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SERATA TRASGRESSIVA


di Membro VIP di Annunci69.it Scambistipercasox
27.04.2024    |    9.537    |    28 9.5
"Salii in macchina in direzione casa di mia madre..."
La separazione che stiamo vivendo non è certo facile, soprattutto per mio figlio sedicenne. Il mio ex, diamogli un nome, Luca è un bravo padre tutto sommato, fa del suo meglio lo riconosco. Il suo lavoro è impegnativo e di responsabilità, si traduce tutto in poco tempo libero per la famiglia, ora ridotta e ridimensionata solo alla gestione di nostro figlio Andrea.
Il divorzio è stato consensuale, nessuna guerra dei Roses. Zero litigi o guerre economiche. Stiamo entrambi bene e abbiamo limitato i danni, soprattutto quelli emotivi di nostro figlio. Quel periodo per me era elettrizzante, ero predisposta quanto prima a chiudere in fretta e stare liberamente con Lisa. Luca molto ingenuamente si era illuso di poterci frequentare insieme, in questa nostra nuova dimensione. Lisa sostiene che nell’immaginario comune maschile uno dei sogni erotici più ambiti è di riuscire in qualche modo a scoparsi una lesbica mentre amoreggia con un’altra Lei. Beh Luca c’era quasi riuscito, grazie a me, ma la sua impazienza ha rovinato tutto. Lisa lo avrebbe fatto solo per soddisfare una mia richiesta, ma questo lo racconterò in altra sede.
”Papà e mamma si vogliono ancora bene anche se non vivono più insieme, ma stai tranquillo, scopano e godono più di prima” Certo questo non potevamo dirlo a nostro figlio. Oggi i pochi e brevi momenti comuni in cui siamo tutti insieme si limitano al momento dell’affidamento di nostro figlio. Il fine settimana è di mio marito, il resto dei giorni sta con me. Il mio vantaggio è l’aiuto costante di mia madre, roba non da poco. Che dire, lui si è tenuto la nostra bellissima abitazione mentre io sono andata a vivere con mamma.

QUALCHE MESE A DIETRO
E’ sabato pomeriggio eravamo in auto io e mio figlio in direzione casa papà. Il mio week-end non era ancora programmato, libero senza impegni pianificati, mi sarei vista come solito con Lisa. Al citofono chiesi a Luca di accogliere nostro figlio lui mi disse di salire dicendomi che doveva parlarmi. Sul momento non mi andava, cercai una scusa ma lui insistette, dicendomi che era importante. Arrivai all’ingresso, Andrea mi salutò e raggiunse la sua camera io rimasi sulla porta informandolo che avevo fretta, non era vero. Luca mi disse che dovevo entrare, sbuffai contrariata.
“Insomma che c’è? Non mi chiederai di scopare ora vero?” Sussurrai.
“Wow non ci avevo pensato però non sarebbe male…lo facciamo?”
“Smettila! Allora sentiamo”
“Avrei voluto un momento più calmo e non così insomma. Elena ho conosciuto una persona e ci stiamo frequentando da un po’, si insomma ci tenevo a dirtelo ecco tutto qui”
Lo guardai con indifferenza, mascherando quella fitta allo stomaco.
“Ma certo capisco, tutto qui? Posso andare?” Le gambe mi tremavano, non volevo dire altro, l’emozione nella mia voce mi avrebbe tradito.
“Dai su Luca goditela e spero sia una bella figa, magari ti soddisfa e ti asseconda più di me. Ora devo andare, non mi cercare”
“Elena aspetta”
Non gli diedi il tempo di aggiungere altro. Salii in macchina in direzione casa di mia madre. Stavo di merda, non pensavo di arrivare a sentirmi così. Perché ci stavo male poi? Non potevo essere gelosa, no certo che no. Lui mi mancherà, mi mancheranno quelle sporadiche sere di nostri accoppiamenti trasgressivi che ci hanno prima allontanati e poi uniti. E io che credevo fosse un’alchimia duratura, indissolubile, invece no. Mi sentivo una stupida illusa, una qualsiasi che vive una vita riprovevole senza senso.
Arrivata a casa come prima cosa mi fumai una sigaretta, una Heets, lo faccio solo e sempre in due precisi stati d’animo, quando sono molto triste o molto eccitata. Mamma mi vide e capì immediatamente che qualcosa non andava, la liquidai solo con lo sguardo. Passò un’ora o forse più e il cellulare squillò.
Il mio angelo custode, Lisa.
“Hey che fai? Disturbo? Dovevi chiamarmi per organizzarci stasera, ci sei vero? Ho una voglia matta di te..”
“Ciao, si che ci sono. Ma che facciamo, non so bene di cosa ho voglia ora, sono un pochetto giù ma non mi chiedere dettagli ti prego” Lisa attese non disse nulla, qualche secondo e mi rispose.
“Okay ascoltami, vestiti figa e andiamo a ballare, passo a prenderti alle io per le 22 facciamo due passi in centro poi andiamo in un locale fuori città e facciamo le troiette. Non accetto repliche”

IL GIORNO DOPO
Tardo pomeriggio chiamai Luca chiedendo se poteva portare lui a casa nostro figlio. Ero a pezzi, i postumi della sbornia non svanivano. Mi disse che in mezz’ora sarebbe arrivato, anticipando la richiesta di salire per parlare. Accettai, non avrei dovuto ma risposi d’impulso. Mi fiondai in doccia per riprendermi, non volevo certo fami trovare così. Puzzavo di alcol e avevo sperma rappreso qua e là ancora nei capelli.
Lo accolsi in vestaglietta di raso blu, la sua preferita. Volevo tenerlo ancora stretto a me inconsciamente? No, forse temevo di più il confronto con questa nuova sconosciuta.
Andammo in terrazzino al piano superiore, era una bella giornata stranamente calda. Indossai un cappottino e ci accomodammo seduti. Attimi di silenzio, entrambi ad osservare i palazzi circostanti.
“Ti ricordi quante ne abbiamo fatte qui?”
“Smettila…” Sorrisi
“Certo che mi ricordo…guarda che sono arrabbiata con te quindi smettila”
“Dai Ele dimmi il momento più eccitante che abbiamo avuto qui proprio in questo terrazzino…dai per favore” Attesi parecchio prima di rispondere, forse avrei dovuto raccontargli la mia serata di ieri sera. Presi le mie Heets e me ne accesi una. Luca non ha mai fumato, forse qualche canna credo. Mi conosceva bene, mi lasciò il tempo, sapeva che qualcosa sarebbe accaduto, o una lite o altro di piccante. Attese impaziente.
“Okay ti rispondo. Fra tutte, ripensandoci bene, quella di quando mamma ti ha sorpreso che ti masturbavi alacremente guardando un porno sul tablet. Se ben ricordo, lei attese di fare sentire la sua presenza proprio mentre incominciavi a eiaculare, dio mio che figura di merda”
“Ah cazzo no non dovevi ricordarmelo, sei una stronza! Ma poi dai tua madre che mi fissa mentre sborro e mi porta pure i kleenex, che troia”
“Hey misura le parole, anche se sì lo ammetto è stata troia soprattutto perché a me l’ha raccontata diversamente” Finii di fumare. La doccia mi aveva rinnovato per davvero, dio non poteva essere avevo già voglia di cazzo dopo ieri sera, la cosa era preoccupante. Bastava poco, potevo farmelo lì e subito come volevo. Resistetti, volevo farlo morire di invidia e ricordagli bene cosa si perderà nei prossimi tempi che passerà con la stronzetta nuova di turno.
“Sai Luca ieri sera ho fatto la cattivella, mi avevi fatto incazzare per bene e mi sono fatta scopare da uno sconosciuto!”
“Cosa? Dai dimmi, raccontami tutto” Si sistemò il pacco vistosamente.
“Lisa mi ha portata in una disco terribile. Fuori Bologna verso Imola, gente strana, poche donne e molti uomini. Musica terribile, rumba samba si insomma quella lì, che io odio. Al terzo cocktail mi sono lasciata andare, c’è ne è voluto sai? Poi mi sono lanciata in pista e ho iniziato a ballare su invito insistente di un tipo grezzo ma molto maschio. All’inizio mi muovevo in maniera normale. Poi con movenze sempre più provocanti. Sfregavo il culo contro il suo pacco. L’ho sentito duro. La minigonna si è alzata. Ha visto che portavo il perizoma. Mi ha detto che lo stavo facendo tirare a tutti. Mi ha baciato. Con le mani mi ha toccato il seno e, per un attimo, in mezzo alle gambe. Poi sono uscita dalla pista.”
“Dove sei andata?”
“Sono andata verso Lisa. Era seduta ad un tavolino, su uno di quegli sgabelli alti. Era con l’altro tipo che ci provava, si divertiva a fare la stronza. Ci siamo guardate e abbiamo sorriso. Lui subito mi ha raggiunto. Mi sono chinata in avanti, per riuscire a sentirmi con Lisa al di sopra della musica. Nel fare questo ho sollevato un po’ il culetto dallo sgabello. Lui ne ha subito approfittato.”
“Come…cos’à ha fatto?”
“Subito mi ha palpato una chiappa. Poi l’ha tolta per un attimo e poi ho sentito un dito che si insinuava in mezzo. Ha scostato velocemente il perizoma senza darmi il tempo di reagire e ha spinto il suo dito medio su per il mio sedere.”
“Sul serio? E tu?”
“Ho urlato e sono rimasta a bocca aperta per la sorpresa, non perché mi abbia fatto male. Il dito credo fosse bagnato di saliva. Lisa mi ha chiesto cos’avevo. Le ho detto, candidamente, che lui mi aveva infilato un dito nel culo. Lei incredula ha riso di gusto.”
“E poi cosa hai fatto?”
“Improvvisamente ho realizzato la situazione. Ero lì, in mezzo a tanta gente tra cui qualcuno poteva anche vedere e capire cosa stava succedendo, cioè che avevo il dito di un uomo infilato nel mio posto più intimo. E sai…mi piaceva. Questo tipo ha continuato a spingerlo avanti e indietro per qualche minuto mentre tenevo le mani di Lisa che era più sbronza di me. Tutta questa situazione mi ha fatto godere. Ho cominciato a godere…insomma ho avuto un’orgasmo in faccia Lisa mentre osservava curiosa e divertita il tipo alle mie spalle. Ho sentito il mio sedere pulsare attorno al suo dito. Lui nelle orecchie mi ha urlato di godere, appellandomi con termini non eleganti ma che non hanno fatto altro che aumentare il mio piacere. Poi lo ha sfilato, mi ha preso per mano e mi ha trascinato via.”
“Dove ti ha portato?”
“Nei bagni. Nel bagno degli uomini, precisamente. Quanto mi sono sentita troia a farmi vedere lì dentro. Come mi hanno guardato… avrei avuto paura, non fosse stato con me. Ha aperto uno dei bagni e poi mi ha dato in mano una moneta. Ha indicato il distributore dei preservativi. Prendine un paio, mi ha ordinato ad alta voce, extra large, se ci sono. Ho sculettato sui tacchi fino al distributore. C’erano. Sono tornata da lui che teneva aperta la porta del bagno per farmi entrare, come fosse la portiera di un’auto. Tutti i presenti sapevano che mi stavo per far scopare.”
“E ti sei fatta scopare?”
“Mi ha detto di appoggiarmi con le mani al muro. C’era puzza, la situazione era estremamente degradante e questo, non so perché, non faceva altro che aumentare la mia eccitazione. Mi ha alzato la gonna e abbassato le mutande. Poi si è chinato e mi ha leccato. Sia la figa che il sedere. Io intanto già stavo godendo. Credo fuori mi sentissero, nei bagni la musica della discoteca non arrivava così alta. Poi si è alzato, si è abbassato i pantaloni e si è messo il preservativo. Già lo avevo percepito mentre ballavamo, ma mi sono girata un attimo per controllare. Aveva effettivamente bisogno dei preservativi extra large. Ho visto che ti piace nel culo, lo vuoi? mi ha chiesto.”
“Non gli avrai detto di sì?”
“Poteva chiedermi qualsiasi cosa in quel momento. Avrei detto di sì a tutto. L’ho persino implorato, ad alta voce, facendomi sentire da quelli fuori. Mi ha inculata, mi ha sbattuto con quel suo enorme cazzo ma che è entrato come niente. Ero troppo eccitata. Sentivo i miei succhi colare lungo le gambe. Ho avuto diversi orgasmi. Il più forte quando mi ha detto nell’orecchio che mi avrebbe lasciato lì, con la porta aperta, in balia di chiunque avesse voluto.”
“E…?”
“No, no, non l’ha fatto. Per fortuna, perché nelle condizioni in cui ero credo non mi sarei opposta. Alla fine, quando stava per venire, mi ha girato, si è tolto il preservativo e mi è venuto sul viso e capelli, imbrattandomi ovunque. Il mio perizoma era arrivato per terra e l’ho lasciato lì vicino al preservativo usato. Ho pensato, divertita, a cosa avrebbe immaginato il prossimo che avrebbe usato quel bagno.”
“E quando sei uscita?” Luca non stava fermo, si sistemava continuamente il cazzo da sopra i pantaloni.
“Mi ha fatto uscire dal bagno. Avevo la faccia ricoperta di sborra. C’erano diversi spettatori, ci avevano sentito scopare e ora si godevano la mia uscita. Mi sono fermata ad un lavandino, per lavarmi la faccia. Mi sono chinata. Lui mi ha sollevato la gonna, mettendo in mostra davanti a tutti il mio sedere sicuramente arrossato e ancora dilatato dalla scopata furiosa. Qualcuno ha provato ad avvicinarsi ma lui l’ha fermato. Si sono limitati a dirmi delle cose, a chiamarmi troia, puttana, zoccola e farmi complimenti per il culo. Sono stata così più a lungo del necessario. La situazione mi eccitava.”
“Avevano ragione dunque”
“Nel darmi della troia? Sì, in quel momento lo ero, più che mai”
“Ti adoro lo sai?” Lo guardai divertita.
“Vaffanculo sei uno stronzo, vedi cosa succede se mi fai incazzare?!” Luca si guardò intorno con circospezione fra i palazzi circostanti e l’ingresso del terrazzino.
“Tua madre è in casa ora?”
“Perché che intenzioni hai? E’ di sotto così come nostro figlio”
“Non so…tu che dici?” Si slacciò i pantaloni e tirò fuori il cazzo in erezione e prese a segarsi lentamente davanti a me. Risposi con una risata nervosa, ero eccitata e il rischio per la situazione mi mandò su di giri, volevo accontentarlo ma dovevo fare in fretta.
“Solo un pompino ma facciamo presto, tu controlla bene che non arrivi mamma o Andrea…vieni qui” Lui restò in piedi io seduta e cominciai a spompinarlo veloce. Il mio racconto lo aveva abbondantemente eccitato non durò molto. Mi venne in bocca tenendomi salda la testa per i capelli dandomi della troia. Lo ripulii leccandolo per bene mentre lo fissavo dal basso dritto negli occhi.
“Ora vai e dille pure alla tua nuova tipa che la dose di oggi l’ho bevuta io” Luca tentò di baciarmi e abbracciarmi ma lo allontanai incitandolo ad andarsene in fretta.
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