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Inaugurazione Della Baita - Alba di Sabato


di pierpatty6151
10.12.2022    |    4.455    |    4 9.0
"“Non pensavo di farti questo brutto effetto..."
Il dover andare in bagno mi sveglia. Non me la sento di abbandonare il caldo abbraccio del piumone, ma la mia vescica è prepotente e lo pretende. Assonnato e infreddolito mi avvolgo in una coperta trovata per caso, ed esco frettoloso dalla mia camera. Pochi passi e finalmente posso svuotarmi.
E’ ancora buio, e il finestrotto è imbiancato da neve gelata. I brividi di freddo aumentano.

Mi stringo nella coperta e aprendo la porta del bagno mi trovo a faccia a faccia con Anna.
“Lasciami passare ho un’urgenza”. E si lancia sul water, rilasciando un rumore di “cascata montana”.
Senza commentare o salutare la abbandono al suo dovere, andando a rifugiarmi nel piacevole calore del mio morbido piumone, accoccolandomi e addormentandomi nel suo abbraccio.

Un filo di freddo mi riporta nella realtà. Che succede?
Nessuna risposta, ma un gelido corpo si appiccica alla mia schiena. Il sangue mi raggela e tremo.
“Non pensavo di farti questo brutto effetto. Non sono poi così vecchia”.
“E che cazzo! Mi hai spaventato!”
“Va beh come sei diventato sensibile, un tempo mi cercavi… mi stai offendendo… me ne vado nel mio solitario letto.”
Scioglie l’abbraccio, sta alzandosi, ma riesco a fermarla riabbracciandola.
La riconosco è Anna, la mia nave scuola.

“Che ci fai qui? Sai quanti pettegolezzi se ci scoprono nello stesso letto”.
Non vedo il suo viso, ma penso che lei sorrida della mia stupida battuta.

“E chi vuoi che si scandalizzi dopo di quello che è successo ieri sera… A proposito ho visto che te la sei cavata magnificamente… forse hai avuto un’ottima maestra”. E scoppia in una sonora risata.
Lei parla e io mi ritrovo il suo corpo appicciato al mio e le sue tette a disposizione delle mie mani. Ne approfitto accarezzandole da sopra la leggera sottoveste. I capezzoli rispondono indurendosi.
Il mio pisellino se svegliato provando ad allungarsi, ma è impedito dai miei boxer e dalla sua sottoveste.

Anna sposta una mano dietro di lei e trovato il mio Lui lo afferra con delicatezza.
“Sento che ti stai riprendendo dalla scopata multipla di ieri sera. Beata gioventù. Io se avessi preso un po’ di cazzi come Laura dovrei stare in letto per una settimana”.
“Ma va là… non dire cazzate. Ma ieri sera ti sei fatta scopare?”
“Non sarà mai che la mia figa resti all’asciutto. Mi sono fatta scopare da Luigi, ed ho leccato la figa di Carla”.
“Allora non sei cambiata invecchiando”.
Ridendo soddisfatta, mi conferma “La mia figa funziona ancora alla grande”.

Sentendola parlare, ho voglia di accarezzarle la figa. Con la mano libera tiro su la sottoveste mentre lei si sposta per agevolarmi. Finalmente la figa non è più rilegata. E provo a toccargliela, ma siamo in una posizione scomoda.
“Aspetta che ti aiuto”. Si sposta, alza la sottoveste scoprendo culo e figa. Mi toglie i boxer, approfittando di dare una carezzona al “mio”, e si riaccoccola su di me.
Prende in mano il “mio”, ormai durissimo, e lo mette in mezzo alle sue chiappe.

Capisco che vuol fare il giochino che m’insegno tanto tempo fa. Si mette il cazzo tra le chiappe della donna, senza cercare di entrare in un buco, ma lasciando alla donna la piacevole possibilità di muovere il bacino facendosi accarezzare culo e figa con la calda e dura cappella. Lei afferma convinta che è un magnifico gioco erotico che fa impazzire le donne, ma per me è una piacevole tortura per gli uomini. Di certo quando ho provato con una donna, essa si è sbrodolata alla grande, per poi godere come non mai.

La piacevole tortura continua nel silenzio più assoluto, ognuno di noi seguiva le sue sensazioni e agevolava i movimenti dell’altro. C’eravamo immersi nel nostro piacevole momento, e senza fretta di entrare o prenderlo.
Quando vediamo la porta che aprendosi lentamente lascia spuntare un vassoio con fumante caffè, tazzine e calde briosce, insieme al caschetto biondo di Luciana:
“Se non disturbo troppo, ho portato il caffè”.

Ci ha beccato. Si avvicina al letto. La guardo sottecchi e anche un po’ scocciato, ma al buon caffè forte di montagna non si può dire di no.
“Come hai fatto a sapere che eravamo insieme?”
“Nessun miracolo. Stanotte Anna mi ha raccontato alcune cosette sulle vostre birichinate. E stamane non vedendola rientrare ho immaginato che fosse venuta a darti il “buongiorno”. Che io ho voluto completare con caffè forte e calde briosce”.

Che c’è di più appagante di una calda colazione a letto, portata da una amica in vestaglia. Sentendo il calore di un morbido corpo di un’altra donna sdraiate vicino a te sotto il piumone, mentre fuori nel silenzio, la neve inizia a risplendere nella luce dell’alba. Io direi nulla, hai tutto.

Anna ed io usciamo dal piumone il minimo indispensabile per morsicchiare i dolci e sorseggiare il caffè.
Luciana si siede sul letto e tutti sgranocchiamo la primissima colazione.

Finito la colazione, Luciana si toglie la vestaglia rimanendo con un corto pigiama, e s’infila nel letto alla mia destra, avvicinandosi alla mia schiena.
Anna mi guarda e aspetta senza dire nulla, ha la faccia serena e divertita dalla situazione.
Io ho simpatia per Luciana, mentre lei silenziosa continua ad avvicinarsi.
Per pura cortesia, chiedo ad Anna: “Posso?”. Lei capisce al volo e ridendo risponde: “Certo che puoi… divertitevi”.
Accarezzo i micro seni di Luciana e dolcemente scivolo a esplorare la sua schiena. Lei silenziosa accetta le carezze.

Improvvisamente sento un qualcosa di duro che sfiora la mia coscia nuda. Da imbecille non capisco che è.
Abbandono la schiena e raggiungo il “qualcosa”.
“Cazzo, ma che scherzo è… ti sei messa un pisello di gomma…”!
Lei mi abbraccia, mi bacia il collo e sussurra:
“Non è finto, è il mio”.
Sbatto via il piumone scoprendo tutti.
Anna scoppia in una risata irrefrenabile.
Luciana interdetta si scosta da me.
Io guardo prima una e poi l’altra, e sbotto nervoso: “Cazzo! Mi prendete per il culo… siete delle stronze”.
Anna mi scanzona: “Una volta ti piaceva, e adesso fai lo schizzinoso?”.
Sempre più incazzato: “Tu lo sapevi e non mi hai avvisato. Sei ancora più stronza di quello che penso”.
Anna serenamente rincara lo sfotò: “Ma allora il cazzo non ti piace più… sei invecchiato".

Io stralunato, rimango indeciso se saltare fuori dal letto e scappare, o provare a vivere l’imprevista situazione, che non so come gestirla. Sto lì fermo, col mio piccolissimo “Lui”, nell’inutile attesa dell’arrivo di un qualsiasi aiuto, che non so trovare dentro di me.

Luciana nasconde tra le mani il suo pisellino. Da me aspettava ben altra reazione, è avvilita.
Si muove per abbandonare il letto ma Anna la trattiene con voce decisa:
“Luciana Aspetta! E ascoltatemi bene tutte e due… Forse, anzi certamente, ho sbagliato a raccontare a Luciana, che Pier ed io abbiamo provato più volte il sesso con trans. Ho anche sbagliato a voler riprovare le piacevoli esperienze vissute…ma quale migliore occasione di farlo adesso e qui in questa magnifica Baita… Pier se puoi perdonami per non avertene parlato, ma mi sono fatta trascinare dalle mie voglie. Ora che sai. Possiamo anche lasciare stare le cose come stanno e non parlarne più”.

Un pensieroso imbarazzo riempie la stanza.
Passo i muniti a seguire le venature delle tavole di legno che formano il soffitto, senza trovare la soluzione.

Nello stesso tempo ricordo la mia volta con un trans e Anna.
Ero eccitatissimo, anche se non sapevo bene che sarebbe accaduto, e se mi sarebbe piaciuto l’essere abbracciato, baciato, leccato, ciucciato da una donna con il pisello. Ed ero anche terrorizzato dall’eventualità di doverglielo baciare, per non parlare dell’eventualità che lei volesse conoscere il mio culino vergine. Ma ero con Anna, mia nave scuola, che mi aiutò a superare felicemente sia la prima volta, sia alcune altre volte con trans scelte dal mio mentore.

Ora mi domando perché non dovrei ancora fidarmi di lei? Ed eccomi arrivata la silenziosa risposta.

Stringo a me Luciana e le do un bacio sulle labbra. Lei si scioglie, socchiude le labbra ed io entro andando ad aggrovigliare la mia con la sua lingua.
Anna non commenta, ma si appiccica a noi riempendoci di bacini.
Le mani scorrono sui corpi, i pochi indumenti scivolano via, e nudi ci doniamo piacere.

Purtroppo il mio Lui rimane piccolo e rintristito.
Anna lo guarda, e rivolgendosi a Lui: “Sveglia stupidino”. E piegandosi su di Lui facilmente lo risucchia in bocca. Mentre Luciana dedica morsicatine ai miei capezzoli.
La mia mente e il mio corpo si svuotano dai dubbi lasciandosi coinvolgere nel turbine delle due bocche vogliose, e assaporando il calore dei due corpi appiccicati a me. Sono prigioniero delle loro voglie di godere del piacere che mi regalano.
Accarezzo lentamente le due schiene nude. Voglioso di scendere a scoprire i due fondo schiena.
Luciana mi agevola i movimenti, vuole che arrivi alle sue chiappe, che finalmente sento fremere sotto la mia mano esploratrice.
Anna è riuscita nel suo piacevole tentativo, di risvegliare il mio Lui, e si premia con lente leccate dalle palline alla turgida cappella, per poi farla sparire in bocca. Non contenta dona piacere anche a Luciana baciandogli il Pisellotto, ormai duro.
In effetti, i nostri corpi si sono aggrovigliati in scomodissime posizioni, che sopportiamo volentieri.

Anna mi comanda: “Girati!”.
Con difficoltà, slaccio gambe, sposto braccie, abbandono la scoperta del culino della Luciana, e finalmente ho il culo all’aria.
Le mani di Anna mi spostano le gambe, e posizionatasi dietro di me, si fionda ad aprire le chiappe. Le lecca, le mordicchia, e raggiungendo il mio fiorellino che aspetta voglioso. Lo lecca con la punta della lingua, e lui accetta ammorbidendosi.

Sento cambio di peso, Anna ha lasciato il poso a Luciana, che inizia a leccarmi il grinzoso, con mio gran piacere.
Anna mi sussurra: “Ha voglia di incularti. Lo vuoi?”
Manco a dirlo: “Sì.. proviamoci”.
Prima un dito e poi altri s’intrufolano nel mio grinzoso che accetta voglioso. Le chiappe si alzano per agevolare l’ingresso.
Le dita lasciano spazio alla calda cappella di Luciana.
Lei guida e centra il mio grinzoso. Io sento il calore della cappella. Lei spingere con delicatezza. Io lo sento allargarsi lasciandolo entrare. Le chiedo di fermarsi, lei si arresta sulla soglia, mi piace sentirlo quasi dentro, ed essere sottoposto al peso di chi mi desidera. Anna mi sta accarezzando la testa, con un sorriso indecifrabilmente dolce. Chiedo a Luciana di infilarlo lentamente, ma lo voglio tutto dentro. Lei non risponde e riprende a spingere, e lentamente arriva in fondo, è magnifico sentirsi riempiti da un cazzo “gentile”. Anna infila una mano tra noi due, per controllare se è tutto dentro, e soddisfatta dalla situazione continua ad accarezzarsi la patata, rilasciando rumorosi mugolii di goduria.
Luciana lo tira fuori, per poi rinfilarlo tutto dentro, e ripete l’operazione più volte e sempre più velocemente.
Questo suo “esci e rientra” mi fa impazzire di godimento, e mugolando le chiedo di non fermarsi.
Anna raggiunto il mio durissimo cazzo lo accarezza, e viene lanciando un urlo quasi disumano.
Lucina aumentata la velocità dell’inculata urla “vengooooo… ti riempio tutto il culo di sborra”.
“Siiiii… la voglio tutta dentro…. Dai vienimi dentro”.
“Siiii fallo godete e sborragli nel culo”.
Ho il culo in fiamme ma non vorrei mai che Luciana smettesse.
Con un’ultima poderosa spinta, e con un urlo “ti sborro in culo”, Luciana mi riempie il culo con la sua calda sborra, e si affloscia su di me.
Pochi istanti e la bocca di Luciana s’impossessa del mio Lui, succhiandolo avidamente, impiegando un nulla a farsi riempire la bocca con il mio nettare.

Tutti e tre ci afflosciamo abbracciati rilassandoci dalle poderose emozioni, addormentiamo felici.

Non so che ora abbiamo fatto, ma il bussare alla porta della camera ci sveglia. Sento entrare il buon profumo del caffè appena fatto.

“Sveglia dormiglioni… non nevica e il sole splende”.
“E no ragazzi... un altro caffè adesso no! non ce la faccio… magari più tardi”.

Luciana e Anna scoppiano a ridere, chissà il perché.
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