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l'incontro conoscitivo


di Cpdiamante1
23.03.2024    |    3.005    |    15 9.6
"Non passò troppo tempo che Marina decise di andare via, ormai si era fatto tardi e lei non poteva restare più di tanto, era rimasto giusto il tempo di..."
Era da non poco tempo che io e Marina fantasticavamo sulla possibilità di fare un incontro a tre coinvolgendo un singolo, scelto minuziosamente su questo fantastico sito, ma per le troppe problematiche di lavoro e qualche lieve malanno, avevamo sempre rimandato. Però un giorno decidemmo di concretizzare e così iniziammo seriamente la selezione.
Una sera, dopo aver fatto l’amore io e Marina ci mettemmo a leggere un po’ i messaggi che ci erano arrivati e l’occhio cadde su uno in particolare. Era un messaggio molto sobrio ed elegante scritto da un signore altrettanto raffinato e cordiale, così senza troppi indugi cominciammo a conversare con lui.
Devo dire che i messaggi successivi furono altrettanto sobri e raffinati, infatti si limitava a chiedere della nostra vita e delle nostre fantasie senza alcuna volgarità, si teneva sempre distinto ma allo stesso tempo deciso e non ci mettemmo molto a convincerci, perché ci aveva colpito il suo modo di fare.
Così dopo alcuni giorni di continui messaggi, lui propose l’invito, che consisteva nel prenderci un caffè per conoscerci di persona.
Dopo un po’ di titubanza , ma dovuta solo ed esclusivamente alle nostre perplessità, io e Marina, decidemmo di accettare , però c’era un piccolo problema da risolvere e cioè , siccome per motivi di turni di lavoro che non coincidevano per diversi giorni , non potevamo recarci insieme all’incontro , così con non poche tensioni, decidemmo che ci sarebbe andata solo lei , che all’inizio non voleva, poi , grazie anche alle forti rassicurazioni, dell’ormai nostro amico singolo, si tranquillizzò e si convinse .
Insieme decidemmo il posto dove vedersi, facemmo appuntamento nel parcheggio coperto di un centro commerciale, in una città a circa 15 minuti da dove abitavamo noi, lontano da occhi indiscreti ma comunque abbastanza affollato, dove Marina si sarebbe sentita più sicura.
L’ora dell’incontro fu fissata per le 11 del mattino seguente.
Marina passò la notte in bianco per la tensione, non aveva mai fatto nulla del genere, per lei era difficile immaginare di presentarsi ad un appuntamento al buio con una persona che sapeva desiderarla e sapeva anche dover mettersi a nudo delle proprie inibizioni e che lo scopo dell’incontro, era di verificare la reale fattibilità del nostro intento, in pratica quella sarebbe stata la prova generale di ciò che avevamo sempre pensato di fare.
La mattina arrivò inesorabilmente, io mi alzai molto presto per andare a lavoro e lei si alzò con me, mi preparò la colazione, poi mi abbracciò forte e mi salutò, così io scesi ma non prima di averla rassicurata e tranquillizzata ancora una volta.
Dopo essere rimasta sola, Marina avviò la cucina e fece anche qualche servizietto in casa perché poi il pomeriggio doveva lavorare e non avrebbe più avuto tempo per farlo. E dopo un paio di ore terminò il tutto e cominciò a prepararsi, io la chiamai per chiederle come stava e lei mi disse di essere tesa ma alquanto eccitata, stava iniziando ad entrare nel vivo della fantasia, così dopo aver chiuso con me andò a farsi una bella doccia rilassante, condita da oli e creme profumate, voleva essere impeccabile, infatti dopo la doccia si asciugò e per primo indossò un bellissimo perizoma sottile e trasparente con reggiseno rigorosamente coordinato.
C’è da dire che Marina aveva sempre avuto un ottimo gusto nello scegliere l’intimo, infatti possedeva tantissimi completi, uno più bello dell’altro, indossarli la faceva sentire molto donna e sexy. Dopo indossò un bel paio di calze autoreggenti nere a rete, sopra ci mise un bellissimo vestitino non molto corto ma leggero e comodo, si spruzzò un bellissimo profumo dolce e in fine un trucco leggero.
Ripeto voleva davvero essere impeccabile e allo stesso tempo sentirsi molto desiderabile.
Nel frattempo si erano fatte le 10:30, era ora di scendere così afferrò la borsa, dove c’erano le chiavi della macchina, se la mise sulla spalla e scese.
Non nascondo che era ancora un po’ tesa ma si sentiva anche molto eccitata, così prese la macchina e si recò all’appuntamento.
Dopo circa 20 minuti era sul posto, già nel parcheggio e prima di scendere prese il telefono e chiamò lui per sapere dove fosse. Anche lui era già lì e manco a farla apposta la sua macchina era vicinissima.
Scesero, si presentarono e si avviarono al bar, lui rimase molto colpito dall’eleganza e bellezza di Marina ma anche lei fu molto sorpresa dalla altrettanta eleganza di lui.
In effetti lui era un bell’uomo molto distinto e raffinato, si era presentato all’appuntamento con un bel vestito spezzato, fra l’elegante e lo sportivo, tutto ben abbinato e aveva anche un buon profumo, in pratica rispecchiava in toto, la realtà delle foto del suo profilo.
Arrivarono al bar e si accomodarono ad un tavolino, ordinarono due caffè e iniziarono a conversare, Marina si accorse che lui spesso guardava sbigottito le sue gambe leggermente coperte dal vestito, che lasciava intravedere la fine delle autoreggenti, scoprendo anche un piccolo lembo di pelle. A lei sta cosa non infastidiva anzi la eccitava e furbamente, spesso, cambiava accavallatura delle gambe, lentamente, per mostrare qualcosina in più in modo da stuzzicarlo ed eccitarlo, più di quanto non già lo fosse.
Intento azzeccato, dimostrato dal suo repentino cambio di conversazione, passava dall’essere sobrio ed elegante ad un confuso farfugliamento al quanto incomprensibile per lei, che aveva capito tutto e lo lasciava continuare, vestendosi sempre più spesso, di un sorriso malizioso.
Non passò troppo tempo che Marina decise di andare via, ormai si era fatto tardi e lei non poteva restare più di tanto, era rimasto giusto il tempo di qualche altra chiacchiera e i saluti, quindi si avviarono alle macchine.
Lui furbamente le propose di salire con l’ascensore che era libero e vuoto e lei, pur intuendo il suo intento, accettò, era sicura della sua signorilità, in fondo cosa avrebbe potuto farle, al massimo una palpatina, che a lei non sarebbe neppure dispiaciuta, infatti appena le porte si chiusero lui timidamente stese la mano e accennò una carezza, che partì dalla gamba per arrivare lentamente ai glutei, con la gradita approvazione di lei, che senza scomporsi, lo lasciò fare, chiuse solo gli occhi come sintomo di eccitazione e gradimento, così lui sicuro del piacere di lei, osò un po’ di più e sempre delicatamente infilò la mano sotto il vestitino partendo sempre ad accarezzare la gamba, coperta a metà dalle autoreggenti, per salire piano piano ai glutei, belli, lisci e profumati dagli oli e le creme usate durante la doccia e completamente scoperti dal perizoma. Li vi si soffermò per qualche attimo, per poi riscendere di nuovo sulla gamba, ma nel frattempo le porte si aprirono, erano arrivati a destinazione e lui non soddisfatto fu tentato dallo schiacciare di nuovo il tasto terra per riscendere e continuare in quella pratica, e magari passare oltre, ma Marina aveva capito le sue intenzioni e rapidamente uscì, avviandosi alla macchina, seguita rapidamente da lui che non proferì parola.
Arrivati alla macchina di Marina, lei lo salutò con un bacio sulla guancia ed entrò e chiudendo lo sportello, contemporaneamente, abbassò il finestrino, lui rimase lì, fermo, cercando di prendere tempo, farfugliando vaghe parole, sempre più incomprensibili dovute alla forte eccitazione provocata da lei, che consapevolmente rimase ad ascoltarlo e maliziosamente tirò, leggermente su il vestitino per provocarlo sempre più.
Così lui appoggiò le braccia sullo sportello e si abbassò a godersi lo spettacolo e continuando a chiacchierare, per cercare di distrarla, allungò il braccio sinistro appoggiando la mano sulla sua gamba, accennando una timida carezza che Marina accettò con piacere, infatti, anziché distoglierlo, allargò leggermente le gambe, un chiaro invito a farlo proseguire.
Ormai era eccitata e quella situazione le piaceva molto, voleva vedere, a quanto lui fosse capace di spingersi.
Lui raccolse immediatamente l’invito e cominciò delicatamente a salire portando su con la mano, anche il vestitino, scoprendo così poco a poco, prima le gambe, coperte a metà dalle autoreggenti per arrivare al bellissimo perizoma trasparente, che mostrava, in tutto il suo splendore, la bellissima, caldissima e ormai bagnatissima figa di lei, che si limitava solo ad assecondarlo, però istintivamente , presa dalla costante eccitazione, mise il braccio fuori dal finestrino con l’intento di toccare il suo cazzo, ma non ne fu capace e restò immobile, fu lui, che avvicinandosi di più con il corpo alla portiera, appoggiò il pacco al suo braccio, e lei non potette, non notare il suo evidente stato di eccitazione.
Aveva un cazzo durissimo e si sentiva che era enorme, tanto che i pantaloni facevano fatica a contenerlo e piacevolmente lo lasciò fare, ma nel frattempo lui aveva posizionato la sua mano proprio sulla figa quasi scoperta, restando in silenzio, cambiando,solo, espressione del viso, intento solo ad accarezzare la bella figa , saliva e scendeva sempre con maggiore pressione facendo entrare quel poco di stoffa tutta nel solco della figa, sempre più bagnata, lei non lo fermava, anzi, allargava sempre di più le gambe per sentire maggiormente la pressione delle dita, che cercavano invano di farsi largo sopra il perizoma.
Lei chiuse gli occhi di nuovo e cominciò ad ansimare dal piacere e si lasciò andare, allargando di più le gambe, per permettere l’ingresso di un dito di lui che dopo un po’ diventarono due, procurandole sempre più piacere ed eccitazione al punto che lo fermò e lo invitò ad accomodarsi dietro, scese anche lei accomodandosi di fianco e lui che, intuito l’intento di lei, aveva già liberato la belva.
Lei alzò il vestitino e spostò il perizoma, allargò le gambe e lui ricominciò a ravanarle la figa, mentre lei afferrava il cazzo con una mano e iniziava a segarlo lentamente e guardava lui con aria di imbarazzo e remissione, ormai era in preda al vortice della passione, voleva non farlo ma non ne fu più capace, tenere in mano quel turgido manganello, caldo e liscio le aveva fatto, cadere tutte le inibizioni, così senza pensarci troppo si spostò un po’ e si abbassò con il corpo e iniziò a leccare il cazzo, aprí più che poteva, la bocca e ingoiò una parte di esso.
Iniziò a spompinare con molta voglia e foga. Lui ormai in preda al piacere si rilassò, stendendo un po’ di più le gambe e le mise una mano sulla testa spingendosela verso il pube facendole ingoiare tutto il lungo cazzo e quando allentò la pressione lei alzò la testa ed emise, un piccolo coniato di vomito, perché, il cazzo le era arrivato nel profondo della gola.
Tutto questo durò per qualche minuto perché, lui era davvero incredulo ed eccitato e non riuscì a trattenersi più di tanto, ma giusto il tempo di chiederle con signorilità dove lei volesse essere sborrata.
Lei si spostò poggiò le spalle alla portiera allargò le gambe e gli disse di sborrare sul perizoma. Lui l’accontento e scaricò tutto il suo piacere su quel pezzo di stoffa trasparente e tutto stropicciato.
Lei prima di togliere il perizoma inzuppato di umori e sborra, prese il telefono e si fece qualche foto e me le mandò su whatsapp.
Così dopo essersi ricomposti scesero dalla macchina e si salutarono
Io per motivi di lavoro guardai le foto dopo un oretta dall’invio. Non potete immaginare il mio stupore e la mia eccitazione nel vedere tutto ciò, così la chiamai e la ringraziai,anticipatamente e poi le dissi che la sera avrei aspettato con ansia il suo ritorno, per rivivere insieme tutto l’accaduto ed abbandonarci ad una bellissima scopata .
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