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Prime Esperienze

la figliastra del mio capo parte 2


di Membro VIP di Annunci69.it Faj
19.01.2023    |    17.160    |    4 9.9
"Le feci sentire il mio cazzo addosso, mentre la stringevo a me tastandole il culetto sodo..."
Le settimane successive sono trascorse quasi tranquille. Almeno all'inizio. Temevo che lei avesse intenzione di fare chissà cosa, invece, a parte sculettarmi davanti qualche volta, con quel suo fare innocente, non era successo granché.
Un pomeriggio suonano alla porta dell'ufficio, vado ad aprire, ed è lei.
Vestita nello stesso identico modo dell'altra volta. Credetemi. Volevo morire. Salivazione azzerata. battito cardiaco accelerato. Erezione.. beh, neanche ve lo sto a dire. Si fionda nell'ufficio del padre, senza nemmeno salutare, quasi. Ne esce dopo una decina di minuti. Li sento parlare, ma non distinguo cosa dicono. Poi lei esce, va in bagno, ripassa dal padre a salutare e va via, e mentre esce mi sembra che mi faccia il gesto del pompino, con la mano e la lingua sulla guancia, mentre la porta si chiude. O forse è solo la mia fantasia. Magari ha solo fatto ciao ciao con la mano. Inutile che vi stia a raccontare quanto tempo ci è voluto perché potessi rialzarmi senza che tutti potessero vedere la mia erezione evidente e violenta.
Finita la giornata sono tornato a casa. In fondo ero andata bene. Non era successo niente. Potevamo andare oltre.
Ma non avevo fatto i conti con una ragazzina diabolica che evidentemente era in piena tempesta ormonale.
Il giorno dopo venne direttamente su in ufficio dopo pranzo a fare i compiti. aveva bisogno della stampante, diceva.
Ora, dovete sapere che in ufficio da noi le scrivanie sono poste un po' come i banchi a scuola. ed io, come a scuola, sono nell'ultima in fondo.
Le altre 3 sono sempre libere al pomeriggio. quindi lei si mise seduta alla scrivania davanti a me, ma nell'altra fila.
Passò la prima oretta, entrambi in silenzio. Lei concentrata, evidentemente doveva studiare davvero. io meno, onestamente. La spiavo. Aveva una tuta, abbastanza aderente, che le faceva un bel culetto. e sopra una maglia, sportiva, aderente. Ma nulla di eccessivamente provocante. Si, ditelo al mio amichetto là sotto.
Dopo un po' sento il telefono vibrare. E' un messaggio whatsapp. Suo.
Mi scrive: "Beh, non mi parli?"
Le risposi con un punto interrogativo.
Lei continuò:
"Pensavo volessi sapere dove sono andata ieri sera.."
ed io: "No no, guarda. sicuramente sei andata fuori con qualche amica o qualche amico, e va bene così!"
e lei "Si, con due amiche, bravo. volevamo rimorchiare, ma non c'era granché in giro". "andrà meglio la prossima volta", le scrissi.
e lei ancora: "Tutti questi ragazzi fan tanto gli spanizzi, e poi non sono capaci.."
"Capaci di cosa?" e subito mi pentii di averglielo chiesto.
"Non sono capaci di far nulla" rispose.
Tirai un sospiro di sollievo. La conversazione poteva decisamente diventare più hot, e invece si manteneva quasi normale.
"Sai che indosso i collant neri velati sotto la tuta?"
Mi stava contemporaneamente andando di traverso la saliva, il cazzo, che era in dormiveglia, si svegliò del tutto, e suo padre venne fuori dall'ufficio e disse:
"Io devo andare da un cliente e dopo non sto a ripassare da qua. Me la riporti tu a casa quando finisci?" intendeva chiaramente il lavoro.
Ma io che avevo la coda di paglia risposi: "No, guarda, scusa, ma non ce la faccio, appena finisco il lavoro devo schizzare via", senza rendermi conto che potesse essere una conversazione allusiva.
"Ah ok, va bene. allora, disse rivolto alla figlia, quando hai finito di studiare chiamami che vengo a prenderti. se lui è già andato via, ti tiri dietro la porta semplicemente, ok?
"Ok!"

Temevo quel momento. Temevo di sentire la sua voce. Temevo si avvicinasse di nuovo.
Così decisi di giocare d'anticipo. appena uscito il mio capo, mi alzai, nonostante una evidente erezione, ed andai alla sua scrivania.
"Ma cosa pensi di fare, eh? io qui ci lavoro, chiaro?" le dissi con tono duro.
La sua risposta? una mano proprio lì, sul mio cazzo. E ancora una volta, come l'altra volta: "Daaaiii"..cantilenato..

La tirai su e le infilai mezzo metro di lingua in bocca, attirandola a me. Volevo essere io a comandare, non essere succube di quella ragazzina..
Le feci sentire il mio cazzo addosso, mentre la stringevo a me tastandole il culetto sodo..

Ma fu rapida, in un secondo in cui mollai leggermente la presa, ad insinuare una mano tra i nostri corpi..
Non mi strinse solo il cazzo, ma anche le palle.. non forte da farmi male, ma da farmi sentire che comandava sempre lei.. e si, aveva ragione.. comandava lei.. l'altra sua mano era dietro alla mia testa, a tenermi lì a baciarla..

Non potei fare altro che assecondarla, e iniziare a palparla ovunque, sotto ai vestiti.. entrando nei suoi pantaloni mi ricordai di cosa mi aveva detto..la puttanella indossava davvero i collant..
Mi inginocchiai per sfilarle i pantaloni.. lei sembrava opporre resistenza, ma era finta, almeno quanto quella che le avevo opposto prima io..
Le calze erano sottilissime. su quel corpo giovane, snello e tonico, una roba da far venire l'infarto. Faceva un po' sorridere che sotto avesse delle mutandine con gli orsetti disegnati. niente di sexy. ma le disegnavano un culetto..

Non le tolsi i collant, e tornai su a baciarla.. con foga, con passione. quella ragazzina mi faceva perdere la testa. che mi stessi innamorando?!?
Mi slacciò la cintura, i pantaloni, e li tirò giù. voleva tirarmelo fuori, ma era talmente duro da essere difficile da maneggiare, con gli slip addosso..
Devo essere sincero? Volevo scoparla con tutte le mie forze. selvaggiamente.
Lei lo capiva, e sembrava assecondarmi. poi sembrò illuminarsi. raccolse la mia cinta e mi spinse sulla sedia.
Pensai "questa matta vuole frustarmi".
Invece si sedette su di me. attenta a pesare, con il suo corpo, sulla mia erezione. Dio, era una ragazzina, ma era più "femmina" di molte donne consumate.
Mi iniziò a baciare, sulle labbra, sul collo.. io le accarezzavo il culetto, ma lei mi respingeva le braccia.. sembrava muoversi con studiata sapienza sul mio cazzo che le imbrattava le calze.. dio, mi faceva impazzire. "facciamo un gioco, ti va?" disse mentre si muoveva piano, impercettibilmente per chiunque fosse stato lì, tranne che per il mio cazzo. Non riuscii nemmeno a risponderle a parole, e senza sapere come, mi ritrovai le braccia immobilizzate. Che poi, volendo, mi sarei liberato in due minuti. Ma non ne avevo la forza. o forse non volevo. Quella ragazzina mi stava di nuovo violentemente scopando il cervello. Senza alcun riguardo. nessuna pietà.
Si alzò, non senza farmi sentire, fisicamente, il peso del suo corpo che abbandonava il mio cazzo, prese l'altra sedia, e si sedette di fronte a me. Il mio cazzo vibrava, ed io volevo implorarla di fare qualcosa, ma avevo la gola secca. Allungò un piede.. avevo capito cosa aveva intenzione di fare, e mi mossi, per quel che potevo, spingendo il bacino nella sua direzione. Iniziò da lontano, appoggiando il piedino sulla mia coscia. il contatto mi fece sobbalzare. "ti prego" riuscii a mormorare. In un impeto di pietà arrivò al mio cazzo teso. Il contatto con il calore del suo piede, con la calza, lo fece sobbalzare.. non ci avrei messo molto a venire, anche se lei non stava facendo praticamente nulla. Iniziò un lento lavoretto con i piedi. Molto lento. Mi guardava e sorrideva. Ed io non riuscivo a pronunciare parola.
Poi sembrò quasi stancarsi. staccò il piede, si piegò in avanti, e me lo prese in mano. Vorrei raccontarvi che è stata la sega più fantastica della mia vita. Ma la verità è che dopo qualche colpo non resistetti.. spruzzai ovunque. addosso a me, addosso a lei.. una cosa mai vista. Sembrava una fontana. Lei si ripulì alla meglio: "Soccia, ma quanta ne avevi? ma non ti fai mai una sega?" disse ridendo. Ed io, "solo pensando a te". Che tra l'altro non è vero. Lei mi guardò compiaciuta, con un sorrisino. e tornò a sedersi in braccio. stavolta non di fronte. e si sdraiò, quasi, su di me.. non nascondo che quel culetto di nuovo vicino al mio cazzo, quelle calze, il calore di quel corpo perfetto, me lo fecero tornare duro. lei agitò un po' il culetto e disse ridendo: "a cuccia tu! Adesso tocca a me".
E mi liberò una mano. Portandosela tra le gambe. Era fradicia, potevo sentirlo attraverso i collant e gli slip, che, così bagnati, non sembravano più da ragazzina..
Iniziai ad accarezzarla.. volevo farla impazzire almeno quanto lei aveva fatto impazzire me, anche se era difficile. Il suo culetto ballava sul mio cazzo, ormai di nuovo in pienissima erezione, mentre le mie dita la sfioravano tra le cosce..
La cinghia che mi teneva giù, intanto, era definitivamente caduta. Ero libero, e ne approfittai per cingerla con un braccio, tenendola salda al mio corpo, mentre entravo nei sui collant e nei suoi slip con una mano. Dio, era davvero bagnata come non so cosa. Mugolava e si dimenava, finché non le ho infilato un dito dentro.
"Ohhhh si, scopami" diceva come in preda all'estasi. E le mie dita iniziavano a scoparla, ma piano. Il mio cazzo intanto era ancora di marmo. La sua voce, i suoi mugolii, il suo calore, i suoi collant, quel culetto così sodo lo rendevano durissimo.
Ad un certo punto, senza toglierle le dita dalla fighetta, mi sono sollevato insieme a lei, mettendoci in piedi. Lei pensava volessi masturbarla così. Invece la ribaltai sulla scrivania, piegata a 90. Presi le forbici, e tagliai un pezzettino dei collant e degli slip.
Poi, li strappai, con forza, decisione, violenza. E mi appoggiai con la cappella nel solco tra le sue chiappe. Volevo godermelo. Lei disse "no no no "..Evidentemente temeva volessi farle il culo, e fosse stato per me glielo avrei anche aperto. Ma in ufficio, senza lubrificante, e con l'erezione che mi aveva suscitato, tra l'altro dopo essere venuto, non avrebbe potuto sedersi per una settimana. Mi divertii a passarle però la cappella sul buchetto, mentre scendevo, incontrando finalmente la fighetta. Entrai di colpo. Deciso, fino in fondo senza fermarmi. La sentii contrarsi, e piano piano respirare e rilassarsi. Iniziai a scoparla. Lento, ma deciso, almeno all'inizio. Sentivo che rispondeva ai colpi del mio cazzo dentro di lei. "chi è che comanda?" le chiesi. Non rispose, ma continuava a mugolare, mentre la stantuffavo sempre più veloce. Volevo quella risposta, volevo che mi dicesse "TU!", e continuai quindi accelerando il ritmo. Dopo ogni serie di colpi mi fermavo un secondo e le ripetevo la domanda: "Chi è che comanda?" per poi riprendere più forte di prima. Lei mugolava sempre più forte. Sembrava incitarmi, ma era incapace di parlare. Non potevo resistere ancora molto, e le chiesi un'ultima volta, mentre le davo gli ultimi colpi "Chi è che comanda, eh, puttanella?" e lei di rimando "Non sono una puttanella"
"Giusto, non sei una puttanella qualsiasi. Sei la mia puttanella"
"Non sono la puttanella di nessuno, stronzo"
A quel punto non resistetti e iniziai a pomparla forte. Ma forte davvero. "prendi la pillola?", le chiesi. "Ahhhh, siiii, la prendo.." rispose, dando il via al mio cazzo per iniziare a riempirla di sborra calda.
Cazzo. Era incredibile quella ragazzina. Ero venuto così tanto due volte, in nemmeno due ore. E anche lei era venuta. Si tirò su, mi baciò dolcemente, e andò in bagno. Ne uscì qualche minuto dopo, aveva indosso la tuta, ma collant e slip li aveva in mano, tutti strappati. Venne verso di me con aria innocente, quell'aria che farebbe impazzire chiunque. Ma ero appena venuto, due volte. Ero tranquillo. Mi iniziò a baciare piano, teneramente. Sembrava senza malizia. Senza accorgersene, almeno pensavo io, quasi posò i collant e gli slip sul mio cazzo. E mentre mi baciava, non vi nascondo, iniziò a risvegliarsi poco alla volta. Lei me lo sfiorò soltanto. Mi guardò negli occhi, e mi baciò piano sulle labbra. Poi me lo prese in mano. Sapeva, la stronzetta, di averlo reso di nuovo duro. "E allora? mi disse - Chi è che comanda?"
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