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Sorpresa sulla spiaggia


di giadastefano
04.12.2016    |    32.056    |    37 9.8
"Sa di sale e si muove rapidamente, come se volesse scoparmi la bocca, ma il fatto che non sia grosso come quello di Ste mi permette di respirare..."
Sto dormendo beatamente sulla spiaggia quando Stefano mi gomita.
Sobbalzo, spaventata, ruotando la testa per capire il perché del disturbo.
«Hai fatto colpo».
Non capisco a cosa si stia riferendo, ancora scombussolata per la sveglia improvvisa. Sono sdraiata su di un asciugamano, la schiena al sole, completamente nuda.
Lui non è da meno.
Abbiamo seguito le indicazioni per questo luogo sperduto, nel bel mezzo del nulla, amato dalle coppie di nudisti così come dai guardoni per goderci appieno il sole di Luglio sulla pelle. E, perché no, anche per farci guardare.
Mi fa un cenno con la testa e mi volto, notando che a pochi metri da me, sulla mia sinistra, ci sono due ragazzi che ci stanno fissando con insistenza, bisbigliandosi qualcosa.
Torno a guardarlo, sollevando un sopracciglio.
«È una spiaggia enorme, vuota. E si mettono proprio accanto a noi?»
«Mi domando perché», sussurra sarcastico.
«Mancanza di buon senso?»
Sento una mano andare a posarmisi sulle natiche scoperte e scaldate dal sole e stringere con estrema forza.
«Stefano!»
«Direi che ho la ragione in mano proprio in questo momento», ghigna soddisfatto, continuando a massaggiarmi con forza, cercando di strapparmi qualche mugolio.
«Piantala», ordino perentoria, senza avere il coraggio di voltarmi a controllare se la scena ha suscitato qualcosa nei due bagnanti.
«Perché?»
«Magari non sono guardoni. Magari ci fissano perché a loro piacciono--»
«Cosa? I nostri costumi?»
Mi sollevo sulle braccia, andando con due dita a cercare di pizzicargli i capezzoli, ma mi blocca in tempo la mano, senza nascondere una mezza risata.
«Magari guardano te», sussurro maligna.
«Ne dubito seriamente. Avresti dovuto vedere lo sguardo che avevano quando ti sei girata a pancia in giù. Sembravano abbastanza delusi di non vedere più le tue belle tette. Ma credo si siano ricreduti non appena hanno visto il culo».
«Menti», dico senza sicurezza alcuna.
«Vuoi che te lo provi?»
Lo fisso seria, senza rispondere, per qualche istante. Non ho idea di cosa voglia fare, non so quanto in là voglia spingersi, ma son troppo orgogliosa per tirarmi indietro quando mi si presenta l’opportunità di dimostrare che ho ragione. Inoltre, benché la mia intenzione per la giornata fosse quella di riposare e prendere il sole, il pensiero di lasciare Stefano a fare qualcosa di indubbiamente eccitante per attirare l’attenzione di due sconosciuti su di me mi piace. E ovviamente lui lo sa.
«Fai del tuo peggio».
Sorride vittorioso e si mette rapidamente in ginocchio, il cazzo rilassato a pochi centimetri dal mio volto che mi tenta. Afferra la crema solare e in un balzo, senza aggiungere altro, è su di me.
«Gira la testa verso di loro e guardali».
Eseguo, le braccia incrociate sotto la testa per permettermi di vedere con un occhio i due, che per il momento sembrano intenti a discutere fra di loro.
Sento il suono della crema solare strizzata furi dalla confezione, il profumo che già di per sé lascia pensare all’estate e subito, fredde a confronto con il calore della mia pelle, le dita di Stefano.
Mi lascio massaggiare dalle sue grandi mani, godendo appieno del tocco rilassante, finendo con il chiudere gli occhi e aprire la bocca, per lasciare uscire dei suoni lievi, mugolii di piacere per la pressione e i brividi.
«Guarda».
Apro gli occhi ed effettivamente è vero, ci stanno fissando.
«Mi stai facendo un massaggio erotico, non mi stupisco che ci stiano guardando».
«Facevano così anche prima», sussurra, scivolando con il corpo e con le mani sempre più in basso, fino ad arrivare ai lombi e poi, sempre più lentamente, sulle natiche. Mi massaggia con attenzione, sparge la crema rendendo lucida e attraente la pelle, le apre in modo osceno e riesco a intravvedere, con la coda dell’occhio, la sua soddisfazione mentre mi osserva.
E, mi dispiace ammetterlo, ma i due avventori sono definitivamente interessati.
Fingono noncuranza ma li vedo: osservano, cercano la giusta inclinazione per godersi lo spettacolo al meglio, e Stefano, dopo avermi dato una lieve sculacciata, che non passa inosservata, si solleva un poco sulle ginocchia e mi fissa.
«Girati».
Comincio ad essere un po’ troppo eccitata dalla situazione ma non voglio dirgli di no, ed eseguo.
Con sommo piacere noto che dare spettacolo, per quanto soft, gli è piaciuto: l’erezione comincia a farsi importante e son tentata di toccarla ma non me lo permette.
Questa volta prende la crema e non la mette sulla mano: appoggiato sopra di me, esattamente a coprire la mia intimità, fa scendere la protezione in piccoli schizzi bianchi, coprendomi il seno, l’addome, il collo. Qualche goccia arriva persino in faccia e posso chiaramente notare la sua espressione soddisfatta di fronte a tale cosa.
Appoggia la confezione e con l’attenzione di un artista comincia a spalmare.
Parte dal collo, prendendolo bene fra le dita, senza stingere, seguendo la linea della trachea per giungere allo sterno.
Porta le mani ad accarezzare le clavicole e le spalle, più e più volte, per poi ridiscendere. Torna allo sterno, spalma la crema con dovizia di particolari, ma a questo punto vorrei mi toccasse e aspetto che mi guardi negli occhi per implorarlo con lo sguardo.
Mi comprende al volo e sorride, soddisfatto, senza tuttavia toccarmi.
«Cosa vorresti?»
«Lo sai», mugolo vergognosa.
«Lo so, è vero. Ma mentre lo faccio devi guardare quei due, senza distogliere lo sguardo».
Cerca il mio assenso e dopo un attimo di esitazione lo ottiene.
Mi volto verso i due ragazzi, che a questo punto non fingono più: guardano con attenzione le mani di Stefano sul mio corpo e stanno in silenzio, lo sguardo vorace.
Finalmente lo sento, il tocco del mio uomo a stringere il seno, a tirarlo e pizzicarlo dopo un breve lasso ti tempo passato a dedicargli carezze più dolci. Mi sento avvampare e so che non si tratta del sole.
Eppure abbiamo già fatto cose del genere, in macchina, nei vari club, in luoghi pubblici, sempre osservati da altre persone, singoli o coppie. Eppure adesso mi sembra così diverso, più istintivo, come se Stefano mi stesse usando da esca per attirare altri due predatori.
E la sua tattica funziona: sono tocchi fugaci, ma non mi sfuggono, e presto gli occhi mi cadono sulle loro erezioni.
«Ti piace, eh? Vedere dei completi sconosciuti così eccitati per te. E dire che non ti ho ancora fatto nulla».
Torno a guardare Stefano e questa volta la sua erezione è piena e mi implora di toccarlo e leccarlo.
Arretra con il bacino, si solleva un poco, quel che basta per mostrare il monte di venere, e senza preavviso prende il cazzo fra le mani e fa per entrarmi dentro.
Sussulto, certa che voglia scoparmi immediatamente, e non sono neanche certa di volerlo fermare, quando mi rendo conto che sta facendo ben altro: premendo con forza la punta, quasi come se volesse entrarmi dentro, la fa scivolare verso l’alto arrivando a toccarmi il clitoride per un breve istante che subito me la fa rimpiangere.
«Sei così bagnata. Ti piace proprio farti guardare, troietta».
Punta sul vivo mi porto a sedere e ignorando i due, che ormai seguono i nostri movimenti con attenzione maniacale, afferro la sua erezione, fissandolo dritto negli occhi con aria di sfida.
«E a te piace mettermi in mostra».
Annuisce con aria compiaciuta, ma con un movimento rapido, senza che riesca a capire ciò che vuole fare, lo trovo accanto a me, seduto, le gambe divaricate. Non mi permette neanche di chiedergli cosa stia facendo quando mi prende con forza, mi fa ruotare con il corpo verso i due e, intrecciando le sue gambe con le mie, mi costringe a divaricarle. In tutto ciò mi ha afferrato i polsi, bloccando ogni capacità di movimento mia e sua, ma esponendomi completamente ai due, che adesso sono in piedi, gli occhi sgranati e intenti a masturbarsi senza un minimo di vergogna.
Mi giro verso di lui, cercando di districarmi ma è troppo forte e riesco solo a peggiorare la situazione, scivolando più in avanti con il bacino e mostrando ancora di più le mie condizioni agli spettatori.
«Ste, smettila».
Riesco a sentire la sua erezione premere prepotente contro la mia schiena e mi rendo conto di quanto lo ecciti l’idea non solo che mi esibisca, ma che lo faccia anche con la forza.
Avvicina la bocca al mio orecchio, leccandolo.
«Lo abbiamo già fatto mille volte. Cosa non ti piace di questa cosa? Che non sia tutto programmato, come le altre volte, stando attenti a chi incontriamo? Hai paura che possano farti male? Lo sai che ci sono io qui con te e che qualora mi dicessi sul serio di piantala, lo farei, non ti farei toccare da nessuno. Ma qui…», sussurra con voce calda, dandomi i brividi. «…il tuo corpo si comporta in maniera ben diversa. Vuole essere guardato e, perché no, toccato da altri».
Mi rendo conto di avere una mano libera solo quando sento la sua su di me, dentro di me. Un dito che si muove lentamente, con facilità, raccogliendo umori che presto porta alle mie labbra.
Lecco, come ipnotizzata, e non lo fermo quando torna a toccarmi con entrambe le mani.
Gemo.
Il suo tocco mi fa impazzire, il saperlo eccitato mi tormenta ancora di più, e presto mi ritrovo in un vortice di piacere, gettata contro la sua spalla, gli occhi chiusi.
Avverto un cambiamento quando non sento più il sole picchiarmi addosso e mi tiro su di nuovo, scoprendo che i due hanno abbandonato ogni timore e si sono avvicinati, esattamente di fronte a noi, i cazzi i mano a toccarsi di fronte al nostro spettacolino.
Non li guardo, abbasso lo sguardo e mi viene istintivo chiudere le gambe, ma Stefano non ci sta e mi blocca ancora di più, abbandonando il minimo di dolcezza che ha mantenuto sino ad ora per toccarmi. Passa alla forza.
Fa un cenno ai due, che si inginocchiano di fronte a noi, e comincia a muovere le dita dentro di me come se volesse scoparmi con quelle.
Mi lascio sfuggire un urlo, delle preghiere, una serie di gemiti a mezzo fiato.
I due mi osservano con insistenza e lo so cosa si cela nel loro sguardo.
Il desiderio di allontanare Stefano e fottermi lì, a turno, davanti a lui. Lo capisco da come seguono le sue dita entrare e uscire da dentro di me, dai loro movimenti, dallo sguardo freddo e bramoso.
«Potete toccare, se volete».
Ruoto la testa per cercare lo sguardo di Ste ma non faccio in tempo perché non se lo fanno ripetere. In un istante sento quatto mani nuove, sconosciute, toccarmi come se volessero constatare se sono vera. Mi tirano i capezzoli, palpano i seni con forza, e subito, attratti da ciò che il mio uomo mi sta facendo, scendono a toccare ben altro, allargando le labbra ancora di più, mostrando che la cosa mi sta facendo bagnare ancora di più, e Stefano non perde tempo a farlo notare.
I suoi movimenti rallentano e diventano più profondi e loro lo prendono come un ennesimo invito.
In pochi istanti ho tre dita dentro di me, di tre uomini diversi.
Non ho parole per esprimere ciò che sto sentendo, paura ed eccitazione, voglia di fuggire e di farmi fare di peggio.
Si muovono ognuno al proprio ritmo, sino a che uno dei due non abbandona per andare a dedicarsi ai miei seni. Li morde, li succhia e cerca di lasciare dei segni, quasi di farmi male.
Mi dibatto un poco per impedirglielo e il risultato è uno schiaffo sul seno che mi lascia inebetita. Anche il secondo si rende conto che può avere di più e in un attimo è di nuovo in piedi e mi sta afferrando per i capelli.
Ed ho il cazzo di uno sconosciuto in bocca.
Sa di sale e si muove rapidamente, come se volesse scoparmi la bocca, ma il fatto che non sia grosso come quello di Ste mi permette di respirare.
Vedo Stefano con la coda dell’occhio osservarmi a pochi centimetri di distanza con sguardo perso, eccitato, una mano ancora intenta a toccarmi e l’altra a toccare sé stesso.
E mi rendo conto di quanto davvero la cosa gli piaccia.
Decido di dagli uno spettacolo migliore e con una mano afferro il cazzo del ragazzo che ho in bocca.
Muovo la testa lentamente, succhiando con vigore e lasciando che rivoli di saliva colino lungo il mento, gocciolando sul mio addome. Guardo Stefano con la coda dell’occhio e lui osserva me, con attenzione e bramosia. Gli mostro i movimenti della mia lingua, dal basso verso l’alto, sino alla punta che titillo con movimenti rapidi. L’altro ha abbandonato la mia fighetta e si sta dedicando ai seni, senza però perdersi lo spettacolo che sto offrendo all’amico e al mio uomo.
Dopo un poco non resiste più.
Si alza anche lui, il cazzo premere contro una mia guancia per incitarmi a prenderlo.
È poco più grosso rispetto a quello dell’amico e lo studio senza toccarlo, sino a che non sento una mano stringermi il seno con forza, quella di Stefano.
«Fallo».
Lascio libero il cazzo che ho fra le labbra per girarmi verso di lui e ringhiare, fissandolo negli occhi con aria di sfida ed eccitazione.
E in un istante entrambe le mie mani sono occupate.
Sento per la prima volta le voci dei due ragazzi che mi incitano a succhiarli, ma non lo faccio subito.
Il primo ha lasciato i miei capelli. Sta aspettando che continui, ma ho deciso che se devo partecipare a questo gioco sarò io a portarlo avanti.
Ste capisce, mi libera le gambe, smette di toccarmi. Io mi sollevo, mi metto in ginocchio fra i due, leggermente sollevata sui talloni.
Muovo le mani, li voglio portare al limite e do solo piccoli, rapidi colpi di lingua ad entrambi, nulla che possa soddisfarli. Sento lo sguardo del mio uomo addosso, le sue mani sui miei fianchi e sui seni. Sta aspettando che faccia qualcosa e in tutta risposta muovo il bacino per andare a strusciare il fondoschiena contro la sua erezione.
Mi bacia il collo e va a toccarsi, lo sento, e la cosa mi fa impazzire. Amo che si tocchi pensando a me, guardandomi mentre mi comporto in questo modo, e ciò mi spinge a muovermi.
Accolgo il nuovo arrivato fra le mie labbra e in un unico movimento lo prendo tutto, sino alla base, portando su lo sguardo con aria di sfida. Lui sospira, come sollevato. Con l’altra mano non ho smesso di masturbare il suo amico e non mi fermo neanche quando muovo la testa per succhiare al meglio il nuovo cazzo.
Sento Stefano muoversi alle mie spalle e mi aspetto che si metta in piedi insieme ai due ospiti quando lo sento sollevarmi per le natiche, spingendomi più in alto. Poi, in pochi istanti, è sotto di me, la bocca affondata nella mia intimità a stuzzicare il clitoride con la lingua, a raccogliere i miei umori. Mugolo con ancora in bocca il ragazzo, per un istante sono toppo scossa dal piacere improvviso per muovermi, ma dura poco. Ancora più eccitata di prima muovo la testa con vigore, muovendo la mano per accompagnare i movimenti, passando presto al cazzo del ragazzo che già avevo assaggiato. Continuo così, alternando fra i due, la testa di Stefano bloccata sotto di me. Muovo il bacino assecondando la sua lingua e nei brevi intervalli in cui non ho la bocca occupata lo imploro di continuare.
Potrebbe arrivare chiunque e coglierci sul fatto, ma non mi importa.
Cerco lo sguardo di Ste fra le mie cosce, gli sorrido e aprendo bene la bocca prendo la punta di entrambi fra le labbra.
«Che puttana».
Sento un brivido percorrermi la schiena, accompagnato dall’aumento dei movimenti di Ste.
Non posso muovermi troppo, rischierei di graffiarli, ma lo spettacolo a loro piace e presto sono di nuovo impegnata a succhiarli a turno.
Succede in modo inaspettato, ma mentre sto per passare da uno all’altro, il primo ragazzo che ho succhiato viene. Non dice nulla, semplicemente mi viene addosso, riempiendomi di sborra sulla guancia, sul mento, sul seno. Continuo comunque a toccarlo, il cazzo scosso da spasmi, sino a che non sospira di piacere.
Si fa da parte.
Non capisco il perché ma sento Stefano scivolare da sotto di me e mettermisi davanti, occhi negli occhi.
Guarda il seme di un altro sporcare il mio volto e aspetto la sua reazione.
Arriva rapidamente.
Si siede a terra, le gambe divaricate e afferrandomi per i capelli mi spinge verso la propria erezione, costringendomi a prenderla in bocca. È turgido, eccitato, non riesco a spingerlo tutto sino in fondo e mi sento soffocare. Sono a quattro zampe, vedo unicamente l’addome di Ste e non ho idea di cosa stiano facendo i due sconosciuti.
Sino a che non sento qualcosa strusciarsi su di me.
Non posso vedere ma lo sento.
È il cazzo dello sconosciuto numero due, quello che non è ancora venuto, che mi sta toccando. Va dal basso verso l’alto, sino a che non si ferma. Lo sento premere per entrare dentro di me, ma lentamente, come se fosse indeciso. Vorrei fermarlo, ma la forza con cui Stefano mi sta scopando la bocca me lo impedisce.
Non voglio che uno sconosciuto mi scopi, non voglio che mi entri dentro, anche se il mio essere così dannatamente bagnata sembra indicare il contrario.
Sto per colpire Ste per attirare la sua attenzione sulla cosa quando non lo sento più.
Ha smesso di cercare di fottermi, mi sono rilassata, quando torna alla carica, ma questa volta in modo diverso. Ha puntato al mio culo e sembra deciso a entrare così come è, senza lubrificarmi, senza prima toccarmi.
Urlo di sorpresa e il risultato è che il cazzo di Stefano entra con ancora più facilità in gola, ma un qualche suono strozzato esce e attira la sua attenzione.
«Non vuole», lo sento dire.
«Secondo me le piace. Un cazzo in bocca, uno in culo e uno nella fighetta…», mormora, continuando a cercare di entrarmi dentro, facendomi male.
«Bene», esclama Ste. «Ma scelgo io».
E dicendo ciò mi libera. Riesco a respirare, cerco il suo sguardo, ma mi trovo di nuovo a girare su me stessa e son subito di nuovo a quatto zampe, ma questa volta con il cazzo di un altro davanti.
Mi sto per girare, voglio chiedere a Stefano cosa ha intenzione di fare quando mi entra dentro.
Non mi avvisa, non fa nulla per prepararmi, ma non c’è bisogno. Son così bagnata che scivola dentro senza alcun problema, ma la sensazione mi mozza il fiato, mi fa urlare di piacere e mordere le labbra.
Non ha niente di gentile il suo movimento. Mi fotte con forza, movimenti rapidi e decisi che mi colpiscono sino in fondo, dandomi piacere e dolore al tempo stesso. Sembra che mi stia indicando come proprio territorio, per quanto assurda possa sembrare la cosa. Chiunque può toccarmi, infilarmi il cazzo in bocca, guardarmi, sborrarmi addosso, ma solo lui può scoparmi.
Il pensiero mi eccita e se ne accorge, lo dice ai due ragazzi, che mi sono bagnata ancora di più e che sono una troietta, accompagnando il tutto con una sculacciata.
Mi afferra per i capelli, mi tira su la testa e mi invita a guardare davanti a me, dove c’è un altro cazzo ad attendermi.
Lo prendo subito in bocca e mi rendo conto di quando sia eccitante come scena.
Due uomini che scopano la bocca e la figa di una ragazza, mentre un terzo continua a toccarsi.
Non riesco a resistere. Reggendomi solo con una mano, scendo verso la mia intimità e mi tocco, incitata dalla voce di Stefano.
È una sensazione meravigliosa: il cazzo dello sconosciuto entra ed esce da dentro di me con facilità, i capelli sono stretti fra le dita di Ste e tirano, dandomi brividi di piacere che si uniscono a quelli dati dal suo muoversi con forza dentro di me, come se volesse spaccarmi.
Non mi ci vuole molto per raggiungere l’orgasmo, ma vengo senza poter urlare come vorrei, la bocca occupata.
Ma i due continuano, senza tregua, spossandomi.
«Sto per venire», geme il ragazzo che sto leccando.
Inaspettatamente, con mio sommo disappunto, Stefano si ferma ed esce da dentro di me, mettendosi in piedi, seguito rapidamente dal tizio e dall’altro, che nel frattempo sembra essersi ripreso e si sta toccando con forza.
Rimango così, vuota, sporca ancora della sborra di poco prima, piena di sabbia sulle ginocchia, sui gomiti e sul seno. Ho tre uomini davanti che si stanno masturbando a pochi centimetri dal mio volto e l’unica cosa che riesco a fare è guardare Stefano negli occhi e, leccandomi le labbra, sussurrare:
«Sborratemi in faccia».
Basta questo.
Non so di chi sia il primo schizzo ma mi prende su di una guancia, seguito rapidamente dagli altri.
La sento ovunque: sulle labbra, sulle palpebre chiuse, sulla fronte, fra i capelli. In pochi istanti vengo ricoperta e grondo sperma.
Ho difficoltà anche ad aprire gli occhi ma riesco a vedere i tre, appagati, i cazzi ancora in mano.
Decido di fare a tutti loro un ultimo regalo.
Parto dal primo ragazzo che ho preso in bocca, ripulendolo con un colpo rapido di lingua. Passo al secondo, che mi sorride grato mentre lo faccio, ancora un po’ incredulo. Come dargli torto?
Ma il finale lo lascio per Stefano.
Lo prendo in mano che è ancora parecchio duro e con estrema lentezza lo lecco in tutta la sua lunghezza, più e più volte, senza lasciare un centimetro, guardandolo più che posso negli occhi mentre raccolgo e ingoio le ultime goccioline di seme dalla punta.

Non appena ho finito mi alzo in piedi e, senza dire nulla, dando le spalle a tutti e tre, un po’ per imbarazzo e un po’ per necessità di ripulirmi, vado verso il mare, dove mi getto subito.
Rimango un po’ a mollo, non so esattamente per quanto, cercando di non guardare verso la spiaggia, sino a che non sento qualcuno toccarmi i fianchi.
Mi volto di scatto, spaventata, incontrando subito il volto di Stefano.
«Paura?»
«Un pochino. Non ti ho sentito arrivare».
Mi prende per i fianchi e mi porta a sé, spingendomi a cingergli il busto con le gambe. A differenza mia lui riesce ancora a toccare il fondo e posso aggrapparmi senza farlo affogare.
«Se ne sono andati».
«Menomale».
«Imbarazzata?»
«È difficile trovare qualcosa da dire per spezzare il ghiaccio dopo una gang bang».
Ride, abbracciandomi e cercando le mie labbra per un bacio casto.
«Certo che ti piace fare queste cose», sussurra ghignando.
Mi sento punta sul vivo e gli mordo un labbro per ripicca.
«Anche a te piace».
«Tantissimo. Infatti propongo di venire qui per il resto delle ferie. Non ho dubbi che anche loro diventeranno assidui frequentatori».
Rimango in silenzio ad osservarlo, le braccia a cingergli il corpo, ma presto mi ritrovo di nuovo a baciarlo, cercando questa volta la sua lingua, mordendolo.
Con una mano scendo, senza che se ne accorga, sino a che non sono dove voglio, a toccare il suo cazzo. Muovo la mano in modo lento e costante e gli impedisco di parlare, appropriandomi della sua lingua, succhiandola e mordendola sino a che non sento che comincia nuovamente a inturgidirsi, con mio sommo piacere.
«Sai, ho ancora una certa voglia…»
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