fu per lui più difficile spiegarmi a voce cosa fosse una “ricerca google”, ma lo capii meglio leggendole.
Ebbene mio figlio aveva effettuato decine di ricerche google con parole chiave del tipo “madre svezza figlio, madre succhia il cazzo al figlio, figlio ciuccia tette madre, madre mette cazzo di figlio tra le tette, figlio lecca fica madre, madre tettona fa venire figlio, madre accudisce figlio malato e lo masturba, madre insegna il sesso al figlio, madre e figlio si masturbano assieme, madre seduce figlio, madre e figlio a mare assieme sesso xxx, compilation di madri che ingoiano, madre e figlio vanno in sauna xxx, madre assaggia sperma del figlio per un’analisi, madre premia figlio per ottimi voti e lo masturba”… credo abbiate capito tutti l’andazzo. Un elenco infinito di video e di ricerche.
Notai di sfuggita in cronologia un video porno più “convenzionale” (non ricordo il titolo) che era stato visionato la mattina del giorno prima, in un’ora in cui mio figlio era sicuramente a scuola. Provai una tenue nota di fastidio e la misi subito da parte; per una volta che mio marito era a casa, invece di farlo con me preferiva masturbarsi? In un’altra occasione gli avrei fatto una scenata e mi sarei offesa; in quel momento era poco più che una nota di colore.
Continuai a guardare i video e le ricerche Google effettuate. Mio marito non commentava i contenuti dei video, si limitava a spiegarmi le nozioni informatiche (cos’è un login, la ricerca per “immagini”, per “video”, i plugin, le pubblicità spam che si aprono da sole, come saltare l’annuncio del video porno..). Visti da fuori forse eravamo involontariamente comici, come la preside sessantenne di una scuola che chiedesse al tecnico informatico la cortesia di spiegarle come si usa un computer per guardare i porno.
Ero frastornata, assorta. Sentivo tutto ovattato, a tratti la voce di mio marito si sovrapponeva ai gemiti di signore più o meno mature che godevano delle attenzioni di ragazzi più giovani.
Ovviamente sapevo cosa fossero i porno e, grazie ai telegiornali, avevo anche una vaghissima idea del fatto che su internet ci fossero siti pornografici.
Ma la realtà che avevo davanti era qualcosa di ben più nitido e incredibile.
Non riuscivo nemmeno a mettere in fila le parole per definire questa realtà e mio marito sembrava altrettanto assorto nel fare il tecnico informatico e nell’aprire e chiudere i video e le ricerche in cronologia.
Rimanemmo così per un lasso di tempo indecifrabile, poi capimmo che più scorrevamo la cronologia più la punta dell’iceberg non accennava a finire e ci fermammo.
Ci fissammo sconsolati e lo vidi paradossalmente meno arrabbiato di prima. Semplicemente, nostro figlio era un segaiolo. Di quelli con pulsioni incestuose, nonché sempre arrapato. Credo avesse capito dal mio sguardo che fossi totalmente estranea a quella piega.
Secondo me, mio marito credeva che avessi svezzato mio figlio al sesso e che Angelo ne fosse rimasto ossessionato.
Comunque, pensò bene di non dirlo; mi sarei offesa in maniera mortale se si fosse azzardato ad insinuarlo.
Calmatosi, prese la parola: “Mari, non mi piace affatto la piega che sta prendendo il suo sviluppo sessuale, non è normale né sano che abbia queste fantasie verso sua madre. Dobbiamo parlarci non appena torna da scuola. Stavolta mi sente, gli rinchiudo tutti i libri in cantina per un mese, gli lascio in casa solo i dizionari!”.
Mentre lui proseguiva a lamentarsi e a minacciare punizioni, il mio udito tornava normale e mi ritrovai nuovamente calma, quasi di ghiaccio.
Questa cronologia risaliva a mesi, forse anni passati.
Magra consolazione, il mio spettacolino masturbatorio di ieri non aveva in alcun modo traviato mio figlio, per il semplice motivo che era già abbondantemente ossessionato. Gli avevo fatto un regalone, anzi.
Era ossessionato da sua madre. Era ossessionato da me. Ogni volta che parlava con Google per sfogare la propria lussuria, gli chiedeva di me.
Come un moderno specchio delle brame, Angelo chiedeva disperatamente al nostro computer di mostrargli delle scene di una madre che introduce il proprio figlio al sesso, ne soddisfa le voglie, ne stuzzica il corpo e gode delle sue attenzioni inesperte.
Mio figlio non voleva fare nulla di male, stava solo indirizzando le sue attenzioni e il suo affetto sull’unica persona che realmente amasse.
Forse tutte queste attenzioni verso la mia figura erano colpa mia? All’epoca vestivo ancora in maniera molto curata e con belle scollature. Mi vedeva spesso sola e dedicata a lui. Tutte le mie attenzioni erano rivolte alla sua cura. Forse era naturale che fossi stata la sua prima “cotta”.
Stranamente, non lo avevo mai colto mentre si masturbava né avevo trovato tracce di seme per casa.
Credo che all’epoca stesse molto attento, forse vergognandosene.
Conclusi tra me e me che quell’interesse per sua madre non nascondesse nulla di malvagio, anzi. Iniziai a sentirmi lusingata. Era pur sempre un ometto bello e intelligente che mi dedicava un tributo continuo di fantasie, eccitazione, carezze, sperma.
Cosa sarebbe successo se lo avessimo sgridato pesantemente? Nella migliore delle ipotesi si sarebbe imbarazzato e avrebbe inventato qualche improbabile scusa su un virus che aveva preso il controllo del computer. Nella peggiore si sarebbe davvero traumatizzato e avrebbe potuto viverla come un’intromissione nella sua vita sessuale, un trauma che lo avrebbe potuto segnare. In tutti i casi, pensai egoisticamente, c’era il rischio che smettesse di dedicarmi tutte le sue attenzioni.
Mentre ragionavo rapidamente, mio marito mi chiese che ne pensassi e come avremmo dovuto dirglielo.
Dovevo fermarlo ad ogni costo. Tirai fuori una sequela incredibile di ragionamenti sulla tutela della sua salute psicologica, iniziai a citare a sproposito Freud, il complesso di Edipo e il fatto che era normale che un adolescente avesse fantasie sulla propria madre.
Nostro figlio, essendo molto sensibile, semplicemente amplificava quelle emozioni. Ma, come tutte le fantasie adolescenziali, anche questa sarebbe presto passata.
Vidi mio marito perplesso, disorientato da questa mia posizione apparentemente molto ragionevole. C’era senza dubbio un fondo di verità e puntai su quello; iniziai a coccolare mio marito teneramente, accarezzandogli il viso e gli dissi: “vedrai, eviteremo scenate e traumi se agiremo con discrezione. Facciamo finta di nulla e aspettiamo. Se la cronologia si svuota da queste perversioni, vorrà dire che gli è passata da sola. Rispettiamo i suoi spazi, è un ragazzo sensibile, potrebbe prenderla molto male e poi.. non so tu ma a vedere tutte queste scene di sesso io mi sento molto nervosa, forse dovremmo ripensarci a mente libera..” provai il tutto per tutto e abbassai una spallina della camicetta, mostrando il grosso seno destro con il capezzolo dritto.. lui deglutì rumorosamente e iniziò a respirare affannosamente dicendomi: “in effetti non vedevo tanti porno diversi di fila dalle nostre prime volte”.
Dovevo far prevalere la mia linea, anche a costo di portarlo dalla mia parte in modo “poco ortodosso”; mi alzai in piedi, mezza nuda e gli toccai il petto, soffermandomi appena sopra il suo capezzolo e gli sussurrai “lo sai meglio di me che i maschietti sono così, hanno bisogno di sfogarsi, ma poi gli passa”.. “Mari…” vidi mio marito eccitarsi, il pene durissimo sopra il pigiama. Si tolse la parte di sotto del pigiama mentre mi spogliavo del tutto.
Gli montai sopra e con le labbra stuzzicai la sua lingua e iniziammo a baciarci con una passione incredibile.
Avvolsi le mie gambe a cavalcioni attorno al suo corpo, mentre la mia mano scese tra mie le gambe e si strinse sul suo cazzo bollente per accompagnarlo dentro la mia vagina umida.
Volevo farlo subito, senza troppe cerimonie o preliminari.
Il suo cazzo mi scivolò dentro senza nessuna difficoltà, togliendomi il respiro e provocandomi una sensazione piacevolmente familiare e, al momento, quasi provvidenziale.
Iniziai a muovermi, su e giù, su e giù, e a sentire il tepore dell’orgasmo che arrivava, mentre mio marito godeva e faceva per alzarsi dicendo “Mari sei caldissima, mi fai impazzire, sei la mia Dea, fammi venire sulle tue tette dai”.
In quel momento avvenne qualcosa di strano. Ebbi come una visione. Lo bloccai, impedendogli di spostarsi e continuai a cavalcarlo. Lui capì che volevo tenere quella posizione e non fece obiezioni, iniziando a mordicchiarmi le mammelle, come solo lui sapeva fare.
Cos’era successo?
Proprio in quel momento, mentre lo cavalcavo, di colpo chiusi gli occhi e fantasticai che fosse mio figlio a penetrarmi.
Finalmente stava dando corpo ai suoi sogni in prima persona, senza dover usare inutili simulacri di sua madre presi dal web.
Dentro di me, ero San Paolo a Damasco.
Fu come se questo breve momento mi spalancasse il mondo delle fantasie incestuose.
Era mio figlio a baciarmi e a limonare con me intrecciando la sua lingua alla mia? Sembrava fosse un abile baciatore, avrebbe fatto contente molte donne.
Era mio figlio a palparmi, ciucciarmi e mordicchiarmi il seno? Com’era esperto, non me lo sarei aspettata. Forse mi avrebbe lasciato i segni dei morsi, avrei dovuto sgridarlo.
Era mio figlio ad accompagnare le mie spinte dal basso? Aveva una bella asta, di durezza familiare, ma dopotutto buon sangue non mente. Accidenti, nonostante probabilmente fosse la sua prima volta, si muoveva perfettamente!
Sentivo nell’aria un odore di umori, di sesso, di giovinezza. Fui a un passo dall’urlare "amore sei un amante eccezionale, mamma è fiera di te!”
Non lo gridai solo perché ero troppo eccitata per parlare.
Continuai a muovermi come un’invasata, sudata e con i capelli totalmente scarmigliati, dando spinte incredibilmente regolari verso il basso e l’alto impalandomi sulla sua asta, come se ci fosse dentro di me un tamburo che mi dettasse il ritmo da tenere, senza che dovessi concentrarmi.
Ogni mio mugolio di piacere sembrava eccitarlo ancora di più, mentre baciava e martoriava con foga il mio seno, il mio collo, la mia bocca. Da quanto tempo lo aspettavi, tesoro? Fai piano, avremo tempo.
Lo sentivo mentre mi possedeva instancabile, prono ai miei desideri e alla mia cavalcata, mentre io godevo della sua eccitazione inesperta e del suo cazzo duro, giovane, insaziabile.
Iniziai a gemere rumorosamente, a urlare di piacere.
Venni come un fiume in piena, come un mare in tempesta, gli allagai tutto l’inguine.
Venni prima di lui, una volta, due volte, tre volte.
A quel punto percepii che il mio ometto non avrebbe resistito a lungo.
Mi strinsi ancora di più a lui e, finalmente in grado di aprire bocca, gli sussurrai teneramente all’orecchio, quasi maternamente: “sborra pure, voglio sentirti venire dentro, lasciati andare, fallo per me.”
A quel punto fu lui a urlare ed a eiaculare, riempiendomi la vagina con una quantità notevole di sperma.
Sentivo i suoi schizzi bollenti dentro di me. Erano tanti, troppi. Da quanto ti trattenevi? Quante seghe sprecate? Non era meglio così? Bastava chiedere e avrei pensato io a tutto, amore.
Continuavo a vibrare, come una fisarmonica, mentre lo sperma iniziava a defluire dalla mia vagina.
Rimanemmo in quella posizione per un po', sfiniti. Poi mi spostai di nuovo sulla mia sedia, ansimando.
Mio marito sorrise soddisfatto di quella pazzesca cavalcata e gli accarezzai il volto, che tuttavia tornò leggermente perplesso.
Era il momento di insistere: “promettimi che non lo sgriderai per questo problemino, lasciamo che si sfoghi e la smetta da solo”.
Mi accarezzò pensosamente il seno col dito, nel punto in cui mi aveva lasciato i segni dei morsi e disse “e se non smettesse da solo?”
Domanda legittima; sorrisi rassicurante: “vorrà dire che in quel caso gli parlerò io da sola.. con discrezione, senza tamburi e pubblica piazza, da mamma a figlio”.
Stavolta ricambiò il mio sorriso e sembrò convincersi della mia strada. Ottimo.
“E poi lo sai..” mi inginocchiai sul suo pene fradicio di sperma “..non trascuro mai niente, le cose le faccio bene o non le faccio ” e iniziai a succhiarlo per togliere ogni residuo, sfilandolo infine dalla bocca con uno schiocco, pulito e lucido.
Avevo guadagnato tempo a mio figlio, ma una parte di me era sgomenta.
E lo sono ancora, a ripensarci.
In effetti, non avevo “fatto l’amore” con mio marito, come al solito, ma ci avevo fatto sesso.
E lo avevo fatto solo per rafforzare la mia persuasione nei suoi confronti e per distenderlo dal nervosismo che aveva accumulato dopo quella incredibile scoperta.
Lo avevo manipolato con freddezza, come una puttana spregiudicata. Che ne era della mogliettina premurosa che aveva sposato? Che vergogna.
Mi convinsi che fosse stato un male necessario, uno dei tanti sacrifici che una mamma deve compiere per proteggere il sano sviluppo emotivo del proprio figlio.
Purtroppo, c’era dell’altro. Avevo fantasticato su Angelo mentre facevo sesso con mio marito. Che mi stava succedendo?
Fu allora che ricordai quanto avevo deciso tempo fa, quando gli massaggiavo il pisellino per curarlo dalla fimosi.
Ricordate? In quell’occasione avevo deciso di porre una linea di confine netta tra quello che potevo e non potevo fare come mamma.
Indubbiamente, consumare un incesto reale era oltre quella linea di confine. Ma fantasticarci lo era?
Ancora una volta, l’unica risposta assennata la diede involontariamente mio figlio. Mi ricordai di una delle sue solite citazioni improponibili; grossomodo diceva che “è inutile sbarrare le porte alle idee, le scavalcano”, o qualcosa del genere.
Dovevo pensarci.
In ogni caso, non avrei avuto modo di prendere tempo ancora a lungo, perché il presente incombeva.
Purtroppo.
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