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con il papà della mia migliore amica


di silviatraves
05.08.2012    |    23.729    |    6 9.8
"La cosa era ormai evidente e mi resi conto che a quel punto la mossa successiva toccava a me..."
Con il papà della mia migliore amica

Ciao e bacini a tutti.
Avevo appena compiuto diciotto anni e avevo un’amica con cui ho frequentato le scuole medie fino al diploma. Con lei condividevamo tutto e ci raccontavamo tutti i nostri segreti, lei sapeva di me anche delle mie prime esperienze omo e anche delle mie prime ragazze.
Lei era figlia unica e casa sua ero considerato come il figlio maschio e dai suoi genitori ero tenuto molto in considerazione. Spesso mi fermavo a cena da loro e a volte dormivo pure li.
L’estate del diploma abbiamo organizzato una bella festa in maschera proprio nella villa dei genitori di Federica e io avevo una grandissima voglia di vestirmi da femmina. Parlandone con Federica si è resa disponibile ad aiutarmi e utilizzando vestiti di sua mamma mi bardò per bene e non vi dico la strafiga che ne sono venuta fuori.
Venne il giorno della festa e vado a casa sua per prepararmi e dove a quell’ora erano già rientrati i genitori che già si adoperavano per i preparativi e a ricevere il servizio di catering . Li abbiamo informati di quanto stavamo per fare si misero a ridere e la mamma, dopo tante raccomandazioni sui suoi vestiti, ci consegnò quanto avevamo scelto qualche giorno prima. Ero eccitatissima poiché avevo la possibilità di stare in abiti da donna con tutta serenità e in pubblico. Venne il momento di uscire allo scoperto e di scendere giù nel salone dove c’erano i genitori di Federica. Mentre mi preparavo pensavo a che tipo di atteggiamento assumere e pensavo se comportarmi come il classico ragazzo che si traveste e sculetta ostentatamente assumendo atteggiamenti grotteschi, oppure muovermi con eleganza e disinvoltura. Scelsi la seconda linea e decisi di comportarmi come se tutto fosse naturale, alleggerì solo lievemente il timbro della voce.
Scesi giù nel salone e vi fu il primo incontro con il pubblico e questi erano i genitori di Federica. Non avevo ancora finito di scendere le scale che parte un applauso da parte della mamma che mi viene incontro incuriosita ed esclama: ma sei veramente una bomba sexy! Attento che stasera potresti ritrovarti con un fidanzato. A quel punto parti una grande risata collettiva.
Mentre aspettavamo gli invitati mi intrattenni con loro e notavo che suo padre mi guardava con un sorrisino che voleva dire tutto. Suo padre mi piaceva molto… era il classico maturo 50enne con pancetta e brizzolato, un uomo di gran classe e dai modi veramente raffinati.
Un po’ alla volta cominciarono ad arrivare gli invitati e la serata proseguì piacevolmente come può essere una serata tra ragazzi di quell’età.
Durante la serata di tanto in tanto notavo che si aggirava per il giardino il papà di Federica e che non faceva altro che guardarmi e sorridermi avvolte sollevando il bicchiere in senso di invito. Ero molto turbata e incuriosita da questa cosa e un po’ mi è balenata l’idea che mi volesse scopare e a dir la verità la cosa non mi sarebbe affatto dispiaciuto.
La serata volse al termine e devo dire che mi sono sentita veramente bene e ho avuto un’infinità di apprezzamenti anche a volte un po’ villani.

Trascorsero un po’ di giorni dalla festa e mi trovavo con Federica come al solito stravaccati sul lettino della sua cameretta a parlare e a farci le confidenze quando irruppe suo padre.
Ciao, e rivolgendosi a me disse: verresti con me alla villa a mare per darmi una mano a sistemare la barca?
Certo con piacere, risposi io.
Così io e lui andammo alla villa a mare dove avevano la barca che andava ripulita e messa in ordine per metterla in mare.
Arrivati alla villa mi resi conto che non ero vestito adeguatamente e non volevo sporcarmi i vestiti che avevo addosso e lo feci presente a lui.
Ora vedo cosa posso accomodarti, ma per la tua taglia penso che cercherò tra le cose di mia mogli e vediamo se trovo qualche paio di pantaloncini.
Si presenta con un paio di pantaloncini sgambati di cotone e una canottina.
Indossai quei panni e cominciammo i nostri intenti.
Quei pantaloncini mi stavano benissimo e evidenziavano il mio culo tonico, formoso e tondeggiante. Quei vestiti mi facevano stare bene, mi sentivo una ragazzina provocante e il mio atteggiamento cambiò, mi sentivo a mio agio ed ero pervasa da una voglia irrefrenabile di sesso.
Lavorammo tutta la mattinata ed era piacevole stare con quell’uomo, lavorando si parlava di tutto: di sport, di cosa volevo fare da grande, insomma gli argomenti non mancavano. Di tanto in tanto mi accorgevo che i suoi occhi cadevano sempre sul mio culetto e la cosa cominciò a incuriosirmi sempre di più e tanto più mi rendevo conto che stavo facendo eccitare quell’uomo tanto più esponevo il mio sederino alla sua vista e facevo di tutto per farglielo notare e quando mi chinavo per fare un lavoro lo esponevo sempre meglio.
Pensare che stavo facendo eccitare quell’uomo che tanto mi piaceva, mi sentivo orgogliosa e troietta.
La cosa andò avanti così fino a quando mentre sollevavo un secchio avvertì uno strappo alla schiena rimasi dolorante e non riuscivo più a muovermi.
Alberto nella vita era medico e il fisioterapista ma lo faceva senza scopo di lucro dato che era ricco di famiglia aiutava le persone che non si potevano permettere determinate cure, era un grand’uomo sensibile e generoso.
Non ti preoccupare mi disse, e cosa da niente ora ti metto a posto io, vatti a fare una doccia calda mentre io cerco delle creme e preparo il lettino che c’è nella depandanze, raggiungimi e indossa solo la tovaglia.
Mentre mi facevo la doccia mi resi conto che il dolore stava svanendo e che tutto sommato forse non era il caso di fare tanto traffico per nulla. Poi pensai che sarebbe stato eccitante sentire quelle mani che mi massaggiavano tutto il corpo ed ero certa che lo desiderasse pure lui. Mi avviai verso la dapandanze proprio come mi aveva detto poco prima Alberto. Lo trovai li già pronto.
Ora stenditi bocconi sul lettino che ti metto apposto io!!
Mi stesi sul lettino con tutta la tovaglia che mi cingeva la vita e che nascondeva le mie parti intime.
Togli questa tovaglia e dimmi dove ti fa male, mi disse.
Io, fingendo un dolore che non era proporzionato a quello che veramente avvertivo gli indicati il punto: ecco proprio qui avverto il dolore.
Stendi le braccia lungo il corpo e rilassati che al resto ci penso io.
Appena mi mise le mani addosso una brivido di piacere mi percorse lungo tutto il corpo e mi stavo eccitando, fortunatamente essendo bocconi sul lettino la mia eccitazione non poteva essere vista. Il lettino era molto stretto quindi le mie mani sporgevano un po’ dal lettino.
Passarono alcuni minuti e ad un certo punto sento che appoggia leggermente il suo cazzo sulla mia mano che sporgeva dal lettino. Sarà un caso, pensai sperando che non lo fosse e non mossi la mano di un solo millimetro da dove si trovasse. La cosa si ripetette ancora e ancora fino a quando avverti che il suo cazzo era diventato turgido e lui lo appoggiava sempre più forte. La cosa era ormai evidente e mi resi conto che a quel punto la mossa successiva toccava a me. Ero spaventata e non mi decidevo, sentivo i battiti del mio cuore arrivare fino alla gola e il mio respiro si faceva sempre più affannoso. Lui, intanto proseguiva con il massaggio ed era passato a massaggiarmi le gambe e si avvicinava sempre di più ai glutei che io esponevo sempre di più in senso in invito a massaggiarmele. Istintivamente e senza più pensare a quello che poteva accadere aspettai che appoggiasse nuovamente il suo cazzo alla mia mano e con le dita cominciai a sfiorargli le palle. A quel punto tutto era evidente. Si interruppe la conversazione che stavamo facendo e senza muoverci da quella posizione cominciò a massaggiarmi i glutei. Sentivo le sue mani unte che scivolavano tra i glutei e le sue lunghe dita che mi massaggiavano il buchetto. E così andammo avanti in silenzio e con un crescendo e eccitazione, ma senza dire nemmeno una parola. Ad un certo punto mi mise seduta sul lettino e abbracciandomi iniziò a baciarmi voluttuosamente e mi abbandonai senza alcun freno e senza farmi alcuna domanda su quello che stava accadendo. Stavamo facendo quello che forse desideravamo entrambi.
Molto serenamente, Alberto, mi chiede come stavo e se tutto era ok.
Risposi, rassicurandolo, che non avvertivo più il dolore e che tutto stava andando per il verso giuso.
Vai prendi l’asciugamani e vieni con me in casa.
Eravamo entrati in casa e mi sentivo estasiata dal quel bacio e percepivo in bocca ancora il sapore dolce della sua saliva.
Ti devo chiedere una cosa: vai a farti una doccia poi entra nella cabina armadio di mia moglie e trasformati come quella sera della festa. Ti voglio proprio così tutta femmina e truccatissima. Io ti aspetto giù nel salone.
Senza alcun dubbio su quello che stavo facendo salì al piano superiore dove si trovava il bagno e le camere da letto.
Stetti sopra quasi un’ora e quando entrai nella cabina armadio mi senti euforica di fronte a tutti quei vestiti ma soprattutto mi rendeva euforica ed eccitatissima l’idea di sostituirmi a Marica sua moglie. Da sopra sentii che Alberto parlava con sua moglie e diceva che ci saremmo fermati li a mangiare una cosina e saremmo tornati a casa nel tardo pomeriggio. Capii che le sue intenzioni erano serie e che non mi avrebbe mollata con tanta facilità. Appena pronta scesi giù dove lui mi aspettava con i calici pronti e una bottiglia di champagne nel secchiello del ghiaccio pronta per essere stappata. Mi chiese come mi sentivo con la schiena e brindammo.
Ci guardammo intensamente negl’occhi e chi sciogliemmo in un bacio avviluppante e profondo, ci baciammo a lungo senza freni inibitori ci baciammo come due amanti che non si vedevano da tempo e che si desideravano tantissimo.
Balliamo un po’? mi chiese, e io accettai con piacere. Mi portava tra le sue braccia e la sua pancetta che gravava su di me. Mi eccita tantissimo l’uomo con la pancetta.
Qualche altro bicchiere di champagne due chiacchere molti complimenti da parte sua e a quel punto mi prende per la mano e mi porta su per le camere da letto.
Riprendemmo a baciarci vicino a quel letto fino a quando non mi sdraiò lunga li sopra e dove continuammo a baciarci. A quel punto gli afferrai il cazzo da dentro i pantaloncini e glielo tirai fuori e cominciai a segarlo. Aveva la pelle morbida ed era tutto depilato, non resistetti più e cominciai una pompa che non vi dico. La sua cappella era bagnata da i suoi umori ed era bella scivolosa, cominciai a sentire il suo sapore e con la lingua la ripulì tutta. Intanto, le sue mani cominciavano a farsi strada alla ricerca del mio buchetto e con le sue dita esperte lo massaggio e di tanto in tanto lo lubrificava con la sua saliva.
Iniziammo a spogliarci ed io rimasi in perizoma e reggiseno, che avevo leggermente imbottito con dell’ovatta. Mi mise a pecora allargò leggermente il perizoma e cominciò leccarmi il buchetto e con colpetti decisi tentava di entravi dentro. Ero eccitatissima e la cosa che notavo che lui non aveva ancora toccato il mio pisellino.
Capii che non era nelle sue intenzioni farlo e così cercai di tenerglielo sempre lontano e nascosto. Andammo avanti così per un po’ e ad un certo punto prese un lubrificante ed inizio a farmi rilassare il buchetto facendo delle piccole incursioni con le dita dentro di me. Pian piano il mio buchetto era pronto e a quel punto non desideravo altro che il suo cazzo dentro di me. Desideravo essere posseduta da quell’uomo che era stato oggetto delle mie fantasie erotiche di adolescente alle prime esperienze omo.
Mi misi con le gambe ben divaricate e l’invitai a farsi strada dentro di me. Si mise sopra di me e iniziò a baciarmi e nel mentre con il cazzo in mano iniziò a farsi pian pianino strada dentro il mio corpo che ormai non desiderava altro che quel cazzo liscio e dalla pelle delicata e morbida. Ormai era tutto dentro di me ed era un misto di dolorini ed enorme piacere ed eccitazione. Mi sentivo la sua schiava, la sua puttana la sua donna. Finalmente quell’omone mi stava possedendo, mi sembrava di sognare ma era tutto vero era tutto come nei miei sogni e non avrei mai immaginato che tutto quello che stava accadendo sarebbe mai potuto essere se non nelle mie fantasie erotiche. Faceva di me quello che voleva mi mise in tutte le posizioni possibili e alternava tra culo e bocca era instancabile e io mi abbandonavo letteralmente al suo corpo e alla sua fisicità. Con le sue grandi mani mi afferrava i fianchi e mi tirava a se mentre il suo cazzo entrava e usciva con cadenza, nel mentre mi giravo a dargli la bocca a sentire la sua lingua dolce e scivolosa che leccava la mia. Ero totalmente travolta da quell’omone. Ero nel letto dove lui soggiaceva con sua moglie e mi sostituivo a lei. Io che da lei ero stato trattato da figlio ora ero li a tradire la sua amicizia. Mi sentivo ancora più puttana.
Ad un certo punto sento che lui sta quasi per arrivare e non faccio nemmeno in tempo a capire questo che mi ritrovo con la sua mano che mi cinge la nuca e mi infila il cazzo in bocca, pompo con molta più foga e lui gemeva fortemente ad un certo punto mi sento inondare la bocca dalla sua sborra e non mi molla per niente continua a tenermi la nuca e a non farmi uscire il suo cazzo dalla mia bocca. Mi sentivo soffocare ma stavo alle sue volontà sentivo che era estasiato e non volevo assolutamente interrompere quel suo momento di grande godimento. Quando stava per uscire dalla mia bocca mi resi conto che non lo volevo io, volevo sentire ancora scivolare dentro la mia bocca piena di sborra quel cazzo che pian piano perdeva la sua turgidità. Giocai con il suo cazzo fino a quando era diventato quasi moscio e avvertivo che provava quel leggero fastidio che si avverte dopo essere venuto.
Si stravacco sul letto e non fiatò per niente, fissava il soffitto senza dire una sola parola e altrettanto feci io. Passo quasi mezzora e niente accadeva nessuno dei due si muoveva o proferiva parola.
Ad un tratto sento che sto per addormentarmi e mi lasci andare. Ho dormito almeno due ore abbondanti. Quando in dormiveglia sento che qualcosa si appoggia leggermente alla mia bocca, per un attimo ho perso l’orientamento e non capivo dove mi trovavo e che stava accadendo, il classico momento di smarrimento di chi dorme in un letto che non è il proprio. Era lui nuovamente con il cazzo duro che si presentava nuovamente alla mia bocca per iniziare nuovamente le danze. Mi disse solo ho tanta voglia di te e ti prego non dirmi di no! Non avevo minimamente voglia di dirgli di no, non me lo sognavo nemmeno. Così riprendemmo con lo stesso ritmo con cui avevamo terminato e la cosa però si fece molto più lunga e spregiudicata. Ero a ruota libera, danzavo sopra di lui come una cavallerizza, mi fermavo solo quando sentivo che il suo cazzo era tutto dentro per poi risalire e così via. Finimmo nuovamente con una bellissima sborrata in bocca.
È stata una esperienza veramente forte, eccitante e piena di emozioni inimmaginabili.
In seguito vi racconto cosa successe nei giorni a venire. Le sorprese non finirono li e per quanto fervida e fresca fosse la mia immaginazione non avrei mai immaginato quello che stava per accadere. Ma questo ve lo riservo nel prossimo mio racconto. Ringrazio tutti coloro che leggeranno questa mia parte di vita e spero di non avervi annoiato.
Bacissimi a tutti, silvia.


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