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In Agenzia


di cicciosv
16.12.2011    |    20.308    |    2 9.2
"Quei due avevano di certo organizzato tutto e l’avevano ricattata..."
Luisa è la mia compagna da sei anni. La conobbi dopo la rottura del suo matrimonio e al termine di una relazione che gli aveva finalmente fatto conoscere i piaceri del sesso.
La prima volta che la vidi fu in un negozio vicino a casa. Lei mi colpi immediatamente! Bel seno, gambe da favola, un portamento e un’eleganza che spiccava immediatamente in un quartiere abitato prevalentemente da piccola borghesia.
Me ne innamorai subito e feci di tutto per conoscerla. Poi da cosa nasce cosa e quando la relazione che stava vivendo naufragò, mi fidanzai con lei e adesso conviviamo insieme ai suoi due figli.
Di Luisa conosco tutto, mi ha raccontato tutte le sue traversie, le sue precedenti relazioni e le sue aspirazioni. Mi rammarico solo di non essere stato io l’uomo che per primo ha avuto suo corpo ma un marito sciocco e bigotto che non l’ha saputa valutare e apprezzare.
La convivenza filava però, non si navigava nell’oro, avevamo molte uscite a causa di un pesante mutuo per la casa, le rate della macchina e molti debiti contratti dalla mia attività che da un anno circa non andava molto bene. Anche se in due a lavorare, lei dipendente di banca io piccolo imprenditore, avevamo i nostri conti corrente ormai costantemente in rosso.
L’unica cosa positiva era che ci volevamo davvero bene. Eravamo felici di amarci e di fare l’amore con una certa frequenza. Anzi nei momenti d’intimità ci divertivamo a raccontarci cosine piccanti e a immaginare particolari giochi di ruolo, coinvolgendo nelle nostre fantasie sia sconosciuti che persone di conoscenza. Ci eccitava entrambi ma sapevo che difficilmente Luisa avrebbe accettato di farlo nella realtà mentre io, al contrario, lo desideravo ardentemente.
Luisa quella sera d’inizio estate rientrò con molto ritardo. Preparai la cena per me e i ragazzi mettendo da parte la sua razione. I figlioli stavano giocando ma quando lei rientrò, questi la assalirono con i loro problemi. Ci salutammo di sfuggita ma notai subito che era strana, nervosa e triste.
Gli chiesi: “Va tutto bene?”
Luisa mi rispose di sì e distolse lo sguardo.
“Vado a farmi una doccia” mi disse.
La sentii entrare in bagno, poi lo scroscio dell’acqua della doccia.
Poco dopo bussai alla porta: “Posso entrare?”
“Certo” rispose.
“Scusa mi lavo solo i denti” dissi.
“Fai pure” disse Luisa mentre usciva dalla doccia, per avvolgersi in un candido accappatoio.
Mi avvicinai per abbracciarla e gli richiesi se davvero andasse tutto bene.
Lei non rispose, ma si avvicinò a me e velocemente mise mano alla cintura e mi sbottonò i pantaloni.
Reagii di scatto come per fermarla, “Ci sono i ragazzi” dissi, ma Luisa aveva già in bocca il pene e lo stava risucchiando come volesse mangiarlo. Cominciò un lussurioso pompino, voleva il sapore del mio sperma. Rimasi immobile, come impietrito, non parlavo e solo dopo qualche minuto mi sfuggì un gemito strozzato mentre, con il pene non del tutto rigido, venni riempiendogli con il mio sperma la bocca e la gola.
Lei ingoiò e mi leccò dolcemente il pene, poi si alzò in piedi, chiuse l’accappatoio e uscì dal bagno quasi di corsa, entrò nella nostra camera e si sedette sul bordo del letto con un’area affranta e disperata.
Ero stupito, non era la mia Luisa, cosa stava succedendo?
Entrai in camera, chiusi la porta e mi misi accanto a lei. “Cosa c’è?” gli chiesi.
“Oggi è successa una cosa terribile nell’agenzia dove sono stata!...Non so come la prenderai e non so come devo comportarmi, io ti amo, ti rispetto, il nostro è un bellissimo rapporto e non so se quello che adesso ti dirò rovinerà la nostra unione, me ne vergogno ma l’ho fatto anche per tutti noi”.
Preoccupato a quelle parole e conoscendo il suo carattere e la sua sensibilità cercai di rasserenarla e la spinsi a rendermi partecipe di quanto avvenuto.
Allora, con gli occhi pieni di lacrime e disperata, con voce rauca cominciò a raccontarmi:
“La direzione stamattina mi ha inviato, per una sostituzione, all’agenzia, dove fino a qualche anno fa ho lavorato e dove abbiamo i nostri conti. Tu sai che il direttore è quell’antipatico con la faccia da porco che mi aveva fatto delle proposte e aveva tentato di baciarmi in archivio beccandosi uno schiaffone. Bene, lui era ancora lì e per questo dopo un formale saluto ho cercato di evitarlo.
Tutto stava andando bene e alla chiusura avevo quadrato subito.
Ero pronta ad andare via con gli altri due cassieri e la responsabile del commerciale, quando il capo cassiere che fa anche da vicedirettore mi ha invitato a salire su nell’ufficio del suo capo perché mi volevano parlare.
Poco dopo anche la guardia giurata andò via e rimanemmo in agenzia solo noi tre.
Il direttore, senza neanche farmi accomodare, cominciò chiedendomi cosa si diceva in sede dopo gli ultimi avvicendamenti ai vertici della banca, poi mi chiese quando potevo versare almeno qualcosa per saldare i debiti e a pagare qualche rata del mutuo se non volevo che ci segnassero come cattivi pagatori e alla fine ci pignorassero la casa.
Mi sentivo imbarazzata a dovermi giustificare proprio davanti a lui e poi sapevo benissimo che non avevamo disponibilità immediata.
A quel punto subentrò il vice che mostrandomi un tuo assegno in scadenza mi disse che l’avrebbe protestato se non saldato entro due giorni.
Gli ho chiesto se potevano attendere ancora, il tempo necessario per trovare la liquidità necessaria ma lui è stato irremovibile.
Si erano innervositi e stavano diventando ostili e aggressivi nei miei confronti. Poi dopo un attimo di silenzio il direttore con un sorriso malizioso e malvagio mi disse: “Veramente una soluzione temporanea la potremmo trovare”.
“Ad esempio ci potresti pagare qualche quota in natura” aggiunse il vice”.
“Sai che ci piaci tanto, quando lavoravi con noi, ti sei sempre negata e fatta desiderare” continuò il direttore.
“Ora possiamo accordarci, noi ti paghiamo l’assegno e una rata del mutuo e tu ci fai godere!” disse il vice con voce lasciva.
“Sai quante volte in quest’ufficio ci siamo segati per te pensando al tuo portamento, al tuo corpo e a quanto sarebbe stato bello scoparti in tutti i modi? Se fai la brava e ci soddisfi beneficiamo tutti, altrimenti mi dispiace ma tu e la tua famiglia sarete rovinati” disse il direttore.
Poi mi hanno cominciato a fare proposte oscene e mi hanno cominciato a toccare.
Ho cercato di farli smettere, ho minacciato di gridare ma loro ridendo hanno continuato dicendomi che quella era l’unica alternativa e che era meglio collaborare se volevo risollevare un poco la nostra rovinosa situazione economica.
Disorientata e disperata li ho scongiurati di farmi andare via, ma loro mi hanno fatto sedere con violenza su una sedia e mi hanno mostrato il mio compenso: una busta con 10 biglietti da 500 euro.
Non avevo altre possibilità! Avrebbero certamente abusato di me. Poi ho passato in rassegna le varie volte che avevamo fantasticato insieme situazioni del genere e arrendendomi alla vista di quelle banconote, ho detto: "Ok!...Ditemi cosa devo fare!".
Allora mi hanno fatto inginocchiare e paratesi davanti, hanno tirato fuori i loro arnesi, me li hanno messi davanti alla bocca per farseli succhiare, dandomi della troia. Io con gli occhi chiusi glieli ho presi in mano e ho cominciato a pomparli, con la speranza che tutto finisse quanto prima.
“Puttana ti piace ciucciare i nostri cazzi eh? Sei anche tu una zoccola come quella del commerciale e le altre che ci sono passate per mano. Ti sei fatta desiderare ma anche tu sei come le altre! Una puttana!” Mi disse il direttore, ormai infoiato e rosso come un peperone!
A queste parole sentii una scarica elettrica attraversare il mio corpo, mi stavo inconsciamente eccitando, ho aumentato il ritmo e senza ritegno ho cominciato a segare le due verghe che avevo di fronte leccandoli e ciucciandoli alternativamente.
Amore, capisci che in questa situazione perversa stavo godendo? Ora mi sento zozza, ma non potevo tenerti nascosta una cosa così. Amore mio, giudicami male se vuoi, lasciami non ti merito più, anche se costretta sono stata vittima della libidine, non avrei mai fatto una cosa del genere. Non sono degna di te, anche se continuerò ad amarti”.
A sentire quello che Luisa mi stava dicendo ero completamente inebetito, un misto di rabbia e di avvilimento mi stava prendendo, lo stomaco si rivoltava dentro, la testa mi batteva forte e le mani erano diventate di ghiaccio. Non riuscivo a parlare e gli chiesi di continuare con un cenno della mano.
Luisa allora si avvolse con la coperta del letto e riprese:
“A quel punto il direttore mi ha detto: “Ma vuoi vedere che questa troia si è anche bagnata?".
Il capo cassiere allora ha allungato una mano sotto la gonna, e subito si accorse che stavo grondando umori come un rubinetto rotto ed esclamò: "Questa puttana gode come una scrofa! Fottiamocela!".
Avevo ormai perso qualsiasi controllo, non avevo più freni inibitoti, mi sono girata e mi sono offerta a quattro zampe.
Il vice allora senza tanti preamboli mi ha sollevato la gonna, e dopo avermi spostato la mutandina mi ha infilato rudemente il cazzo nella figa.
Scossa da un brivido di piacere ho cominciato a gemere sentendomi penetrata quasi con rabbia dal suo coso mentre il direttore mi metteva il cazzo in bocca.
Dopo pochi minuti anche il direttore ha voluto la sua parte, mi ha sollevato di peso e mi ha messo sopra il cazzo a smorza candela mentre il vice, con il cazzo ancora sbrodolante dei miei umori, senza pensarci su due volte mi ha messo la sua verga tra le chiappe. Ho protestato, ma lui mi ha tenuta ferma e con calma mi ha fatto entrare la sua cappella nell'ano. Ero bloccata dal direttore e non potevo reagire mentre il vice mi sprofondava dentro. Ho trattenuto il fiato dal dolore poi ho cominciato a gemere e a godere. Ero presa per la prima in vita mia da due cazzi che mi pompavano senza ritegno.
Mi stavano abusando ed io godevo di piacere. Poi quasi supplicandoli ho gridato: "Scopatemi bastardi che vi pago tutti i debiti che volete, porci!". A questo punto il vice mi è venuto nel sedere urlando "troia maiala ti riempio il culo!";
Il direttore invece voleva di più, mi ha messo di nuovo in ginocchio e mi ha chiesto di farsi leccare nuovamente i coglioni poi subito dopo è venuto sul viso e in bocca.
Soddisfatto nel vedermi così grondante, paonazzo in viso mi ha detto: "Bene hai pagato un assegno e una rata, adesso ce ne sono altre 4, il mese prossimo se tu o quel cornuto di tuo compagno non pagate, ti aspetta un nuovo pagamento in natura!"
Io ero esausta, mi avevano scopata vestita, avevo bocca, viso e capelli pieni della sborra del direttore mentre dal culo mi colava quella del vice, uno schizzo mi aveva bagnato tutta la camicetta e le mutandine erano zuppe di altra sborra e dei miei umori. Mi sentivo usata e presa la busta con le banconote, come una puttana di strada, sono corsa a casa.
Dovevo togliermi l’odore di quei due da dosso e sentirmi pulita per questo appena rientrata sono andata a farmi una doccia e subito dopo ti ho desiderato come non mai, volevo il tuo sperma quasi per sentirmi marcata da te. Ora che sai tutto, la busta sta sul mio comodino, decidi cosa vuoi fare, se lo ritieni giusto puoi anche cacciarmi da casa!”.
Luisa, dopo quest’ultima frase scoppiò a singhiozzare e si coprì il volto dalla vergogna.
Io ero sconvolto, avevamo fantasticato con lei situazioni come questa, addirittura scene di violenza, ma di fronte alla realtà mi sentivo molto a disagio e sapere che Luisa aveva goduto con altri cazzi e aveva conosciuto realmente nuovi limiti di piacere, m’irritava terribilmente ma mi eccitava nello stesso tempo. Quei due avevano di certo organizzato tutto e l’avevano ricattata. Il bisogno inoltre aveva fatto cedere la mia compagna che lo aveva fatto anche per me e i suoi figli.
Presi tra le braccia Luisa, la accarezzai e gli dissi che per me contava solo il suo amore e che non l’avrei mai lasciata. Cercavo di consolarla dicendogli che quanto accaduto, non doveva rovinare la nostra unione e anche se traumatico, dovevamo considerare tutto come la realizzazione di una nostra fantasia.
La abbracciai e la baciai, la sentii rilassarsi poi stringersi a me poi i nostri corpi si unirono in uno splendido delicato amplesso.
Non mi sentivo cornuto per quanto era successo, la cosa mi eccitava e credo anche a Luisa. Anzi speravo che presto mia moglie volesse eseguire un nuovo pagamento del genere e nello stesso tempo risolvere la nostra situazione finanziaria.
Cicciosv

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