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Il cannolo siciliano


di ellatravesta
09.12.2016    |    2.255    |    1 9.6
"In un attimo mi spinse la testa verso il suo cazzone chiedendomi di succhiarglielo e io gli feci provare un dei bocchini più goderecci della sua vita..."
Quando per ragioni di riorganizzazione aziendale decisero di trasferirmi in un paesino della Sicilia pensai che tutto sommato non mi era affatto andata male. Sarei stata al caldo, al sole, al mare per gran parte dell'anno e in più avrei goduto di tanti bei maschioni calienti. A Roma ne avevo conosciuti diversi e di tutti mantenevo un eccellente ricordo. Mai però avrei potuto immaginare che la sede a me destinata fosse si bellissima ma in un contesto praticamente morto per gran parte dell'anno. Un immenso borgo turistico lontano dalle città più grandi, brulicante di persone da maggio a novembre ma praticamente vuoto durante gli altri mesi se non durante le feste o occasioni particolari. Smanettando su internet però scoprii presto che non distante dall'uscita della vicina autostrada ci stava una piazzola di sosta dove si potevano fare interessanti incontri. Così un poco intimorita perché non conoscevo la zona e l'ambiente dopo circa un mese che ero li decisi di andarci. Eccitatissima per la l'astinenza forzata mi preparai in un batter d'occhio e indossai un vestitino nero di velluto elasticizzato che metteva bene in evidenza le mie forme e il mio bel culetto brasiliano. Non fu difficile trovare il posto, era a circa 15 minuti dalla casa che avevo preso in affitto. Si trattava di una grande piazzola buia e piena di vegetazione dove la gente era evidente si incontrava e se la spassava alla grande. Non ebbi il tempo di fermarmi e di abbassare il finestrino che subito un bel tipo in tutta si accostò e iniziò a farmi dei complimenti proponendomi di salire sulla sua macchina. Aveva circa quarantanni molto carino e brizzolato e mi fissava con un sguardo che prometteva scintille. Salita sulla sua macchina fu un attimo e mi ritrovai le sue mani ovunque. Era veramente notevole ma piuttosto semplice, non parlava un buon italiano e le sue mani erano un po' callose. Abituata ai miei amanti capitolini tanto raffinati quanto caldi a letto per un attimo pensai di scendere dalla macchina e dirgli che non mi andava, ma non ne ebbi il tempo. Girato lo sguardo mi accorsi che aveva messo in libertà un nerchione da paura lungo grosso e scuro che mi fece subito venire l'acquolina in bocca. In un attimo mi spinse la testa verso il suo cazzone chiedendomi di succhiarglielo e io gli feci provare un dei bocchini più goderecci della sua vita. Le sue mani nel frattempo continuavano a frugare il mio corpo e il mio culetto e a tintinnare il mio buchetto facendogli aumentare la voglia di essere scopato. Le sue dita si facevano strada dentro di me allargandomi e preparandomi a quella che si prospettava una gran chiavata. E così fu. Anche se fuori c'era un po' di freddo mi disse di scendere perchè voleva scoparmi all'aperto. Mi fece appoggiare alla macchina, allargò il mio culetto e dopo avermi lubrificata con la sua saliva ed aver indossato un preservativo mi ficcò il suo bestione tutto dentro. All'inizio mi fece davvero male ma dopo pochi istanti il dolore si trasformò in piacere un piacere intensissimo e il ritmo inizialmente lento diventò rapido e forte. Mentre mi chiavava mi strizzava i capezzoli e sussurrava porcate all'orecchio facendomi eccitare sempre di più tanto da incitarlo a sfondarmi ancora più forte e a chiedergli di spaccarmi il culo. Naturalmente la scena fu vista da diversi altri che si trovavano nella zona di sosta e che iniziarono ad avvicinarsi. La cosa mi scocciava non poco perchè stavo godendo davvero tanto e non volevo che il mio bel toro interrompesse la sua monta infastidito. Appena alcuni tipi furono molto vicini a noi però lui non solo non tolse il suo cazzone ma mi domandò se mi andava di farmi riempire anche la bocca. Non ebbi il tempo di rispondere che lui chiese a due ragazzi se al posto di guardare non volessero farsi succhiare. Fu un attimo e mi ritrovai a ciucciare due bei cazzi contemporaneamente mentre lui continuava a sbattermi con vigore come piace a me. Altri nel frattempo si segavano guardandoci. Mi sentivo una cagna in calore in quel momento, eccitatissima. Quando il mio bello stallone decise che era giunto il momento di godere senza troppi convenevoli mi allontano da tutti e mi fece abbassare chiedendomi di succhiargli il cazzo. Bastò poco e un mare di schizzi mi riempirono la bocca e le labbra sulle quali non era rimasta più alcuna traccia del mio super rossetto rosso da pompinara. Vedendomi inginocchiata e con la bocca libera i due di prima si riavvicinarono per rioffrirmi i loro cazzi da ciucciare svuotandosi poco dopo sul mio viso eccitatissimi. Altri si stavano avvicinando ma il bel 40enne, del quale non sapevo ancora il nome, mi fece alzare e mi riaccompagnò in macchina con una galanteria d'altri tempi e aspettò che mi ricomponessi. Mi disse che si chiamava Mario e che faceva il pasticcere e che avrebbe voluto rivedermi. Non ho mai amato i dolci,di alcun tipo, ma il suo cannolo me lo gusto ancora oggi molto spesso e con con piacere, in ogni modo.
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