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Il Padrone I


di sotto_messo_gang
09.06.2023    |    5.255    |    7 9.4
"Un sabato sera, dopo una frugale cena, mi disse di prepararmi al meglio, minigonna, calze a rete reggicalze, reggiseno imbottito e senza slip, decoltè..."
Oramai ero incastrato.
Quel pompino fatto al capo per salvare il mio posto di lavoro e rilanciare la mia carriera mi aveva reso schiavo, o meglio, la schiava del capo.
Si, aveva filmato la mia sottomissione e con quel video era iniziato il calvario.
Oddio, avevo avuto alcune esperienze bisex ma, mi sentivo comunque eterosessuale ma ora me lo potevo dimenticare.
Aveva iniziato un percorso di femminilizzazione e si era impegnato a fondo, mi aveva fornito un guardaroba a casa sua, ricco di vestiti ed accessori da vera troia, mi aveva costretto ad una depilazione integrale ed aveva steso un programma di esercizi quotidiani per rinforzare e sviluppare i miei glutei.
Devo dire che con il passare del tempo, iniziavo ad entrare nel personaggio fin da quando mi aveva posseduto per la prima volta, e lo fece senza riguardi, senza rispetto, e mi fece anche scendere alcune lacrime mentre mi stuprava !
Ogni giorno dopo il lavoro lo accompagnavo a casa, dove mi trasformavo in Sara, la sua cagna, a sua disposizione.
Un sabato sera, dopo una frugale cena, mi disse di prepararmi al meglio, minigonna, calze a rete reggicalze, reggiseno imbottito e senza slip, decoltè aperte, nere con lacci che fasciano fino al polpaccio con tacco, sottile non troppo alto, un collare di pelle leggero ma resistente il cui guinzaglio si mette in tasca.
Dovevo indossare una gabbietta, per contenere il clitoride, una di quelle che oltre a vibrare, poteva dare al comando, una piccola scarica elettrica.
Mi dice solo : stasera mi voglio divertire.
Siamo in macchina ed in breve raggiungiamo il raccordo, l’area di servizio Casilina, all’ autogrill ed iniziamo a a passare in mezzo si tir, a passo d’uomo. Ci sono almeno sei tir parcheggiati e si ferma davanti ad un gruppo di tir, tra loro ed il recinto che lambisce la campagna buia, a due passi dai servizi igienici. Spegne la macchina ed abbassa completamente la spalliera del sedile del passeggero, si accomoda sulla seduta posteriore allungando le gambe, abbassa i pantaloni e perentorio mi dice: adesso succhiami il cazzo ! tirandomi per il guinzaglio che aveva appena agganciato al mio collare e mi dice cosa devo fare. Mi devo mettere in ginocchio sulla seduta ed accovacciarmi sul suo inguine e fargli un pompino.
Obbietto che in quel modo sarei esposta oscenamente a tutti e lui per tutta risposta, con due brevi pressioni sul telecomando, mi da due scosse elettriche al clitoride, in modo da rendermi docile. Le scosse sono brevi ma intense così cedo ed assumo la posizione che Lui ha chiesto, sento un brivido salirmi dentro immaginando di offrire attraverso il parabrezza il mio culo a chiunque si trovi in zona.
Percorro il cazzo con le labbra, con la lingua, lo prendo in bocca, gli succhio e Lecco i coglioni come mi ha insegnato mentre lo sento socchiudere i finestrini per far circolare l’aria.
Non vedo niente di ciò che accade intorno a noi, la mia testa è bassa, e si occupa del cazzo, ma ad un tratto sento il finestrino che si apre completamente e cominciare una conversazione in inglese tra il Padrone ed uno sconosciuto . Frammenti di conversazione mi lasciano percepire di questo camionista turco che viaggia con altri due autisti per darsi il cambio su di un tir mastodontico che ha una cuccetta davvero confortevole e, ancora sento il Padrone spiegare che dovranno necessariamente bendarmi ed ammanettarmi perché sono un po’ ribelle..
La conversazione va ancora avanti mentre continuo a servire con la bocca il Padrone fino a che sento chiudere il finestrino. Mi ferma, prende una benda che avvolge intorno al mio capo ed aspettiamo. Non dice niente ed in me monta la paura.
Bussano al finestrino ed il Padrone scende dall’auto intimandomi di seguirlo a mia volta. In piedi davanti all’auto mi vengono ammanettate le mani, davanti, ed uno stratto al guinzaglio mi impone di camminare mentre la mia gabbietta vibra inondando di sensazioni il clitoride. Cammino incerta, bendata sui tacchi e continuo a sentire le conversazioni, il Padrone, la sua voce e quella di due diversi uomini. Una ventina di passi e ci fermiamo, sento bussare ed aprirsi una portiera, uno schiaffo sonoro sul culo mi spinge in avanti e con le mani mi appoggio a quello che sembra uno scalino, tentenno ma una mano da dentro il vano mi tira verso l’alto e salgo i due scalini, sento risatine dietro di me, certamente guardare sotto la mini è divertente, la mano che mi ha quasi sollevato mi sospinge verso sinistra e dopo pochi passi incerti mi trovo a sedere su di un letto. Appoggio le mani sul grembo e sento sedersi due uomini accanto a me e continuano i commenti in inglese. Mani massicce e ruvide iniziano ad esplorare le mie cosce, le sento giocare con la mia gabbietta che non smette di vibrare, le sento infilarsi nel mio vestitino e strizzarmi i capezzoli, sento sul viso il respiro di uno dei due mentre mi bacia il collo, tirano il guinzaglio e mi fanno alzare. Ora le mani si insinuano facilmente mi stringono le natiche le allargano, dita iniziano ad esplorare il mio buchino mentre altre mani ancora torturano i miei capezzoli, una mano mi afferra al collo, mi tira, labbra si incollano alle mie ed una lingua vorace esplora la mia bocca, la penetra mentre un alito misto tra alcol e sigarette mi assale , cambiano le bocche e le lingue che mi esplorano, mentre tra le mani sento affiorare un cazzo durissimo.
Non è molto lungo ma la sua circonferenza mi preoccupa.
Le lingue mi abbandonano ed una mano in testa mi spinge ad inginocchiarmi fino a trovarsi davanti a quel cazzo nodoso che già preme sulle labbra e che a fatica mi penetra imperioso in bocca.
L’odore di sudore del pube ed il gusto forte del cazzo che per primo viola la mia bocca mi distraggono dalle mani che ancora schiaffeggiano il culo e strizzano i capezzoli doloranti.
Lui spinge vuole farlo entrare tutto ma è troppo largo e sento che si arrabbia così lo estrae e mi da un ceffone. Con le lacrime agli occhi apro ancora di più la bocca e lui ricomincia a scoparla sempre più a fondo.
Le mani vengono tirate per le manette alla mia sinistra ed a fatica riesco ad impugnare gli altri due. Non riconosco quello del Padrone e realizzo di essere tra le mani dei tre camionisti turchi.
Si i cazzi sono dei tre uomini, robusti pelosi, panciuti, con mani che sembrano morse ed inizia il balletto dei cazzi che si alternano a scopare la mia bocca, nonostante i conati e la saliva che cola agli angoli della bocca, continuano per un tempo infinito.
Ora, uno dei turchi si siede sul lettino, appoggia le dita sulla mia schiena e sento il suo pollice, enorme, violare a secco il mio buchino stretto. Il pollice ruvido inizia il suo percorso, mi fa male ma lui insiste e lo spinge a fondo, lo toglie, mi allarga le natiche e sputa sul mio buchino e riprende a penetrarlo con quel pollice enorme fino a che non entra anche la prima falange, mentre i suoi colleghi continuano a scolparmi la bocca.
Ma adesso, si ferma, sfila il pollice e senza troppi riguardi, sputa nuovamente sul mio buchino, mi tira a se e mi fa impalare sul suo cazzo.
Subito avverto un forte dolore, il cazzo di quell’uomo pur non essendo molto lungo è largo e meno male che mi aveva lubrificato con la saliva, cerco di lamentarmi ma non posso, i cazzi che per un momento avevano liberato la mia bocca quando l’altro mi ha costretta ad impalarmi, mi riempiono nuovamente. Si alternano fino a quando uno dei due mi tiene ben ferma la testa e mi scarica direttamente in gola tutto il suo sperma.
Mi sembra di soffocare e sono costretta, per respirare, ad ingoiarla tuttta. Gli altri ridono mentre il tipo mi apostrofa in inglese. Si sposta per lasciare campo libero all’altro che ricomincia a violare la mia bocca ed il cazzo che mi sta aprendo, per la gravità ed il mio peso, sprofonda fino alla base, dentro di me.
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