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Prime Esperienze

Paolo è Tornato- parte seconda


di Hannibal
24.03.2024    |    3.880    |    4 9.7
"Notò le mie calze e mi disse: “Hai bellissime gambe”, le calze autoreggenti mi eccitano molto..."
Li raggiunsi al tavolo, come avevo previsto il tavolo era il più appartato e la tovaglia copriva molto bene le nostre gambe.
Così le sollevai e misi entrambi i piedi sul bacino di Paolo lavorando il cazzo per benino con i piedi.
Marco disse sottovoce, “Ragazzi non fate scherzi ma se vi va di andare in bagno insieme per 5 minuti c’è un bagno per disabili che potete utilizzare entrambi!”, solo non metteteci troppo, altrimenti mi sento escluso!”
“Mangiano qualcosa prima, Elena è appena andate in bagno, darebbe nell’occhio.
Al ristorante non c’era molta gente, una coppia di anziani signori, la lei mi guardava di sottocchio, forse si era accorta dove avevo messo i piedi, ma non mi importava.
Una coppia molto più giovane non era certo intenta a noi.
Mangiammo un antipasto di crudi di mare accompagnato da un ottimo rosé, poi mi alzai e andai nel bagno dei disabili, come aveva suggerito Marco, Paolo non si fece attendere, mi seguì dopo meno di un minuto circa.
Entrò nel bagno e bloccò la porta non mi diede il tempo di far nulla mi sollevò sul lavandino, si aprì i pantaloni e me lo mise dentro violentemente.
“Ho sognato di entrarti dentro tutte le notti da quando ci siamo lasciati”.
“Ho sognato di scoparti, di leccarti la passera, di sodomizzarti tutte le notti e come un ragazzino ho avuto orgasmi notturni”, “Mi sei entrata dentro la mente con prepotenza!”
MI sbatte violentemente sollevandomi con le sue grandi mani sul lavandino e eiaculò abbastanza presto senza darmi il tempo di venire anche se ero alle stelle sentendo il cazzo di Paolo dentro di me.
Stavolta sentii il fiotto caldo del suo sperma dentro la figa, non aveva il preservativo ma fu una sensazione molto piacevole, un genere di orgasmo soft, di soddisfazione per averlo fatto godere che non avevo mai provato.
Non mi interessava di godere, avrei avuto tempo nella serata, ne ero sicura, ma volevo farlo felice e lui lo fu!
“Non lasciamo Marco troppo solo, si rivesti e usci fuori”
Io dovetti asciugarmi per bene, ero fradicia dei miei umori e dello sperma di Paolo, ritornai al tavolo felice!
“Avete scopato”, chiese Marco.
“Sì risposte Paolo”, prendendomi la mano, “Non potevo più resistere dovevo scopare Elena immediatamente”
“Si mi ha scopato” aggiunsi, “Ma è stato troppo veloce, Paolo non dura a lungo, speriamo meglio più tardi”, dissi ridacchiando.
“Non sfidarmi”, disse Paolo, sai che so far meglio, ma qui non potevamo fare di più!
“Mah, staremo a vedere, magari sei invecchiato in questi mesi e non funzioni più così bene come l’ultima volta”, dissi, immaginando come mi avrebbe sbattuta per le prese in giro che gli stavo confezionando.
“Elena, non ti conviene provocare troppo Paolo, altrimenti, lo sai che ti punisce a dovere!”
Mi avvicinai all’orecchio di Marco e gli sussurrai: “E’ quello che voglio”, ovviamente Paolo lo senti e aggiunse.
“Non preoccuparti, ti punirò come meriti”
Ridemmo tutti e tre
Mangiammo un ottimo pesce al sale e Paolo insistette per pagare il conto, stavano quasi per litigare, che paradosso, erano d’accordo su come scoparmi e non riuscivano a mettersi d’accordo per pagare il conto.
Paolo diceva che voleva pagare il conto perché eravamo suoi ospiti e Marco on lo permetteva, alla fine la spuntò Paolo perché promise che sabato sera avrebbe pagato Marco.
In auto sino alla villa di Paolo fu un’orgia senza fine, Marco guidava ma a metà strada Paolo insistette perché fosse lui a guidare fino a casa, così mi ritrovai prima sbattuta sul sedile posteriore da Paolo e poi da Marco, stavolta venni io, con Marco che sapeva fin troppo bene quale ritmo mantenere, Paolo chiese appunto a Marco di dargli il cambio per non venire e non bruciare la serata subito.
Arrivammo alla villa di Paolo, scendendo dall’auto quasi caddi per terra, mi tramavano le gambe, quando sono molto eccitata le gambe mi tremano, ho difficoltà a stare in piedi.
Paolo mi afferrò e mi sostenne, mi appoggiai su di lui e cercai la sua bocca con la mia.
Paolo la accompagnò sul divano e ci offrì da bere.
MI sedetti vicino a Marco e aspettai che Paolo si avvicinasse.
Notò le mie calze e mi disse: “Hai bellissime gambe”, le calze autoreggenti mi eccitano molto.
Scostò il maglione e cominciò a accarezzarmi le cosce, poi si alzò e andò a prendere un altro drink.
Quando si risedette mi tolsi le scarpe e poggiai i piedi sul suo cazzo, che già gonfiava i pantaloni.
MI accarezzava le gambe e divaricava le sue, ci volle un po' ma capii cosa voleva, mi alzai e mi inginocchiai davanti a lui,
“Se voglio ti faccio venire con la bocca”, dissi e mentre gli slacciavo i pantaloni e gli tiravo fuori il cazzo ormai rigido come la pietra.
“Non ci riuscirai”, mi sfidò
Gli sbottonai i pantaloni e cominciò a succhiarglielo, le mi guance si contraevano per meglio succhiarlo e lo stringevo con le labbra.
Con le labbra e la lingua sentivo ogni singola venatura della sua verga, imparavo a conoscere il suo cazzo nei dettagli più intimi.
Con la testa andavo avanti e indietro, imitavo il suo ritmo nella scopata, succhiavo il glande non prendendolo tutto in bocca, poi lasciavo cadere la testa in avanti e glielo prendevo dentro fino ai testicoli.
Quando lo sentivo arrivare in gola Paolo gemeva e in impazzivo per il piacere che gli davo.
Non volevo farlo venire veramente, volevo essere scopata, così ogni tanto lo mordevo sotto il glande facendogli male.
“allora non vuoi veramente farmi venire”, mi disse.
“Certo che no”, risposi, “Voglio essere scopata!”
Mi accontentò subito, mi tolse il maglione, avevo ragione, non feci in tempo a togliermi le mutandine mi sdraiò per terra e prese a scoparmi con il ritmo con il quale mi ha fatto impazzire la prima volta.
Lo teneva quasi tutto fuori rigirandolo fra le grandi labbra della vagina e poi, all’improvviso, dava due o tre colpi violenti, venni due volte e quando se ne accorgeva continuava a darmi colpi violenti e profondi per completare il mio orgasmo.
Mi scopò a lungo, molto a lungo, ero praticamente senza fiato, in estasi fra le sue braccia con il suco cazzo profondamente conficcato nel mio corpo.
Paolo: “Allora Signorina, come va vengo subito o lo vuoi ancora?”
Elena: “Non ti azzardare a venire, lo voglio ancora, non stai andando molto bene!”
Paolo:” Se non vado bene, allora mi fermo”
Elena:” No, stai andando bene, mi fai impazzire, stavo scherzando”
Paolo: “Con me non si scherza, dovrò punirti!”
Non arrivai al terzo orgasmo mi rigirò sollevandomi il bacino con i cuscini e mi sodomizzo profondamente.
Non so se fu l’olio che avevo messo, la voglia di sentirlo dentro di me, il fatto che ero preparata al rapporto, ma questa volta non mi feci male, fu molto, ma molto piacevole, mi sodomizzò a lungo tenendomi le natiche aperte con le mani sbatteva con il bacino sulle natiche violentemente.
MI sollevò il bacino mettendomi a pecora e con le mani mi tirava verso di sé per accentuare i colpi, in realtà qualche colpo mi faceva male e ogni tanto gemevo per il dolore.
MI chiese; “Ti faccio male?”
“Sì”, risposi, ma non importa “Mi fai impazzire sbattimi forte” gli dissi.
E lui mi diede colpi violenti come nessun altro aveva mai fatto prima.
Sentivo lo schiocco delle natiche contro il bacino di Paolo, il durissimo pene che mi penetrava sino alla pancia, il respiro affannoso di Paolo, il suo desiderio di dominarmi mi faceva impazzire, mi prese le mani e me le tenne strette dietro la schiena con una delle sue mani, ero sua prigioniera, completamente sua!
“Non smettere”, “ancora”, “ti voglio dentro di me”, “non venire”, “Mettimelo dentro tutto fino alle palle”, “Entra più che puoi”, “Sbattimi Forte”, “Sono tua!!”.
Sono la tua Troia!
Dicevo cose che non immaginavo che avrei mai detto a un uomo, “sono tua” continuavo a ripetergli”.
“Sì, sei mia!”, “Non puoi fuggire”, “MI fa impazzire scoparti”, “Sei la mia Troia”.
“Sì sono a tua troietta”, “Sbattimi più forte che puoi”, “mi fai godere”, “Il tuo cazzo mi fa impazzire”.
Ero in estasi e raggiungi un orgasmo molto lungo, lo sentii venire dentro di me ancora con diverse pulsazioni e spruzzi di sperma caldo che mi riempivano piacevolmente. Ma la cosa più bella era averlo fatto godere dentro di me come voleva lui.
“Non uscire voglio il tuo sperma tutto dentro di me”, resta dentro più che puoi”.
“Sono davvero una Troia” pensai, non credevo di essere così perversa, Paolo aveva scoperchiato in me un desiderio di perversione che non credevo di avere.
Restò dentro di me a lungo sdraiato su di me poi ci addormentammo, e dopo qualche ora lo sentii accarezzarmi delicatamente.
Era notte fonda, mi svegliai e lo baciai, “Mi vuoi ancora?” disse.
“Ti voglio sempre”, rispose, restiamo a letto per tutto il week end insieme”.
Mi montò sopra e stavolta non mi ha scopato ma abbiamo fatto l’amore, fu un rapporto molto dolce, con un ritmo lento che mi porto in un orgasmo prolungato per diverso tempo.
Restai in orgasmo moltissimo tempo, accompagnavo con il bacino il movimento del bacino di Paolo, ma non lo acceleravo”, gemevo per il piacere, è stato un rapporto da estasi.
Le mie gambe erano sollevate attorno i suoi fianchi, con le braccia gli cingevo il collo e la sua lingua era sempre dentro la mia bocca.
Lui i abbracciava con un braccio dietro le spalle e con l’altro mi cingeva la vita.
Avevo Marco vicino che mi accarezzava il seno e Paolo che mi penetrava dolcemente, ero in paradiso, presi il cazzo di Marco fra le mani e lo baciavo di tanto in tanto, quando Paolo si staccava dalla mia bocca venne fra le mie mani.
“Scusa non volevo farti venire”.
“Non importa è fin troppo bello e eccitante vedervi fare l’amore”, disse Marco.
Si era accorto che il rapporto questa volta era molto più dolce delle precedenti.
Paolo venne nuovamente dentro di me e sentii ancora una volta il suo caldo sperma dentro di me, questa volta nella figa.
Si accasciò su di me e io lo accarezzavo e lo baciavo dolcemente, era indubbiamente diverso dalle volte precedenti.
Ci addormentammo nuovamente e ci risvegliammo l’indomani.
Paolo e Marco avevano preparato un’ottima colazione.
“Buon giorno e ben svegliata dormigliona!”
“Buon giorno Amori”, sottolineai il plurale
“Quindi ci ami entrambi?”
“Certo che sì, vi amo entrambi”
“Come stai stamattina?”, chiese Paolo.
“Bene, sono molto soddisfatta tanto che, mi piacerebbe riposare un po' la passera, altrimenti non sento più nulla!”
“Beh, io avrei ancora voglia vedendoti così con quel babydoll, ma possiamo aspettare il pomeriggio”.
Mi avvicinai a Paolo, volevo fargli capire che quando volevo ero capace di farlo venire anche succhiandolo e contro la sua volontà.
Così comincia a toccarlo delicatamente.
“Se hai voglia ora, non voglio certo deluderti e la Passera può anche riposare”
Glielo tirai fuori dal pigiama e dalle mutandine e cominciai a masturbarlo delicatamente, tirai fuori le tette dal baby Doll e me lo strofinai addosso, poi comincia a avvicinargli la bocca e a tirar fuori la lingua ma senza ancora leccarlo, volevo soffrisse un po', prepararlo al pompino che stavo per fargli.
Raggiunse l’erezione non appena comincia a strofinarlo sul seno. Lo guardavo negli occhi e gli davo una leccata sul glande poi cominciai a baciargli il glande e poi all’improvviso feci cadere la testa in avanti e lo presi tutto in bocca stringendolo con le labbra e succhiandolo con forza.
Questa volta non lo morsi e Paolo cominciò a ansimare in un crescendo, non mi ci volle molto, ne restai quasi delusa, con il labro inferiore sentii il canale dello sperma gonfiarsi, lo sperma di Paolo caldo irruppe nella bocca e la riempì completamente, non mi scostai come faccio di solito, continuai a succhiarlo per svuotare il cazzo di Paolo completamente, rigirai la lingua sul glande per pulirlo, Paolo intanto aveva lasciato rovesciare la testa all’indietro ansimava ancora ma molto più leggermente, ero soddisfatta, farlo godere mi provocava un piacere immenso.
Alla fine e mi venne un’idea malsana.
Dopo aver ripulito per bene lo sperma non lo ingoiai completamente, ma ne tenni un po' sulla lingua.
MI scostai e aprii le labbra, un po' di sperma si riversò si riversò sulle labbra, andai da Marco e dissi: “Amore Baciami”,
Marco scappò via, “Finiscila” disse seccato.
Solo allora mi avvicinai al viso di Paolo e gli feci vedere che ingoiavo il suo sperma!
Sono davvero una Troia, non lo avevo mai neppure pensato di farlo, eppure lo feci.
Andai in bagno e mi lavai i denti come avevo promesso.
Passammo quello che restava della mattina e parte del pomeriggio in spiaggia, abbiamo giocato, la temperatura era piacevole e mi tolsi il maglione restando in topless, un po' distante da noi c’era un'altra coppia che stava pomiciando, ci guardavano di soppiatto e secondo me capirono che eravamo un trio.
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