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Unico Threesome - Racconta Elena parte 3 - L'automobile


di Hannibal
27.01.2023    |    4.166    |    7 9.8
"Marco intanto mi succhiava e mordeva i capezzoli, mi abbassai su di lui e lo baciai, questa volta fui io a mettergli dentro la lingua e lui ebbe un sussulto,..."
Strisciai dietro il sedile e fui subito fra le braccia di Paolo.
MI baciò appassionatamente cacciandomi la lingua dentro la mia bocca e rigirandola intorno alla mia.
Mentre lo faceva mi sbottono, la camicetta e cominciò a baciarmi sul collo scendendo verso il seno, sganciò il reggiseno e cominciò a succhiarmi i capezzoli facendomi rabbrividire, mordeva e succhiava in un abile alternanza fra le due azioni.
Io avevo le mani sul suo petto e gli sollevai la blusa per sentire i suoi muscoli del torace, con una mano mi toccava il seno orfano della sua bocca e l’altra mi teneva stretta a se.
Paolo ha un tatto davvero fantastico.
Volevo di più, così allargai le gambe invitandolo fra le mie cosce.
Non perse tempo, mi sollevò la gonna, mi abbassò i collant e le mutandine, peccato non avessi potuto indossare le autoreggenti, i collant mi davano fastidio.
Cominciò a masturbarmi, prima un dito poi ne infilò altri, inumidendoli con la saliva anche se non era necessario perché ero già fradicia dei miei umori; forse non voleva inumidirli ma solo assaggiare i miei umori, con il pollice mi masturbava il clitoride e con le dita dentro premeva e sfregava la parte interna corrispondente al clitoride, venni nel giro di pochi secondi.
Se fosse stata una serata normale poteva finire tutto in quel momento, ma non lo era.
Si accorse del mio piacere e cominciò a baciarmi il ventre e a scendere sul bacino e sull’interno coscia, evitava volutamente di baciarmi la figa, voleva farmi soffrire.
Così gli presi la testa e gliela premetti forte sul mio sesso.
Non si fece pregare ulteriormente mi caccio dentro la lingua, mordicchiava e succhiava il clitoride.
Non saprei dire quanto tempo trascorse, ero in estasi, non avevo una percezione del tempo precisa.
Vidi Marco che armeggiava con il retrovisore e la videocamera.
Nella posizione nella quale eravamo non riuscivo a raggiungere il suo pene e lui si manteneva calmo, a me dava fastidio, così mi rialzai, gli sbottonai e abbassai i pantaloni, gli abbassai gli slip e cominciai a succhiarlo io.
Non amo prenderlo in bocca, ma mi piace che il mi partner sia eccitato, più è eccitato lui più mi dà piacere, avvolsi il suo pene con le labbra e lo strinsi forte succhiandolo, ruotavo la lingua sul glande e mi accorsi che stava per venire, così lo morsi sotto il glande per interromperlo, non volevo certo che finisse tutto lì.
Aveva un bel pene, non lungo come Marco ma con un diametro notevole, pensai come mi avrebbe aperta scopandomi.
Lo torturai per bene per almeno dieci minuti, lui cercava di rialzarsi e io lo tenevo giù, poi mi disse:
“Mi stai facendo soffrire, voglio essere dentro di te”.
Mi rialzai tolsi le mutandine dalle caviglie e anche i collant che erano restati impigliati nelle scarpe e gli montai sopra.
Non fu necessario indirizzare il pene, trovò subito l’apertura della mia figa, ero fin troppo fradicia, rimasi quasi delusa di come facilmente entrò, quasi senza attrito.
Mi piace sentire un po' di resistenza delle pareti del mio sesso quando vengo penetrata.
Comunque il diametro era notevole mi ero sbagliata sulla lunghezza, quindi ci vollero molti piacevolissimi secondi prima che la penetrazione fosse completa.
Mi mise le mani sui fianchi e mi aiutava nel movimento su e giù, non che ce ne fosse bisogno ero come una cavalla impazzita sul cazzo di Paolo, lo facevo entrare su e giù premendo quando arrivavo completamente seduta su di lui.
Marco intanto mi succhiava e mordeva i capezzoli, mi abbassai su di lui e lo baciai, questa volta fui io a mettergli dentro la lingua e lui ebbe un sussulto, stava per venire, cambiai ritmo seduta su di lui invece che andare su e giù mi limitavo a premere il bacino sul suo e a rilasciare la pressione, senza farlo uscire.
Paolo riuscì a controllarsi e capii che si stava mordendo la lingua, coì lo aiutai e gli morsi il torace violentemente, il dolore aiuta a interrompere l’orgasmo.
Marco propose: “Andiamo in un Motel?”
Paolo rispose: “No andiamo a casa mia, ho una villa vicino al mare”
Si rigirò e mi distese sul sedile, mi scopava, ma controllava lui il gioco.
Non lo metteva tutto dentro, teneva solo la punta fra le labbra e la rigirava, poi all’improvviso dava due o tre colpi violenti penetrandomi completamente e io impazzivo, poi lo tirava fuori quasi del tutto e ricominciava a rigirarlo fra le labbra della vagina.
Questa volta fui io a dirgli: “mi stai facendo soffrire”
Lui rispose: “E’ questo quello che voglio, lo meriti per come hai trattato prima il mio cazzo con la tua bocca, mi hai fatto soffrire adesso tocca a te!”
Risposi: “Hai cominciato tu quando volevo essere baciata e tu ci giravi attorno”
Lui rise e diede alcuni colpi ben assestati per farmi venire.
Sono venuta nuovamente o meglio ero in orgasmo perenne, mi dava solo fastidio non poter allargare di più le gambe, non riuscivo a cingergli i fianchi con le cosce.
Non era una posizione molto comoda.
Arrivammo alla villa di Paolo, Marco posteggiò proprio davanti e uscimmo dall’auto, Paolo mi prese in braccio e finalmente potei avvolgerlo con le mie gambe sui fianchi, con le braccia mi stringevo sul suo collo.
Lui mi abbracciava con un braccio, con l’altro porse le chiavi a Marco.
Ero mezza nuda, ma era notte fonda e non c’era nessuno in giro.
Entrammo nella villa, io in braccio a Paolo con Marco che aveva difficoltà a aprire la porta, non sapeva dove accendere la luce e dove andare esattamente.
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