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Prime Esperienze

05) Cecilia la mia prima fidanzatina


di SomeoneElse
18.08.2022    |    11.105    |    3 9.5
"Tornati alla vita di tutti i giorni iniziammo a frequentarci, ci cercavamo alla ricreazione, in mensa, e fuori dalla scuola facevamo delle lunghe pomiciate..."
Quando tornammo a scuola per l’ultimo anno delle medie e la professoressa mi chiese cosa avessimo fatto durante le vacanze avrei voluto raccontare tutto il piacere sessuale reciproco scambiato con Marisa.
“Avrà studiato tutta l’estate” rispose Dario il bulletto della classe, Che odiavo tremendamente.
Annui, sorrisi e raccontai del lavoro nei campi e della gestione degli animali nel podere dei miei nonni; “Terrone” ribatté ancora Dario,
“baaaastaaa vai fuori” gli gridò la professoressa arrabbiata. Lui uscii mestamente ma sono sicuro che se avesse saputo delle mie esperienze sessuali con mia cugina mi avrebbe iniziato a venerare come un Dio.
Grazie a Marisa mi salii un po’ l’autostima ed ebbi il coraggio di dichiararmi con la ragazza sui cui fantasticavo da tempo, lei mi rifiutó perché attratta da un ragazzo di seconda liceo che frequentava il suo oratorio.
Poco male perché a distanza di qualche settimana organizzammo una gita con la scuola e conobbi Cecilia che frequentava sempre la terza ma in un’altra sezione.
Cecilia era molto magra, capelli neri ondulati ed occhi verdi che avrebbero fatto innamorare chiunque e aveva una seconda di seno molto proporzionato per il suo fisico. La conobbi perché la sera in albergo una volta che gli accompagnatori si misero a dormire iniziammo a girare per le camere e finimmo in quella sua. Iniziammo a giocare ad obbligo e verità come si usava a quei tempi e dopo un paio di giri la bottiglia si fermó su di me. “ obbligo o verità!?” Io scelsi obbligo perché avevo paura di qualche domanda scomoda. “Bacia Cecilia con la lingua per un minuto” io fui felice di questo perché lei mi piaceva un botto. Ci avvicinammo con le labbra e iniziammo prima a baciarci a stampo poi più appassionatamente finché non trovammo le nostre lingue a contorcersi nelle nostre bocche, il minuto passó ma noi continuammo ancora un po’.
Gli altri ragazzi ululavano come animali in festa ma a noi sembrava non importare.
La serata continuó tra baci vari e confessioni infantili, finché non toccó di nuovo a me, ma sta volta era Cecilia che aveva girato la bottiglia.
“Ti masturbi?!” Mi chiese e fu la prima domanda piccante della serata.
“Si” risposi sinceramente. “Quante volte lo fai!?” Aggiunse. “Sbaglio o potevi farmi solo una domanda comunque non c’è un numero preciso quando lui chiama tu rispondi” dissi ridendo. Poi toccó a me girare e la bottiglia finii su Vittoria una ragazza dall’aria molto intellettuale con grossi occhiali tondi capelli castani attaccati in una coda e un maglione verde molto largo che non mi faceva capire molto bene le sue forme, lei scelse verità. “Faresti l’amore con me!?” Chiesi. Lei rispose “si” e notai che l’umore di Cecilia cambió. “Invece sentiamo tu ti tocchi!?” Disse Roberto a Cecilia durante il loro turno. Non capivo se Roby non mi stesse difendendo per la domanda fatta prima o era solo eccitato.
Cecilia si alzò mi guardò come se la domanda l’avessi fatta io e sentenziò arrabbiata : “ quelle cose le fate solo voi maschi, siete solo dei porci”. “ sono stanca vado a dormire”, e la serata finii all’improvviso.
Il giorno dopo sul pullman che ci portava in gita,lei con mia gioia si sedette vicino a me.
“Scusami per ieri sera ero stanca” “non preoccuparti ti capisco” risposi io “no non é solo quello aggiunse qualche settimana fa il mio ragazzo mi ha lasciato perché non voglio fare sesso con lui, io lo capisco lui é più grande di me fa il quarto superiore a ha le sue esigenze” io rimasi anche un po’ scioccato per la facilità con cui mi raccontava certe cose. E capii il perché delle sue domande spinte e del suo disagio. poi adagió la testa sulla mia spalla e mi fu naturale darle un bacio in fronte. “Nessuno può obbligarti a fare quello che non vuoi fare”, dopo questa mia frase lei inizió un po’ a lacrimare, io la strinsi più forte che potevo lei si staccò mi prese la testa tra le mani e iniziammo a baciarci.
La mia esperienza con Marisa mi aveva trasformato in ottimo baciatore ma anche Cecilia ci sapeva fare, sicuramente con quel tipo si era allenata molto.
Tornati alla vita di tutti i giorni iniziammo a frequentarci, ci cercavamo alla ricreazione, in mensa, e fuori dalla scuola facevamo delle lunghe pomiciate al parco.
Solo che ormai dopo qualche pomeriggio era chiaro che tutto questo non ci bastava più.
Io non sapevo fino a che punto si era spinta con l’altro ragazzo e non sapevo fino a che punto potevo spingermi io , sapevo solo che non avevano fatto sesso completo.
Un pomeriggio mi feci un po’ di coraggio e allungai la mano sulla coscia proprio sotto la gonna, non trovai nessuno ostacolo e continuai a salire
finché lei non mi bloccó la mano mi guardò e mi disse: “non qui che ci potrebbe vedere qualcuno.” Mi prese per mano e mi portò in una casetta scivolo nel parco e ci appartammo. Lei prima di riniziare a pomiciare mi chiese di farglielo vedere. Io eccitatissimo e senza più imbarazzo mi sbottonai i pantaloni dei jeans e tirai fuori il cazzo. “É più piccolo di quello di Francesco” queste parole mi demoralizzarono un po’ non ero mai stato paragonato a nessuno e mi venne quasi subito scontato pensare a Marisa a cui dei miei 15 cm sembrava non importare.
Lei capii che forse mi aveva ferito e mi disse “non preoccuparti ci penso io, vediamo se cresce un’altro pó” così mi prese il cazzo in mano. La sua mano era armoniosa era sicuramete più esperta di quella di Marisa e
mi teneva in ostaggio alternando i ritmi, sembrava che mi leggesse nel pensiero, sapevo accelerare, sapeva rallentare. Chissà a questo Francesco quante seghe gli avrà fatto pensai tra me e me.
Lei ad un tratto si alzò un po’ abbasso i collant e le mutandine poi mi disse: “sei pronto !?” Pensando che io non l’avessi mai vista ed alzó la gonna.
Effettivamente la sua figa era diversa da quella di Marisa, aveva più pelo e le piccole labbra più sporgenti rispetto alle grandi labbra.
Io la toccai con il palmo e con il dito medio iniziai a sfregare, rivelando la mia esperienza. “Sei più bravo di lui” disse gemendo un po’, io ero un po’ stufo di questo paragone e mi fermai. Lei capii nuovamente e mi chiese scusa. Questo tizio mi era entrato in testa ormai è decisi di sfoderare la mia arma vincente per passare in vantaggio nei suoi pensieri e nelle sue fantasie.
Mi piazzai con la faccia in mezzo alle sue gambe e iniziai prima a succhiare le piccole labbra sporgenti e poi a leccare il clitoride molto più pronunciato rispetto a quello di quello di Marisa.
Il suo sapore era diverso quasi più aspro ma comunque piacevole.
Lei improvvisamente si alzò e si coricó al contrario su di me mi riappoggió la vagina sul volto e nello stesso momento senti che prese il mio cazzo e se lo porto in bocca. Iniziamo un 69.
Inizió a succhiare avidamente aiutandosi con la mano niente a che vedere con Marisa, non aveva la minima difficoltà ad igoiare completamente il mio pene e rilasciarlo lentamente pensai giustamente visto le dimensioni di Francesco che con il mio fosse più facile. Leccava nei punti giusti sul frenulo poi sul glande, poi tornava prepotentemente a pompare con forza e molta saliva. Io ormai mi ero dimenticato della sua vagina e stavo per venire la intimai di spostarsi ma lei continuó il suo lavoro finché non le venni in bocca. Fu una sensazione magnifica quasi di onnipotenza, lei però non lascio la presa e continuo a succhiare e leccare finché non torno moscio. Mi diede un bacio sul Cazzo. E mi disse “ ti é piaciuto?” “Non penserai che sono una puttana adesso?” Io ero lì immobile e tremante, nonostante l’estate magnifica che avevo passato con Marisa, Cecilia era di un livello superiore con un’esperienza superiore.

Quella sera per la prima volta a distanza di tempo non mi masturbai pensando a Marisa ma pensai a Cecilia.


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