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LA MOGLIE DEL SINDACO


di Membro VIP di Annunci69.it Tuttodentrofinoinfon
11.09.2020    |    1.339    |    2 8.3
"Entrambi, per la vergona, ci siamo lasciati, senza proferire parole..."
La moglie del Sindaco….
Sono Francesco, Uomo maturo cinquantenne. Burbero, la vita non è stata benevole, ho fatto molteplici lavori, il muratore, imbianchino e raccoglitore di frutta nei campi. Mani ruvide e gallose per i lavori svolti. Alto un metro sessanta, tarchiato, molto villoso, un Omaccione.
Sono, di un paesino di mille anime, dell’entroterra di Caserta. Che non menziono, per non essere riconosciuto. E tempo di elezione, Carlo candidato a Sindaco. Del nostro benemerito Comune. Mi interpella per essere aiutato, nel suo lungo percorso, che lo avrebbe, porta a essere Sindaco. La storia si è svolta in questo periodo. Ogni sere, ero invitato da Carlo, a casa sua, per organizzare le giornate, e discutere chi incontrare. Lì lo vista per la prima volta. Assunta, un Donna di trentasette anni, bellissima, seducente nei suoi movimenti, provocante, nel suo modo di vestire, abiti attillati, succinti, che mettevano in risalto le curve di un corpo di una Femmina giunonica, scollatura vertiginosa per occhi allupati.
Le porgo la mano per salutarla. Una stretta, forte è vigorosa, come il mio solito fare. Averte da subito, il mio stato di agitazione, lo sguardo, si posa sul rigonfiamento, provocato dal contatto. E i miei occhi fermi catalitici sui seni. Entrambi, per la vergona, ci siamo lasciati, senza proferire parole. I giorni proseguivano tra sguardi ammiccamenti, sentivo che tubavano, le provocavano forti fitti al ventre. Incutevo paura, perché abbassava lo sguardo, sotto formo di sottomissione. A me tutto questo eccitava molto. Facevo di tutto, per renderla, inerme al mio volere e al mio gioco. Ogni, qualvolta che capitava di starle vicino allungavo le mani, sul sedere. Si lasciava circuirei, trasportare, seguiva i movimenti delle mani, che spingevano con vemenza, contro il corpo. Riesco a sentire la fessura che si apre sotto la pressione delle dita. Avverto dell’umido e del liquido scorre sulle dita, non riesce a trattenere la voglia di essere chiavata. Continuavo a infliggere piacere al corpo e hai pensieri perversi. Pietrificata per non farsi accorgere, di quello che stava capitando. Sussurravo frasi come, ti chiaverei sulla tavola da cucina, ti leccherei la fica, Con tuo marito che ci guarda.
Mandavo foto della minchia dura, e filmati di masturbazione, su WhatsApp. Sbirciavo nella pagina, per vedere se erano stati letti. Trovavo le spunte di colore blu, che indicavano la loro lettura e l’avvenuto recapito. Mai una risposta, mai un blocco. I giorni passavano così. Fra toccatine e ammiccamenti. Arrivò il fatidico giorno delle elezioni, la giornata passò freneticamente, tra i seggi elettorali, e la casa di Carlo. Arrivo l’orario di chiusura. Incominciò lo spoglio delle schede, e subito si evinse una chiara vittoria di Carlo. Mi precipito a casa, per dire che è andato tutto come pronosticato. Carlo Sindaco. Scendemmo al piano inferiore, per festeggiare la vittoria. Assunta rimase sopra affacciata alla finestra. Capii, che questo e il momento, di agire. Mi precipitai sopra, mi pongo dietro di lei, la spinsi contro la balconata.
Faceva paura il mio stato di eccitazione. Cerchi di divincolarti, intrappolata dalle mani che cingono il corpo. Ferma impaurita, ti lasci andare. Le dita S’intrufolavano tra le cosce, sei completamente bagnata. Ammansita dalla mia voglia di possederti, ti lasci chiavare. Afferro i capelli, dandoti della puttana, ti costrinsi in ginocchio, obbligai a prenderlo in bocca, e a succhiarlo. Tenevo la testa fra le mani, la spingevo in avanti per farlo scivolare, mentre con un dolce movimento del capo all’indietro, sincronia che ci rendeva schiavi uno dell’atro. Spinsi sul pavimento, e dopo aver ridotto a brandelli il perizoma, la penetrai con forza. Non riuscì a trattenere l’urlo per il dolore, che provocò la penetrazione così violenta. Ogni volta che affondavo i colpi, la riempivo di parolacce troia, vacca, puttana, ciuccia cazzi. Mentre ti possedevo, e ti stantuffavo con la minchia dura. Ti procurava un infinità di orgasmi. Stanco di quella posizione, ti costrinsi a pecorina, palpai in modo deciso il buco del culo. Provasti a opporti, ma t’inveì contro, dicendo che eri solo una vacca da monta. Ti feci molto male, cominciasti a piangere, mi supplicasti di smettere, ma incurante continuai, vacca vedi che sei tutta bagnata? Sei solo una lurida baldracca, hai bisogno di un maschio che ti prenda come meriti, non come quella mezza cartuccia di tuo marito. Detto questo, gli aprì le natiche e dopo averti sputato sul buchetto, cominci a massaggiarlo e a profanarlo con le dita. Sfinita, spossata da quel trattamento cosi selvaggio. Portai le braccia all’altezza del torace mi accostai e ti penetrai con forza, al punto che fu quasi una liberazione quando entrò. Scopai nel secondo canale finché, sentendomi salire l’orgasmo, si sfilò e messa nuovamente in ginocchio, la umiliai venendola in bocca e facendola bere una copiosa sborrata che ingoia fino all’ultima goccia. La lingua andava cercando lo sburro sulla cappella del grosso cazzo. Ci lasciamo, con la promessa, che ci saremmo rivisti per continuare. Ormai era lei che aveva preso le redini del gioco. Inviava per WhatsApp filmati hard con lei protagonista. Spogliarello che metteva in mostra il suo corpo. Le mani scivolavano su una pelle di marmo bianco, accarezzava ogni spigolo. Portava con maestria le dita in bocca facendole scivolare dentro e fuori. Ero un supplizio guardarla. Ci sapeva fare la Troia. Con due dita dentro la fica giocava, giocava, si divertiva eccitandosi ad eccitare. Mi arriva un messaggio. Ti andrebbe di vederci a casa. Gli dico di si. Mi risponde con un ❤️. Cosa vorrà questa Zoccola. Mi precipito, fa trova la porta aperta. C'era una tavola imbandita. La vetrata che porta in giardino aperta. Faccio capolino è vedo molte persone, tutti vestiti eleganti. C'erano tutti perfino il Prete del nostro paese. La vedo mi precipito da lei per salutarla. Mi sussurra nell'orecchio questa sera dovrai fare qualcosa per me. Cosa vorrà???? Veniamo chiamati per sederci a tavola. Mi aveva riserva il posto difronte a lei. Nel prendere il tovagliolo lo faccio scivolare a terra. Mi abbasso per prenderlo. La guardo non porta intimo la mano l'aveva sulla fica. Mi alzo. toglie la mano è porta le dita in bocca. Fica questa è una vera Troia, avevo svegliato in lei, la libidine. Si alza da tavola. Si avvia verso la cucina per assicurarsi che andasse tutto bene. La seguo nel uscire dalla cucina, la blocco. La cingo la vite e gli stampo un bacio. Mi dice di seguirla, ci dirigiamo verso la cantina. Vuole che la chiavo, però lo dovremmo fare in diretta WhatsApp con il marito che ci guarda. La situazione mi imbarazzo un po' gli dico si, mi porge il cellulare. Cucciolo Inviao la vidio chiamata, risponde, incomincio a riprendere. Guarda cornuto che regalo che ho pensato per te. Si muove lentamente a ritmo di una musica sensuale. Sbottona il primo bottone, passando al secondo fino ad arrivare all'ultimo. Vuala' la lasci scivolare a terra. Gli ormoni persi nel piacere. Posseduta continua nel suo spettacolo. Le mani c'erano il seno la bocca i capezzoli, la lingua li tormenta. Tutto un susseguirsi senza freno. Lasci cadere la gonna
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