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Il senso di Alessia per lo sport


di serendipity
19.05.2019    |    1.710    |    4 9.9
"Lei si muoveva sulla sua sella come se stesse montando un grande cazzo e più si avvicinavano e più chiaramente era possibile distinguere i gemiti che lei..."
Era un sabato mattina. La sua giornata, anche quel fine settimana, iniziava presto. Stava preparando una gara di bici, una di quelle che richiedevano allenamento e fatica e sapeva di dover sfruttare al meglio le prime ore dopo l'alba. Riuscì a buttarsi giù dal letto, anche se il desiderio di restare a godersi il tepore delle coperte forte. Suo marito dormiva profondamente. Avevo fatto l'amore con una speciale intensità la sera prima. Lui ultimamente si era fatto crescere la barba questa gli conferiva un'aria di selvaggia virilità che la provocava e la eccitava in modo quasi primordiale. Il sapore dei loro sessi ancora la inebriava quando si alzò, iniziando a girare per casa con quella piacevole sensazione addosso. Lui l'aveva soddisfatta e fatta godere più volte quella notte, prima di addormentarsi entrambi sfiniti. Ma a lei non bastava mai. Il sesso era sempre stato per lei un'attrazione irresistibile. Suo marito la conosceva bene e lo eccitava sapere che, varcata la soglia di casa, il desiderio di farsi scopare da un altro uomo l'accompagnava quasi costantemente. Ma ancora di più lo eccitava sapere - perché lei senza pudore glielo sussurrava mentre si faceva prendere dal lui - che la sua signora fantasticava situazioni estremamente poco convenzionali: essere presa contemporaneamente da un gruppo di uomini sconosciuti ed insospettabili era in cima alla sua lista dei desideri. Dopo un caffè ed una buona colazione lei indossò il suo completo da ciclista. La giornata si preannunciava calda. Così decise di evitare il reggiseno e tenere addosso solo una maglietta tecnica, con una zip a tutta lunghezza sul davanti. Il suo seno si poteva immaginare chiaramente, soprattutto perché i suoi capezzoli turgidi puntavano contro il tessuto dell'unico indumento che indossava. Era per l'aria frizzantina di quell'ora del mattino o piuttosto perché i pensieri che aveva raccontato, con profusione di particolari, a suo marito la notte precedente ancora la eccitavano?
Iniziò la sua pedalata. I primi km trascorsero facilmente. Una pianura dolce, con le montagne ancora innevate che facevano da sfondo, la fece arrivare alla meta che si era prefissa, una salita con una pendenza importante che non era sicura di poter concludere fino alla vetta. Su quella salita sapeva si cimentavano ciclisti allenati e con un fisico prestante. Forse era per questo motivo che aveva deciso quel giorno di andare lì. Sapeva che spesso i ciclisti pedalano in gruppo, almeno 5 o 6 insieme. Iniziò la sua sfida. Lentamente ma con determinazione arrivò a metà della salita. il sudore le grondava lungo il viso ed il collo. Sentì il bisogno di bagnarsi il corpo con una parte dell'acqua della sua borraccia e, contemporaneamente, fece scendere la zip della maglietta appena sotto il seno. Le avevano insegnato che, nei momenti in cui la fatica si fa più intensa ed il desiderio di fermarsi diventa quasi impellente, è necessario distrarre il cervello per allontanarlo al pensiero di non farcela più. Lei aveva già sperimentato una tecnica di "distrazione" che era risultata molto utile e la mise in pratica: inizio ad immaginare che il suo sellino, dalla forma lunga ed evocativa, fosse in realtà un bellissimo membro, duro ed eccitato.Iniziò ad alternare momenti in cui spingeva la sua fighetta contro quel membro nero, facendola aderire perfettamente ad esso, a momenti in cui si alzava e si abbassava, con un movimento ritmico. Quasi senza accorgersene si bagnò del suo piacere. Era talmente concentrata che non si accorse del sopraggiungere, alle sue spalle, di cinque ciclisti. Questi l'avevano vista da lontano, rendendosi conto che era una bella donna. Ma non era solo questo i particolare che li aveva colpiti. Lei si muoveva sulla sua sella come se stesse montando un grande cazzo e più si avvicinavano e più chiaramente era possibile distinguere i gemiti che lei emetteva. Il suo seno era provocatoriamente in vista. Uno dei ragazzi, il più spregiudicato, le si affiancò, facendole i complimenti per essere arrivata sino a lì. Lei si accorse di lui solo dopo qualche secondo e non poté fare a meno di notare che il suo membro era eccitato. Notò anche che lui era in compagnia di quattro amici. I cinque, dopo aver scambiato due parole con lei, la salutavano dicendo: "Non ti fermare, non manca tanto all'arrivo. Noi ti aspettiamo in cima per festeggiare l'impresa".
Non passo neanche mezz'ora e lei, a quel punto animata da un nuovo entusiasmo, arrivò al termine della sua salita. Non era sicura che loro ci fossero davvero né era mai stata in quel posto prima. Scese dalla sua bici con le gambe ancora tremanti e trovò i cinque ragazzi lì ad aspettarla con un sorriso malizioso. Vide che lì, un poco scostato dalla strada, peraltro assai poco frequentata, c'era una radura. I cinque ragazzi avevano posato le bici quasi a formare un cerchio. Si erano tolti le maglie bagnate e quei ridicoli calzoncini da ciclista. Ciascuno di loro si teneva in mano il membro, sfregandoselo su e giù, quasi a voler simulare i movimenti visti compiere a lei poco prima. Era esattamente come tante volte lo aveva immaginato! In un attimo le si fecero attorno e lei, vogliosa e calda, iniziò prenderne uno in bocca, facendoselo scendere fino alla gola, contemporaneamente trastullando altri due con le mani. I due ragazzi rimasti in disparte si infilarono la protezione e, senza chiederle il permesso, le sfilarono i calzoncini ed iniziarono a prenderla, prima nella figa grondante di piacere e poi, bagnandola con il suo stesso umore, in quel culetto che poco prima le avevano visto muovere in modo incredibilmente provocante. I gemiti che le avevano sentito emettere non più di mezz'ora prima diventarono urla di piacere. Fu in quel momento che tutti e cinque si misero davanti al suo viso e, quasi in simultanea, le riversarono addosso un fiume di borra.
Ci vollero alcuni minuti prima di poter riprendere a respirare con regolarità.
Dopo essersi scambiati un saluto sorridente ed essersi rivestiti ala bell'e meglio, lei riprese la sua bici, lasciandosi addosso tutto il piacere che quei ragazzi le avevano regalato. Il ritorno fu una volata. La discesa la riportò in breve tempo a casa. Suo marito la stava aspettando in giardino, godendosi il sole completamente nudo dentro la vasca idromassaggio. Sul bordo della vasca la attendevano due calici con una bottiglia di spumante ancora da stappare. Lei lo guardò con un sorriso furbetto, si sfilò la divisa da ciclista e, mostrando il suo corpo imperlato del piacere di quei cinque stalloni, iniziò a baciarlo. Lui era pronto a ricominciare a prenderla. Sentiva l'eccitazione della sua femmina e quella di quei cinque uomini. Lei si staccò all'improvviso dalle sue labbra e gli disse: "Chiudi gli occhi, ho una sorpresa per te". Si allontanò per qualche istante e quando fu di ritorno gli disse: "Posso resistere a tutto tranne che alle tentazioni. Ora puoi aprire gli occhi".
Accanto a lei c'erano cinque ciclisti che si accingevano a spogliarsi ed a ricominciare a scoparla, questa volta insieme a so marito.
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